Il saluto del vescovo Dante al Seminario: «Siate discepoli su cui Gesù può contare»
Giovedì 21 gennaio, mons. Lafranconi ha voluto salutare la comunità del Seminario a pochi giorni dalla conclusione del suo servizio episcopale a Cremona. L’incontro è stato semplice, ma allo stesso tempo intenso, in quanto ancora una volta il vescovo Dante ha mostrato la sua tenera paternità. L’incontro ha preso inizio alle 18.30 con due liturgie, entrambe presiedute dal Vescovo: la recita comunitaria dei Vespri e la Santa Messa, concelebrata dai Superiori: don Enrico Trevisi, rettore, don Marco D’Agostino, vice rettore e don Primo Margini, direttore spirituale, a cui si sono aggiunti anche don Paolo Fusar Imperatore, don Antonio Facchinetti – residenti in Seminario – e don Flavio Meani, segretario particolare.
Nell’omelia, l’amministratore apostolico ha consegnato ai giovani in formazione due piccoli, ma fondamentali pensieri, traendo spunto dalle letture proposte dalla Liturgia della Parola. Il primo: Gesù ha attorno a sé molta folla, ma anche i suoi discepoli. Egli domanda loro di tenergli pronta una barca. Questo significa che tra Lui e i discepoli c’è un rapporto profondo di affetto e sollecitudine reciproca. Egli sa di poter contare su quello che essi hanno. Ha proseguito: «A me piacerebbe pensare che voi, futuri preti, e noi, attuali preti, possiamo essere come questi discepoli: persone su cui il Signore possa contare. Io immagino questi discepoli che con un senso di orgoglio si mettono a disposizione proprio perché sono loro a essere chiamati in causa per servire Cristo, per vivere questo rapporto profondo col Signore. Non riesco a pensare ai preti se non all’interno di quest’ottica: persone su cui Gesù può contare. […] Quindi ricordiamo che il discepolo è la persona di cui il Signore si fida: conta sulla nostra preghiera, sulla nostra capacità di ascolto, sulla nostra capacità di servizio, sulla nostra umiltà di accompagnamento e di vicinanza».
Il secondo pensiero ha riguardato l’amicizia. Il Vescovo ha preso spunto dal forte legame tra Davide e Gionata, figlio del re Saul e ci ha detto: «Io penso che l’amicizia, nella nostra vita di preti, sia un valore grandissimo. L’amicizia fra di noi, con le famiglie, con le persone che incontriamo. Certo che amicizia vuol dire qualcosa di serio, non qualcosa di superficiale. […] Anche l’amicizia sacerdotale è importante. Nella mia vita da prete ho capito quanto mi abbia fatto bene l’amicizia! Vi raccomando soprattutto l’amicizia fra preti!».
Quindi, l’incontro è proseguito con un piccolo momento comunitario in cui i Seminaristi hanno mostrato un piccolo video da loro realizzato in segno di riconoscenza: il grazie per i quattordici anni di episcopato, svolti a servizio della nostra diocesi, nei quali il Vescovo non ha mai fatto mancare uno sguardo di riguardo ai “suoi” seminaristi.
Guglielmo Tarcisio Paluschi