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Il ruolo del Messale nella celebrazione eucaristica al centro della relazione di mons. Angelo Lameri

«Il Messale non solo si offre come norma della celebrazione, ma è, a tutti gli effetti, strumento di unità». Attorno a questo concetto mons. Angelo Lameri, docente di Liturgia presso la Pontificia Università Lateranense, ha articolato la propria relazione.

Intervenuto, giovedì 26 agosto, durante l’ultima mattinata di lavori della 71ª Settimana Liturgica Nazionale, mons. Lameri ha proposto una riflessione incentrata sul ruolo che il Messale ha all’interno della celebrazione: «Il rapporto che unisce la preghiera cristiana alla Parola è un legame forte poiché è proprio a partire da essa che nasce l’orazione formulata dal Popolo di Dio».

Il pensiero del relatore, quindi, si è soffermato sui gesti di cui l’azione liturgica si compone: «I gesti liturgici non devono essere ideologicamente motivati, ma devono porsi al servizio del mistero annunciato dalla Parola, celebrato nel rito e vissuto nel quotidiano». E ancora: «È proprio questo il significato di una liturgia che è luogo privilegiato dell’ascolto della Parola».

«Nella celebrazione la Scrittura parla ad un popolo che la accoglie, ed è questo il motivo – ha spiegato mons. Lameri – per cui la proclamazione della Parola ha luogo nel dispiegarsi dell’anno liturgico».

Dalle parole del relatore emerge come la linea che unisce Parola e liturgia abbia una doppia direzione: «La prima apre alla comprensione della seconda e, allo stesso tempo, quest’ultima sostiene e favorisce l’approccio alla prima».

Il Messale è, di fatto, lo strumento che guida e regola questa doppia dinamica: «Il Messale norma la celebrazione, cioè la regola, la ordina ed ha il grande pregio di porsi come strumento di unità: esso stesso è testimone dell’obbedienza della Chiesa alla volontà del suo Signore, e dunque educa i fedeli a vivere, insieme, nello stesso modo».

Mons. Lameri ha concluso quindi la propria relazione ricordando: «Il Messale non sia semplicemente una raccolta di testi, ma un libro che indichi gesti da porre in atto e valorizzare, così che la liturgia diventi effettivamente il luogo in cui la vita spirituale dei fedeli è alimentata e sostenuta».

La riflessione proposta da mons. Lameri ha quindi posto l’accento su uno strumento fondamentale della celebrazione liturgica, offrendo una lettura particolare del rapporto che intercorre tra liturgia, Parola e comunità cristiana.

Guarda le relazione conclusiva

 

Don ANGELO LAMERI, è presbitero della diocesi di Crema, ha conseguito il dottorato in Teologia con specializzazione liturgico-pastorale nel 1995 presso l’Istituto di liturgia pastorale S. Giustina di Padova. È stato segretario del vescovo della propria diocesi, amministratore parrocchiale per dieci anni e direttore dell’Ufficio liturgico diocesano. Dal 1997 al 2007 è stato presidente della Commissione liturgica regionale lombarda e dal 2005 al 2019 collaboratore dell’Ufficio liturgico nazionale della CEI. Attualmente è professore ordinario di Liturgia e Sacramentaria generale alla Pontificia Università Lateranense e professore invitato alla Pontificia Università della Santa Croce. È inoltre collaboratore della redazione di “Orientamenti pastorali”. Dal 2010 è consultore della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti e dal 2013 consultore dell’Ufficio celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice.

 


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