1

Il Presidente Mattarella sulla tomba di don Mazzolari

L’abbraccio spontaneo della gente, gli occhi limpidi di un uomo, il sobrio silenzio dinanzi alla memoria di un prete che vedeva lontano. Sono alcuni istantanee del rapido passaggio a Bozzolo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel pomeriggio di venerdì 21 novembre, dopo la visita del mattino a Mantova, capitale della cultura 2016.

Il freddo pungente non ha scoraggiato i cittadini bozzolesi, assiepati da ore dietro le transenne nella piazza del paese mantovano, assieme ai bambini, alle loro maestre, alle religiose, a una delegazione degli alpini, a fotografi e operatori della comunicazione, e a molti sindaci e amministratori dei comuni cremonesi (quelli della Provincia di Mantova si erano ritrovati in città durante la visita del mattino). Tra gli altri anche il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, e il neo presidente della Provincia, Davide Viola.

Ad accogliere il Presidente Mattarella in una piazza punteggiata di tricolori – prima storica visita di un Capo dello Stato nella terra e presso la Parrocchia che fu di don Mazzolari, e a 27 anni dalla prima visita dell’allora ministro Mattarella – il sindaco di Bozzolo, Cinzia Nolli, il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, e il parroco successore di Mazzolari, don Giovanni Maccalli.

Le rigide direttive del protocollo avevano previsto di contenere la visita in una forma privata, ma il Presidente non si è sottratto al saluto cordiale dei presenti. Giunto alle 17, insieme al Ministro Franceschini, circondato da un discreto ma efficiente servizio di sicurezza, ha voluto anzitutto rendere omaggio alla tomba di don Primo Mazzolari, situata all’interno della chiesa parrocchiale di Bozzolo. Un corazziere in alta uniforme ha deposto sulla tomba un cesto tricolore di fiori, e il Presidente ha sostato assorto nel totale silenzio.

Dopo un breve saluto ad alcuni amici e conoscenti nella casa parrocchiale, ha voluto spiegare il motivo dell’omaggio reso a don Mazzolari, di cui ha affermato l’attualità delle parole e delle intuizioni. Una sosta definita “necessaria”.

Un tuffo tra l’entusiasmo dei cittadini e degli amministratori, è poi seguito nel saluto che il Presidente ha voluto scambiare al di là di ogni formalità, sotto lo sguardo impotente degli uomini della sicurezza. Tante le voci di persone – di ogni età – che in semplicità si sono levate ad incoraggiamento per il suo servizio, quasi a raccomandare l’urgenza del suo ruolo di garante nell’impegnativo passaggio referendario cui l’Italia sarà chiamata tra pochi giorni.

La colonna di auto blu si è poi spostata a poca distanza, presso la Fondazione Mazzolari, dove Mattarella è stato accolto dal presidente della Fondazione don Bruno Bignami, il presidente del comitato scientifico Giorgio Vecchio e il segretario Giancarlo Ghidorsi.

L’omaggio alla memoria del famoso Parroco di Bozzolo ha qui ricostruito, nel paziente e prolungato lavoro di conservazione e studio documentale, la trama di una fitta rete di rapporti di don Mazzolari con personalità politiche di ogni orientamento. Vera miniera di riferimenti ideali in stagioni politiche determinanti per i difficili decenni della guerra e della ricostruzione democratica. Aldo Moro, Giuseppe Dossetti, Benigno Zaccagnini, Pietro Scoppola… Volti e percorsi politici che si sono intrecciati con la riflessione – a volte sofferta – del prete mantovano.

Stupore e ammirazione per la mole di lavoro svolta dalla Fondazione sono stati espressi dal Presidente Mattarella, come ha dichiarato don Bignami al termine della visita guidata tra cimeli, documenti e tra la copiosa produzione editoriale dei testi di Mazzolari.

Definire storica la visita del Capo dello Stato a Bozzolo rischia forse di eccedere in retorica. O forse no. Il sobrio omaggio del Presidente della Repubblica alla testimonianza civile di un prete che sapeva leggere i segni dei tempi merita – forse – qualcosa di più di un titolo di giornale o della fugace emozione di un pomeriggio autunnale.

 

Photogallery: