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Il saluto del Papa alla Settimana Liturgica di Cremona: auspico nuove linee di pastorale liturgica per rimettere la Messa al centro della Fede

Si è aperta nella mattinata di lunedì 23 agosto la 71esima Settimana Liturgica Nazionale, ospitata quest’anno – dopo il rinvio del 2020 – dalla Diocesi di Cremona, che ha organizzato i quattro giorni di convegno in collaborazione con il Centro di Azione Liturgica (CAL).

Ed è stato proprio il presidente del CAL, monsignor Claudio Maniago ad aprire la Settimana con la preghiera delle Lodi Mattutine, e a dare lettura, durante i saluti che sono seguiti, del messaggio che la Segreteria di Stato Vaticana, a firma del cardinale Pietro Parolin, ha indirizzato allo stesso vescovo Maniago e – attraverso la sua voce – a tutti i partecipanti all’incontro nella Cattedrale di Cremona. 

Il video integrale delle Lodi

Nel testo, il cardinale Parolin riferisce il pensiero di Papa Francesco che ha voluto far sentire la sua vicinanza e portare il proprio augurio. In particolare, ricordando il digiuno liturgico, triste esperienza del lockdown dello scorso anno e le diverse problematiche da essa fatte emergere, papa Francesco si auspica che la Settimana Liturgica Nazionale possa essere un’occasione utile: «Si possano individuare nuove linee di pastorale liturgica per le parrocchie al fine di far fronte a quella marginalità verso la quale sembrano inesorabilmente precipitare la domenica, l’assemblea eucaristica, i ministeri, il rito».

Nel testo il Papa si dice grato a Dio per il fatto che la Settimana possa finalmente svolgersi dopo il triste momento dello scorso anno, quando era stata rimandata a causa della pandemia. Un rimando utile, tuttavia, a trovare nuovi spunti per il tema scelto – Dove sono due o tre riuniti nel mio nome. Comunità, liturgie e territori (Mt 18,20) – e anche per: «approfondire aspetti e situazioni del celebrare, così messi a dura prova dal sopraggiungere della diffusione del Covid-19 e delle necessarie limitazioni per contenerla».

Il pensiero del Papa va anche alla situazione vissuta lo scorso anno: «La sospensione delle funzioni religiose durante lo scorso anno, seppur sia stata una triste esperienza, ha fatto risaltare la bontà del cammino compiuto a partire dal Concilio Vaticano II, sulla via tracciata dalla Sacrosanctum Concilium. Il tempo di privazione ha consentito infatti di avvertire l’importanza della divina liturgia per la vita dei cristiani».

«Il settimanale radunarsi nel nome del Signore, che sin dalle origini è stato avvertito dai cristiani come una realtà irrinunciabile e indissolubilmente legata alla propria identità, è stato duramente intaccato durante la fase più acuta del propagarsi della pandemia» evidenzia papa Francesco.

«Ma l’amore per il Signore e la creatività pastorale hanno spinto pastori e fedeli laici a esperire altre vie per nutrire la comunione di fede e di amore con il Signore e con i fratelli, nell’attesa di poter ritornare alla pienezza della celebrazione eucaristica in tranquillità e sicurezza» ha poi proseguito il Pontefice nella sua riflessione. «È stata un’attesa dura e sofferta – afferma il Papa – illuminata dal mistero della Croce del Signore e feconda di tante opere di cura, di amore fraterno e di servizio alle persone che più hanno sofferto le conseguenze dell’emergenza sanitaria».

È per questo che il Pontefice auspica che la Settimana Liturgica Nazionale, con le sue proposte di riflessione e i momenti di celebrazione, in presenza e online: «Possa individuare e suggerire alcune linee di pastorale liturgica da proporre alle parrocchie». In questa direzione, conclude il Papa nel suo intervento, prima di impartire la benedizione apostolica a quanti parteciperanno in presenza e online all’evento: «Fa ben sperare la recente pubblicazione della terza edizione del Messale Romano e la volontà dei vescovi italiani di accompagnarla con una robusta ripresa della formazione liturgica del popolo santo di Dio».

In Cattedrale anche monsignor Antonio Napolioni, vescovo di Cremona, ha voluto rivolgere il suo saluto ai presenti giunti in città per l’occasione e a quanti hanno seguito già dalla prima giornata la diretta proposta in collegamento online tramite il canale Youtube dedicato e il sito della diocesi di Cremona: «Questa Cattedrale – ha esordito – vi ha già dato il benvenuto prima di ogni parola umana». Mons. Napolioni ha quindi proseguito richiamando l’attualità del tema-guida, “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome: comunità liturgie e territori”: «Cambiamenti epocali stanno incidendo drasticamente su come vivere il tempo e lo spazio, coordinate essenziali cui nemmeno il Figlio dell’eterno di è sottratto. E la Chiesa si interroga, cerca nuove strade, sperimenta forme di vita e di azione in parte inedite, cercando di essere così vitalmente fedele al mandato e al dono del suo Signore»

«Rifletteremo sui nuovi contesti sui tanti volti delle nostre comunità, sulle differenze generazionali, sul futuro delle assemblee cristiane», ha proseguito il vescovo di Cremona che ha citato don Primo Mazzolari: «Rifletteremo con lo spirito che don Mazzolari testimoniava al clero di Savona nel 1941: “Io ho bisogno di una famiglia: il Signore ce ne ha dato una a ciascuno di noi, la nostra parrocchia. La domenica la voglio tutta presente nel mio povero cuore all’Altare: voglio che lei sappia che questa è la sua Messa, la Messa del popolo, la Messa dell’unità del mio popolo, presente e assente, vicini o lontani, perduti e ritrovati”».

Anche Luca Burgazzi, assessore ai Sistemi culturali, giovani, politiche della legalità del Comune di Cremona, a nome dell’amministrazione cittadina si è augurato che questo evento possa essere utile anche alla città: «Mi auguro che questi giorni siano occasione anche per la comunità civile per riflettere sul tema della comunità e dell’incontro poiché la necessità di riflettere sull’idea di incontro tra le persone più che mai diventa importante per affrontare le sfide del futuro. Grazie per aver scelto la città e diocesi per questo evento e speriamo di ritrovarci anche nei prossimi giorni per le strade della città».

La mattina era iniziata nella Cattedrale di Cremona con il momento celebrativo della preghiera delle Lodi e con la riflessione del vescovo Maniago che ha voluto esprimere la sua emozione nel poter aprire la Settimana Liturgica Nazionale: «È giusto che il primo atto del nostro convenire sia un sincero rendimento di grazie a Dio per il suo amore che sempre rende nuove tutte le cose aprendo orizzonti di speranza anche quando tutto sembra fitta tenebra: sento che quello che stiamo vivendo sia un momento particolarmente significativo dopo la sosta forzata per la pandemia che non ha permesso lo svolgersi nell’anno passato. Ora il Centro di Azione Liturgica può riprendere il suo cammino con lo spirito di servizio alla Chiesa che è in Italia».

Il presidente del Cal ha poi proseguito nella sua riflessione riprendendo il tema del convegno: «Il tema scelto per la Settimana Liturgica di Cremona risulta essere straordinariamente significativo perché le nostre comunità, proprio affrontando questo tempo di prova in cui hanno patito la triste esperienza del digiuno liturgico si sono forzatamente dovute interrogare sull’importanza del convenire domenicale nel nome del Signore, oggettivamente già molto attenuata prima della pandemia».

Il video integrale dell’avvio del convegno

 


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