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Il miracolo di padre Spinelli nella Repubblica Democratica del Congo

Francesco Maria Spinto il 30 aprile 2007

Il miracolo preso in considerazione per il processo di canonizzazione riguarda la guarigione inspiegabile di un neonato, avvenuta nel 2007 a Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo, dove le Suore Adoratrici sono presenti dal 1958. Nel popoloso quartiere di Binza le religiose fondate da padre Spinelli gestiscono un grande centro di maternità, dove nascono 20/30 bambini ogni giorno, assistiti da suore, medici, infermieri, personale preparato.

 

L’evento straordinario

Il 25 aprile del 2007 nasce il piccolo Maria Ambrozo. Mamma e figlio stanno bene, tanto che la mattina del 28 aprile vengono entrambi dimessi. È proprio mentre la mamma si incammina verso casa che, per un passo falso, rischia di inciampare e stringe a sé il piccolo che tiene in braccio. Quella stretta provoca un’emorragia al bambino che, in poco tempo, perde una quantità enorme di sangue. La madre, quindi, spaventata, due ore dopo le dimissioni, torna di corsa alla maternità perché gli operatori si prendano cura del neonato.

Le suore che accolgono il bambino si rendono subito conto della gravità del caso. L’unica possibilità di salvezza è trasfondere nuovo sangue in sostituzione di quello – troppo – che il piccolo ha già perso. Ma lo stato di sofferenza è così avanzato che le piccole vene del bambino sono appiattite. Medici, tecnici e infermieri cercano ovunque, disperatamente, per circa 45 minuti, una vena in cui poter inserire la siringa per la trasfusione. Ma senza esito.

Intanto la situazione si aggrava ulteriormente. Non sono possibili interventi di altra natura, forse attuabili in una clinica europea o americana: ma in un centro di maternità in un Paese del continente africano altre cure non si possono attuare, per carenza di mezzi. L’unica speranza è trovare una vena. Quella vena che non si trova! Tanto che, dopo circa un’ora dall’ingresso del neonato, il medico stesso esce dalla stanza dichiarandone ormai la morte certa. «A un certo momento, poi, il bambino ha fatto un respiro profondo, come fosse l’ultimo sospiro»: così ricorda suor Adeline, ormai sicura della morte imminente del neonato.

Ma è proprio lei, suor Adeline, suora Adoratrice responsabile della maternità di Binza, che testimonia: «Sono uscita dalla sala e sono andata in casa; lì ho trovato la mia superiora, suor Antonietta Musoni (di Pozzaglio, ndr), e le ho detto: Suor Antonietta, prega, c’è un bambino che sta per morire». Accesa una lampada in cappella, davanti all’immagine del padre Fondatore, suor Adeline prega padre Spinelli: «Padre Fondatore aiutaci, aiuta questo bambino che sta per morire; io metto la mia fiducia solo in te». Ha quindi preso un’immaginetta di padre Francesco e l’ha fatta scivolare sotto il lenzuolino del bambino, steso sul lettino ormai inerme. Improvvisamente, lì dove per quasi un’ora tutti avevano cercato una vena, i testimoni dicono di aver visto apparire «come per miracolo» una grossa vena, come quella di un uomo adulto, tanto che, senza alcun problema, hanno potuto inserire l’ago per la trasfusione e, dopo 3-4 gocce di sangue, il bambino ha ripreso vita, iniziando a scalciare e a piangere. In pochi minuti il neonato si rimette completamente e, alle 13, mamma e figlio sono dimessi, sani e felici, dalla maternità. Da quel momento i genitori, consapevoli dell’evento straordinario successo al loro bambino «che era già quasi morto, ma è risuscitato», come testimonia il papà, gli cambiano il nome da Ambrozo Maria Diaz a Francesco Maria Spinelli Diaz.

45 giorni dopo la vaccinazione

 

Il processo diocesano

Subito si sparge la fama del miracolo avvenuto per intercessione del beato Spinelli, ma sarà solo sette anni dopo, nel 2014, che l’Istituto delle Suore Adoratrici chiede all’arcivescovo di Kinshasa, cardinale Laurent Monsengwo Pasinga, di istituire il processo sul caso presunto di miracolo avvenuto proprio nella sua diocesi. Dal 10 al 16 agosto 2014 a Kinshasa si celebra così il processo per la raccolta delle testimonianze in merito al presunto miracolo avvenuto per intercessione del beato Francesco Spinelli. Sono presenti il Delegato vescovile, due Notai e mons. Ennio Apeciti, che funge da Delegato di giustizia. La Postulatrice della causa di canonizzazione, suor Concetta Dipietro, segue tutte le fasi del lavoro con cura, passione e quella precisione che riesce a fondere amore e organizzazione.

Durante il processo, il piccolo Francesco Maria Spinto (per un errore di trascrizione “Spinelli” è diventato “Spinto”) viene fatto giungere in Congo dall’Angola, dove ora vive con la famiglia, per essere sottoposto ad accertamenti clinici e neurologici. Tutti gli esami compiuti certificano che non ci sono segni di sofferenza ad alcun livello; cosa veramente non spiegabile per un bambino rimasto in stato di shock per almeno tre quarti d’ora.

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La causa romana

Tutto il materiale prodotto, validamente firmato, timbrato e sigillato, è poi portato a Roma, presso la Congregazione delle Cause dei Santi, perché si apra la Causa Romana. Dopo due anni di esami, studi, documenti, firme, analisi e accertamenti, preghiere, viaggi da e per Roma, finalmente il 21 settembre 2017 la Consulta dei sette medici nominati dalla Congregazione della Causa dei Santi si pronuncia favorevolmente: la guarigione di Francesco Maria Spinelli non è scientificamente spiegabile; non solo per la gravità oggettiva del neonato ormai privo di ogni possibilità di riprendere vita, ma anche stante le oggettive criticità della situazione clinica di un centro non ospedaliero situato in un paese africano come la Repubblica Democratica del Congo.

Solo la fede, l’abbandono incondizionato e la preghiera fiduciosa hanno permesso che il Cielo, tramite l’intercessione di don Francesco Spinelli, compisse ciò che è impossibile agli uomini, ma possibile a Dio.

Passo successivo nel lungo iter verso la canonizzazione è il Congresso dei Teologi, che si celebra a Roma il 30 novembre 2017. Anche in quella sede gli esperti della Congregazione delle Cause dei Santi si esprimono unanimemente, «ravvisando nella guarigione del neonato Francesco Maria un miracolo operato da Dio per intercessione del beato Francesco Spinelli». Proprio un miracolo, il sigillo di Dio sull’opera divino-umana di un santo, che può arrivare a fare le stesse cose di Gesù (cfr Gv 14,12).