Il lavoro occasione di partecipazione, ulteriore tappa in diocesi verso la Settimana sociale di Trieste
Nel percorso verso la 50ª Settimana sociale dei Cattolici in Italia, che si terrà a Trieste dal 3 al 7 luglio sul tema “Al cuore della democrazia”, l’Ufficio di Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Cremona, insieme ad Acli Cremona, Cisl Asse del Po e Confcooperative Cremona, hanno organizzato nella mattinata di sabato 15 giugno un significativo momento di riflessione e confronto. Tema dell’incontro è stato “Il lavoro occasione di partecipazione”. I relatori hanno presentato tre diversi ambiti che hanno il lavoro come centro: i giovani e il lavoro; i corpi intermedi strumento di partecipazione; le buone pratiche, occasione di vivere il senso profondo del lavoro.
Il professor Franco Riva, professore ordinario di Filosofia morale ed etica sociale all’Università Cattolica, oltre che formatore per la Cisl, ha lanciato alcune provocazioni sul rapporto giovani e lavoro. I giovani sono il futuro della società, quindi la democrazia è il tempo dei giovani. Ma i giovani sono democratici? Spesso si sente dire che i “giovani sono muti” e “i giovani sono apolitici”: espressioni che traggono origine da alcune fratture che caratterizzano la società. La “frattura democratica” è il crollo del partecipare che diventa solo “un sondaggio” e non è responsabilità. Crisi delle democrazia che è anche crisi dei luoghi della democrazia.
La seconda è la “frattura formativa”: spesso i giovani (ma non solo) sono “analfabeti”, sul lavoro e sul tempo libero. Allora occorre “formare al lavoro” e “formare il lavoro”. Ma chi si occupa di questa educazione? Quali sono i luoghi di queste educazione alla partecipazione? Queste le provocazioni del prof. Riva.
Il secondo relatore, Martino Troncatti, presidente di Acli Lombardia, si è soffermato sul ruolo dei corpi intermedi (sindacati, organizzazioni varie dei lavoratori, Terzo settore, ..). Partendo da alcuni dati del rapporto 2024 di OVeR (Osservatorio vulnerabilità e resilienza) in Lombardia che mettono in evidenza una grave crisi sociale legata al calo dei redditi e all’incremento del tasso di vulnerabilità, derivante dal lavoro “povero”, dalla riduzione del welfare e dall’incremento della non-autosufficienza. In questo contesto quale può essere il ruolo dei corpi intermedi e del Terzo settore? Troncati individua nel sindacato il soggetto che può influire sul recupero del potere di acquisto e il Terzo settore può negoziare e promuovere nuovi servizi: superamento dell’inattività femminile, la formazione professionale verso giovani ed adulti, la qualificazione di immigrati.
In sostanza i corpi intermedi possono essere promotori di un nuovo modello economico che potrebbe essere chiamato “capitalismo comunitario”, soprattutto nell’ambito Green e della Intelligenza artificiale.
Le due buone pratiche del territorio hanno messo in evidenza che già esistono modelli che da tempo sono incamminati su percorsi in cui il lavoro mette al centro le persone ed è fatto per le persone.
Giusi Biaggi ha illustrato l’impegno della cooperativa Nazareth che raccoglie un centinaio di collaboratori nella cura delle persone, nell’integrazione lavorativa nell’agricoltura e nel turismo sociale e dell’housing sociale. Essere soci di una cooperativa sociale è il modo per rispondere a una esigenza di servizio agli altri e di assumersi una responsabilità sociale con una scelta imprenditoriale.
Anche Enzo Zerbini, responsabile della cooperativa sociale Il Calabrone, nata con lo scopo di dare lavoro a persone in difficoltà su sollecitazione di don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Giovanni XXIII, è diventata una realtà che punta alla professionalità, garantendo l’autonomia degli svantaggiati e dei normodotati che, insieme, costruiscono impresa. La cooperativa Il Calabrone opera con circa 60 persone nel settore della meccanica di precisione in una realtà dove le persone hanno la stessa dignità e contribuiscono a fare impresa.
Gli interventi che hanno concluso la mattinata hanno sottolineato l’importanza dei temi trattati e, soprattutto, la necessità di continuare ad affrontare i temi legati al mondo del lavoro che cambia.