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Il fuoco delle relazioni autentiche che riaccende la vita dove la speranza sembrava spenta

Una veglia per celebrare la Vita, anche quella che sembra perduta e senza speranza. Particolarmente toccanti si sono rivelati gli interventi che hanno fatto da cuore alla celebrazione guidata da don Marco Leggio e svoltasi la sera di sabato 1 febbraio presso la chiesa parrocchiale di Arzago d’Adda , quale momento comunitario di preghiera della Zona pastorale 1.

La testimonianza è stata affidata a suor Chiara Rossi, delle Adoratrici di Rivolta d’Adda, e alla giovane Virginia, provenienti dalla comunità di Marzalengo che ospita una quindicina di ragazze che si stanno impegnando ad uscire dalle difficoltà, dal disagio e dalla tossicodipendenza. «Per introdurre quanto quotidianamente facciamo, viene forte il richiamo del versetto del  Salmo delle lodi domenicali che recita: “Luci e tenebre benedite il Signore”, – così ha esordito suor Chiara –  ciò che viviamo ogni giorno, infatti, è  proprio la grazia di queste vite che tornano a rinascere. La vita può tornare a rifiorire ed è un miracolo grande mettersi al fianco di queste persone».

Accoglienza e relazioni sono le parole chiave che danno concretezza all’azione di sostegno esercitata dalla comunità: «Accogliere è dire che noi ci siamo, significare che ci sono delle persone che possono prendersi cura di te. – ha precisato suor Chiara – Le relazioni ci fanno felici, le relazioni sono la vita eterna».

Delicate e coinvolgenti, si sono rivelate le parole di Virginia, ragazza ventenne ritornata alla vita dopo un anno di accoglienza a Marzalengo: «Da piccola sono stata costretta a mettere da parte le mie esigenze di bambina per lasciare spazio a quelle di mia madre ammalata psichica; – ha spiegato la giovane, ricordando  gli anni non felici della sua infanzia – più mettevo da parte le mie esigenze di bambina e più aumentava il mio disagio, come  una torre che mattone dopo mattone cresce e poi alla fine è destinata a crollare». Rovinosa fu la caduta nella tossicodipendenza. «La droga era acqua gelida che spegneva il fuoco del mio cuore. Si era fatto il ghiaccio in me – ha testimoniato la ragazza –. A Marzalengo ho trovato persone che non mi hanno giudicata ma mi hanno teso una mano, ho incontrato persone meravigliose».  «Prima vivevo le giornate sperando che fossero le ultime, – ha concluso – ora torno a sentire bruciarmi un fuoco dentro e mi sento di nuovo viva».