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“Il Cristo ritrovato”, presentata la pubblicazione di Luigi Briselli e Laura Cavazzini

Si è svolta sabato 22 dicembre presso la chiesa di San Francesco in Casalmaggiore la presentazione del libro “Il Cristo ritrovato”, testo fotografico di Luigi Briselli e Laura Cavazzini, edito con il patrocinio del Comune di Casalmaggiore e la collaborazione della Pro Loco cittadina e della parrocchia di Santo Stefano e San Leonardo. Il testo contiene 34 fotografie su fondo scuro scattate da Briselli e una serie di contributi che forniscono elementi di approfondimento sulla scultura del “Cristo deposto” attribuita a Jacopino da Tradate e conservato nella stessa chiesa di San Francesco.

L’incontro è stato introdotto dal parroco don Claudio Rubagotti che ha spiegato il senso del presentare quest’opera in periodo di Avvento, ricordando come l’iconografia cinquecentesca rappresentasse la nascita di Cristo in un sarcofago, a significare il legame tra Incarnazione e Risurrezione, Natale e Pasqua del Signore. Importante, inoltre, secondo le parole del parroco, “dare l’opportunità alle persone meno addentro alla storia dell’arte di interessarsene e di approfondire questa conoscenza, ritrovando, come dice il titolo dato al testo, l’opera stessa”.

Presente anche l’assessore alla cultura del Comune di Casalmaggiore, Pamela Carena, che, dopo i saluti istituzionali, non ha mancato di auspicare che “l’opera rimanga a Casalmaggiore il più a lungo possibile”.

Tra i contributi contenuti nel testo risulta centrale l’approfondimento storico-critico della professoressa Cavazzini, docente di Storia dell’arte medievale presso l’Università di Trento, nonché colei che per prima nel lontano 1997 attribuì l’opera a Jacopino da Tradate, per poi volerla esposta presso Palazzo Reale a Milano durante l’EXPO del 2015. La docente, presente per la seconda volta a Casalmaggiore dopo l’intervento presso il Museo Diotti dello scorso ottobre, ha passato in rassegna la storia dell’opera a partire dal suo nascondimento alla sua rivelazione, associandola a un probabile Cristo di un Compianto andato perduto, unico nel suo genere in Pianura Padana nella prima metà del ‘400, per il prezioso marmo bianco da cui venne tratto.

È seguito un intervento di Valter Rosa, conservatore del Museo Diotti cittadino, che ha passato in rassegna una serie di fotografie di Briselli scattate all’opera d’arte per evidenziarne la valenza e la capacità espressiva.

L’incontro si è concluso con l’inaugurazione della mostra fotografica con le immagini del “Cristo deposto” presso la sede della Pro Loco cittadina.