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“Il cortile dei sogni” per progettare l’oratorio di domani (AUDIO e FOTO)

Evidenziare e mettere in circolazione sempre meglio le alleanze educative facendo tesoro dei passi compiuti e delle intuizioni emerse sul territorio per giungere a una programmazione diocesana al passo con i tempi e rispondente alle esigenze della pastorale giovanile oggi. È questo il percorso denominato “Il cortile dei sogni”, presentato ufficialmente alla “Due giorni oratori e pastorale giovanile”.

L’appuntamento, riservato a sacerdoti ed educatori d’oratorio, ha preso il via nel pomeriggio di mercoledì 27 marzo in Seminario, alla presenza del vescovo Antonio Napolioni, che ha introdotto l’incontro con la preghiera e una riflessione nella quale ha invitato a dare concretezza nella vita quotidiana alle parabole evangeliche, perché non rimangano solo pura teoria. «Parlare di oratorio d pastorale giovanile significa innescare una miccia educativa ed evangelica che unisce liberamente e misteriosamente nella vita di chissà quanti ragazzi, bambini, giovani e famiglie. La scintilla di Dio e la fatica dell’uomo. Tutti siamo chiamati inesorabilmente a crescere e a vivere: con chi, per chi, con quali orizzonte, quale gusto?». E ancora: «E se la vita potesse essere davvero un grande gioco, una stupenda avventura in cui Qualcuno che ha dato la vita per noi rigenera energie sempre più potenti». «Partiamo da Colui che è sempre più giovane di noi, sempre più vivo di noi, sempre più forte di noi. Per quanti possiamo essere pochi o tanti, stanchi o entusiasti, in principio c’è il Verbo».

È stato quindi l’incaricato diocesano per la pastorale giovanile, don Paolo Arienti, a illustrare l’idea del percorso “Il cortile dei sogni”, denominazione scelta recuperando uno dei più celebri sogni di don Giovanni Bosco.

Nel suo intervento don Arienti ha ricordato la recente Lettera post sinodale, nella quale il Vescovo invita a ragionare su tre passaggi inderogabili: la Parola come anima del discernimento di fede in comunità; il ripensamento anche degli oratori; e nuovi percorsi formativi per adulti a servizio della fede e della vocazione dei più giovani. Poi la sottolineatura di tre parole chiave: reazione, pensiero e alleanza.

Proprio da questa alleanza educativa, insieme al coraggio di pensare e di reagire, potrà prendere vita “Il cortile dei sogni”. Il percorso, nel concreto, prevede nei prossimi mesi un lavoro qualitativo sull’oratorio da parte delle singole comunità, magari agevolate anche da alcune schede operative. Una fotografia su cui ulteriormente riflettere a livello zonale, immaginando di poter condividere risorse, prospettive, bisogni e alleanze. Il tutto per farne tesoro nella programmazione delle risorse diocesane.

Scheda di proposta

A caratterizzare la serata è stato quindi il confronto e l’approfondimento, anche a partire dagli spunti offerti da due giovani educatori.

Emanuele Bergami, dopo un excursus sulle origini dell’oratorio, ha espresso la necessità di continuare a educare alla “vita buona del Vangelo”. Per far questo è necessario tornare a chiarire il valore aggiunto dell’educare in oratorio, luogo che non può essere ridotto a un semplice centro di aggregazione giovanile.

Continuando il discorso Andrea Dasti ha voluto ricordare la differenza tra gli obiettivi e le attività proposte per raggiungerli. Attività che, però, a volte rischiano di scadere nel quantitativo perdendo di qualità, se non addirittura diventando esse stesse degli obiettivi da perseguire. Nella consapevolezza che progettare dal punto di vista pedagogico richiede un’analisi del contesto che varia da oratorio ad oratorio, Dasti ha rimarcato l’importanza di specificare sempre quali sono i principi irrinunciabili, tra i quali la certezza che la fede è prima di tutto Incontro.

Ulteriori stimoli sono arrivati da un video che ha proposto alcune esperienze oratoriane, anche molto diverse tra loro. Si è guardato all’importante opera di rifacimento delle strutture di Castelleone, a confronto con la riqualificazione e il ripensamento degli spazi per la piccola realtà di S. Daniele Po. E ancora la riorganizzazione per fasce d’età degli oratori di Viadana, così come la rimodulazione degli spazi parrocchiali dell’articolata unità pastorale di Pizzighettone. Senza tralasciare l’esperienza dell’unità pastorale di Vescovato, che da qualche tempo può contare sulla presenza residenziale di un educatore professionale.

A chiudere la “due giorni”, nella mattinata di giovedì 28 marzo, un focus sulla vita del presbiterio, oratorio e pastorale giovanile.

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