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“Il commissario e l’arciprete”, il passaggio del Risorgimento a Viadana

I rapporti Chiesa-Stato furono oltremodo difficili in epoca risorgimentale. Non fece eccezione il rapporto tra don Antonio Parazzi, l’allora arciprete di Viadana, e il bergamasco Pietro Fornoni, commissario distrettuale del governo austriaco: un conflitto che Ernesto Flisi ha potuto ripercorrere grazie a una mole notevole di notizie e dati, per lo più di natura giuridica, conservati in Archivio di Stato a Mantova. “Il commissario e l’arciprete” (Quaderno n.12 della Società storica viadanese) è però ben più di un saggio: alla ricostruzione storica degli anni compresi tra il 1848 e il ‘62, l’autore affianca infatti lo scavo psicologico della personalità dei due protagonisti.

Le decisioni dell’amministrazione austriaca erano all’epoca ispirate da uno spirito di puro dominio, ben lontano da ogni esigenza di promozione del benessere sociale. Alle difficili condizioni della popolazione, il Parazzi tentò di ovviare con iniziative caritative, nell’ottica di quel liberalismo cattolico risorgimentale cui si ispirava.

Uomo di grande cultura nonostante le umili origini (e fondatore del museo civico viadanese, oggi a lui intitolato), il sacerdote – come tutti i parroci – ricopriva anche funzioni civili, dall’anagrafe all’istruzione: probabilmente inevitabili, si registrarono dunque problemi di convivenza col commissario. Fornoni, già responsabile dell’ordine pubblico a Mantova all’epoca dei Martiri di Belfiore, una volta a Viadana subì ben quattro procedimenti giudiziari, disciplinari e amministrativi per avere intrattenuto relazioni con donne del posto: accuse che lo mandarono in disgrazia presso i superiori, e che furono forse amplificate dallo scaltro arciprete per cercare di screditare politicamente l’autorità austriaca e rilanciare quella clericale, anche sull’onda del recente concordato tra Santa Sede e Impero.

Il volume fornisce, attraverso una “microstoria”, l’occasione per conoscere dettagli ulteriori su un’epoca decisiva per la storia d’Italia, soprattutto per meglio comprenderne il contesto sociale, politico, religioso e culturale.

Flisi, ex insegnante di Lettere e dirigente scolastico, è vicepresidente della Società storica viadanese. Nel 2016 ha pubblicato il volume di poesie “Fiori di campo”. Contatti sul sito societastoricaviadanese.it.