Il 28 febbraio al Santuario di Caravaggio la testimonianza del direttore spirituale di Chiara Corbella
Siate sempre pronti a rendere ragione della speranza che è in voi! Così si rivolgeva ai cristiani l’apostolo Pietro nella sua prima lettera (1Pt 3,15). Alle sue parole hanno fatto eco, secoli dopo, quelle del cardinale Léon-Joseph Suenens che, in una sua preghiera, scriveva: “Affinché il mondo riconosca i cristiani dal loro sguardo luminoso e sereno che sgorga dalla fonte nascosta e inalterata della loro gioiosa speranza”.
E per un cristiano la speranza ha il volto amorevole di Cristo, quel volto a cui vogliamo rivolgerci e condurre ogni fratello. Questo è il senso delle proposte che in questo tempo giubilare stanno segnando la vita del Santuario di Caravaggio. Fra le varie proposte ci sono anche le opportunità di ascoltare testimonianze preziose di santità, nelle quali la speranza è trasfigurata nei volti di persone davvero speciali.
Il prossimo appuntamento di questo percorso – chiamato “Verso la santità” – sarà nella serata di venerdì 28 febbraio (alle 21 presso l’auditorium del Centro di spiritualità del Santuario) con fra Vito d’Amato, direttore spirituale di Chiara Corbella Petrillo, che aiuterà a toccare con mano tutta la profondità della vita e della fede di Chiara nella sua drammatica esperienza.
Chiara Corbella nasce a Roma il 9 gennaio 1984. Cresce in una famiglia che le insegna ad avvicinarsi alla fede sin da bambina e frequenta una comunità del Rinnovamento nello Spirito. Nell’estate del 2002 Chiara si trova in vacanza in Croazia con alcune compagne di liceo e visto che sua sorella è a Medjugorje pensa di raggiungerla: qui il 2 agosto incontra Enrico Petrillo, un ragazzo romano di ventitré anni in pellegrinaggio con la sua comunità di preghiera del Rinnovamento Carismatico. Chiara, che ha diciotto anni e non è mai stata fidanzata, ha l’intuizione di trovarsi davanti a suo marito. Chiara ed Enrico si sposano ad Assisi il 21 settembre 2008. A celebrare le nozze è padre Vito, frate minore e guida spirituale di entrambi.
Tornati dal viaggio di nozze, Chiara scopre di essere incinta. Le ecografie mostrano però una grave malformazione. Alla bambina, cui verrà dato il nome di Maria Grazia Letizia, viene diagnosticata un’anencefalia. Chiara ed Enrico scelgono di portare avanti la gravidanza e la piccola, che nasce il 10 giugno 2009, muore dopo poco più di mezz’ora. Qualche mese dopo Chiara è nuovamente incinta. A questo bambino, cui verrà dato il nome di Davide Giovanni, viene però diagnosticata una grave malformazione viscerale alle pelvi con assenza degli arti inferiori: anche lui morirà poco dopo essere nato, il 24 giugno 2010.
Una settimana dopo aver scoperto di essere nuovamente incinta, Chiara si accorge però di una lesione alla lingua. Col fondato sospetto che si tratti di un tumore, il 16 marzo 2011 Chiara affronta durante la gravidanza la prima delle due fasi di un intervento per asportare la massa sulla lingua. Per la seconda fase, occorrerà aspettare che Francesco sia nato. Accertato che si tratta di un carcinoma alla lingua, che chiamerà il drago, Chiara sceglie di rimandare le cure per non far male al bambino che porta in grembo. Francesco Petrillo nasce il 30 maggio 2011. Finalmente il 3 giugno, con lo stesso ricovero del parto, Chiara affronta la seconda fase dell’intervento iniziato a marzo. Tornata casa, non appena le è possibile comincia chemioterapia e radioterapia ma il tumore si estenderà comunque a linfonodi, polmoni, fegato e persino l’occhio destro, che Chiara coprirà con una benda per limitare le difficoltà visive.
Sostenuti dai sacramenti amministrati quotidianamente da padre Vito, che condivide con loro questo tempo intenso, Chiara ed Enrico sono più che mai forti della fedeltà di Dio, che li ha sempre accompagnati in una misteriosa letizia. Chiara muore a mezzogiorno del 13 giugno 2012, dopo aver salutato tutti, parenti ed amici, uno a uno. Dopo aver detto a tutti «Ti voglio bene». Il suo funerale viene celebrato a Roma il 16 giugno 2012 nella chiesa di Santa Francesca Romana all’Ardeatino. Le persone accorse sono moltissime. Il cardinale Agostino Vallini, presente alla celebrazione, dichiara: «Ciò che Dio ha preparato attraverso di lei, è qualcosa che non possiamo perdere». Come i funerali dei suoi due figli, anche questa celebrazione diventa così la testimonianza cristiana dell’inizio di una vita nuova. Il 21 settembre 2018 nella Basilica di San Giovanni in Laterano
si è aperto il processo per la causa di beatificazione.