1

Il 25 novembre in Cattedrale la Cantata “Pater pauperum” per festeggiare sant’Omobono nel ricordo di mons. Alberto Franzini e dei cremonesi morti per il covid

In occasione della solennità patronale di sant’Omobono, nella serata di venerdì 25 novembre, alle 21, nella Cattedrale di Cremona risuoneranno le note di Pater pauperum, imponente Cantata sacra composta dal maestro cremonese Federico Mantovani. Il progetto, che nasce dalla volontà del compositore di presentare alla città, a quindici anni dall’ultima esecuzione, il grande affresco musicale contemporaneo dedicato alla figura di sant’Omobono, il “padre dei poveri”, festeggiandolo solennemente dopo il lungo e terribile periodo della pandemia, coinvolge il Coro Polifonico Cremonese (in foto nell’esecuzione della cantata nel 2007), che per primo ha condiviso con entusiasmo le ragioni profonde della proposta, e la Camerata di Cremona, affiancati nella preparazione e nell’esecuzione dell’opera.

Il concerto, realizzato grazie al sostegno della Fondazione Arvedi-Buschini e con il patrocinio dell’Assessorato alla cultura del Comune di Cremona, si colloca, per volontà del vescovo Antonio Napolioni, all’interno del programma celebrativo della festa patronale e nella suggestiva cornice del massimo tempio cittadino dopo i lavori di adeguamento liturgico.

Interpreti della Cantata sono il soprano Linda Campanella, il contralto Masako Tanaka Protti, il tenore Cosimo Vassallo, il baritono Marco Granata, il basso Frano Lufi, le voci recitanti Alberto Branca e Michela Zaccaria, il Coro Polifonico Cremonese, il Coro de La Camerata di Cremona e l’Orchestra Sinfonica dei Colli Morenici. Dirige la Cantata, per volontà del compositore, il maestro Marco Fracassi, che commissionò la prima esecuzione dell’opera nel 1999.

Intensa e coinvolgente, la partitura si apre con il festoso corale Gaude et laetare Cremona (“Gioisci e rallegrati Cremona”) e si conclude con il solenne inno al santo patrono su testo latino di Marco Gerolamo Vida, ripercorrendo la vita e le opere di Omobono Tucenghi, primo santo laico non nobile della storia della Chiesa, canonizzato dal papa Innocenzo III nel gennaio 1199 e assunto poi a patrono della città e della diocesi. I testi sono attinti dalle Vite del santo e dalla bolla di canonizzazione Quia pietas (nella traduzione di don Daniele Piazzi), oltre che dalle Sacre Scritture.

«Dopo i primi mesi di paura, dolore e lutto che ci colpirono nel 2020 – ricorda il vescovo Antonio Napolioni – il cav. Giovanni Arvedi espresse il desiderio di ricordare i tanti defunti, riservando un pensiero speciale al carissimo mons. Alberto Franzini, con un importante concerto da tenere in Cattedrale. Ora si realizza quell’intuizione, all’indomani della Dedicazione del nuovo altare che dilata la bellezza spirituale della casa del popolo di Dio, centro vivo della nostra Chiesa diocesana, sorgente da cui si irradiano in tanti modi l’annuncio del Vangelo e la testimonianza della santità. Omobono è sempre attuale, specie davanti alle povertà e fragilità sociali che interpellano costantemente la comunità civile e credente. A 60 anni dall’inizio del Concilio Vaticano II, a 50 anni dalla fondazione della nostra Caritas diocesana, che nel tempo apre ancora la borsa del Santo per alleviare il cammino dei più deboli».

«Con questa opera musicale – precisa il maestro Federico Mantovani – si intende segnalare l’attualità di Omobono, che si distinse nella vita della città come uomo di pace, di profonda preghiera e di proverbiale carità. Riproporre l’esecuzione del lavoro oggi, a cori uniti, dopo lo smarrimento degli ultimi due anni, acquista inoltre un significato particolare, perché diventa occasione per riaccendere l’entusiasmo di un progetto artistico condiviso, affidando all’intercessione del nostro Santo patrono il cammino dei vivi e la memoria dei tanti cremonesi vittime della pandemia».

 

Approfondisci leggendo l’introduzione del compositore