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Il 19 ottobre il vescovo presiede in Ospedale la Messa per gli operatori sanitari

Lunedì 19 ottobre, all’indomani della memoria liturgica di san Luca, patrono dei medici, il vescovo Antonio Napolioni presiederà, alle 18.30 presso la cappella dell’Ospedale di Cremona, l’Eucarestia per tutti gli operatori sanitari, in particolare medici e infermieri. La Messa sarà trasmessa in diretta sui canali web della diocesi: oltre al nostro portale, sulla pagina facebook e il canale youtube.

L’annuale appuntamento, promosso dall’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute insieme all’Amci (Associaizone medici cattolica italiani), assume quest’anno un significato particolare invitando tutti i medici e gli infermieri per esprimere loro la gratitudine per l’impegno profuso durante la pandemia e per pregare per gli operatori sanitari defunti.

Locandina della celebrazione

«Durante la primavera scorsa – ricorda il dottor Gianluigi Perati, presidente Amci Cremona – abbiamo imparato a conoscere sigle prima sconosciute come Covid, Dpi, Fp2, Rt ed altre ancora. Abbiamo capito cosa è un tampone, un esame sierologico, un andamento lineare della pandemia. Ma, soprattutto, spesso con paura e angoscia, abbiamo imparato a convivere con questa domanda: “Mio Dio ma cosa sta succedendo?”. Chi da cittadino che quotidianamente veniva investito dai drammatici bollettini sugli sviluppi della pandemia nel nostro territorio e ascoltava con angoscia l’incessante lamento delle sirene delle autolettighe giorno e notte; chi da famigliare preoccupato per la sorte di un proprio caro malato a casa o totalmente isolato in ospedale o in Rsa; chi da operatore sanitario impegnato ad affrontare spesso con rabbia e sconcerto il comune nemico; chi da malato che si vedeva sempre più in difficoltà per i sintomi che segnavano la drammaticità della fatica di respirare. Tutti avevamo in cuore quella domanda che dominava ogni momento della giornata e sembrava non trovare risposta. Anzi, più ci veniva alla mente e più generava sentimenti di disperazione e smarrimento».

Ed ora? Si è trovata una risposta? «Non so. Non credo. Forse ci sono tante risposte. Di sicuro questa pandemia – continua Perati – ha condotto l’intera umanità, e ognuno di noi singolarmente, a ripensare al proprio modo di vivere, ai propri sogni e ideali e, in ultima analisi, al senso della propria vita. Abbiamo sperimentato quanto sia patetico riporre speranze in cose effimere e, per contro, quanto sia entusiasmante e degno di impensabili fatiche vivere e lavorare per qualcosa di grande come lo stare vicini a chi sta male e soffrire assieme a chi si sente perso. Insomma abbiamo sperimentato quella gioia che è data dal vivere un significato grande nella nostra vita attraverso lo stare vicini a un malato con un sorriso e attraverso una parola non detta a caso perché doveva dare coraggio, o attraverso il testimoniare, da malati anche gravi, la propria fede in colui che davvero salva».

È con questo spirito che si vivrà la celebrazione eucaristica del 19 ottobre all’Ospedale di Cremona, con sentimenti di stupore e di gratitudine, ma anche nel desiderio di affermare la bellezza di ritrovarsi insieme per ringraziare il Signore delle molteplici testimonianze di vita incontrate in questi difficili mesi, anche da parte di chi ci ha lasciati, ribadendo il desiderio di vivere in modo più autentico e vero il dono della propria vita.


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