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Il 1° aprile in Cattedrale “Confiteor”

Sarà proposto la sera di sabato 1° aprile, alle 21, nella Cattedrale di Cremona, lo spettacolo “Confiteor”, tratto dal libro “La più bella avventura” di don Primo Mazzolari. Si tratta di un monologo in sette quadri scritto dall’autrice teatrale bresciana Maria Filippini, che ha scelto di utilizzare le stesse parole e le stesse frasi di don Primo, mantenendosi così il più possibile aderente al pensiero del parroco di Bozzolo cercando così di trasmettere intatta la forza poetica della sua espressività.

Allo spettacolo, con regia di Giuseppe Pasotti che ne è interprete insieme a Maddalena Ettori, assisterà anche il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni. A formare il corpo di ballo Laura Buzzi e Angiolisa Fusari.

 

Il libro di don Mazzolari

Il suggestivo titolo “La più bella avventura” dice dell’esperienza che fa del Cristianesimo una religione della confidenza e dell’abbandono: gettarsi nelle braccia del Padre è sempre possibile, si provenga da qualsiasi lontananza (di peccato, di trasgressione, di indifferenza). Il figlio minore rappresenta i “lontani”. Il maggiore, invece di gioire per la conversione del fratello, «che era perduto ed è stato ritrovato», rappresenta chi si chiude in un atteggiamento teso a salvaguardare solo i propri privilegi. Per il parroco di Bozzolo tutti gli uomini sono come il figliol prodigo e aspettano di essere chiamati dal Padre. Mazzolari invita tutti ad aprirsi ai “lontani” e ad abbandonare ogni atteggiamento di paura e di contrapposizione.

 

Il monologo Confiteor

Con intensa drammaticità il “Figliol Prodigo” trasmette agli spettatori l’emozione dei moti interiori del suo protagonista: il nascere e il crescere dell’inquietudine, dell’insofferenza alle regole e dell’anelito alla libertà, fino alla rottura con la famiglia e all’abbandono della casa, al disprezzo per la sofferenza del padre, che dalla soglia lo guarda allontanarsi. I primi passi sono sicuri e baldanzosi, rafforzati da cattive amicizie, che spengono gli ultimi dubbi e sensi di colpa e incitano a soddisfare i più bassi piaceri materiali, fino all’ultima moneta, fino all’inaridimento totale dell’anima. Infine la carestia, la fame, l’abbandono, la solitudine, la disperazione, il pentimento e il ritorno a casa.

Dall’esordio, avvenuto il 26 novembre 2011 presso la chiesa parrocchiale di S. Andrea (Concesio), lo spettacolo è stato rappresentato nella sua prima versione e poi in una forma rivisitata, presentata in prima nazionale nel Duomo Vecchio di Brescia il 26 aprile 2014.

 

Biografia dell’autrice

Maria Filippini nasce a Comezzano-Cizzago (Bs) nel 1947. Dopo la laurea in pedagogia, conseguita presso l’Università Cattolica di Brescia, si dedica all’insegnamento. Inizia a scrivere commedie in dialetto bresciano nel 1997, casualmente, per soddisfare la richiesta di un testo da parte della filodrammatica locale. Nasce così ”Èl murùs terù”, commedia destinata ad incontrare tanto favore presso il pubblico da essere portata in scena ininterrottamente dal 1997 al 2004 da più compagnie contemporaneamente. Dal 1997 ad oggi il numero delle filodrammatiche è andato via via aumentando fino al centinaio. I testi sono più di centocinquanta tradotti anche in cremonese, bergamasco, mantovano, trentino, genovese … Comprendono commedie, drammi, monologhi, racconti, sketch per spettacoli di cabaret, poesie, recite scolastiche e per anziani. L’autrice ha scritto testi per l’importante rassegna “Natale nelle pievi”, per la regia di Pietro Arrigoni. Per lo stesso regista ha tradotto in francese le poesie del Canossi inserite nello spettacolo “Carta, penna, calamaio”. Come autrice più rappresentata nei teatri bresciani è stata testimonial della VII Edizione del prestigioso “Gran Premio Leonessa d’oro” nell’anno 2007. Nell’anno 2012 ha collaborato con la Vigilanza Urbana di Brescia per la prevenzione delle truffe agli anziani col testo ”G’ho ‘ncontràt la volp e ‘l gat”, rappresentato dagli stessi vigili urbani nelle cinque circoscrizioni della città. Le vicende narrate nelle commedie prendono il via da fatti della vita quotidiana e si aggrovigliano tra equivoci e colpi di scena, per dipanarsi in un’inaspettata soluzione finale. Il linguaggio è semplice e pulito, ma aggredisce con graffiante ironia i feticci della società moderna: denaro, successo, potere. Da alcuni anni l’autrice collabora con la Fondazione Don Primo Mazzolari scrivendo sceneggiature tratte dalle sue opere, quali “La più bella avventura“, “Diario di una Primavera” e “Il Samaritano“. Gli spettacoli, allestiti dal gruppo teatrale di Beppe Pasotti, sono messi in scena nelle chiese. Da ricordare la rappresentazione di “Confiteor” in Duomo Vecchio a Brescia del 26 aprile 2014, che ha riscosso quindici minuti di applausi con tutto esaurito.