I Gruppi di preghiera della diocesi pellegrini con il vescovo in Cattedrale

 

Il popolo che prega, per se stesso e per gli altri, si è riunito insieme al vescovo Antonio Napolioni per vivere nell’Anno Santo un pellegrinaggio giubilare che, nella serata di venerdì 14 ottobre, si è svolto interamente all’interno della Cattedrale scandito dai suoi molti simboli. Un percorso di fede e comunità che ha offerto ai Gruppi di preghiera presenti in diocesi un intenso viaggio spirituale che è partito dalla porta del Duomo e, dopo il rinnovo delle promesse battesimali e la professione di fede, si è concluso nell’adorazione eucaristica.

Sin dall’inizio il vescovo ha invitato i presenti a riflettere sull’importanza della preghiera per la pace e nel segno la speranza, così fortemente richiamata in questo Giubileo, ricordando le intenzioni di preghiera di Papa Leone XIV per l’unità e la pace. Davanti alla porta centrale il vescovo ha ricordato che la Cattedrale non ha una Porta Santa, caratteristica esclusiva delle quattro basiliche vaticane (San Giovanni in Laterano, San Pietro in Vaticano, San Paolo fuori le mura e Santa Maria Maggiore), ma la porta è comunque un simbolo di grande importanza e centralità. Gesù dice “io sono la porta delle pecore”, ha ricordato Napolioni citando il Vangelo di Giovanni, laddove Cristo è rappresentato come la porta attraverso la quale si ottiene la salvezza e la vita. Ma è una porta anche il Battesimo, che segna l’ingresso nella vita cristiana: proprio con la memoria del Battesimo il pellegrinaggio dei Gruppi di preghiera ha vissuto la sua seconda tappa. Davanti al bacile posto in mezzo alla navata centrale, il vescovo ha invitato a contemplare i magnifici dipinti della Cattedrale, a partire dalla crocifissione del Pordenone.

Qui Napolioni ha ricordato che i cristiani sono nella storia, e nell’attualità, nel mondo, e che la preghiera non è una prerogativa esclusiva dei luoghi santi, ma deve accompagnarci sempre, perché Dio è in ogni luogo e da qualsiasi parte del mondo può essere raggiunto con le nostre invocazioni.

La professione di fede e l’ascolto della Parola hanno preceduto la preghiera al Crocifisso S. Omobono, scelto in diocesi come segno di questo Giubileo e che da sempre accompagna i cremonesi nella preghiera, richiamando a tutti la potenza e la misericordia che sgorga da Cristo. Per tutto l’Anno Santo l’antico Crocifisso solitamente conservato nella chiesa di S. Omobono è stato esposto all’ingresso della Cappella della Madonna del Popolo, luogo scelto per il sacramento della Penitenza e che, anche in questa occasione, ha visto la presenza di alcuni sacerdoti disponibili per le confessioni, mentre sull’altare veniva esposto il Santissimo Sacramento per l’Adorazione Eucaristica, nel prolungato silenzio di preghiera interrotto soltanto da alcuni canti.

Un momento di forte misticità e raccoglimento, vissuto da un gruppo eterogenea di pellegrini, persone di molte fasce d’età, provenienti da diversi luoghi della diocesi e contraddistinti da differenti carismi, che hanno condiviso un momento speciale e intenso di preghiera nel segno della speranza cui chiama il Giubileo.