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«I cristiani di Viadana siano dono di luce, speranza, solidarietà»

Si è chiusa domenica mattina, con la celebrazione della Messa solenne nella chiesa di Castello, la visita pastorale del Vescovo alle comunità di Viadana e Buzzoletto. «Sono stati – ha assicurato monsignor Napolioni al momento dei saluti – tre giorni di incontri, fraternità, preghiera e accesso alle fonti della speranza. Giorni delicati e intensi, in cui siamo andati all’essenziale. E in cui ci siamo anche divertiti».


«Ora – ha notato nell’occasione il parroco don Antonio Censori – riceveremo una lettera di consegne, di cui dovremo fare tesoro». Un’indicazione di massima è già stata data: «Sta per iniziare – ha notato infatti il vescovo – l’anno incentrato sull’esortazione apostolica “Amoris laetitia”, che ci invita a mettere le famiglie al centro».
La visita era iniziata venerdì, con una giornata interamente dedicata alle situazioni di sofferenza e solitudine: in mattinata la visita e la benedizione alla casa di riposo Grassi e ad alcuni cittadini infermi con le loro famiglie; al pomeriggio, al cimitero, una preghiera solenne in ricordo di tutti i morti di Covid, alla presenza delle autorità civili e militari cittadine.

Il tema della pandemia è più volte riemerso: Viadana, infatti, è stata colpita con particolare virulenza. In un anno si sono contati oltre 1600 contagi (su circa 20mila residenti nel Comune) e almeno settanta vittime. Solo nell’istituto geriatrico Grassi, che occupa 99 posti letto, nel corso del 2020 si sono contati 34 ospiti positivi al Covid, dodici dei quali purtroppo non ce l’hanno fatta. Un anno difficile, dunque; ma, come hanno ribadito proprio gli amministratori e operatori della Rsa, si è sempre cercato di salvaguardare la qualità della vita, garantendo agli ospiti stimoli, gratificazioni e motivazioni. Segni di speranza, questi come altri, sui quali il Vescovo ha posto l’accento nella sua riflessione conclusiva.

Nel corso della visita, monsignor Napolioni ha avuto modo di incontrare tra gli altri i consigli parrocchiali, i volontari Caritas, il gruppo famiglie, la comunità Scout, i catechisti e collaboratori, i ragazzi del sesto anno.

Al sindaco Nicola Cavatorta è spettato il compito di fornire un inquadramento storico e sociale. Il primo cittadino, in particolare, ha sottolineato come le chiese cittadine costituiscano, nell’insieme, una vera e propria pinacoteca di arte sacra; come i pellegrinaggi e i commerci snodatisi anticamente lungo il Po abbiano arricchito il tessuto sociale e culturale locale; come un tempo fossero presenti in città quattro ordini religiosi, quattro collegi e numerose confraternite; e come questa lunga tradizione prosegua anche oggi attraverso realtà al passo dei tempi come i gruppi Caritas e Scout.

Alla celebrazione di chiusura, oltre a numerosi fedeli erano presenti lo stesso Cavatorta, i comandanti della Compagnia Carabinieri Gabriele Schiaffini e della stazione cittadina Maresciallo Burroni e la comandante della Polizia locale Doriana Rossi.

Nella sua omelia, il vescovo ha riflettuto sul tema delle tenebre e della luce, tracciando diversi parallelismi anche con la complessa situazione legata alla pandemia. «Stiamo vivendo – ha affermato il vescovo – un tramonto sanitario, ma anche culturale e spirituale. C’è tanto pessimismo, ma non è giusto: l’importante è che il risveglio venga preparato riconoscendo Gesù presente. La rrisurrezione inaugura l’era dei viventi: da credenti in Cristo, in questa Quaresima andiamo incontro alla notte con speranza. In questi tre giorni abbiamo riconosciuto le tracce di Dio vivente; e ci stiamo chiedendo, attraverso la curiosità dei bimbi, l’amore delle giovani coppie, le aspirazioni dei giovani e tanti altri segni di speranza, dove Dio ci stia portando».

Da qui, una prima indicazione alla comunità: «Osiamo venire alla luce gli uni per gli altri, al di là dei pregiudizi, dando credito al prossimo. I cristiani di Viadana siano dono: portino il contagio benefico della luce, della speranza, della solidarietà. Sappiano essere famiglia di famiglie in cammino. Rendano palpabile il passaggio di Gesù».