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“Giovani dislocati”, la Zona I riunita a Misano per il terzo appuntamento

«Oggi assistiamo a una tendenza a “omogeneizzare” i giovani, a dissolvere le differenze proprie del loro luogo di origine, a trasformarli in soggetti manipolabili fatti in serie. Così si produce una distruzione culturale». Ancora una volta, è stata una provocazione di questo tipo, lanciata da Papa Francesco nella Christus vivit, a permettere di comprendere la necessità di affrontare un tema così interessante, ma al contempo spesso tacito, sottinteso, come i luoghi abitati dai giovani oggigiorno. Il titolo scelto per l’incontro organizzato dalla Commissione di pastorale giovanile della Zona Pastorale 1, “Giovani dislocati”, intendeva sottolineare la tendenza alla mobilità, oggi più che mai diffusa fra i ragazzi, sia in un raggio d’azione più ristretto, come per i pendolari o per chi lavora vicino a casa, sia più ampio, come nel caso degli studenti fuori sede o di coloro che hanno vissuto un’esperienza di studio o di lavoro all’estero per un periodo di tempo fissato.

La serata ospitata dall’oratorio di Misano Gera d’Adda è iniziata, come di consueto, con un allegro momento conviviale, ed è proseguita con una discussione iniziale sull’argomento, in cui i giovani sono stati guidati dalle Angela Moscovio, componente della commissione “Fuorisede” di Azione Cattolica e responsabile della commissione diocesana giovani per la diocesi di Milano, e Marta Antonini, giovane ragazza di Rimini, trasferitasi nella città meneghina per motivi di studio. Entrambe hanno presentato, in modo puntuale e molto concreto, le difficoltà e i pregi della vita da fuori sede, mettendo in evidenza, in consonanza con il tema dell’incontro, i luoghi che questi studenti si trovano ad abitare. Parlando del livello di accoglienza da parte delle comunità ospitanti, spesso non all’altezza delle aspettative, Angela ci ha parlato dell’idea di creare una commissione ad hoc, che possa aiutare i “giovani dislocati” ad inserirsi in un contesto nuovo, e sicuramente complesso, come può essere quello della città di Milano.

Successivamente, tutti i giovani presenti all’incontro sono stati suddivisi in sette gruppi di discussione, formati da persone che vivono, o hanno vissuto, scenari differenti (partecipanti al progetto Erasmus, fuori sede, pendolari, stabili e con luogo di studio/lavoro vicino a casa), permettendo, in questo modo, un confronto complesso e variegato sui punti di forza e di debolezza dei diversi luoghi che i giovani hanno l’opportunità di popolare oggi.

Infine, la platea ha ripreso la conformazione iniziale e c’è stata la possibilità di porre le ultimissime domande alle due ospiti prima dei saluti finali.