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Giovani a confronto, in preghiera e in cammino per trovare la strada del loro futuro

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Nell’ambito della 62esima Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, anche la Diocesi di Cremona, attraverso la Pastorale vocazionale e la collaborazione di alcuni frati, suore e coppie di sposi, ha offerto un momento di preghiera e riflessione per i giovani. L’appuntamento è stato nel pomeriggio di sabato 17 maggio a Castelleone, a partire dalla chiesa di Santa Maria in Bressanoro, dove i partecipanti si sono ritrovati.

A offrire un primo spunto iniziale è stata la presentazione del patrimonio artistico e storico della struttura, una vera e propria catechesi proposta da don Gianluca Gaiardi, incaricato per i Beni culturali della diocesi.

Quindi i giovani si sono divisi a gruppi negli spazi verdi esterni alla chiesa e, con l’aiuto di alcune guide, hanno provato a confrontarsi su tematiche a loro vicine e che in un periodo di discernimento si sente la necessità di affrontare.

Ulteriore momento significativo del pomeriggio è stato il gesto giubilare di mettersi in cammino verso il Santuario della Madonna della Misericordia, il santuario mariano cittadino, una delle quattro chiese giubilari della diocesi. Durante il tragitti, nel suggestivo paesaggio illuminato dal calar del sole, i partecipanti hanno avuto modo di soffermarsi in particolare sulla figura di Pier Giorgio Frassati, giovane che sarà canonizzato il prossimo agosto.

Dopo un tempo vissuto nell’informalità e nell’amicizia per la condivisione della cena al sacco, in santuario la proposta si è conclusa con la veglia di preghiera guidata dal vescovo Antonio Napolioni. E proprio nel clima di comunione che si è creato, diversi ragazzi hanno animato l’assemblea.

Durante l’omelia il vescovo ha ripreso i tre verbi che scandivano il messaggio di Papa Francesco per la 62esima Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni (leggi il testo integrale del messaggio): credere, amare, sperare. In particolare monsignor Napolioni ha sottolineato l’importanza di affiancare a tutto questo anche una quarta parola: vivere. Ovvero fare in modo che la fede sappia essere qualcosa di concreto e ordinario nella via di tutti i giorni, per non rischiare di dipendere da chi e quanto c’è intorno.

Tra i banchi anche alcuni giovani che in estate partiranno per alcune esperienze di servizio e missione all’estero: in Brasile e Camerun attraverso le proposte dell’Ufficio missionario diocesano e delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento. A loro il vescovo ha messo al collo una croce, quale mandato per l’esperienza che vivranno anche a nome della Chiesa cremonese. 

La giornata ha avuto l’obiettivo non di sommergere i ragazzi di domande, ma nel desiderio di trovare modi per coinvolgere questa fascia d’età nel prendere consapevolezza di aver a che fare con l’interrogativo: che cosa farò da grande? E aiutare a trovare motivi sempre più seri e profondi per dare una risposta personale a questa domanda, nel segno della propria vocazione.