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Giorno della Memoria, don Franzini: «Lager, gulag e aborto: non dimentichiamo gli altri olocausti»

Si celebra come ogni anno il 27 gennaio il Giorno della Memoria per commemorare le vittime dell’Olocausto. Tante le iniziative di adesione sul territorio, molte la proposte rivolte soprattutto ai giovani, numerosi gli interventi di commento. Tra questi particolarmente significativo quello firmato da don Alberto Franzini, parroco della Cattedrale di Cremona sul quotidiano locale “La Provincia”, dal titolo “La Shoah e gli altri olocausti dimenticati”.

Ricordando un intervento di Giovanni Paolo II presso il Mausoleo di Yad Vaschem a Gerusalemme nel 2000, don Franzini risponde alla domanda sull’origine di questo “crimine contro l’uomo”: «Solo un’ideologia senza Dio poteva programmare e portare a termine lo sterminio di un intero popolo».

Un’altra domanda però muove la riflessione del teologo: «Come mai non si tiene viva la memoria di altri Olocausti che fanno parte integrante della storia del nostro tempo?». Don Franzini ricorda «l’olocausto perpetrato dal socialismo reale», quello armeno e quello «silenzioso che produce 50 milioni di aborti all’anno». Stermini reali, ferite nella storia, sui quali però – fa notare ancora il parroco della Cattedrale – «tutti coloro che hanno il compito, spesso istituzionale, di illuminare le coscienze, preferiscono far scendere un vergognoso e colpevole silenzio».

Nella sua approfondita argomentazione don Franzini analizza poi le ragioni storiche, culturali e politiche che hanno generato una sorta di «occultamento del terrore stalinista e leninista». «Oggi – commenta – dovremmo essere finalmente tutti più coraggiosamente liberi di fare i conti anche con il passato comunista, per ricostruire una storia europea che intenda davvero esaurire la grande questione del totalitarismo».

Dalle colonne del quotidiano locale, poi, il sacerdote denuncia senza esitazioni «l’ipocrisia di una cultura che piange e scende sulle piazze protestando contro la pena di morte e le violenze sui minori e sulle donne, e copre scientemente di silenzio quel delitto, l’aborto, che il Concilio Ecumenico Vaticano II chiama “delitto abominevole” perché – continua – colpisce la vita del più debole tra i deboli, del più indifeso tra gli indifesi».

Don Franzini ricorda così l’appuntamento con la Giornata per la Vita (celebrata quest’anno il 2 febbraio, con celebrazioni anche nelle Zone pastorali della diocesi) con cui la Chiesa invita a pregare e a tenere vive le coscienze.

«Questi olocausti – conclude il suo intervento – non vanno superficialmente confusi […] ma c’è una linea rossa che li può accomunare: ed è l’indifferenza verso quella “ecologia integrale” – che altro non è che il rispetto e la stime verso la dignità non negoziabile di ogni persona umana – di cui hanno parlato i Papi, spesso inascoltati, del nostro tempo»