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Giornata per le vittime di abusi, il Vescovo in Cattedrale: «Drammi che ci impegnano alla conversione»

In occasione della Prima Giornata nazionale di preghiera per le vittime degli abusi, il 18 novembre è stata celebrata in Duomo l’Eucaristia, presieduta dal mons. Antonio Napolioni, vescovo di Cremona e Incaricato regionale per il servizio per la tutela dei minori. Una giornata celebrata in tutte le Diocesi d’Italia, per sensibilizzare tutte le comunità di fronte a drammi come questo.

L’invito del vescovo, nella sua introduzione in merito alla violenza e agli abusi di cui sono vittime in particolare i minori e le persone vulnerabili che subiscono «in famiglia in vari luoghi e purtroppo a volte anche nelle comunità cristiane violenze psicologica, abusi di potere coscienza, varie forme di abuso sessuale», è quello di una presa di coscienza collettiva e di una reazione per «assicurare ai bambini, ai ragazzi e alle persone con difficoltà, con fragilità un’accoglienza sicura e paterna, che dia fiducia alle famiglie e che insegni il segreto di una carità educativa.
È un dramma da riconoscere – ha aggiunto – da affrontare, da combattere con i mezzi giusti.

«Personalmente – ha aggiunto – mi sento coinvolto in tutto questo, perché sono sempre stato in mezzo ai ragazzi e in mezzo ai preti, e pensare che i ragazzi non possano fidarsi dei preti e dei catechisti mi fa impazzire».

Nella sua omelia il vescovo, rileggendo alcuni spunti offerti alla riflessione dalla liturgia della Parola, torna sul tema della Giornata guardando alla reazione a cui la Chiesa è chiamata di fronte a questi «Drammi da riconoscere, non ignorare e per i quali impegnarsi a cambiare»: «In casi come questi – ha detto – la rabbia non è mai la soluzione giusta, rischia di incanalarsi e creare altro male, ma il male non si combatte mai con il male. Una comunità che si sfoga solo attraverso la rabbia diventerebbe una comunità ancora più violenta».

Qual è allora il giusto atteggiamento da tenere di fronte agli scandali e alla grave crisi che coinvolge anche la Chiesa è causa sofferenze ai piccoli e ai fragili?

«Occorre la ricerca di un bene più grande. Tanto impegno a fianco delle vittime» – ha proseguito mons. Napolioni –  di cui accogliere, capire e condividere il dolore, ma anche un aiuto «per chi si è reso colpevole, o chi rischia di rendersi colpevole, perché magari dietro ognuno di loro c’è una storia di violenza subita, di degrado umano e morale, perché si ravveda, si redima, abbia una possibilità di vita».

Con un riferimento alle scritture il vescovo  ha concluso la sua omelia osservando che «quando piange per Gerusalemme Gesù pensa alla sua Chiesa, quella CHiesa che può far piangere ancora il Signore» e che oggi – ha aggiunto – «è chiamata a trasformare una crisi grave in occasione di conversione e salvezza».

La Messa si è conclusa con la preghiera scritta per la giornata e l’invito di mons. Napolioni a consultare tutto il materiale per la prevenzione, la sensibilizzazione e per l’approfondimento, disponibile sul portale della Diocesi di Cremona, nella sezione “Servizio diocesano tutela minori”  il servizio ormai disponibile in tutte le diocesi italiane per l’ascolto e l’accompagnamento delle vittime di abusi.