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Giornata dell’adesione dell’AC, la presidente Corbari: «Corresponsabili nella Chiesa»

L’8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concenzione, l’Azione Cattolica celebra la “Giornata dell’Adesione”, occasione fondamentale per ciascun aderenti di rinnovare il proprio impegno associativo. In ogni comunità parrocchiale dove è presente l’Ac si terranno momenti di preghiera e riflessione con la benedizione e la consegna delle tessere. Alla dottoressa Silvia Corbari, presidente diocesana, abbiamo rivolto alcune domande.


Anzitutto qual è la consistenza dell’Ac cremonese?
«L’Azione Cattolica continua ad essere presente in numerose parrocchie della Diocesi. Siamo attivi in 65 gruppi territoriali, di cui 9 esperienze sono interparrocchiali. Complessivamente, gli aderenti sono circa 2.200, di cui il gruppo più numeroso è quello degli adulti, seguito dall’ACR per circa 500 aderenti e i giovani e giovanissimi con circa 400 presenze. In particolare, negli ultimi anni, abbiamo assistito alla nascita di gruppi interparrocchiali che, seguendo il rinnovo della struttura pastorale, hanno accompagnato queste fasi di passaggio, a volte anche precedendo la ristrutturazione organizzativa, scegliendo di unire le risorse per creare associazioni trasversali, alcune delle quali hanno preso anche nuovi nomi e hanno avviato percorsi rinnovati, segno di un’aderenza sempre presente ai cambiamenti sociali ed ecclesiali».

Come si concretizza la presenza dell’AC nelle zone e nelle parrocchie?
«Le varie esperienze sono abbastanza diverse tra loro. Per questo la presenza associativa si gioca su più livelli: quello parrocchiale o interparrocchiale, quello zonale e quello diocesano. In particolare negli ultimi anni abbiamo sviluppato maggiormente il livello zonale, attraverso la proposta di esperienze spirituali come quelle della Lectio divina, solitamente organizzate in collaborazione con gli organismi di pastorale, o attraverso esperienze di tipo culturale e formativo (convegni, micro-percorsi…). Il livello diocesano, invece, cura particolarmente la formazione dei singoli, attraverso proposte come i campiscuola, le feste di inizio anno e di conclusione, i convegni e le iniziative formative per i responsabili. Si cerca in questo modo di proporre un cammino organico, che tenga insieme le diverse dimensioni formative (spirituale, culturale, relazionale, associativa, ecclesiale) con i diversi modi, tempi e luoghi con cui l’Associazione può svilupparsi. Tra le diverse opportunità, un associato può scegliere».

Quali sono i contenuti principali della vostra esperienza quest’anno? Quali le linee di programma?
«Ogni anno associativo ha un tema e un programma, che comprende iniziative e percorsi, alcuni tradizionali, altri nuovi di anno in anno. In questo anno 2015-2016, abbiamo come riferimento il passo evangelico del Magnificat, che si inserisce nella dimensione del viaggio come dimensione simbolica della vita, anche di quella di fede, attorno a cui abbiamo costruito alcuni momenti formativi. L’ACR e i giovani, poi, hanno tematiche specifiche e percorsi ad hoc. A queste fasce di età si rivolge la nostra attenzione particolare in questo triennio, cercando di promuovere, con l’entusiasmo che questo richiede, nuove esperienze rivolte a ragazzi e giovani, il futuro della Chiesa e dell’Associazione. Il confronto e lo scambio tra fasce di età rappresenta anche una risorsa per tutta l’Associazione».

In questa fase di cambiamento nella vita della Chiesa cremonese, cosa si augura l’Azione Cattolica?
«Affrontiamo i cambiamenti con la fedeltà di sempre alla Chiesa, che si esprime nel servizio umile e quotidiano e nella testimonianza nei luoghi della vita. Come ogni volta che cambia un responsabile pastorale, l’AC rinnova, nelle parrocchie il proprio impegno e il proprio servizio, così oggi l’AC conferma la propria vocazione alla corresponsabilità nella Chiesa, attraverso l’impegno della formazione e della relazione con chi ci sta accanto».

E cosa augura al nuovo Vescovo Antonio?
Al nuovo Vescovo auguriamo di scoprire tutto il bene possibile per questa Chiesa cremonese, sapendone valorizzare i tanti carismi e talenti, nella gioia e nella certezza della nostra vicinanza e del nostro affetto di figli.