Giornata della Pace, il Vescovo: «Cominciamo a saldare per primi i debiti con una carezza, un sorriso, una telefonata, un’attenzione maggiore verso chi ci circonda»
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Nella giornata di mercoledì 1° gennaio, solennità di Maria Madre di Dio e 58° Giornata mondiale della pace, l’attenzione è andata proprio a quel cambiamento, individuale e globale, necessario per arrivare a un cambiamento reale, una conversione nel segno della speranza al cuore dell’anno giubilare. Dopo l’Eucaristia presieduta alla 11 nella chiesa di San Sigismondo, a Cremona, con la comunità monastica Domenicana, alle 18 il vescovo Antonio Napolioni ha presieduto la Messa in Cattedrale: liturgia che è stata concelebrata dall’arcivescovo emerito di Gagnoa, in Costa d’Avorio, mons. Joseph Ake (a Cremona per la visita ad alcuni parenti), e i canonici del Capitolo della Cattedrale.
L’invito iniziale dell’omelia di mons. Napolioni in Cattedrale è stato quello a mettersi «dalla parte di Maria per guardare la realtà con l’amore e lo sguardo di una madre» che «ci restituisce una coscienza di figli e di fratelli: tra di noi ci sono rapporti, debiti e crediti come riporta il tema di questa Giornata della pace».
Proseguendo nella riflessione l’attenzione si è spostata sulla necessità di cambiamenti strutturali, specialmente durante quest’anno giubilare, prendendo sul serio le parole della preghiera del Padre Nostro: «Il Papa – ha ricordato il vescovo di Cremona – ci raccomanda di vivere questo anno di grazia per ristabilire la giustizia di Dio in diversi ambiti della vita, nel possesso dei beni e nelle relazioni degli altri».
Quindi mons. Napolioni ha ripreso i punti tracciati da Papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata mondiale della pace del 1° gennaio 2025: «Il Papa suggerisce tre azioni concrete a livello mondiale, ma che devono realizzarsi anche attraverso la nostra partecipazione e sensibilità». «La prima è la riduzione del debito che pesa sul destino di molte nazioni, costruendo una nuova architettura finanziaria fondata sulla solidarietà», mentre «la seconda proposta è quella di avere un tale rispetto della vita umana da eliminare la pena di morte in tutte le nazioni».
In aggiunta il vescovo di Cremona ha ripreso l’invito espresso dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante il tradizionale discorso dell’ultimo dell’anno, nel quale ha sottolineato l’importanza di un’attenzione veramente umana per chi ha bisogno di un tempo di detenzione per rientrare in società migliore e non peggiore di prima: «La situazione delle nostre carceri – ha detto il Vescovo – chiede un gesto di coraggio come l’indulto».
Infine, il terzo segnale ripercorso nell’omelia è stato quello di impiegare parte del denaro destinato agli armamenti per combattere la fame e sostenere l’attività educativa nei Paesi più poveri.
«Questa serata era necessaria questa sintesi di sociologia o di politica? – ha voluto provocatoriamente domandarsi il vescovo di Cremona alla numerosa assemblea presente in Cattedrale – Il messaggio per la Giornata mondiale della pace invita a essere cristiani operosi, perché la speranza ha bisogno delle nostre gambe, mani e intelligenze: cominciamo a saldare per primi i debiti con una carezza, un sorriso, una telefonata, un’attenzione maggiore verso chi ci circonda»
Per concludere l’omelia mons. Napolioni ha quindi letto la preghiera scritta dal Papa per questa 58° Giornata Mondiale della Pace.
Rimetti a noi i nostri debiti, Signore,
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e in questo circolo di perdono concedici la tua pace,
quella pace che solo Tu puoi donare
a chi si lascia disarmare il cuore,
a chi con speranza vuole rimettere i debiti ai propri fratelli,
a chi senza timore confessa di essere tuo debitore,
a chi non resta sordo al grido dei più poveri.
Ascolta l’omelia del vescovo Antonio Napolioni