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Giornata contro la tratta. Il Papa tuona contro “un crimine vergognoso”

Ascoltiamo il grido di tanti fratelli sfruttati per traffici criminali: non sono merce, sono persone umane, e come tali vanno considerati”. Così il Papa in un tweet di oggi mentre all’Angelus di ieri alla vigilia della Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani 2018 ha detto che “Questa piaga riduce in schiavitù molti uomini, donne e bambini con lo scopo dello sfruttamento lavorativo e sessuale, del commercio di organi, dell’accattonaggio e della delinquenza forzata. Anche le rotte migratorie sono spesso utilizzate da trafficanti e sfruttatori per reclutare nuove vittime della tratta. E’ responsabilità di tutti denunciare le ingiustizie e contrastare con fermezza questo vergognoso crimine”.

Ma non si contano le occasioni in cui Papa Francesco ha usato parole forti per denunciare la vergogna della schiavitù moderna e le tante connivenze che la permettono.

Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) e la Walk Free Foundation sono oltre 40 milioni nel mondo le persone coinvolte nel fenomeno della tratta. Molteplici le sue forme: traffico di migranti, lavoro forzato, lavoro minorile, sfruttamento sessuale, commercio di organi, arruolamento nei gruppi armati, matrimoni precoci, accattonaggio.
Mancanza di lavoro, di istruzione, povertà, conflitti, corruzione, in particolare fra gli uomini delle forze dell’ordine e gli addetti al controllo delle frontiere, sono alcune tra le cause del traffico di esseri umani e non ultime le politiche migratorie troppo restrittive, che finiscono per incentivare le rotte illegali e quindi la schiavitù. La tratta è diventata un’impresa criminale globale che genera enormi profitti illeciti pari a miliardi di dollari l’anno.

La tratta costituisce un crimine contro l’umanità e una sconfitta per tutti: “Dov’è il tuo fratello schiavo? – scrive Francesco nella ‘Evangelii gaudium’ -.

Dov’è quello che stai uccidendo ogni giorno nella piccola fabbrica clandestina, nella rete della prostituzione, nei bambini che utilizzi per l’accattonaggio, in quello che deve lavorare di nascosto perché non è stato regolarizzato? Non facciamo finta di niente. Ci sono molte complicità. La domanda è per tutti! Nelle nostre città è impiantato questo crimine mafioso e aberrante, e molti hanno le mani che grondano sangue a causa di una complicità comoda e muta”.

Rapporto Caritas. Il caso Marocco

Il fenomeno della tratta minorile e dei minori non accompagnati è il tema del 39° Dossier con Dati e testimonianze (DDT) dal titolo “«Partire era l’unica scelta». Minori non accompagnati fra tratta e sfruttamento”, che viene pubblicato da Caritas Italiana nella data in cui ricorre la Giornata Internazionale contro la Tratta di esseri umani.

«Gli schiavi invisibili sono sempre di più e sempre più giovani – ricorda il DDT. Nel mondo circa il 51% delle vittime di tratta sono donne, mentre gli uomini rappresentano il 21% e i minori il 28%. Minori non accompagnati sfruttati nel lavoro, costretti a prostituirsi, mandati in strada a chiedere l’elemosina da organizzazioni criminali. Un esercito di bambini o adolescenti perduti, senza futuro, senza nessuno a cui chiedere aiuto».

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L’obiettivo del Dossier è di creare maggiore consapevolezza sul fenomeno e al tempo stesso riflettere sulla situazione globale di violenza e ingiustizia di tantissimi vulnerabili che gridano in silenzio, grazie anche a un focus sul Marocco. Da sempre conosciuto come un Paese di emigrazione, il Marocco negli ultimi decenni si sta trasformando in un Paese dove non solo i migranti decidono di restare, ma dove passano persone provenienti dal Medio Oriente, da zone del Nord Africa e soprattutto dall’area subsahariana che vogliono raggiungere il Vecchio Continente.

Caritas Italiana, in collaborazione con la rete internazionale, sostiene gli interventi di Caritas Marocco in favore di queste persone.

Nel 2017 sono stati circa 8.000 i migranti accolti in tre centri con accompagnamento e supporto sanitario, piscologico, alimentare, lavorativo, educativo, economico. Il 26% di questi sono minori non accompagnati. Nel resto del Nord Africa, un impegno specifico in favore di migranti e minori non accompagnati è in atto in Tunisia, Algeria e Mauritania, grazie anche alla campagna “Liberi di partire liberi di restare” finanziata dalla Conferenza Episcopale Italiana con fondi dell’8xmille.

Proprio il 2018 potrebbe essere un anno decisivo per i minori non accompagnati, data anche la conclusione nel mese di luglio dei negoziati intergovernativi sul Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration, il patto globale per una migrazione sicura ordinata e regolare, che verrà formalizzato il prossimo dicembre a Marrakech, in Marocco. «Essere liberi di muoversi, migrare, in accordo con leggi rispettose della dignità delle persone, in particolare dei più piccoli, si configura sempre più come una conquista urgente dell’umanità; un cammino che il mondo intero e l’Europa sono chiamati a percorrere, lasciandosi alle spalle le asfissianti politiche securitarie per la difesa dei confini, a gloria di pochi e a danno di tanti», ricorda infine il DDT.