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Fra spiritualità e tradizioni popolari, torna la “sagra” al Santuario mariano di Ariadello

Dopo due anni di stop torna la tradizionale sagra di Ariadello, santuario soresinese dedicato alla Beata Vergine eretto a fine Seicento sul luogo dove la tradizione tramanda il racconto della guarigione miracolosa di una bimba sordomuta ad opera della Madonna raffigurata in un lacerto pittorico su un più antico rudere nella campagna.

I momenti centrali delle celebrazioni quest’anno si svolgeranno durante il secondo weekend di maggio, anche se il Santuario sarà al centro di tante iniziative di incontro e di preghiera durante tutto il mese.

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Il santuario mariano, la cui devozione affonda radici nel lontano 1600, sarà teatro di questa plurisecolare e sempre rinnovata devozione, soprattutto attraverso le celebrazioni dell’8 e 9 maggio. Domenica 8 maggio, in occasione della sagra della Beata vergine di Ariadello, il santuario sarà aperto e saranno celebrate Messe alle 7, alle 9, alle 11 e alle 17.30. Alle 16 è fissata l’ora mariana. Celebrerà la Messa solenne delle 11 mons. Giuseppe Quirighetti, segretario della nunziatura apostolica in Australia, originario di Soresina. Lunedì 9 maggio, giorno del “feren” particolarmente sentito e molto frequentato, la Messa solenne delle 18 sarà celebrata dal vescovo Antonio Napolioni. Seguirà, alle 19, l’affidamento alla Vergine Maria e benedizione dei bambini da 0 a 6 anni.

La preparazione alle celebrazioni centrali della fiera di Ariadello è iniziata già dal 1° maggio e le occasioni di spiritualità proseguiranno fino alla fine del mese. In particolare, fino all’8 maggio, ogni giorno alle 20.45,  è in programma il Rosario davanti all’Eucarestia: una novena per invocare la pace in tutto il mondo, in particolare nella vicina Ucraina. Sabato 7 maggio, al termine del rosario, seguirà l’adorazione eucaristica. Giovedì 5 maggio, durante la Messa del 16.30 saranno ricordati i defunti dell’Azione Cattolica; martedì 10 maggio, invece, la Messa delle 18 sarà per tutti i benefattori del Santuario. Lunedì 30 maggio, infine, a chiusura del mese mariano, il Santuario sarà meta di un pellegrinaggio notturno con partenza dalla chiesa di San Siro alle ore 20.15, recita del rosario durante il percorso e celebrazione della Messa all’arrivo al Santuario con affidamento della comunità alla Vergine.

Durante tutti i giorni della sagra funzioneranno a pieno ritmo i punti di ristoro organizzati presso il santuario, le giostre e le bancarelle tipiche di una fiera popolare. Nel corso dei secoli, infatti, sacro e profano si sono fusi in un’unica gioiosa tradizione.

 

Il miracolo di Ariadello 

La storia di Ariadello*, del miracolo e della costruzione del Santuario sono indissolubilmente legate alla storia della famiglia Barbò, signori di Soresina alla fine del sec. XVI. Giovanni Battista Barbò (1604-1664), feudatario dal 1629, nonostante la carriera di “mastro di campo”, le ricchezze e i dieci figli, pare avesse il cruccio di una bimba sordomuta dalla nascita, la quartogenita Teresa Gertrude. Secondo la tradizione popolare (su questo aspetto i documenti d’archivio non aiutano), un giorno di maggio (anno imprecisato) la famiglia Barbò avrebbe sostato in contrada Ariadello, in un campo con dei ruderi. Su una parete di quei ruderi, protetta da un portico, era dipinta una Madonna col Bambino che era meta di devozione per i contadini del luogo ed i pellegrini. Mentre la famiglia Barbò si trovava in preghiera davanti all’immagine della Madonna, la piccola Teresa Gertrude si allontanò dal gruppo per cogliere alcuni fiori di campo. Tornando, la bambina si avvicinò alla marchesa madre e avrebbe detto: «Vedi, mamma, la Madonna di Ariadello!». L’evento sarebbe stato subito attribuito all’intervento miracoloso della Madonna e la notizia dell’evento prodigioso si diffuse rapidamente.

L’allora vescovo di Cremona, Francesco Visconti, per timore del diffondersi della superstizione e del fanatismo, ordinò che l’immagine della Madonna del portico di Ariadello fosse protetta da un tavolato di legno e il portico recintato.

Nonostante l’ordine del Vescovo di Cremona, la devozione alla Madonna di Ariadello non diminuì, ma l’autorità ecclesiastica indugiò diversi anni prima di approvare il culto della Madonna di Ariadello e permettere ai soresinesi di costruire sul luogo del miracolo un santuario mariano.

Il 26 settembre 1663, il capitano Pietro Maria Barbò, fratello del marchese Giovanni Battista, istituì un “beneficio semplice” per l’altare maggiore della costruenda chiesa. L’11 maggio 1664 fu posta la prima pietra dal parroco di Soresina, don Orazio Malossi. Il 30 maggio 1666, lo stesso parroco benediceva la nuova chiesa dove, sull’altare maggiore, veniva trasportato il lacerto di muro con l’affresco della Madonna.

* Il prof. Roberto Cabrini (storico locale) prima e il Gruppo Culturale San Siro (sotto la guida della responsabile Adele Emilia Cominetti) hanno raccolto notizie sulla storia del Santuario di Ariadello, partendo dal miracolo a cui seguì la costruzione come ringraziamento alla Madonna, garantendo così una ricca documentazione sul luogo sacro