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Formazione operatori pastorali: “on life” senza angosce ma con attenzione (VIDEO e DOWNLOAD)

Con l’incontro “Il mondo digitale: azioni educative per fare comunità” lunedì 25 gennaio è iniziato il percorso formativo promosso dalla Diocesi di Cremona, attraverso l’Area giovani, per catechisti, educatori, giovani e tutti coloro che si trovano coinvolti nelle sfide formative. L’obiettivo non è offrire una comprensione tecnica delle piattaforme e dei vari profili social presenti in rete ma puntare su una riflessione di tipo antropologico e culturale, per capire come le nuove generazioni si pongano in relazione ai nuovi media.

Due gli ospiti in studio, con la conduzione affidata ad Andrea Cariani: Barbara Gentili, psicologa e psicoterapeuta presso consultorio Ucipem, e Piercesare Rivoltella, docente di Pedagogia e direttore del Cremit (Centro di ricerca sull’educazione ai media all’innovazione e alla tecnologia) dell’Università Cattolica di Milano.

Al termine di una breve scheda affidata ai pensieri e alle preoccupazioni di una coppia di genitori, di una educatrice e un docente, è iniziato il confronto tra i due esperti. «Il contesto digitale e virtuale fa parte del mondo sociale e culturale nel quale i giovani crescono – ha premesso, con toni rassicuranti, la dottoressa Gentili – non è più questione di essere pro e contro ma prendere atto del cambiamento. Il mondo digitale è la realtà e questo ha ricadute in campo identitario. In una società sempre più fobica rispetto alle relazioni fuori casa, i giovani hanno trovato delle piazze virtuali in cui poter giocare le loro relazioni, sopratutto in momenti in cui le relazioni in presenza non sono possibili».

Il mondo dei social non è quindi un ambito negativo o da rifiutare: «È uno spazio in cui trovare occhi che guardano e possono approvare e mostrare aspetti di se positivi -ha proseguito Barbara Gentili -. È necessario uscire dal fraintendimento adulto circa la veridicità della realtà delle relazioni  con lo smartphone: le relazioni online sono reali e hanno effetti reali sui ragazzi. Comunicano di più con gli amici, nel tentativo di sopportare la solitudine esistenziale che la crescita impone».

Vi è un aspetto che conferma il forte desiderio di socialità in presenza dei ragazzi: da studi e ricerche, risulta infatti come tra i giovani venga sottolineata la mancanza, nelle relazioni da remoto, della corporeità. «Nei progetti di educazione alla affettività emerge nostalgia del profumo e del tatto del corpo dell’altro – ha spiegato l’esperta – la relazione virtuale non sostituisce quindi  la relazione in presenza, che viene comunque ricercata, ma è una continuità di essa, in grado di arricchire la vita reale».

Anche Piercersare Rivoltella ha tenuto a ribadire la concretezza delle relazioni virtuali: «Oggi si preferisce utilizzare sempre meno l’espressione “on line” e, con un gioco di parole, preferire quella “on life”, per indicare la vitalità delle relazioni in Rete  I media sono nelle nostre vite, e quasi nulla delle nostre attività quotidiane è possibile senza di loro». Vero è, comunque, che non poche siano le criticità: «La conoscenza in Internet non è difficile da reperire e ci raggiunge in misura maggiore di quanto non serva – ha spiegato il docente –. Questo eccesso di informazioni, tuttavia, spesso produce disorientamento e tante sono informazioni che invecchiano precocemente. Il fenomeno delle fake news è derivato proprio dall’assottigliamento del legame tra informazioni e cose».

In un contesto tanto complesso quali sono quindi le  attenzioni che gli adulti possono mettere in azione? «Gli adulti non devono essere troppo angosciati: bisogna conoscere, essere curiosi – ha nuovamente rassicurato la dottoressa Gentili -. Conoscere è anche  porsi una domanda di senso  sull’utilizzo che i giovani fanno di questi strumenti». Le principali accuse rivolte dagli adulti alla socializzazione in rete hanno un fondamento che rientra in uno squisito ambito formativo: il turpiloquio, lo scambio di materiale inappropriato, gli atteggiamenti scomposti, «si  riferiscono ad aspetti educativi, al rispetto al valore del se e dell’altro che non sono esclusivamente  legati al mondo del web – ha efficacemente chiarito Gentili -. Non si può educare un giovane a utilizzo dei social se prima non si  è educato un bambino al rispetto di se e dell’altro». La sfida vera, quindi, è  legata all’affiancamento: «Non si tratta di proteggere con modalità regressive e proibizioni, ma fornire strumenti utili alla autoregolazione, alla capacità di scegliere individualmente e progressivamente in modo equilibrato. Occorre investire sulla responsabilità».

«Il lavoro dell’adulto, di intervento educativo sul minore, deve passare nello spazio della ricostruzione del pensiero critico – è proseguita la riflessione del prof. Rivoltella, richiamando una questione spesso sottaciuta ma concreta – oggi non si può ridurre problema educazione media a corretta presenza a interno dei social, ma vi è un aspetto da non sottovalutare. La medialità è fatta da piattaforme nelle quali siamo utenti e che ci espropriano di una serie di dati che ci caratterizzano, sulle basi di questi dati veniamo profilati e algoritmi costruiscono per noi proposte commerciali o di valore che sul medio e lungo termine possono creare problemi».

La questione dell’utilizzo di social e web da parte dei più giovani, insomma, pur se da liberare da immotivate ansie e preoccupazioni, si pone come particolarmente complessa e da padroneggiare con adeguato studio e preparazione. Proprio in questo senso prosegue il percorso formativo pensato per gli operatori pastorali.

Già disponibili materiali per l’autoformazione scaricabili direttamente dal sito www.focr.it/formazione/media-digitali-ed-educazione: schede, letture e un laboratorio di autovalutazione (gestibile in base ai ritmi familiari e professionali).

Giovedì 4 e 11 febbraio Dalle ore 17.30 alle 18.30, laboratorio interzonale online per insegnanti per la condivisione di buone prassi e la rilettura pedagogica: Infanzia e Primaria nelle interzone bergamasca, cremonese e mantovana; incontri unitari per Secondaria di primo e secondo grado. Per informazioni e iscrizioni: scuola@diocesidicremona.it.

Sabato 6 febbraio per le zone 1, 2 e 4 e sabato 13 febbraio per le zone 3 e 5 Dalle ore 15.00 alle 16.30, laboratorio zonale online a numero chiuso per catechisti ed educatori: condivisione di buone prassi e rilettura pedagogica. Per iscriversi, entro il 31 gennaio, compilare il form su focr.it/educazione-e-media-digitali. Per ulteriori chiarimenti: segreteria@focr.it o contattare la Focr al 377-2802851.

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Operatori pastorali, è tempo di formazione