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A Romanengo la Giornata delle vocazioni con padre Gigi Maccalli

«A voi giovani consegno questo mandato: offrire opportunità nuove impastate di fraternità». È con queste parole che il missionario cremasco padre Gigi Maccalli si è rivolto alla comunità di Romanengo domenica 25 aprile: la Giornata mondiale delle vocazioni, infatti, è stata l’occasione per ascoltare la testimonianza del missionario della Società delle Missioni Africane (Sma) noto per il rapimento di due anni che lo ha riguardato.

«Tre sono i regali che mi sono stati consegnati durante la mia prigionia – ha spiegato –: la comunione con le vittime innocenti, il silenzio con cui andare in profondità e lo scoprire l’essenziale. E l’essenziale è ciò che ci consegna il Risorto: Shalom, la pace».

Ha quindi proseguito raccontando come durante la prigionia, pur senza alcun maltrattamento, ha vissuto la «difficoltà di non celebrare l’eucarestia per più di 700 giorni». E quel versetto del Salmo, che ritornava continuamente: «Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me».

Non è mancato un accenno ai fatti di cronaca, come il recente naufragio di persone migranti, da cui ha preso spunto per ricordare che «per costruire un nuovo mondo, non possiamo prescindere da uno sguardo di fratellanza: siamo fratelli, fratelli tutti».

Alla Messa, animata dai giovani della parrocchia e da un gruppo di cantori provenienti dalle parrocchie vicine con all’organo il maestro Palmieri, è seguita la preghiera dei Vespri con i giovani presenti.

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A Romanengo la sagra con l’affidamento della comunità alla Regina del Rosario

Domenica 4 ottobre si è celebrata a Romanengo la sagra del paese, dedicata alla Madonna del Rosario. Un programma ridotto rispetto a quello proposto negli anni precedenti a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19: tra gli altri, non è stato possibile effettuare la tradizionale processione, impreziosita da quadri viventi ispirati alla vita della Vergine.

Centro della giornata è stata la Messa delle ore 10.30, celebrata dal parroco don Emilio Merisi, cui ha partecipato, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale, il vicesindaco Ada Schiavini, alla presenza anche dell’Arma dei carabinieri e delle associazioni di volontariato. Durante l’omelia, don Merisi, si è soffermato sull’importanza della “festa della comunità”, come occasione di ringraziamento e di fraternità.

Elemento di novità è stato l’atto di affidamento della comunità alla Madonna, Regina del Rosario, avvenuto sul sagrato della chiesa, e la recita della “Preghiera per l’Italia”, scritta nel 1994 da San Giovanni Paolo II. Il 4 ottobre, si celebra la festa di san Francesco d’Assisi, patrono d’Italia.

Nel rispetto delle normative vigenti, la parrocchia ha anche allestito la tradizionale pesca di beneficienza, pro opere parrocchiali.

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Domenica 22 marzo a Romanengo il terzo incontro di “Eredi di futuro” con Silvano Petrosino

Prosegue in Zona pastorale 2 il percorso formativo per giovani, intitolato “Eredi di futuro”, il cui terzo appuntamento sarà domenica 22 marzo, alle 18, presso l’oratorio di Romanengo.

L’ospite della serata sarà il professor Silvano Petrosino, filosofo e insegnante di filosofia morale e della comunicazione presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, internazionalmente noto come uno dei più seri interpreti dell’opera di Emmanuel Lèvinas e Jacques Derrida. Una delle sue ultime pubblicazioni è “Desiderio, non siamo figli delle stelle”.

Strutturato sulla declinazione di quattro verbi, “Eredi di futuro” propone questa volta una testimonianza focalizzata sul verbo “Desiderare”, che letteralmente significa mancanza di stelle. L’ospite incentrerà la sua riflessione su questo verbo, inteso come percezione di una mancanza e quindi sentimento di ricerca, viaggio, fatica e gioia.

Locandina




“Eredi di futuro”, secondo appuntamento il 9 febbraio a Soresina

Continua in Zona II il percorso formativo per giovani, intitolato “Eredi di futuro”, il cui secondo appuntamento sarà domenica 9 febbraio, alle ore 18, presso l’oratorio Sirino di Soresina.

L’ospite della serata sarà Marta Danelli, volontaria dell’associazione Albero di Cirene, associazione nata nel 2002 a Bologna per la promozione e la valorizzazione della persona, in qualunque condizione essa si trovi.

Strutturato sulla declinazione di quattro verbi, “Eredi di futuro” propone questa volta una testimonianza focalizzata sul verbo “abitare”, calato nel contesto del progetto “Non sei sola”. Marta racconterà quindi cosa significa per lei abitare a Casa Magdala, a stretto contatto con giovani donne uscite da situazioni di violenza e sfruttamento.

Scarica la locandina




Eredi di futuro: online il primo incontro per i giovani della Zona 2 (Audio e Foto)

Si è svolto a Pizzighettone, domenica 12 gennaio, il primo incontro della rassegna “Eredi di Futuro”, il percorso di pastorale giovanile rivolto ai giovani della zona 2. Il tema affrontato è stato “Ricordare” (etimologicamente: “Richiamare al cuore”), declinato da un punto di vista insolito: quello del carcere e della giustizia riparativa. Ospiti dell’appuntamento erano infatti don Luigi Gatti, cappellano della casa circondariale di Lodi, e Mara Valtorta, volontaria di “Lo Scarcere”, un’associazione che opera nella medesima struttura.

L’incipit dell’incontro è stata la lettura di due lettere scritte da dei detenuti, da cui il relatore ha tratto spunto per declinare il tema del ricordo, sviluppato tramite i concetti di colpa, scacco e fallimento. Molti sono stati i rimandi ai pensieri di filosofi e scrittori illustri, fino ad approdare al grande tema della giustizia riparativa.

È su tale aspetto che la discussione è entrata nel vivo, in quanto è solo tramite questa “giustizia sotto l’albero”, come l’hanno definita i relatori, che le parti riescono a “ricominciare a vivere”. A fondamento di essa, vi è infatti un incontro tra vittima e aggressore (come avvenuto nel caso di Agnese Moro), incontro che si tramuta in riparazione e da cui scaturisce un nuovo modo di ricordare, un nuovo sguardo sulle ferite del proprio passato.

La serata è poi proseguita con una condivisione delle provocazioni in gruppi di lavoro, per poi terminare con una cena condivisa.

 

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Eredi di futuro: domenica a Pizzighettone al via il percorso per i giovani della Zona 2

“Eredi di futuro” è il titolo del percorso proposto, in questo anno pastorale, per i giovani della Zona pastorale 2. Il primo appuntamento sarà domenica 12 gennaio, alle 18, presso l’oratorio di Pizzighettone.

Al centro del percorso, che si pone come prosecuzione di quello dell’anno precedente “Chosen”, vi lo sguardo sulla propria storia personale: il rapporto con il passato (con le ferite che lo hanno caratterizzato e con l’esperienza gioiosa che lo ha contraddistinto), con il presente (che rischia di essere ingabbiato dagli sbagli commessi e dalle preoccupazioni del tempo a venire) e il futuro (da vivere come tempo di grazia).

Tale rassegna, ruoterà intorno a quattro verbi, essenziali per vivere con consapevolezza e gratitudine la propria vita: ricordare, abitare, desiderare e generare.

Durante l’incontro di domenica 12 gennaio, l’ospite sarà don Luigi Gatti, cappellano della casa circondariale di Lodi, che declinerà il verbo “ricordare” attingendo dalla propria storia personale e dalle testimonianze dei detenuti che segue.

Locandina del 12 gennaio

 

I successivi appuntamenti:

  • 9 febbraio – Soresina: Abitare (Marta Danelli)
  • 22 marzo – Romanengo: Desiderare (Silvano Petrosino)
  • 19 aprile – Paderno Ponchielli: Generare (Ilaria Macconi)

Locandina del percorso “Eredi di futuro”




Devozione e cultura del popolo: a Romanengo una mostra sui santini

Una mostra per sensibilizzare sull’importanza del recupero della chiesa di Santa Maria della Misericordia di Romanengo. È questa la finalità dell’esposizione di santini e libri di preghiera intitolata “I Santini: devozione e cultura del popolo” organizzata dalla parrocchia di Romanengo in occasione della festa patronale, dedicata alla Madonna del Rosario, che sarà celebrata domenica 6 ottobre.

A curarne l’allestimento è Arrigo Pisati, giovane appassionato di storia locale e attivo in parrocchia che, con l’aiuto di alcuni collaboratori, ha disposto al primo piano dell’oratorio maschile circa 2.400 santini (alcuni dei quali manufatti), suddivisi per categoria.

Le immaginette sacre visibili nei corridoi dell’ex-convento francescano, oggi trasformato in oratorio, coprono un arco di tempo che va dall’inizio del XIX secolo fino ai giorni nostri, e sono espressione della cosiddetta ”Inculturazione della fede”, la fede impastata con la cultura del popolo.

«La quasi totalità della raccolta – spiega Pisani – appartiene ad un privato che 26 anni fa, nel 1993, aveva allestito un’esposizione analoga nella chiesa di Santa Maria della Misericordia (comunemente detta “Chiesina”). In quell’occasione l’evento era finalizzato al restauro di alcune tele conservate in essa». Oggi è la chiesa stessa a versare in condizioni precarie, pertanto in occasione della festa della comunità, la sagra patronale, la parrocchia mira a sensibilizzare la popolazione, dal punto di vista culturale, sul valore artistico di questo edificio sacro. Per questo sta nascendo una nuova commissione del consiglio pastorale, che ha come prerogativa quella di incrementale l’interesse per la “Chiesina”, espressione di fede e di storia.

Al fine di dare continuità alla pratica di realizzazione delle immaginette sacre celebrata nella mostra, è stato prodotto, grazie al contributo di don Giancarlo Regazzetti, sacerdote “fidei donum” in Brasile e romanenghese di origine, un nuovo santino, in continuità con la tradizione, guardando al futuro con innovazione.

La mostra, a ingresso libero, sarà visitabile venerdì 4, sabato 5, domenica 6, venerdì 11, sabato 12 e domenica 13 ottobre nei seguenti orari: dalle 15.30 alle 18 e dalle 21 alle 22.30.

La rilevanza di espressioni di devozione-pietà popolare (come lo sono i santini) viene ricordata anche da papa Francesco nella Evangelii Gaudim: ”Non è bene ignorare la decisiva importanza che riveste una cultura segnata dalla fede, perché questa cultura evangelizzata al di là dei suoi limiti, ha molte più risorse di una semplice somma di credenti posti dinnanzi agli attacchi del secolarismo attuale. Una cultura popolare evangelizzata contiene valori di fede e di solidarietà che possono provocare lo sviluppo di una società più giusta e credente e possiede una sapienza peculiare che bisogna saper riconoscere con uno sguardo colmo di gratitudine” (EG 68).

 

Il contesto della sagra

Nonostante la parrocchia sia dedicata ai santi Giovanni Battista e Biagio, nella sagra patronale di Romanengo, celebrata la prima domenica ottobre, si festeggia la Madonna del Rosario.

Le iniziative proposte sono molteplici, tra cui spicca la Messa solenne di domenica 6 ottobre alle ore 18.30, seguita dalla processione per le vie del paese con la statua della Vergine, in cui saranno visibili dei quadri viventi ispirati alla vita di Maria. Quest’anno a presiedere la celebrazione sarà padre Vittorio Bongiovanni, missionario in Sierra Leone. Oltre a ciò la parrocchia, guidata dal parroco don Emilio Merisi, organizza la pesca di beneficenza e la mostra sui santini.




A Romanengo visite guidate alla Chiesa Parrocchiale e alla Chiesa di Santa Maria della Misericordia

Domenica 29 settembre a Romanengo si svolgerà la quarta edizione della festa medievale “Castrum Rumenengi, arte e mestieri”, che vedrà la partecipazione attiva anche della parrocchia. Durante la manifestazione, organizzata dalla Proloco in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del comune di Romanengo e con l’associazione “Castrum Soncini”, sarà infatti possibile effettuare delle visite guidate alla Chiesa Parrocchiale e alla Chiesa di Santa Maria della Misericordia (solo esterno).

Il Tour proposto comprenderà la spiegazione della Rocca, della chiesa parrocchiale e della Chiesa di santa Maria della Misericordia, e avrà la durata di un’ora. I visitatori saranno accompagnati nella visita da alcuni ragazzi dell’oratorio, che si sono messi a disposizione per fare conoscere le ricchezze del territorio.

Durante la giornata, sarà inoltre possibile iscriversi alla commissione del consiglio pastorale parrocchiale che si occuperà della valorizzazione storica e artistica della chiesa di Santa Maria della Misericordia.

Gli orari in cui si effettueranno le visite sono: 11.30,14.30, 15.30, 17.00

Non è necessaria la prenotazione.

La Chiesa Parrocchiale

La chiesa parrocchiale, dedicata ai santi Giovanni Battista e Biagio, fu costruita tra il 1807 e il 1813, a seguito del crollo del precedente edificio sacro avvenuto durante il terremoto del 1802. La chiesa è stata progettata dall’architetto Faustino Rodi e consacrata dal vescovo di Cremona Omobono Offredi.

L’opera di maggiore pregio che conserva al suo interno è la pala raffigurante la Madonna con i santi Giovanni Battista, Biagio e Domenico di Gian Battista trotti detto il Malosso, datata 1576.

Degne di nota sono anche: la pala della deposizione con Carlo Borromeo di Andrea Mainardi detto il Chiaveghino del 1580, gli affreschi dei primi anni del XX sec. del Secchi e il pregevole organo Tamburini, dotato di circa 2500 canne.

In essa è inoltre presente la sede/trono utilizzata da san Giovanni Paolo II durante la Messa al santuario di Caravaggio nel 1992.

Chiesa di Santa Maria della Misericordia

La chiesa (ed il convento ad essa legato) venne fondata nel 1480, consacrata nel 1556 e gestita dai francescani osservanti. Nel 1798 il convento esistente venne soppresso e la chiesa venne chiusa. Nonostante questo, a seguito della distruzione della vecchia parrocchiale, l’edificio venne utilizzato come chiesa dal 1802 fino alla erezione della nuova. Durante i secoli, la chiesa subì pesanti trasformazioni e venne riaperta al culto nel 1924. In quell’occasione venne dedicata a san Luigi Gonzaga.

Attualmente versa in condizioni precarie, pertanto la parrocchia si sta mobilitando per il restauro.

 




«Scelgo l’amore… quello vero”. testimonianza dei coniugi Lacchini a Casalbuttano

Domenica 5 maggio all’oratorio di Casalbuttano si è svolto l’ultimo incontro del percorso “Chosen” dedicato al tema della scelta, organizzato dalla pastorale giovanile della zona II. Ospiti dell’appuntamento sono stati i coniugi Pietro Lacchini ed Elena Andrusiani, che con semplicità ma anche molta profondità, hanno affrontato il tema “Scelgo l’amore quello vero – non voi avete scelto me, ma io voi”.

Alle ore 18.00 è iniziato il momento di preghiera, presieduto da don Davide Pezzali, a cui è seguita la riflessione dei coniugi. Centro della testimonianza è stato il concetto di amore, “che non è un sentimento, ma una scelta”, raccontato attraverso le intense esperienze personali di Elena e Pietro.

Entrambi alla ricerca di “un di più”, negli anni adolescenziali e giovanili hanno dovuto fare i conti con le conseguenze di relazioni sofferte e talvolta legate eccessivamente alla sfera sessuale, esperienze che hanno marchiato a fuoco la loro vita. In quel periodo erano distanti dalla chiesa ed è stata la necessità di un cambiamento a portarli a riscoprire il valore della comunità e ad incontrare Gesù. Sia Pietro che Elena ricordano il giorno esatto di questo incontro.

La loro conoscenza è avvenuta durante un evento di evangelizzazione. La relazione nel tempo è cresciuta e maturata, fino a portare i due ragazzi a decidere di vivere il fidanzamento nella castità “in questo modo – spiega Elena – si scoprono vari e altri modi di trasmettere affetto… questa è la prima vera scelta che abbiamo fatto insieme”. Castità quindi vissuta non come un divieto, ma come tempo per conoscersi maggiormente, tempo di approfondimento, tempo di libertà.

“Elena mi ha fatto sbocciare e mi ha fatto vedere qualcosa di buono per la mia vita e la nostra vita insieme” e, continua Pietro “la scelta del matrimonio fa venire le vertigini, però… è tanta roba” e conclude “Non è il bisogno che ci fa stare insieme, ma la scelta di amarci. Occorre sempre ricordare questo: due persone che si amano devono stare in piedi da sole, e camminare insieme. Non dimenticate che il matrimonio per prima cosa è una scelta”.

Il racconto della loro storia è stato arricchito da divertenti aneddoti, come la richiesta di matrimonio fatta da Pietro ad Elena, avvenuta nel bel mezzo di un temporale con lui inginocchiato in una pozzanghera.

La serata è poi proseguita con i lavori di gruppo, al termine dei quali è stato donato ai relatori un cesto di prodotti gastronomici come segno di ringraziamento.

Prima di concludere la serata i coniugi Lacchini hanno però voluto lasciare ai ragazzi presenti un’immagine legata alle priorità della vita, con particolare riferimento al matrimonio: “ragazzi, pensate di avere dei sassi grandi, dei sassi medi e la sabbia. La granulosità è proporzionale alle priorità: quelli grandi rappresentano le cose più importanti, la sabbia ciò che è superfluo. Se nella scatola della vostra vita voi mettete prima la sabbia, i sassi grandi non ci staranno più, mentre se prima inserite i sassi più grossi, poi quelli medi e poi la sabbia, tutto ci starà a meraviglia. Pensateci.”

A seguire i giovani presenti hanno condiviso una cena in gran parte offerta dall’oratorio di Casalbuttano.