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Madre Agostina Moscheni, un libro sulla soresinese missionaria del Sacro Cuore di Gesù

Nata a Soresina quasi centosettant’anni fa, fondò l’Istituto religioso delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù insieme a madre Francesca Saverio Cabrini, che la Chiesa venera come santa e che ha insignito del titolo di patrona dei migranti. Lei è madre Agostina Moscheni e la sua figura è stata recentemente riscoperta grazie a un’approfondita ricerca d’archivio promossa dalla famiglia. Proprio lo studio condotto dall’archivista parrocchiale, prof. Emilia Cominetti, ha portato a raccogliere le vicende della religiosa soresinese in un libro che sarà presentato nel pomeriggio di domenica 20 ottobre alle 17.30 presso il Monastero della Visitazione di Soresina.

Madre Agostina Moscheni, dalla ricostruzione dei documenti presenti in archivio parrocchiale e dalla lettura della ricca produzione epistolare della Congregazione cui apparteneva, risulta avere avuto un ruolo cruciale nella fondazione di un Istituto delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, totalmente consacrato all’assistenza, materiale e spirituale, degli emigranti italiani in America a cavallo tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. Non solo, è stato possibile appurare la stretta collaborazione con santa Francesca Saverio Cabrini.

La ricerca ha permesso di avere una vista sulla condizione (terribile) degli Italiani costretti a emigrare, nella speranza di un futuro migliore. Madre Agostina Moscheni ha condiviso da vicino le vicissitudini degli emigranti, le loro miserie, le loro paure, le loro necessità e si è adoperata, con spirito imprenditoriale, per offrire loro aiuto. Le sue opere, spirituali e materiali, sono ben descritte nel libro frutto della proficua ricerca d’archivio condotta.

Leggendo il libro, si può notare come madre Agostina Moscheni appartenga ai “santi della porta accanto” cui il Papa fa spesso richiamo, oltre a essere “Missionaria del Sacro Cuore di Gesù”.

Volutamente dunque il libro, opera di Emilia Cominetti e del Gruppo Culturale San Siro di cui è coordinatrice, è sponsorizzato anche dal Gruppo missionario locale e sarà presentato in coincidenza con il Mese missionario straordinario nell’ottobre 2019 indetto da papa Francesco.

L’Istituto delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù (con sede a Codogno), avuta notizia della pubblicazione, ha già chiesto ad Emilia Cominetti la disponibilità per tenere una conferenza sulla consorella e sulle sue opere. La conferenza si svolgerà il prossimo 17 novembre, in prossimità della ricorrenza della memoria di santa Francesca Cabrini (13 novembre), patrona universale degli emigranti.




Il 16 ottobre al Monastero di Soresina il vescovo emerito Lafranconi apre l’Anno giubilare visitandino

Il 13 maggio 2020 ricorre il centesimo anniversario della canonizzazione di santa Margherita Maria Alacoque. Per questa occasione, il monastero di Paray le Monial, dove la Santa ricevette le rivelazioni del Sacro Cuore, ha chiesto e ottenuto dalla Penitenzieria Apostolica la grazia di un anno giubilare per tutti i monasteri dell’ordine della Visitazione. Così mercoledì 16 ottobre, nella festa liturgica della Santa, il Monastero della Visitazione di Soresina apre, in contemporanea con i monasteri visitandini del mondo, l’Anno Giubilare. L’occasione sarà la Messa che il vescovo emerito Dante Lafranconi presiederà alle 18 presso il monastero di via Cairoli. Durante la celebrazione sarà anche festeggiato il venticinquesimo di vita claustrale di suor Maria Grazia Casnici.

L’anno giubilare si aprirà il 16 ottobre 2019 e si chiuderà il 17 ottobre 2020. A tutti coloro che varcheranno la porta delle chiese dei monasteri visitandini, tra cui quello di Santa Maria a Soresina, è accordata la grazia di una indulgenza plenaria alle solite condizioni: essere in stato di grazia, confessarsi e comunicarsi nei 20 giorni che precedono o che seguono, pregare secondo le intenzioni del Santo Padre. L’indulgenza sarà concessa in occasione di ricorrenze legate all’Ordine della Visitazione, ovvero: festa di santa Margherita Maria Alacoque (16 ottobre 2019 e 2020), solennità di san Francesco di Sales (il 24 gennaio 2020), giorno del 100° anniversario della canonizzazione di santa Alacoque (13 maggio 2020), solennità della Visitazione della Vergine Maria (31 maggio 2020), solennità del Cuore di Gesù (19 giugno 2020), solennità di Santa Giovanna di Chantal (12 agosto 2020), primo venerdì di ogni mese.

Nella lettera giunta da Paray le Moniale a tutti i monasteri della Visitazione, si legge la motivazione, inviata alla Penitenzieria Apostolica per chiedere questo anno giubilare: «[. ..] Nel desiderio di essere rinnovate [nella missione ricevuta dal nostro S. Ordine della Visitazione] affinché l’Amore del Cuore di Gesù risplenda sempre più sul mondo, abbiamo pensato che la grazia di un anno giubilare, con l’acquisto dell’Indulgenza plenaria, potrebbe così permettere ai numerosi fedeli che frequentano le Cappelle dei nostri Monasteri, di fare l’esperienza intima dell’amore del Cuore di Gesù e di rendergli “amore per amore “ secondo il desiderio che lui stesso aveva espresso a Santa Margherita Maria […]»

Il monastero di Paray le Monial, invitando ciascun monastero della Visitazione a vivere questo anno giubilare con varie iniziative, apre il proprio programma a tutti i monasteri, proponendo due incontri internazionali.

Dall’8 al 10 maggio la Guardia d’onore con un incontro internazionale a Paray le Monial con la presenza del padre Juan José INFANTES BARROSO, direttore generale dell’Associazione, per “immergerci nella spiritualità del Sacro Cuore di Gesù, sorgente spirituale dell’Associazione e stringere i legami di comunione e di unità riunendo tutte e tutti (sorelle e laici) che animano e cercano di fare conoscere la nostra Associazione, condividendo le nostre esperienze…”.

Dall’11 al 14 maggio, invece è previsto un incontro Visitandino per “stimolare la nostra fedeltà alla nostra missione visitandina di far conoscere e amare il Cuore di Gesù, riscoprire o approfondire il cammino di santità di S. Margherita-Maria, e la sua teologia per la nostra vita visitandina e per presentarla al mondo di oggi”. Un momento aperto alle sorelle visitandine per trascorrere qualche giorno nei luoghi dove visse la discepola prediletta del Sacro Cuore di Gesù, ospiti del monastero di Paray le Monial.

Il Monastero della Visitazione di Soresina, aderendo alle richieste del monastero di Paray le Monial per questo anno giubilare, sarà dunque aperto per l’indulgenza plenaria durante le varie solennità dell’Ordine visitandino e ogni primo venerdì dal mese, mentre sono al vaglio altre iniziative per far conoscere il carisma di santa Margherita Maria Alacoque e dell’Ordine della Visitazione, con particolare attenzione al culto del Sacro Cuore.




A Soresina la cura del creato con l’azione dei più piccoli e una riflessione sull’Amazzonia (AUDIO e FOTO)

La “due giorni” per celebrare la “Giornata per la custodia del creato”, attraverso una serie di iniziative per sensibilizzare la comunità della Zona pastorale 2 sui temi ambientali, si è svolta senza ostacoli, anche se la partecipazione zonale forse è un po’ mancata.

Un gruppo di circa 30 persone, quasi tutti adolescenti e bambini, guidati da alcuni adulti del Gruppo Volontari Ambiente di Soresina, dal parroco don Angelo Piccinelli e dal vicario dell’oratorio don Andrea Piana, ha sfidato il caldo del pomeriggio di sabato 31 agosto per ripulire i giardini e il parco giochi di via don Giuseppe Boni. Il gruppo di volontari è stato scortato da due asinelli della “Isla de burro” della Caritas cremonese. Sulla loro groppa sono state caricate moderne gerle per portare i sacchi di rifiuti recuperati. Dopo aver raccolto diversi sacchi di sporcizia e stilato una classifica dei rifiuti maggiormente gettati a terra (mozziconi di sigaretta e contenitori di bibite in plastica), i ragazzi e i volontari sono tornati in oratorio per una merenda insieme. Immancabili i commenti sulla mancanza di senso civico e sull’incoscienza dei più circa gli effetti del mancato rispetto dell’ambiente e del conseguente degrado.

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Molto densa la giornata del 1° settembre con la Messa delle 9.30, la passeggiata benefica organizzata dalla Fondazione Benefattori Soresinesi e l’incontro con don Antonio Agnelli.

La corsa benefica, nella tradizione soresinese a pieno titolo già da qualche anno, è stata reinventata come evento “plastic free” e a diretto contatto con la natura, in sintonia con gli obiettivi della “Giornata per la custodia del creato”. L’evento è stato molto partecipato, come dimostra il post degli organizzatori:

“Avete dato davvero cuore e gambe alla solidarietà per il progetto CAH (comunità alloggio disabili)! Siete stati una magnifica ondata benefica bianca e verde!”.

In serata, all’Oratorio Sirino, un momento di riflessione sul tema “L’Amazzonia, polmone del mondo e laboratorio di ecologia integrale” a cura di don Antonio Agnelli, assistente spirituale ACLI e autore le libro “Eco-cristologia: sui passi di Gesù con Laudato sì”. L’intervento, di assoluta attualità, non ha assunto carattere di monologo, anzi, dopo la panoramica offerta da don Agnelli, i presenti hanno aperto un dibattito con il relatore su un tema ampio e complesso che coinvolge talmente tanti livelli (politico, antropologico, ecologico, ecclesiale …) da poter essere catalogato come inesauribile, ma di assoluta preminenza.




Il “Tesoro di Pizzighettone” in mostra al Castello del Buonconsiglio di Trento prima del trasferimento nel Museo Diocesano

Da Pizzighettone a Trento. Un pezzo dei doni del Re di Francia Francesco I, custodito a Pizzighettone, è stato richiesto dal Castello del Buonconsiglio di Trento per la mostra “Fili d’oro e dipinti di seta. Velluti e ricami tra Gotico e Rinascimento”. La mostra (poi aperta fino al 3 novembre 2019) sarà inaugurata il prossimo 13 luglio con lo scopo, prima nel suo genere, di raccontare la storia dei tessuti sacri attraverso quadri e preziosi velluti e ricami tra Quattro e Cinquecento.

A raccontare parte di questa storia sarà il paliotto avuto in dono direttamente dal re di Francia Francesco I a Mons. Gian Giacomo Cipello di cui scrive lo storico locale Gianfanco Gambarelli, tratteggiando la figura del Cipello e ben descrivendo i doni del tesoro del Re di Francia.
Mons. Cipello, nel suo testamento si dichiara nativo di Pizzighettone nel 1484. La sua discendeva da una nobile e ricca famiglia di feudatari lo porta a frequentare ambienti colti e raffinati, circoli d’artisti e di poeti, corti di nobili e di principi. Dalla mente brillante, colto (era laureato “in utroque jure” cioè in diritto civile e canonico), abile conversatore, poteva vantare amicizie di alto livello. Noti sono i suoi viaggi alla corte del papa Giulio II e dei suoi successori. Il Cipello, a soli 25 anni (1509), ottiene la prepositura della chiesa di S. Bassiano; molto apprezzato da papa Clemente VII per le sue qualità, la chiesa di San Bassiano, nel 1525, viene eletta collegiata.
L’incontro con il Re di Francia Francesco I avviene nel periodo della prigionia del Re all’interno della Fortezza di Pizzighettone, prigioniero dell’imperatore Carlo V dopo la sfortunata battaglia di Pavia. Il parroco, mons. Cipello, diventa un confidente e un confortatore per il Re di Francia. E’ proprio in virtù di questo rapporto che il Re, in segno di riconoscenza, prima di partire per la Francia, dona al Cipello il suo manto purpureo di cavaliere del Toson d’Oro.
Tornato libero in Francia, Francesco I, pensando al parroco e al confidente di Pizzighettone, suo unico conforto nei momenti bui, lo chiama a sé quale Elemosiniere privato (una dignità eccezionale), senza rinunciare ai benefici parrocchiali. Il Cipello non dimenticherà mai Pizzighettone, tanto che per testamento chiede che, alla sua morte, il suo cuore sia estratto dalla salma e portato nella chiesa di S. Bassiano, dove è avvenuta la sepoltura, davanti all’altare maggiore.
E Pizzighettone arrivano anche una parte dei numerosi doni che il Re di Francia offre all’amico e confidente. Un grande tesoro di cui a Pizzighettone arrivano solamente il paliotto  d’altare, una pianeta, il manto di velluto,
una borsa quadrata, un manipolo e una stola di velluto senza ricami e le reliquie. Nel tempo i doni subiscono diverse traversie, a causa di furti, ritrovamenti, nascondimenti, spostamenti. Nel 1918, ad esempio, sono trasferiti a Roma per maggiore sicurezza per tornare a Pizzighettone nel 1920.

Dopo la sosta a Pizzighettone, i doni del Re Francesco I di Francia sono prossimi a un nuovo trasloco e non si tratta solamente del paliotto che andrà in mostra al Castello del Buonconsiglio di Trento.
La Diocesi di Cremona, infatti, ha chiesto la disponibilità del paliotto e della pianeta per il Museo Diocesano. Il trasferimento di questi importanti pezzi dovrebbe avvenire nell’autunno dopo che i sacerdoti, il Consiglio Affari Economici e il Consiglio Pastorale Unitario hanno dato il loro parere favorevole.
Come ha spiegato don Andrea Bastoni, parroco di Pizzighettone: «Ci è sembrato giusto accogliere la richiesta pervenuta dalla Diocesi perché la nuova collocazione garantisce condizioni di sicurezza e conservazione, oltre che di visibilità, che la Parrocchia non è in grado di offrire. Ci ha convinti anche l’idea alla base della collocazione dei doni che prevede un’ambientazione con ampi richiami a Pizzighettone e dunque un invito a non fermarsi al Museo Diocesano, ma spingersi fino alla visita della nostra cittadina. La Parrocchia, inoltre, non perde assolutamente la proprietà dei doni e dunque in futuro le scelte potrebbero cambiare».
Inoltre non tutti i doni andranno al Museo Diocesano che ospiterà il paliotto e la pianeta; a Pizzighettone rimarranno alcuni pezzi più piccoli del tesoro del Re.

Sempre lo storico locale Gianfranco Gambarelli descrive, grazie ad una meticolosa ricerca d’archivio e alla consultazione di altre opere sull’argomento, il paliotto e la pianeta (oltre agli altri doni del Re). Dunque, ecco i doni che andranno al Museo Diocesano.

Il paliotto d’altare
Il paliotto  proviene dalla cappella privata della regina madre Luisa di Savoia e la tradizione vuole sia stato ricamato dalla stessa regina e dalle dame di corte: è opera di arazzieri parigini del secolo sedicesimo.
E’ lungo m 2,80 e largo m 1,10; il tessuto è di velluto cremisi, mentre tutte le figure e gli ornati sono ricamati in oro e argento. In mezzo al paliotto, ottimamente disegnati e ricamati nel gusto dell’arte borgognona campeggiano le effigi rituali del Cristo in croce avente alla destra S. Giovanni, il prediletto di Cristo e a sinistra la vergine Maria. Ai quattro angoli ha un grosso scudo d’azzurro diasprato coi tre fiordalisi d’oro di Francia, cimato dalla corona antica, aperta a fiorami, e contornato dal collare dell’ordine di San Michele. Fra le figure e sparsi, con ritmo esatto, per tutta la composizione del paliotto , ci sono dieci dischi radiati in oro che portano sei monogrammi di Cristo (IHS) e quattro della Vergine Maria (M.A.). Secondo la dott. Eva Tea5 (Biella 1886 – Tregnago 1970) la parte in ricamo non è stata tessuta sul velluto cremisi ma applicata: probabilmente apparteneva ad un altro velluto. Il paliotto è costellato da elementi rappresentanti l’Eucarestia ed ai suoi quattro angoli campeggiano quattro stemmi araldici con i gigli di Francia sormontati da una corona.
Alla base un prezioso recinto ornato di foglie e fiori è reso più significativo dal teschio ai piedi della croce. La finezza del lavoro rimane immutata anche dopo i rozzi ritocchi a cui è stato sottoposto nel corso dei secoli.
Il paliotto ha subito un nuovo restauro con Don Luigi Nozza presso la Soprintendenza di Mantova nel 2002.

La pianeta
E’ una pregevole opera d’arte. Adorna di due scudi coi gigli di Francia, sotto alle due corone reali ricamate ad alto rilievo in filo d’oro. Ai due lati del petto non si scorgono più le due salamandre che originalmente si dovevano li trovare, bensì due aquile grifagne a due teste fatte ricamare in una delle riparazioni che ebbe il prezioso cimelio”. E’ di velluto di seta rosa, con stolone anteriore e croce posteriore interamente ricamata a mano con 18 figure riassunte in cinque scene, la Deposizione, il Martirio di S. Stefano e quello di S. Bartolomeo sulla parte anteriore, tutte di profonda espressione. Dietro vi è il martirio di S. Andrea e S. Cristoforo. La pianeta è così descritta nell’inventario del Capitolo di San Bassano di Pizzighettone redatto l’8 Termidoro, anno V Repubblicano (1793) dal cittadino De Stefanis: una pianeta di velluto cremice ricamata con gigli, acquile, statue e figure, guernita di bindelli d’oro fino.
La pianeta venne stimata del valore di L. 25.
La pianeta era molto deteriorata dal tempo e è stata affidata per il restauro da Mons. Severgnini nel 1952 alla ditta Domenico di Cles di Trento.
Il dottor Nicholas Herman, storico dell’arte presso la Ph.D. New York University e studioso dell’arte del rinascimento francese, sta sviluppando una propria teoria che il pittore francese Jean Bourdichon, di cui sta scrivendo una monografia, sia l’autore dei disegni della pianeta e del paliotto su cui poi furono eseguiti i ricami.




Gli affreschi del Campi tornano a splendere nella chiesa di San Bassiano (GALLERY)

Fervono i lavori di restauro delle 11 campate affrescate da Bernardino Campi all’interno della chiesa di San Bassiano a Pizzighettone.

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Di insediamento antico (sono state rinvenute tracce di muratura tardo romaniche e paleocristiane; il 1158 invece è la data a cui si fa risalire l’edificazione della chiesa secondo l’attuale schema basilicale a tre navate con abside ad opera di profughi lodigiani), la chiesa è stata interessata da numerosi interventi che, tra la fine del Quattrocento e il Cinquecento, hanno assunto una notevole portata con la rivisitazione sia dell’esterno che dell’interno della Chiesa. All’interno, spiccano i lavori eseguiti dal Campi intorno al 1540. Sono del Campi la controfacciata e le immagini dei profeti che affrescano le 11 campate della navata centrale. Proprio queste sono oggetto del restauro partito a febbraio e di cui si stima il completamento non prima della primavera 2020.

Dei “lavori in corso” in dettaglio è il parroco di Pizzighettone, don Andrea Bastoni, a parlare: «Negli anni scorsi la chiesa è stata interessata da un’importante opera di consolidamento della navata centrale. Dopo questo intervento strutturale, si è scelto di proseguire nella sistemazione della zona centrale per permettere il recupero e la valorizzazione dei tondi cinquecenteschi del Campi raffiguranti i profeti, anche in considerazione del benestare ricevuto dalla Sovrintendenza di Mantova che monitora ogni passaggio dei lavori».

Da febbraio ad oggi sono state restaurate 3 delle 11 campate grazie al lavoro dello Studio Blu Restauri di Cremona e Castel Goffredo. La differenza dopo il lavoro di restauro si fa già notare: i tondi ripuliti permettono di ammirare l’abilità artistica tipica del Campi di caratterizzare i dettagli del corpo e dell’espressione, ma anche di apprezzare i clori degli abiti. Il lavoro di restauro, infatti, è consistito nella completa ripulitura degli affreschi dalla polvere e dalla sporcizia depositate nei secoli e nel reintegro delle parti di colore mancanti.

L’intero lavoro di restauro costerà circa 80mila euro e la Parrocchia, che sta ancora facendo fronte al mutuo accesso per sostenere il precedente intervento, ha avviato una campagna di sensibilizzazione verso la popolazione, invitando privati, associazioni e aziende a farsi carico di una campata. «Fortunatamente la risposta è stata positiva” ha dichiarato don Bastoni «e questo ci lascia ben sperare per il futuro».

Nel futuro della chiesa, in termini di restauri, le opere sono ancora molte. Basti pensare che anche le navate laterali e l’abside avrebbero bisogno di un intervento di consolidamento così come è avvenuto per la navata centrale. Nell’immediato, però, è stato avviato un progetto per restaurare tre formelle in marmo, così da ripristinare alcune parti in marmo mancanti e ripulire le opere, che si trovano all’interno della cappella della Vergine del Rosario. Le formelle raffigurano l’Annunciazione, la Natività e l’Adorazione dei Magi.




A Soresina festa del Corpus Domini con il rinnovo dei voti di Fiorenza Zanenga

La comunità soresinese si è riunita, la sera di domenica 23 giugno, per celebrare la solennità del Corpus Domini. Il momento è stato reso ancora più partecipato dal rinnovo dei voti di Fiorenza Zanenga e dal 35esimo di ordinazione del parroco, don Angelo Piccinelli.

Durante la celebrazione della Messa, Fiorenza ha rinnovato i propri voti, con l’entusiasmo e la gioia della prima volta, perché ad accoglierla c’è uno Sposo speciale. Il rito del rinnovo lo ha presieduto don Davide Ottoni che ha seguito Fiorenza fino al momento della maturazione definitiva della sua scelta di unirsi a Dio e a lui soltanto.

Dopo la Messa, i fedeli hanno sfilato in processione per le vie cittadine fino all’Oratorio Sirino. A portare il baldacchino i rappresentanti dei rioni cittadini, mentre gli animatori del Grest hanno scortato il Santissimo con le fiaccole. La processione, non a caso, ha avuto come destinazione l’Oratorio Sirino che, ormai da una settimana, è punto di ritrovo dei piccoli, dei giovani e degli adolescenti per il Grest. E proprio i partecipanti e gli animatori del Grest hanno partecipato numerosi alla solennità del Corpus Domini e colorato, con le magliette del Grest, la processione.

La cerimonia si è poi conclusa ricordando il 35esimo di ordinazione di don Angelo Piccinelli che, completamente ignaro di quanto organizzato, non ha potuto trattenere gioia e commozione. A lui l’augurio “Ad multos annos” e la vicinanza di tutta la comunità.

La cerimonia e la processione sono state accompagnate dal Coro Psallentes e dal Corpo Bandistico “Igino Robbiani”.

 

 

Lettera di Fiorenza Zanenga per il rinnovo dei voti

La paterna richiesta di don Angelo di scrivere questa riflessione, cui, pur sentendomi piccolissima, ho obbedito con gioia, si è rivelata una grazia nella grazia, perché mi ha dato l’opportunità di esprimere a parole, quantunque poverissime, la gioia inesprimibile per il regalo ricevuto dal Signore, nella rinnovazione dei voti annuale, per cui chiedo umilmente una preghiera. La rinnovazione mi permette di andare continuamente all’origine della chiamata, faro e stella polare nei momenti di oscurità e dolore, lasciandomi sempre amare dal mio Sposo Gesù, non facendo un cammino a ritroso, ma approfondendo sempre di più la grazia dell’inizio. E’ sempre più vero non io ho scelto Lui, ma è Lui che ha scelto me! (Gv 15,9 – 17). Io posso di nuovo dire “Sì” a partire dell’Amore di Gesù presente che non mi lascia mai, mi risceglie, mi ama come sono e mi trascina nel vortice del Suo amore sempre più grande. Il punto non è partire da me stessa, da un’idea astratta di perfezione, ma è partire da Lui, che si fida della sposa scalcagnata che sono e usa tutto di me, anche il male, e lo trasforma in bene. Tutto diventa bello, perché rimanda a Lui e io posso decidere di nuovo a ogni istante di lasciarmi conquistare da Lui. La mia felicità consiste il Lui, che è tutto, nel dono di me agli altri, nel Suo progetto per me, e Lui, se Gli lasci carta bianca, fa diventare nuove tutte le cose e rende tutto meraviglioso. Tutto è un nuovo inizio, e tutto è un’occasione per riscoprire la bellezza dell’amore di Gesù, che si manifesta anche attraverso le costanti della mia vita, che supponevo di conoscere da sempre, come l’appartenenza alla Chiesa, al movimento di Comunione e Liberazione e le mie amate lingue. Il dono di me agli altri non sarebbe possibile senza la preghiera, l’adorazione eucaristica, la Croce, che sono un ininterrotto “cuore a cuore” con il mio amato Sposo, quindi sono “cascate di luce” nell’anima, perché hanno come denominatore comune il Suo amore. Io non posso fare altro che cercare di risponderGli e vivere di questo amore, desiderando amarLo e darLo amare sempre di più, cercando di “farmi tutto a tutti” (1Cor 9 – 22), come posso.




Festa dei Grest della Zona 2 nel Cortile dei sogni di Soresina

Si è svolta a Soresina l’ultima delle “Feste in piazza” del Grest “BellaStoria” nella Zona 2. Mercoledì 19 giugno, gli Oratori di Soresina, Trigolo, Casalmorano e Castelleone si sono dati appuntamento nel Cortile dei sogni dell’Oratorio Sirino di Soresina per l’ultima tappa delle gare organizzate dalla Federazione Oratori Cremonesi per tutti i partecipanti ai Grest nelle parrocchie della Zona.

Dopo i balli di gruppo che hanno aperto la giornata, è stata la volta delle sfide – svolte sotto l’occhio attento degli organizzatori – che hanno decretato l’Oratorio Sirino di Soresina vincitore di questa ultima tappa di gare per la Zona Pastorale Seconda. Soresina guadagna il podio come altre squadre di casa nelle giornate precedenti, mentre l’Oratorio di Trigolo arriva secondo.

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Dopo una mattina densa, con il sole protagonista e Padania Acque sponsor tecnico che ha offerto refrigerio con bottigliette d’acqua a tutti i partecipanti, il pomeriggio non è stato da meno. Dopo una sosta per un pranzo rifocillante e rinvigorente, sono scesi in campo gli animatori di Soresina (ovviamente), Castelleone, Pizzighettone e Soncino. La sfida tra animatori ha avuto una sorte completamente diversa con vincitore Castelleone, quindi Pizzighettone, Soncino e Soresina fanalino di coda.

Nonostante stringere un trofeo sia sempre entusiasmante, vincitori e vinti si sono divertiti e hanno fatto tesoro del messaggio di “BellaStoria”, incentrato sulla favola di Pinocchio.

Soddisfatto don Andrea Piana, vicario dell’Oratorio Sirino di Soresina che ha aperto agli oratori vicini l’appena rinnovato “Cortile dei sogni”, un luogo funzionale, ma soprattutto accogliente ed “educante”.




Testi per sostenere chi soffre. Il libro di Giuseppe Martinenghi, ministro straordinario dell’Eucaristia

Domani, sabato 22 giugno, presso il Seminario diocesano, i ministri straordinari dell’Eucarestia, riceveranno o vedranno confermato, dalle mani del Vescovo Antonio Napolioni, il loro mandato. Nel corso della stessa giornata, Giuseppe Martinenghi, soresinese, oltre a vedere confermato il proprio mandato, presenterà e distribuirà il libro “Aiutami, Padre mio!”.

Giuseppe Martinenghi, da sempre vicino ai malati e ancora di più da quando è stato investito del particolare ministero di ministro straordinario dell’Eucarestia, ha sviluppato una particolare sensibilità verso chi soffre, tanto da indurlo a realizzare dei testi di supporto per i malati soli, senza nessuna assistenza se non quella sanitaria. “Aiutami, Padre mio!” è uno di questi testi di riflessione. Parola di Dio, preghiere e testimonianze per aiutare chi soffre. Uno strumento pensato per aiutare gli ammalati. Un sostegno spirituale che non sempre nei luoghi di degenza si trova.

Dopo aver distribuito il suo libro al Polo Sanitario Nuovo Robbiani e alla Casa di Riposo di Soresina, l’autore omaggerà i ministri straordinari dell’Eucarestia a cui sarà conferito il mandato domani, per raggiungere i malati e i sofferenti anche di altre realtà parrocchiali.

Eventuali maggiori esigenze del libro “Aiutami, Padre mio!” potranno essere soddisfatte contattando il parroco di Soresina don Angelo Piccinelli o direttamente l’autore (recapito telefonico Giuseppe Martinenghi 0374/341130).




Dal 17 giugno tornano a Soresina i “Lunedì d’estate”

Inizia l’estate e, puntualmente, il Gruppo Culturale San Siro di Soresina propone i suoi “Lunedì d’estate”, a partire dal 17 giugno per quattro settimane consecutive.

“Pim Pen Paulen” il cuorioso titolo della rassegna, quest’anno incentrata sul dialetto, “una lingua da non perdere”. Negli anni, il gruppo ha dedicato le proprie rassegne alla storia locale, ai restauri parrocchiali, alla gastronomia, all’etica, all’ambiente, al territorio, all’educazione … Temi che sembrano molto distanti tra loro, ma che rappresentano l’identità e l’anima del gruppo, ovvero la cultura, in tutte le sue forme, e la sua diffusione.

Quattro eventi, quattro “attori”, un unico protagonista: il dialetto.

Apre la rassegna l’incontro conferenza del 17 maggio con il dott. Agostino Melega sul segno identitario primario. Il 24 giugno andrà in scena “La Mata Longa”, atto unico in dialetto di Augusto Fioni ad opera della compagnia teatrale amatoriale “Il Canovaccio” di Cremona. Il 1° luglio sarà la volta del gruppo dialettale cremonese “El Zàch” con racconti e canti. Per l’ultima serata, invece la scena sarà solo soresinese con poesie e filastrocche locali, a partire dalla famosa Pim Pen Paulen, e anche con qualche sorpresa legata ad un anniversario importante del Gruppo Culturale San Siro.

E’ giusto sottolineare, infatti, che quest’anno ricorre il ventennale del sodalizio. In questi anni il gruppo ha realizzato pubblicazioni, organizzato eventi e rassegne, guidato gruppi in visita alla scoperta di Soresina, collaborato con numerose associazioni a progetti di interesse comune. Solo sul tema pubblicazioni, i volumi e le brochure hanno ormai raggiunto numeri a doppia cifra e grazie a questa attività, ovviamente accompagnata ad una certosina ricerca d’archivio, sono state portate alla luce tante novità e, a volte, è stato anche possibile correggere “errori storici” riportati in precedenti libri.

Tutte le serate proposte si svolgeranno presso l’Oratorio Sirino di Soresina (via don Bosco) a partire dalle 21.

Locandina




Madre Maria Teresa Maruti riconfermata priora della Visitazione di Soresina

Foto di gruppo delle Visitandine dopo l’elezione: madre Maruti è la quarta da sinistra

Le monache claustrali del Monastero della Visitazione di Soresina hanno riconfermato madre Maria Teresa Maruti priora della comunità per il triennio 2019/2021. Originaria proprio di Soresina e nel monastero della Visitazione dall’età di 19 anni, madre Maruti è prossima a tagliare il traguardo di 46 anni di clausura il prossimo luglio.

L’elezione si è svolta sabato 1° giugno, nel pomeriggio, all’interno del Monastero della Visitazione, nel coro adiacente alla chiesa di Santa Maria, alla presenza del vescovo di Cremona Antonio Napolioni e del parroco di Soresina don Angelo Piccinelli.

Le otto monache si sono preparate a questo momento con la preghiera e con il silenzio. Infatti, secondo la regola Visitandina, non è consentito alle claustrali parlare dell’elezione, esprimendo in anteprima la propria preferenza per la futura Madre.

Il rito dell’elezione è cominciato con il canto del Veni Creator Spiritus, quindi il voto segreto e lo scrutinio, di cui il Vescovo è stato testimone e garante. Completato lo spoglio, è seguita la proclamazione di madre Maria Teresa Maruti, cui il Vescovo ha consegnato simbolicamente la chiave del Monastero. La conclusione della cerimonia con il canto dell’Ave Maris Stella e del Laudate Dominum.

Mons. Napolioni è stato il primo a complimentarsi con madre Maria Teresa Maruti, che ha ricevuto dal Vescovo una speciale benedizione. Anche il parroco don Piccinelli non ha mancato di congratularsi con la priora.

In un clima familiare, il Vescovo si è fermato a colloquiare con le monache. E proprio in questo contesto è emerso il tema delle vocazioni con il Vescovo e le claustrali che hanno confermato il proprio impegno di preghiera per le vocazioni, tutte le vocazioni.

Madre Maria Teresa, sentita appena dopo la proclamazione, si è così espressa: «Chiedo la preghiera per me, perché abbia la forza di custodire e trasmettere l’originale carisma salesiano. Ma, soprattutto, chiedo la preghiera di tutti perché Dio moltiplichi in santità e in numero la nostra comunità». Una comunità, quella della Visitazione di Soresina, molto unita e affiatata che, nelle poche occasioni pubbliche, pur nel nascondimento della grata claustrale, lascia trasparire questo senso di famiglia e di serenità.

Per madre Maria Teresa, subito dopo la proclamazione, sono state suonate a festa le campane della parrocchiale di San Siro. La notizia è stata poi resa pubblica durante le Messe, nelle quali si è pregato per la Madre e tutta la comunità Salesiana.

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