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Da venerdì il Vescovo in visita a San Bassano, Cornaleto, Formigara, Gombito, San Latino e Santa Maria dei Sabbioni

L’unità pastorale di San Bassano, Cornaleto, Formigara, Gombito, San Latino e Santa Maria dei Sabbioni da venerdì 19 a domenica 21 febbraio apre le porte alla visita pastorale del vescovo Antonio Napolioni, a 12 anni dalla precedente. Da allora tante cose sono cambiate: all’epoca la comunità accoglieva mons. Dante Lafranconi, oggi vescovo emerito di Cremona, e allora non si parlava ancora di unità pastorale.

E proprio nel segno dell’unità sarà declinata la visita del Vescovo che, nei tre giorni dedicati all’incontro con sacerdoti e laici, visiterà tutte le parrocchie e le varie realtà parrocchiali per comprendere se quell’unità, voluta sulla carta, è decollata anche nella realtà, come si legge anche nell’articolo di fondo del giornalino “Nuovo Incontro” espressamente dedicato alla visita pastorale.

Una Messa sarà celebrata in ogni parrocchia, perché la liturgia e la Parola sono senza dubbio centrali. Ma in ogni comunità, in spirito evangelico e di carità, il Vescovo ha previsto del tempo da dedicare agli incontri con le famiglie, gli anziani, gli ospiti della Fondazione Vismara e della comunità “Addolorata” di don Chino Pezzoli, le autorità del territorio. Non mancheranno poi tappe ai locali cimiteri per ricordare i defunti, in particolare quelli deceduti durante la pandemia.

La visita pastorale costituisce anche un momento di verifica sull’amministrazione delle Parrocchie e dei loro beni (stato degli edifici di culto, conservazione di documenti, gestione dei beni parrocchiali) e quindi il Vescovo e i suoi collaboratori incontreranno il Consiglio pastorale parrocchiale unitario ed i singoli Consigli per gli affari economici: un momento di confronto per indirizzare al meglio gli operatori pastorali.

La visita si concluderà con la celebrazione Messa domenicale presso la parrocchiale di San Bassano, alle 11, trasmessa in diretta televisiva sui canali web diocesani e in tv su Cremona1. La celebrazione sarà animata da una rappresentanza del coro Gabriele. Ogni singola visita e celebrazione, infatti, seguirà un protocollo speciale, per rispettare tutte le precauzioni anti Covid.




A Soresina un gruppo whatsapp per la preghiera per e con malati e anziani

342-7531078: quando un numero di telefono ti cambia la prospettiva e l’isolamento diventa condivisione, la solitudine si trasforma in compagnia e conforto.

La pandemia, come un colpo di spugna, ha cambiato, all’improvviso, le abitudini di tutti, dalle più banali a quelle più importanti. Per molti, per i più fragili soprattutto, ha significato un isolamento e una solitudine ancora più rigidi, spesso resi ancora più gravosi dalla malattia. Ma se da un lato i malati si sono sentiti abbandonati negli ospedali e gli anziani isolati nelle RSA, i volontari, impegnati nel portare conforto proprio a loro, improvvisamente, si sono sentiti senza una missione.

Proprio da questo vuoto, un anno fa, i volontari, impegnati nel visitare gli anziani nella locale RSA di Soresina o ad imboccare i malati del presidio ospedaliero Nuovo Robbiani, hanno pensato una nuova via di “contatto”. Si sono trasformati in un gruppo di preghiera stabile che prega per e con i malati e gli anziani.

Sfruttando, infatti, al meglio la nuova tecnologia, il numero 342-7531078 è diventato il riferimento per un gruppo aperto Whatsapp, attraverso il quale i partecipanti ricevono giornalmente le preghiere che scandiscono i vari momenti della giornata (lodi mattutine, vespri, compieta), ma anche pagine di Vangelo e relative omelie, lectio divine, preghiere per i defunti e intenzioni secondo le necessità di ciascuno.

Ad un anno dalla proposta di trasformazione dei gruppi fisici in virtuali, l’esperienza si è sviluppata e i partecipanti a questa singolare iniziativa sono cresciuti insieme, dimostrandosi un’alternativa alla vicinanza fisica ancora proibita per proteggere i più deboli dal contagio. Inutile sottolineare che il numero rimarrà attivo, non solo finché non si tornerà alla normalità, ma anche successivamente e chiunque può chiedere di partecipare o pregare per sé o per altri. E se in questo periodo si deve considerare l’unico possibile luogo di condivisione, nel futuro diventerà semplicemente strumentale alla vita di comunità, così come si è sempre stati abituati a conoscerla e viverla.




Entusiasmo e prudenza: Soresina riparte con “Summerlife” – VIDEO

Summerlife – Per fare belle cose: è con questa iniziativa estiva che l’Oratorio di Soresina cerca di tornare alla normalità dopo i difficili mesi del lockdown e del continuo suono delle sirene delle ambulanze che troppo volte ha echeggiato nelle vie della cittadina.

L’iniziativa, dopo la presentazione alle famiglie, è stata ufficializzata in occasione della celebrazione del Corpus Domini e proseguirà fino all’11 luglio. A coordinare il tutto è don Andrea Piana, vicario dell’Oratorio Sirino ormai dall’ottobre 2013, con la collaborazione di Padre Giuseppe Ripamonti.

Naturalmente, anche se all’insegna della ripartenza, sarà “un’estate diversa, da vivere con serena prudenza”, come indicato nei volantini realizzati per pubblicizzare l’iniziativa e ripetuto alle famiglie in occasione dell’incontro di presentazione.

Ha sottolineato don Andrea Piana: «Soresina è stato uno dei paesi più colpiti dal virus. I 3 mesi della pandemia li abbiamo vissuti in preghiera, sostenendoci gli uni gli altri, ma pensando anche all’estate. Un’estate comunque un po’ diversa, con tanta voglia di ricominciare, ma senza dimenticare la necessaria prudenza. La risposta delle famiglie mi ha sorpreso. La risposta è stata fiduciosa. Abbiamo tanti ragazzi iscritti, segno che le famiglie hanno fiducia nella Parrocchia e nell’Oratorio».

Al Summerlife, infatti, sono iscritti circa 157 ragazzi divisi in 8 gruppi da 10 per quanto riguarda le medie e 11 gruppi da 7 ragazzi delle elementari. L’organizzazione, rispetto agli anni passati, ha dovuto subire tante modifiche. E’ stato necessario il coinvolgimento di tutti gli adulti volontari disponibili, oltre che degli animatori e, ovviamente, l’Oratorio si è scrupolosamente alle direttive imposte dalla varie normative. Addio dunque alle squadre numerose degli anni passati per passare a piccoli gruppi seguiti sempre dallo stesso animatore e uno o due adulti. Sono 60 gli animatori dalla seconda superiore in poi; un prezioso aiuto è arrivato da ragazzi maturandi del 2001 e dagli universitari, oltre che da adulti impegnati a seguire i gruppi o ad occuparsi di bar e pulizie.

La giornata inizia alle 6.45 con la Messa al Monastero a cui partecipano i 4 animatori addetti all’accoglienza. I primi ingressi, infatti, sulla base di orari di entrata e uscita scaglionati e con due ingressi e due uscite distinti, iniziano alle 7.30. All’ingresso è previsto un mini triage per la verifica della temperatura: nessuno entra in caso di febbre sopra 37.5 gradi. Naturalmente le regole legate all’igienizzazione sono ampiamente rispettate. Giochi e divertimento sono stati ripensati, cancellando i giochi di squadra e di contatto e sostituendoli con giochi a tempo svolti singolarmente da ogni ragazzo. Grazie agli adulti, i ragazzi, a piccoli gruppi, partecipano ai laboratori di cultura, fotografia e teatro affidati rispettivamente a Giorgio Armelloni (storia e cultura di Soresina), Maurizio Bono e Simone Buccinà (fotografia) ed Enrica Trovati (teatro). E’ presente anche un laboratorio sportivo organizzato grazie alla collaborazione del CSI di Cremona. Il servizio mensa è gestito dai volontari dell’Oratorio.

Giochi e divertimento dunque, ma mantenendo distanziamento e regole igieniche, senza dimenticare momenti di preghiera e riflessione.




Storie di donne che abbracciano le vite più fragili

In occasione della giornata per la Vita, il Monastero della Visitazione di Soresina ha ospitato, sabato 1 febbraio, la veglia per la vita aperta a tutta la Zona pastorale 2. Ha presieduto la veglia don Giambattista Piacentini, vicario zonale e parroco di Castelleone.

Don Piacentini ha introdotto la veglia ringraziando tutti i presenti intervenuti in rappresentanza delle comunità della Zona. Un’alternanza di brani del Vangelo e di brani tratti dal Messaggio dei Vescovi italiani per la 42esima giornata per la Vita, musica, canti (animati dal coro Psallentes della parrocchia ospitante) e spunti di riflessione hanno preparato il momento delle testimonianze. Sono infatti intervenute Donatella Carminati (della parrocchia di Soresina, ministro straordinario dell’Eucarestia e volontaria Unitalsi) e Silvia Corbari (presidente Azione Cattolica e coordinatrice della casa famiglia Sant’Omobono di Cremona).

Donatella Carminati ha portato la sua testimonianza personale, basata sulla sua situazione familiare, e quella di volontaria dell’Unitalsi. Questo, in sintesi, il suo messaggio: «La mia era una famiglia come tante altre: mamma, papà e tre fratelli. Poi l’incidente e mio fratello rimane tetraplegico. Due anni dopo, la morte della mamma. E io, a 22 anni mi trovo a fare le sue veci e non sempre mi sento all’altezza. Poi però scopro che i doni del Signore sono infiniti e maturo in me la convinzione di essere anch’io uno strumento in grado di portare sollievo a chi mi sta accanto. Con questo spirito scelgo di diventare ministro straordinario dell’Eucarestia e volontaria Unitalsi. Quest’anno andrò a Lourdes per la trentesima volta, a Dio piacendo!».

Silvia Corbari ha invece testimoniato l’esperienza propria e dei volontari della Casa Famiglia Sant’Omobono di Cremona che si impegnano per aiutare e sostenere le donne e i bambini in difficoltà. «Accogliamo chi è in difficoltà – ha detto – e con compassione lo ascoltiamo e lo accompagniamo. Abbiamo accolto donne sole, in gravidanza, con i loro figli, donne che hanno abortito, donne picchiate, abusate, in lutto per la perdita di un figlio. Abbiamo accolto anche bambini abbandonati. Il nostro sostegno alla vita è tutto questo: attraverso l’accoglienza e la compassione, custodire e proteggere la vita umana dall’inizio alla fine; capire che la vita ha sempre un senso».

La veglia è stata anche l’occasione per presentare e promuovere il Progetto Gemma di sostegno alla vita che sta per nascere.

Prima della benedizione finale, don Piacentini ha invitato tutti a pregare per le suore Salesiane – «polmone spirituale della Zona pastorale 2» – pensando alla XXIV Giornata mondiale per la vita consacrata.

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Al monastero della Visitazione festa per il fondatore san Francesco di Sales insieme all’arcivescovo Brugnaro

Il 24 gennaio, a Soresina, è stato festeggiato san Francesco di Sales: una ricorrenza molto speciale per la comunità soresinese, perché il carisma del vescovo di Ginevra (che il 6 giugno 1610 ad Annecy, in Francia, fondò l’ordine monastico visitandino) ha portato a Soresina una comunità claustrale presente dal 1816. La celebrazione è avvenuta proprio presso la chiesa del Monastero di Santa Maria, alle 16, alla presenza mons. Francesco Giovanni Brugnaro, arcivescovo emerito di Camerino-San Severino Marche, che ha celebrato la Messa solenne accanto al parroco di Soresina don Angelo Piccinelli e a don Enrico Maggi, incaricato diocesano per la Pastorale delle comunicazioni sociali. Non solo, la ricorrenza di San Francesco di Sales è stata l’occasione per festeggiare il 25° di consacrazione di suor Maria Adriana Messina e assistere al rinnovo dei sui voti claustrali.

Il parroco ha introdotto la celebrazione per ringraziare il vescovo Brugnaro: «Le siamo particolarmente riconoscenti per essersi unito al “magnificat” di suor Adriana, che ha messo il suo cuore a quello di Gesù e che ha scelto di servirLo nascosta agli occhi del mondo per 25 anni. Oggi ricordiamo san Francesco di Sales, profeta del dialogo ecumenico, comunicatore e evangelizzatore: affidiamoci a lui come guida per recuperare la voglia di essere santi gratitudine e ringraziamo per il carisma che le consorelle Visitandine incarnano e ci ricordano. Da parte nostra, ricordiamo loro che la chiesa conta sulla loro preghiera».

La risposta del Vescovo è stata immediata: ha ringraziato don Angelo per le sue parole e per avergli fatto raggiungere finalmente Soresina che per lui ha un significato e un legame per il vescovo Antonio Napolioni – di cui ha portato i saluti – e per l’Ordine Visitandino.

Nella sua omelia monsignor Brugnaro ha ringraziato il Signore per la fedeltà di suor Maria Adriana che ha conosciuto al monastero milanese.  Poi il sui messaggio è stato interamente dedicato alla vita contemplativa e a san Francesco di Sales: «La vocazione contemplativa è un’esperienza non facile, ma sublime. Da stimare. Chi sceglie la vita contemplativa deve scegliere la parola con la “P” maiuscola, cioè la Parola di Dio. Questa vita offre un grande servizio: mettere le persone di fronte alla parola di Dio e confrontare così la propria vita con questa parola, perché la parola è carica di una grazia speciale che è il dono dello Spirito Santo, il discernimento. Così possiamo comprendere cosa vuole il Signore da noi e dunque a cosa siamo chiamati. Pregare per gli altri, come fanno le claustrali, è donare il discernimento, è pregare perché ciascuno comprenda a quale progetto divino è destinato. San Francesco di Sales fu un grande comunicatore; seppe dare alla sua vita spirituale una solidità tale da non perdersi mai d’animo, sempre ispirato a mitizza, dolcezza, dedizione e amore, crescendo in una devozione autentica, nella penitenza e affidandosi allo Spirito Santo. Oggi Dio si aspetta da noi che sappiamo trasmettere la fede attraverso le soluzioni più opportune, secondo le modalità richieste dal tempo in cui viviamo, ovvero che trasmettiamo quanto è bello conoscere Gesù, quanto è bello essere amati da lui e quanto è bello testimoniarlo secondo i doni che dà a ciascuno di noi».

Durante la celebrazione suor Maria Adriana ha rinnovato i propri voti e, prima della benedizione finale, don Angelo Piccinelli ha letto la speciale benedizione di papa Francesco per questo importante traguardo. Gli applausi hanno avvolto, come un abbraccio, suor Maria Adriana.

Dal 3 novembre 2017, proveniente da Milano con altre tre Consorelle (suor Maria Maddalena, suor Maria Carla, suor Maria Grazia), suor Maria Adriana è entrata a far parte non solo della comunità monastica soresinese, ma, a pieno titolo, della nostra famiglia parrocchiale. «Oggi constato, senza retorica, – ha detto il parroco al termine della Messa – che la loro presenza è, davvero, un dono impagabile e, per tutti, una ricchezza senza paragoni. Ha proprio ragione papa Francesco che, nella Costituzione apostolica sulla vita contemplativa femminile Vultum Dei quaerere (Cercare il volto di Dio) confessa alle Claustrali del mondo: “Carissime Sorelle contemplative, che ne sarebbe, senza di voi, della Chiesa?”. Oso imitare il Santo Padre per dichiarare, altrettanto sinceramente, alle nostre Salesiane: “Carissime Sorelle contemplative, che ne sarebbe, senza di voi, di Soresina?”».

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Le locande di via Gabriele d’Annunzio hanno aperto il presepe vivente di Soresina

La nebbia e il freddo hanno ricreato l’atmosfera di una delle più note canzoni popolari del periodo natalizio per il presepio viventi che, nel giorno dell’Epifania, è stato realizzato a Soresina. E così, “al freddo e al gelo” come intona la canzone “Tu scendi dalle stelle”, è nato il Bambino Gesù tra le mura dell’Oratorio Sirino.

Per la rappresentazione del presepio vivente, infatti, il tempo è risultato piuttosto rigido. Questo non ha fermato l’organizzazione – capeggiata da don Andrea Piana, vicario dell’oratorio – e alle 15.30 in punto i portoni di via Gabriele d’Annunzio si sono aperti sulle locande e Soresina è diventata Betlemme. I negozi del ventunesimo secolo hanno ceduto il posto alle botteghe artigiane di lanaioli, vinai, fabbri, panettieri, pasticcieri, ceramisti, pescivendoli, speziali, fiorai …

Solo dopo più di un’ora, passato a chiacchierare ed assaggiare leccornie fatte a mano, si è formato un lungo corteo che ha raggiunto il cortile dell’oratorio per la sacra rappresentazione della Natività. Il tutto accompagnato dalla musica degli zampognari e dalle tante persone intervenute a visitare la “locale Betlemme” e ad assistere alla rappresentazione della Natività.

Anche quest’anno il presepio vivente ha unito i rioni cittadini, impegnati come allestitori e figuranti per le locande, le associazioni, le famiglie, gli itinerari catechistici tutti impegnati come figuranti; la Pro Loco ha prestato la propria esperienza nell’organizzazione di eventi e collaborato con l’oratorio per la riuscita dell’evento. Per l’importante ruolo della Santa Famiglia, la parrocchia quest’anno ha scelto i neo genitori Claudia e Alessandro Cogrossi, di nuovo mamma e papà.

La cerimonia si è conclusa con il bacio a Gesù Bambino e la premiazione dei vincitori del concorso presepi. Un premio è stato pensato per tutti i partecipanti, ma il podio è andato, rispettivamente dal primo al terzo classificato, Agradi, Bianelli-Tondini e Cecconi.

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Soresina, mercoledì 6 gennaio presepe vivente per le strade del paese

“Lo stupore di Betlemme…a Soresina”. Questo il titolo, ormai consolidato, che ricorda l’appuntamento con il presepio vivente. L’edizione 2020 vedrà protagonista, nel giorno dell’Epifania, via Gabriele D’Annunzio, i cui residenti hanno dato disponibilità ad accogliere l’evento prestando i propri cortili per l’allestimento delle locande. Ad organizzare l’evento è l’oratorio Sirino guidato dal vicario don Andrea Piana, con la collaborazione della Pro Loco, dei rioni e residenti.Il presepio vivente si svolgerà lunedì 6 gennaio, giorno in cui la via si trasformerà in Betlemme a partire dalle 14.30, quando i portoni delle abitazioni si apriranno e si potranno così visitare le locande allestite al loro interno. Alle 17 ci si sposterà in corteo verso l’oratorio per la sacra rappresentazione della Natività. Seguirà la premiazione dei vincitori del concorso presepi.

Per la realizzazione della rappresentazione, sono state coinvolte tutte le classi del catechismo e numerosi figuranti, ma anche musicisti locali e un gruppo di zampognari provenienti dalla bergamasca.




A Casalmorano taglio del nastro per la 14a mostra di presepi e diorami

È stata inaugurata l’8 dicembre la quattordicesima mostra di presepi e diorami organizzata dall’Associazione Amici del Presepio di Casalmorano. L’esposizione, allestita presso il centro pastorale parrocchiale di via Prejer 7, a Casalmorano, potrà essere visitata fino al 12 gennaio 2020.

Anche quest’anno, grazie alla collaborazione ormai consolidata tra la Parrocchia, il gruppo culturale Sant’Ambrogio e l’oratorio di Casalmorano e i rapporti stretti con i più prestigiosi presepisti del Nord Italia, torna una delle mostre più grandi allestite sul territorio diocesano.

In mostra 75 opere di 60 diversi espositori provenienti da tutto il Nord Italia. Da sottolineare la presenza di un presepio di grandi dimensioni (6 metri) secondo classificato a un concorso promosso dalla città di Milano. Sempre di grandi dimensioni, un presepe omaggio a Matera, città della cultura 2019, recentemente colpita da naufragio, e un presepe omaggio a Genova, quartiere Boccadasse, città pure tristemente ricordata dalla cronaca per il crollo del ponte Morandi e per i disastri naturali che hanno ulteriormente colpito il capoluogo ligure.

Tra i presepisti presenti, Claudio Stefanini, considerato uno dei migliori del Nord Italia e che concede le sue opere per mostre ed esposizioni solo agli Amici del Presepio di Casalmorano.

Tra i presepi presenti, anche due opere concesse dal collaboratore parrocchiale don Giuliano Valiati, che ha benedetto la mostra. All’inaugurazione era presente il sindaco Pietro Giuseppe Emilio Vezzini insieme ai volontari dell’Associazione Amici del Presepio di Casalmorano rappresentati dal presidente Antonio Martellotta, Andrea Zerbi e Gian Paolo Della Nave in rappresentanza del Credito Padano.

Il sindaco Vezzini ha voluto esprimere il suo ringraziamento agli organizzatori: «L’Amministrazione è riconoscente e orgogliosa per l’attenzione al territorio da parte di questo gruppo». All’intervento del primo cittadino è seguita la benedizione di don Valiati che ha così “battezzato” l’iniziativa: «Queste mostre – ha detto – servono a ricordare il senso del Natale: ce lo ricorda il presepio messo in mostra. Le mostre ci aiutano a capire che anche i non professionisti possono creare cose che restano nell’animo. Basta un piccolo gesto, un piccolo spazio per fare il presepio e fare Natale anche attraverso questo simbolo. Questa mostra è una riflessione sul mistero della redenzione e su cosa ha fatto Cristo per noi. Visitate questa mostra e le altre mostre presenti sul territorio perché sono cultura e ci avvicinano al mistero della redenzione».

Il taglio del nastro da parte del presidente dell’Associazione Amici del Presepio di Casalmorano Antonio Martellotta ha quindi aperto la visita dei prima ospiti.

L’iniziativa gode del patrocinio della Provincia di Cremona e del Comune Casalmorano e vede quale main sponsor il Credito Padano.

Photogallery dell’inaugurazione

 

Orari della mostra

Tutti i sabati 14.30-17.30
Tutte le domeniche: 9.30-11.30 / 14.30-19
Mercoledì 25 dicembre solo pomeriggio dalle 15.30 alle 19
Mercoledì 1° gennaio solo pomeriggio dalle 14.30 alle 19
Per visite fuori orario e gruppi (minimo 10 persone) contattare i seguenti numeri telefonici 0374 340930 (orari negozio) – 339/7427481




Presentato a Soresina il libro “Madre Agostina Moscheni: missionaria del Sacro Cuore di Gesù”

È stata presentata, domenica 20 ottobre presso il Monastero della Visitazione di Soresina, la pubblicazione “Madre Agostina Moscheni: missionaria del Sacro Cuore di Gesù”, opera di Emilia Cominetti, archivista parrocchiale e coordinatrice del Gruppo Culturale San Siro.

Già autrice di numerose pubblicazioni frutto di altrettante ricerche, con questa pubblicazione viene restituita a Soresina una figura di cui, fino ad ora, non vi era traccia, ma dalla vita e dalle opere straordinarie. Un inedito dunque che colma una lacuna nella storia religiosa della parrocchia voluta fortemente dai discendenti di quarta generazione, fino ad ora unici testimoni di questa madre missionaria del Sacro Cuore di Gesù.

Nella sua presentazione, la prof. Emilia Cominetti ha ampiamente descritto l’eccezionale scoperta e l’imponente ricerca d’archivio condotta per ricostruire la vita e le opere di madre Agostina Moscheni che si sono intrecciate indissolubilmente a quelle di santa Francesca Saverio Cabrini (patrona universale degli emigranti) e alla fondazione della congregazione delle Missionarie del Sacro Cuore. Una congregazione le cui opere hanno attraversato i cinque continenti grazie ad un “esercito” di suore (nel boom dell’operato della congregazione se ne contano 1.300) tutte ispirate dall’amore del Sacro Cuore di Gesù, un amore che lega la congregazione al carisma di San Francesco di Sales e di Santa Margherita Maria Alacoque.

Non a caso, la presentazione della pubblicazione è avvenuta al Monastero della Visitazione, a pochi giorni dall’apertura dell’anno giubilare Alacoquiano, e in occasione della giornata missionaria mondiale, in questo mese missionario che Papa Francesco ha voluto “straordinario”.

Se santa Francesca Saverio Cabrini può essere considerata la prima donna ad affrontare l’impegno missionario – mondo tipicamente maschile – ed in totale indipendenza (la congregazione fondata non dipende da ordine maschile), madre Agostina Moscheni non appare da meno. Francesca, infatti, la vuole accanto, insieme ad altre 7 sorelle, per la fondazione della congregazione, di cui la soresinese è co-fondatrice ed economa. Dalla lettura di un epistolario di oltre 2.500 lettere, è stato possibile ricostruire la vita, ma soprattutto le opere di madre Moscheni che sposò in toto lo spirito assistenziale di santa Francesca, senza dimenticare due dictat fondamentali: efficienza e parsimonia. Il tutto in totale obbedienza, spirito di carità e missionarietà, ma anche con caparbietà e capacità di affrontare il pericolo e faticosità di numerosi viaggi e spostamenti non certo facilitati dalla comodità dei mezzi di trasporto di oggi. Il tutto con uno spirito imprenditoriale e organizzativo tipici di chi deve gestire un’impresa e farla funzionare. Ecco perché madre Agostina si è persino trasformata in progettatrice, capomastro, muratore di ospedali, educandati ed orfanotrofi, in prima linea, dando direttive ad ingegneri e maestranze, portando la sua opera dove santa Francesca ha ritenuto necessaria la sua presenza, compiendo viaggi transatlantici tra l’Italia e l’America. Proprio in America, infatti, seguì Francesca Cabrini che, sbarcata nel 1889, si era resa conto della condizione tragica degli emigranti italiani in America a cavallo tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. Dai documenti acquisiti emerge una vista sulla condizione (terribile) degli Italiani costretti a emigrare, nella speranza di un futuro migliore. Considerati, nella scala sociale, gli ultimi, dopo gli uomini di colore, gli italiani erano ghettizzati e si auto-ghettizzavano, chiudendosi in cerchie in base al dialetto parlato. Gli emigranti italiani, infatti, non parlavano nemmeno la propria lingua. Da subito l’obiettivo di Francesca Cabrini fu il recupero della dignità religiosa degli italiani e la creazione di una rete di servizi per assisterli. E proprio madre Agostina Moscheni che, raggiungendo Francesca Cabrini, in un primo viaggio nel 1908 e in un secondo definitivo nel 1912, fu delegata a seguire la costruzione di queste opere essenziali per la comunità italiana: collegi ed orfanatrofi a Rio de Janeiro, potenziamento dell’ospedale Columbus a New York, orfanatrofio a Newart in New Jersey, scuola-orfanatrofio a Los Angeles, orfanatrofio di Denver in Colorado fino all’ultimo lavoro in Los Angeles nel 1924 della Casa Madre Cabrini.

Una presentazione appassionata che, oltre a spiegare la ricerca d’archivio e tratteggiare la figura di madre Moscheni, ha permesso di far conoscere meglio santa Francesca Saverio Cabrini e il suo insegnamento, inquadrandolo nel più ampio messaggio del Sacro Cuore di Gesù, con numerosi agganci al carisma di San Francesco di Sales e santa Margherita Maria Alacoque.

Nella sua presentazione Emilia Cominetti ha voluto ringraziare anche il Gruppo Missionario di Soresina, che oltre alla famiglia Lucenti-Moscheni, ha scelto di contribuire alla realizzazione della pubblicazione.

All’intervento di Emilia Cominetti, si è aggiunta una breve riflessione del parroco don Angelo Piccinelli che non ha potuto fare a meno di sottolineare come cambino i tempi, ma non le esigenze: l’impegno di santa Francesca Cabrini e di madre Agostina Moscheni era un impegno missionario verso gli ultimi, gli emigranti italiani in una terra sconosciuta a caccia di fortuna. Un impegno non molto diverso da quello a cui il Papa richiama oggi i cristiani alla luce delle nuove ondate migratorie e dei nuovi ultimi.

Tra il pubblico, in prima fila, visibilmente commossi, alcuni discendenti di quarta e quinta generazione di madre Agostina Moscheni.

La pubblicazione è ora disponibile, per chiunque fosse interessato, presso il centro parrocchiale.

La pubblicazione sarà oggetto anche di una conferenza presso l’Istituto delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù (con sede a Codogno) il prossimo 17 novembre, in prossimità della ricorrenza della memoria (13 novembre) di Santa Francesca Cabrini, patrona universale degli emigranti.

 

 




Al Monastero di Soresina aperto dal vescovo emerito Lafranconi l’Anno giubilare visitandino

Si è aperto ufficialmente mercoledì 16 ottobre l’Anno giubilare per il centesimo anniversario della canonizzazione di santa Margherita Maria Alacoque e il Monastero della Visitazione di Soresina lo ha festeggiato con la Messa delle 18 presieduta dal vescovo emerito di Cremona Dante Lafranconi. Un’apertura che è un primo passo, in questo anno alacoquiano, per far conoscere al mondo il carisma visitandino e, in particolare, l’amore del Sacro Cuore di Gesù.

Introducendo la celebrazione il parroco don Angelo Piccinelli ha inquadrato questo eccezionale momento concesso da papa Francesco all’Ordine della Visitazione, ma anche a tutte le comunità che hanno la grazia della presenza di un monastero e della testimonianza della vita monastica e contemplativa.

Il vescovo Lafranconi, durante la sua omelia, ispirata a santa Margherita Maria, alla sua figura e al suo legame con il Sacro Cuore di Gesù, ha parlato del tema vocazionale, attualizzandolo, e della chiamata alla santità, una chiamata che riguarda tutti. Immaginando la figura di santa Margherita Maria oggi e a quale messaggio trasmetterebbe, il Vescovo ha detto: «La santità è quella parentela istituita da Dio con noi tramite il figlio Gesù. Dunque Dio è la forza trascinante della santità. Oggi tendere alla santità significa essere fedeli nel quotidiano, essere alla sequela del Signore Gesù, ispirati dalla Sua presenza e dalla Sua grazia. Questo ci chiede papa Francesco attraverso l’enciclica Gaudete et exultate, senza distrarci dal rispondere alla chiamata di Dio, qualunque essa sia».

L’apertura dell’anno giubilare è stata anche l’occasione per festeggiare il venticinquesimo di consacrazione alla vita claustrale di suor Maria Grazia Casnici che, dopo l’omelia del Vescovo, ha rinnovato i propri voti, alla presenza di tutte le consorelle e della comunità soresinese. Suor Maria Grazia si è affidata ai Santi fondatori e a santa Margherita Maria, discepola prediletta del Sacro Cuore di Gesù.

Prima della benedizione, il Vescovo emerito ha chiesto per tutti i presenti la grazia di «scoprire sempre più profondamente quanto Dio è amore, per arrivare alla santità» attraverso l’esempio e l’intercessione di santa Margherita Maria.

L’anno giubilare si chiuderà il 17 ottobre 2020 e a tutti coloro che varcheranno la porta del Monastero di Santa Maria a Soresina (come di qualunque altro monastero visitandino nel mondo) è accordata la grazia dell’indulgenza plenaria alle solite condizioni: essere in stato di grazia, confessarsi e comunicarsi nei venti giorni che precedono o che seguono, pregare secondo le intenzioni del Santo Padre. L’indulgenza sarà concessa in occasione di ricorrenze legate all’Ordine della Visitazione (festa di santa Margherita Maria Alacoque il 16 ottobre 2019 e 2020; solennità di santa Francesco di Sales il 24 gennaio 2020; giorno del 100° anniversario della canonizzazione di santa Margherita Maria il 13 maggio 2020; solennità della Visitazione della Vergine Maria il 31 maggio 2020; solennità del Cuore di Gesù il 19 giugno 2020; solennità di Santa Giovanna di Chantal il 12 agosto 2020) e ogni primo venerdì del mese.

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