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Don Valsecchi alla comunità di Cavatigozzi: «Costruiamo insieme una parrocchia “del campanello”»

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«Vorrei una parrocchia del campanello e degli alunni, che si mettano alla scuola del Signore, perché illumini il cammino che oggi insieme stiamo intraprendendo», ha affermato don Alfredo Valsecchi ai parrocchiani di Cavatigozzi al termine della Messa di insediamento come nuovo parroco della parrocchia Santa Maria Maddalena di Cremona nel pomeriggio di sabato 8 ottobre.

Don Alfredo Valsecchi è stato accolto sul sagrato della chiesa parrocchiale dal sindaco di Cremona Gianluca Galimberti: «Le parrocchie rappresentano dei luoghi importantissimi di relazione, di vicinanza per le persone e anche di fede e di preghiera – ha affermato il primo cittadino –. Noi abbiamo bisogno, anche come comunità civile, che l’animo si innalzi e che sappiamo guardare tutti insieme all’uomo guardando anche al cielo». Presente anche il sindaco di Pieve San Giacomo Maurizio Morandi, paese della precedente parrocchia di don Valsecchi.

 

Il saluto del sindaco Galimberti

 

A seguire la celebrazione solenne presieduta dal vescovo Antonio Napolioni tanti fedeli, molti dei quali rimasti in piedi nella chiesa gremita.

Il vicario zonale don Pietro Samarini ha letto il decreto di nomina di don Valsecchi, cui è seguito il canto eseguito dalla schola cantorum della parrocchia.

Un rappresentante della comunità, Gianfranco Manini, ha dato quindi il benvenuto al nuovo parroco a nome di tutta la comunità. «Trova una comunità pronta a riprendere il cammino, con un nuovo compagno di viaggio, con una nuova guida segno di Gesù, il solo buon pastore – ha detto – sarà per noi padre e fratello».

 

Il saluto del rappresentante parrocchiale

 

Come segno di benvenuto è stato donato al nuovo parroco un’incisione che la Vergine con il Bambino, con l’augurio che lo possa proteggere con dolcezza e amore durante il ministero a servizio della comunità di Cavatigozzi.

Mons. Napolioni ha aperto la sua omelia parlando di guerra e divisione, facendo riferimento a quanto sta accadendo fra Israele e Palestina, di nuovo in lotta in queste ore. Ha poi parlato del bisogno di scuoterci: «Anche la Chiesa ha la tentazione di sedersi, fermarsi; o peggio di guardare indietro, di ammalarsi di nostalgia». E ha proseguito: «Il nostro è tempo di missione, e la missione va a cercare chi sta peggio: non per rimproverarlo, non per giudicarlo, ma perché non aspetta altro che la buona notizia».

 

L’omelia del vescovo Napolioni

 

Al termine della Messa il saluto del nuovo parroco alla comunità: «Vorrei una parrocchia delle relazioni, dove suoniamo il campanello al cuore del fratello, dove io verrò a suonare i vostri campanelli per poter stare insieme, per poter costruire di più».

 

Il saluto del nuovo parroco

 

Al termine, rinfresco per tutti in oratorio, come primo momento di incontro con la comunità.

 

 

Biografia del nuovo parroco

Classe 1963, originario di Vailate, don Alfredo Valsecchi è stato ordinato sacerdote il 18 giugno 1988. È stato vicario nelle parrocchie “S. Leonardo” in Casalmaggiore (1988-1995) e “S. Maria Immacolata e S. Zeno” in Cassano d’Adda (1995-2002). Successivamente è stato parroco di Casteldidone, San Giovanni in Croce, San Lorenzo Aroldo, Solarolo Rainerio e Voltido. Dal 2013 era parroco di Pieve San Giacomo. A Cavatigozzi prede il testimone da don Gianfranco Vitali, trasferito nell’unità pastorale “Mons. Angelo Frosi” formata dalle parrocchie di Cornaleto, Formigara, Gombito, San Bassano, San Latino e Santa Maria dei Sabbioni.

 

 

Il saluto del sacerdote alla nuova parrocchia

“Siete già la mia famiglia”

Carissimi parrocchiani di Cavatigozzi, quando il vescovo Antonio mi ha comunicato la mia nomina a vostro parroco, sono stati molti e confusi i sentimenti che ho provato. Su tutti, però, è prevalso quello della più sentita gioia di poter iniziare il mio nuovo ministero sacerdotale con voi. Vi assicuro che ho sentito subito voi come miei fratelli e sorelle, come famiglia in cui vivere tutto il tempo che il Signore mi vorrà concedere qui ed ora. Vorrei conoscervi già ad uno ad uno, piccoli e grandi, vicini e lontani, con le vostre storie umane e spirituali, per condividere con
ciascuno le gioie e le fatiche di questo cammino comune. So che mi occorrerà un pò di tempo e tanto impegno per diventare parte di questa famiglia: vi chiedo tanta pazienza.

Saluto con grande simpatia e stima i collaboratori parrocchiali, le famiglie, gli anziani, gli ammalati. Un caro saluto ai ragazzi e ai giovani della Parrocchia e dell’Oratorio nell’attesa di cominciare a lavorare insieme. L’oratorio deve diventare il centro di educazione alla vita e alla fede delle nuove generazioni.

Un affettuoso saluto anche al mio predecessore, don Franco, con tanta stima e tanta riconoscenza per il paziente lavoro svolto in questi venti anni con voi. Affido a Cristo Buon Pastore il mio nuovo ministero nella certezza che “se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i costruttori”.

Invoco dal Signore la benedizione su ciascuno e sul cammino che insieme percorreremo. Un caro ricordo nella preghiera di tutti i giorni.

Arrivederci a presto.

Don Alfredo

 

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L’acqua tra uso e abuso. Dialogo su un bene prezioso con Università, Padania Acque e Dunas

Sabato 23 settembre, alle 16, presso l’auditorium delle Acli di Cremona, si è svolto uno degli incontri promossi sul territorio diocesano nel contesto del Tempo del Creato dal titolo “Uso e abuso dell’acqua”.

Il pomeriggio è stato introdotto da Eugenio Bignardi, incaricato diocesano per la pastorale sociale e del lavoro, che ha inquadrato l’evento all’interno di un insieme di appuntamenti iniziati il primo settembre e che si concluderanno l’8 ottobre e dal tema: Che scorrano la giustizia e la pace.

Introdotto da un estratto del messaggio di Papa Francesco in occasione del Tempo del Creato 2023, l’incontro è stato moderato dall’ing. Nicola Borsella, del gruppo Laudato sì della zona pastorale 3 che ha presentato i relatori del momento di confronto.

Il professor Erminio Trevisi, direttore del dipartimento di Scienze animali, alimentazione e nutrizione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha sviluppato il tema “L’acqua in agricoltura: il ruolo della ricerca”.

«L’agricoltura si è evoluta in un modo tale che il solo termine agricoltura non è più in grado di descrivere tutti gli argomenti di cui ci occupiamo» ha affermato il professor Trevisi. «È chiaro – ha quindi proseguito – che per noi cristiani è importante sapere che l’acqua è un simbolo sacramentale e quindi di per sé è sacra», nel suo legame con la purezza e con la forza del creato. Un elemento da studiare nella sua quantità, nella sua qualità e nella sua provenienza. Ed è questo che avviene nella facoltà di agraria alimentare e ambientale che affronta proprio il tema della produzione alimentare in un’ottica di efficienza ma anche sostenibilità, nella complessità del contesto sociale, economico, tecnologico, culturale.

Secondo relatore è stato l’amministratore delegato di Padania Acque Alessandro Lanfranchi che ha mostrato l’operato del gestore idrico e ha affermato: «L’acqua non è di nessuno ma è di tutti, quindi dobbiamo valutare l’accessibilità ad un servizio molto importante di comunità».

Lanfranchi ha poi spiegato l’attività di Fondazione Banca dell’Acqua, nata dalla sinergia fra Padania Acque, i comuni della provincia di Cremona e le realtà territoriali del terzo settore, che agisce come una “Società di Mutuo Soccorso” per persone che si trovano in situazioni di fragilità dovuta a disagio economico, lavorativo famigliare o personale. Queste ultime possono usufruire di “apertura di credito o conti corrente dell’acqua”, non di denaro, che onorano con ore di lavoro alla comunità attraverso la disponibilità ad effettuare servizi e progetti socialmente utili. «Così come si rigenera l’acqua, attraverso questo meccanismo abbiamo l’ambizione o la presunzione di dare una mano a rigenerare un po’ anche le persone» ha dichiarato Lanfranchi.

Ultimo intervento è stato quello del direttore del DUNAS (Consorzio di Bonifica dugali Naviglio Adda Serio) Paolo Micheletti che ha raccontato di cosa si occupa il consorzio che è «Ente pubblico a carattere associativo, fa parte del sistema regionale e si occupa di bonifica del territorio rurale ma anche della difesa del suolo del nostro territorio».

Nell’occasione, negli spazi dell’auditorium sono stati esposti alcuni lavori realizzati dagli studenti del centro di formazione professionale del corso di Operatori Agricoli presso l’Istituto S. Antonio Abate. Tra i lavori esposti un erbario, dei campioni di legno e uno studio sul terreno, che mostra come questo si comporta in base al territorio e di conseguenza come l’agricoltura deve essere sviluppata in base al tipo di terreno. Esposta anche una mostra a pannelli sulla Laudato si realizzata dalle Acli.

Ultimo appuntamento del percorso sul territorio diocesano sabato 7 ottobre quando gli scout del Masci propongono nel pomeriggio una camminata lungo il fiume Po (partenza ore 16) fino a raggiungere il Sales, presso Lido Ariston. L’iniziativa si concluderà con la Messa alle 17.30 nella chiesa di Brancere.




Cremona accoglie i giovani di Bahia tra arte, preghiera e la visita in Comune

 

Nella mattinata di giovedì 26 luglio i ragazzi di Salvador de Bahia giunto in Italia per unirsi al gruppo diocesano in partenza per la Gmg di Lisbona, hanno visitato Cremona, accompagnati da don Davide Ferretti, don Umberto Zanaboni, don Andrea Lamperti Tornaghi insieme ad alcune delle famiglie che li stanno ospitando in questa settimana.

La visita è iniziata in piazza del duomo, con qualche scatto fotografico e l’introduzione di don Gianluca Gaiardi, guida d’eccezione che ha illustrato la piazza con tutti i suoi edifici: Battistero, Torrazzo e Cattedrale.

All’interno della Cattedrale, l’incaricato diocesano per i Beni culturale, ha illustrato gli affreschi più significativi e la cripta, dove si trovano le spoglie Sant’Omobono, sotto gli sguardi meravigliati dei giovani bahiani, colpiti dalla bellezza del Duomo e dalla storia del patrono.

A seguire la Messa in portoghese, presieduta dal Vescovo Napolioni e concelebrata da tutti i sacerdoti presenti.

 

 

«Gesù ci ha detto beati voi, beati i vostri occhi perché vedono. Perché vedete questa bella Cattedrale? Perché avete visto Roma?», ha iniziato mons. Napolioni, nell’omelia tradotta in simultanea da don Davide. «Vi hanno detto prima di partire: “beati voi perché andate in Italia, beati voi perché incontrerete il Papa alla GMG a Lisbona”. Anche il popolo di Israele, finalmente liberato dall’Egitto camminava verso la terra promessa, guidati da Mosè. Ma Mosè non entrerà in quella terra promessa. Perché la vera terra promessa è l’incontro con Dio, dovunque andiate. E per Mosè l’incontro avvenne sul Monte Sinai nel deserto. E allora anche noi siamo beati, perché ovunque possiamo incontrare il Signore, anche nel deserto della storia. Perché ai piccoli lui si fa riconoscere anche dentro le difficoltà e dentro le prove. Questo sarà il grande tesoro che tutti vogliamo sperimentare in questi giorni e portare a casa dovunque vivrete».

 

 

Ultima tappa della mattinata dell’accoglienza in città, è stato l’incontro con il Sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, che ha accolto il gruppo di giovani nel palazzo Comunale; un dialogo tra il sindaco e i ragazzi che si sono raccontati.

«Per noi è un grande regalo la vostra presenza qui, perché siete giovani, perché siete forti, e perché noi, la nostra città, ha bisogno di incontrare persone come voi». Ha affermato il sindaco Galimberti e ha proseguito: «Vi chiedo una cosa: quando sarete alla Giornata Mondiale della Gioventù se potete ricordatevi la città di Cremona, se potete dire una preghiera per la città di Cremona. Tutte le città hanno bisogno di questo, anche noi ne abbiamo bisogno. E magari capiterà nei prossimi anni di incontrarci ancora».

 

Sono arrivati a Cremona i giovani di Salvador de Bahia. L’accoglienza nelle famiglie prima della Gmg

Sono arrivati a Cremona i giovani di Salvador de Bahia. L’accoglienza nelle famiglie prima della Gmg




Sono arrivati a Cremona i giovani di Salvador de Bahia. L’accoglienza nelle famiglie prima della Gmg

Lunedì 24 luglio, poco dopo le ore 19.30 sono arrivati a Cremona dal Brasile i ragazzi della favela di Salvador de Bahia, accompagnati dal loro parroco don Davide Ferretti. Insieme ai ragazzi della diocesi di Cremona parteciperanno alla Giornata mondiale della Gioventù a Lisbona.

Ad accoglierli in Seminario vescovile, con emozione ed entusiasmo, sono state le famiglie che li ospiteranno in questa settimana, prima della partenza per Lisbona, e dagli amici della comunità cremonese che negli anni hanno costruito relazioni direttamente con la loro parrocchia di Jesus Cristo Ressuscitado.

Nonostante il lungo viaggio i ragazzi hanno trasmesso a tutti i presenti gioia ed entusiasmo, contagiando subito tutti con l’allegria tipica dello stile brasiliano e mostrandosi desiderosi di conoscere le famiglie che li avrebbero ospitati.

I giovani brasiliani sono partiti da Salvador de Bahia la sera di domenica 23, un viaggio iniziato con un pullman rotto e la riorganizzazione dei trasporti per raggiungere l’aeroporto. Le ore di volo sono state affrontate cantando e scherzando, come testimonia il reportage social pubblicato sulla pagina instagram @pjcrnajornada, creata dai ragazzi per tenere aggiornato chi è rimasto a casa sul loro viaggio in Europa, in parte autofinanziato con impegno in mesi di piccole iniziative sostenute dalla comunità che hanno consentito ai giovani brasiliani di raccogliere fondi che si aggiungono a quelli raccolti dalle comunità cremonesi. In un post pubblicato poche ore prima del decollo la rottura del salvadanaio con le ultime offerte è salutato dall’ovazione dei ragazzi.

«Sono carichi a molla – ha spiegato don Davide – è il loro stile “bahiano”, è il loro stile brasiliano, starebbero svegli tutta notte, nonostante abbiano dormito pochissimo. Per loro è tutto un’avventura. Non vedono lora di scoprire, a cominciare da Roma, dove si recheranno domani per una visita nella capitale». Un’occasione unica da valorizzare al massimo, senza sprecare un solo momento.

La cena condivisa insieme in Seminario ha permesso a famiglie e ragazzi di iniziare a conoscersi e il momento di preghiera in portoghese è stata la prima occasione di unione tra le comunità di Cremona e Salvador.

«Avevo tanta voglia di venire qui in Italia perché noi abbiamo tanti contatti con italiani che arrivano nella chiesa di Jesus Cristo Ressuscitado. Sono molto contenta di questa accoglienza, sto conoscendo tante persone» ha affermato Maria Eduarda 18 anni.

Le fa eco con un sorriso incontenibile Arislaine Santos di 17 anni: «È stata un’esperienza molto bella viaggiare in aereo, era la prima volta. Qui è tutto molto diverso dal Brasile, le strade sono uguali, ma le case molto diverse. Sono contentissima di essere qui ed emozionata per questa esperienza».

 

 

Oggi, dunque, di nuovo in partenza verso Roma, per visitare la capitale, accompagnati da don Davide insieme a don Umberto Zanaboni, incaricato diocesano della pastorale missionaria, e alcuni amici cremonesi che negli anni sono stati a Salvador per esperienze di volontariato estivo nella parrocchia di Jesus Cristo Ressuscitado e che in questa settimana hanno l’opportunità di ricambiare con gioia l’accoglienza ricevuta accompagnandoli alla scoperta di quell’Italia di cui hanno sempre sentito parlare dai sacerdoti che da molti anni li accompagnano.

Dopo due giorni nella Capitale, giovedì 27 il rientro a Cremona, con la visita alla città e l’incontro con il vescovo Napolioni e il Sindaco Galimberti e, in serata, l’incontro diocesano al Maristella, dove il vescovo Napolioni conferirà il mandato ai circa 370 giovani in partenza per la Gmg. Il giorno seguente tappa a Milano dove, oltre a visitare la città incontreranno l’arcivescovo, Mario Delpini. Nel weekend, infine, i ragazzi avranno un po’ di tempo da trascorrere in famiglia, per conoscere meglio la realtà cremonese e riposarsi, in vista della partenza per Lisbona la domenica pomeriggio.

Verso la Gmg: in arrivo i giovani brasiliani che dalla favela si uniranno al gruppo cremonese nel viaggio a Lisbona

Cresce l’attesa per la Gmg: countdown social tra Salvador de Bahia e la Diocesi di Cremona




Cresce l’attesa per la Gmg: countdown social tra Salvador de Bahia e la Diocesi di Cremona

È iniziato il conto alla rovescia dei giovani di Salvador de Bahia che il 24 luglio raggiungeranno la Diocesi di Cremona, prima tappa del viaggio che li porterà a partecipare, proprio insieme al gruppo diocesano, alla Giorna mondiale della gioventù di Lisbona.

Il countdown, partito dieci giorni prima della partenza, attraversa l’oceano naturalmente attraverso i social,  sul profilo instagram che i ragazzi della favela hanno aperto proprio in vista del viaggio (@pjcrnajornada), dove vengono raccolti e mostrati i momenti di preparazione più significativi, a partire dalle occasioni di incontro, di preghiera e festa, caratterizzati da musica balli e tanto entusiasmo. Profilo che fungerà anche da diario di viaggio durante l’esperienza dei ragazzi e che terrà vivo il contatto anche con amici e familiari che rimarranno a Bahia e con cui potranno condividere giorno dopo giorno le tappe e gli incontri di questo importante viaggio, il primo per loro fuori dal quartiere della metropoli di Salvador.

 

 

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Don Umberto Zanaboni, incaricato diocesano per la pastorale missionaria ha spiegato: «I ragazzi si sono preparati in un modo pratico e in un modo catechistico. Pratico perché hanno venduto torte e lavoretti per racimolare un po’ di soldi per il viaggio. E a livello diocesano a Salvador de Bahia, come facciamo noi, più nel piccolo, hanno fatto questi incontri diocesani per i partenti»

Un momento importante di preparazione è stato il mandato consegnato ai giovani di Salvador che partiranno per la Gmg da parte del vescovo ausiliare don Valter Magno e la sua benedizione, testimoniato puntualmente anche sui social.

Don Zanaboni ha poi sottolineato: «I ragazzi hanno una smania, una voglia, non stanno più nella pelle. Per loro è il viaggio della vita, probabilmente è l’unica volta che usciranno dalla favela per un viaggio internazionale così importante»

Ad accompagnarli sarà il sacerdote cremonese fidei donum don Davide Ferretti, parroco della parrocchia di Cristo Re di Salvador de Bahia che da qualche mese è stato raggiunto dal sacerdote della diocesi di Milano don Andrea Perego che presta il suo ministero nella parrocchia e ha aiutato don Davide nella preparazione per la partenza dei giovani.

 

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A meno di una settimana dall’arrivo in Italia dei venti ragazzi di Salvador de Bahia, anche le comunità della Diocesi di Cremona si stanno preparando ad accoglierli.

L’arrivo in Italia è previsto per lunedì 24 luglio alle 16.30 a Milano, per poi raggiungere il Seminario Vescovile di Cremona dove, ad attenderli, ci saranno le famiglie che li ospiteranno per il breve soggiorno.

Le famiglie ospitanti, che con grande generosità hanno deciso di accogliere i ragazzi, provengo da diverse zone della Diocesi di Cremona (le unità pastorali cittadine Cittanova, Sant’Omobono e don Mazzolari e dalle parrocchie di Ossolaro, Pieve d’Olmi e Sospiro) e per prepararsi al meglio ad ospitare i giovani, hanno partecipato ad un incontro online, con Don Davide Ferretti, nel quale è stato spiegato il significato che ha per questi ragazzi il viaggio e nozioni pratiche per la gestione delle giornate che per i ragazzi sudamericani saranno occasioni speciali per incontrare e conoscere persone e luoghi del tutto nuovi.

«Ci è sembrata una cosa naturale proporci ad ospitare i ragazzi, la nostra casa è aperta ad ospitare amici. Questa è sicuramente un’esperienza diversa, è ospitare qualcuno che non si conosce, con cultura e lingua diversa dalla nostra. Non so come ci capiremo ma sarà un’esperienza positiva per tutti e spero anche per i ragazzi» ha spiegato Silvia, mamma di Marco, Giorgia e Paolo e moglie di Davide, famiglia di Pieve d’Olmi che ospiterà alcuni dei giovani di Salvador.

«Tanta è l’emozione di conoscerli, di essere all’altezza e di farli sentire a casa, che la lingua non sia un ostacolo. Ospitare facendolo nella normalità e nella spontaneità» ha sottolineato Silvia. Gioia ed entusiasmo da parte di tuta la famiglia, anche da parte dei figli che, nonostante il riadattamento degli spazi di casa non vedono l’ora di condividere questa esperienza di ospitalità ed accoglienza, magari anche con una partita di calcio tra compagni di viaggio. Anche loro, infatti, partiranno per Lisbona. E come i coetanei brasiliani, non vedono l’ora.

I giorni in Italia dei ragazzi di Salvador saranno caratterizzati da numerose tappe e incontri.

Martedì 25 di nuovo in partenza verso Roma dove rimarranno fino al giorno seguente per visitare i monumenti più significativi della città e della zona del Vaticano.

Giovedì 27 il rientro a Cremona, con la visita alla città e l’incontro con il vescovo Napolioni e il Sindaco della città, un momento importante per far sentire “a casa” i giovani brasiliani provenienti dalla parrocchia gemellata con la diocesi di Cremona. In serata, presso la parrocchia del Maristella parteciperanno all’incontro diocesano dei giovani in partenza per la Gmg, dove, il vescovo Napolioni conferirà il mandato ai pellegrini – circa 370 – che partiranno per la capitale lusitana, nelle diverse formule di viaggio proposte dalla Federazione Oratori Cremonesi.

Il giorno seguente tappa a Milano dove, oltre a visitare la città incontreranno l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini.

Nel weekend i ragazzi avranno un po’ di tempo da trascorrere in famiglia, per conoscere meglio la realtà cremonese e riposarsi, in vista della partenza per Lisbona la domenica pomeriggio.

La Gmg è alle porte e, tra Salvador de Bahia e Cremona, l’attesa dell’incontro con Papa Francesco e con i giovani di tutto il mondo, sta crescendo dopo giorno. E – anche per chi resterà a casa – il racconto dell’esperienza non finirà con il conto alla rovescia fino alla partenza: tutte le tappe del pellegrinaggio e i grandi eventi dell’evento mondiale sarà raccontata attraverso il profilo ufficiale della Diocesi di Cremona che ha iniziato proprio in questi giorni il suo cammino di avvicinamento e che, insieme al diario di bordo su diocesidicremona.it, anche durante i giorni della Gmg racconterà dall’interno il gruppo cremonese e raccoglierà tutte le emozioni social dei partecipanti pubblicate taggando @diocesi_di_cremona e l’hashtag #cremonalisbona.




Cav, locali rinnovati nella sede di via Milano per aiutare a far nascere la vita sempre più e meglio

Sono stati ufficialmente inaugurati nel pomeriggio di venerdì 9 giugno i locali rinnovati del Centro di aiuto alla vita, nella sede operativa all’interno della struttura del Seminario vescovile di via Milano, dove i volontari operano in parallelo con lo sportello di ascolto in Ospedale. L’inaugurazione è avvenuta alla presenza di volontari, amici e sostenitori.

Un ideale taglio del nastro che l’associazione, con la presidente Barbara Bodini, ha voluto vivere con un momento di preghiera e di condivisione, insieme alla benedizione dei «nuovi» spazi da parte di don Marco d’Agostino, rettore del Seminario e nuovo coordinatore dell’area pastorale «Famiglia di famiglie» della Curia, che ha portato il saluto del vescovo Antonio Napolioni. La location è stata la stanza del guardaroba, dove vengono raccolti e poi distribuiti gli indumenti per i bambini.

«Chiediamo la benedizione per noi, per chi qui lavora – ha detto D’Agostino – e per tutte le persone che qui passano: che portino via sempre una benedizione, nei gesti, nella cura, nel modo di approcciarci a loro, sentano che qualcuno dall’alto, da dentro, vuole loro bene. Che tutte le nostre mani e i nostri gesti possano esprimere questa benedizione».

Ogni giorno al Centro di aiuto alla vita di Cremona si rivolgono mamme di varie età e nazionalità per chiedere aiuto, sostegno, consigli.

«La nostra missione – ricorda la presidente Bodini – è quella di aiutare madri e bambini che si trovano in difficoltà sotto qualsiasi punto di vista: dalle difficoltà economiche, causate da situazioni di disoccupazione o licenziamento, alle difficoltà psicologiche, che portano le madri al pensiero del rifiuto della gravidanza. Noi cerchiamo di aiutarle in tutti i modi e la nostra è una missione a forte impronta cattolica che nasce a Cremona dalla fondatrice Lina Ghisolfi e che vogliamo tramandare ai nuovi volontari».

I volontari da anni lavorano per garantire accoglienza, ascolto e aiuto concreto con la distribuzione di pannolini, latte, omogenizzati, carrozzine, passeggini, lettini e molto altro.

«Mediamente si registrano un’ottantina di nuove famiglie ogni anno – continua Barbara Bodini – che si vanno ad aggiungere a quelle degli anni precedenti. Aiutiamo queste famiglie dalla tarda gravidanza e per i primi tre anni del bambino, fornendo qualsiasi presidio e qualsiasi bene di cui necessitano: materiali che noi acquistiamo o che ci vengono donati. Inoltre, attraverso alcune specifiche iniziative, come il progetto Gemma o il progetto Lina, contribuiamo anche a donare sussidi a queste famiglie. Ma non possiamo offrire un aiuto eterno: siamo le stampelle che preparano le madri a tornare a camminare con le loro gambe».




Il patriarca di Antiochia dei Siri ospite del Vescovo Napolioni: «Così viviamo la fede cristiana nel Paesi del Medio Oriente»

Sabato 15 aprile il patriarca di Antiochia dei Siri, sua beatitudine Ignace Youssef III Younan, ha fatto tappa a Cremona incontrando in un’udienza privata il vescovo Antonio Napolioni.

Nell’occasione abbiamo incontrato il patriarca, residente in Libano, per un’intervista in cui gli abbiamo chiesto di raccontarci la situazione dei luoghi in cui vive e presta il proprio ministero.

Una delle sfide più grandi è quella del rimanere. Da anni il Medio Oriente (Siria e Iraq in particolare) si stanno svuotando della presenza cristiana. Come aiutare famiglie e giovani a rimanere nonostante le difficoltà?

«È vero che in Siria e in Iraq come anche in Libano i cristiani devono affrontare una sfida molto grave, quella di rimanere radicati alla terra degli antenati, terra del vicino Oriente, terra del Vangelo, luogo d’origine di discepoli apostoli. Noi è da 2000 anni che siamo lì e cerchiamo di aiutare le famiglie da un punto di vista sociale ed economico, cerchiamo sempre di rispondere ai bisogni di coloro che sono in difficoltà economiche, specialmente adesso in Siria e in Libano. In Iraq la situazione si sta stabilizzando ma rimane la tendenza a lasciare il Paese perché molti hanno già lasciato e vogliono riunire altrove le loro famiglie. Siria e Libano in questo momento stanno vivendo una crisi tremenda sociale ed economica. Cerchiamo specialmente di incoraggiare le nostre gioventù a rimanere fedeli alla fede a Cristo malgrado non sia facile perché oggi, con i mezzi di comunicazione i giovani sono aperti a tutto ciò che avviene nel mondo vivono l’angoscia, l’inquietudine per il futuro, e spesso scelgono di andarsene.

Quest’anno ad esempio c’è la Giornata mondiale della gioventù in Portogallo, noi non possiamo mandare dei giovani perché abbiamo il timore che vadano solamente per cercare di andarsene. Questa è per noi una occasione mancata di testimonianza cristiana ma cerchiamo di promuovere dei raduni, delle riunioni locali e nazionali. Nella nostra Chiesa abbiamo un Vescovo particolarmente responsabile per la gioventù che va dove lo chiamano per fare questi incontri, ne abbiamo bisogno per la nostra chiesa Siro Cattolica Antiochena, che ha la sua sede patriarcale a Beirut da circa 115 anni.

Il resto è in mano del Signore, come sarà l’avvenire non lo conosciamo, cerchiamo di continuare a vivere nella speranza».

Nonostante cerchiate di mantenere in patria i giovani e le famiglie, sappiamo che tanti sono fuggiti all’estero, riuscite a mantenere i contatti con queste famiglie che se ne sono andate?

«Da noi non c’è una grande comunità diocesana, normalmente noi abbiamo i preti che conoscono la loro parrocchia, dove ci sono i bisogni sia sociali che spirituali di famiglie, quindi cerchiamo di seguire queste situazioni. Purtroppo, a causa degli eventi che hanno avuto luogo nei paesi, da circa più di 20 anni in Iraq, da 12 anni in Siria e anche da tanti anni in Libano, non c’è solamente il disagio ma ci sono problemi di crisi famigliari, con famiglie che non interpretano l’amore come lo interpretano qui. Come Chiesa cerchiamo di aiutare dove c’è bisogno».

Esistono forme di collaborazione tra le chiese con la comunità musulmana?

«Noi viviamo già da 14 secoli con questa situazione, confrontandoci con i musulmani che sono diventati la maggioranza. Sappiamo che non era facile vivere la fede cristiana in questo contesto. Non basta dire che non c’è sempre stata tolleranza solamente con le parole, ma anche con le azioni. Stiamo cercando di convivere in quanto cittadini di un unico Paese e stiamo quindi annunziando questa nostra missione di essere rispettosi di tutti, di amare chi ha fedi diverse e di cercare come collaborare e cooperare sul piano sociale e civile con i musulmani. Noi abbiamo specialmente questa situazione nella quale c’è una maggioranza musulmana e minoranze cristiane. A livello ufficiale noi ci incontriamo, ci scambiamo degli auguri per le feste e alle volte abbiamo incontri interreligiosi, ma solamente sul piano della convivenza di cittadinanza».

Cosa vuol dire per lei la parola pace? È possibile il perdono?

«Il perdono è un atteggiamento, una virtù che nasce dall’accettare gli altri, di accettare la volontà del Signore nella nostra vita e dato che tutti noi siamo umani possiamo essere soggetti all’errore e anche purtroppo alle tentazioni del peccato. Dobbiamo vivere lo spirito del perdono accuratamente in queste situazioni dove i cristiani del vicino Oriente sono stati oppressi, perseguitati, cacciati dalle loro terre e non è facile. Mi ricordo di una bambina di 9 anni dopo la sradicazione delle nostre comunità dalla Piana di Ninive in Iraq, da dove la sua famiglia è stata cacciata nella notte del 6- 7 agosto 2014 dalle forze dei cosiddetti Isis o Daesh. Lei Ha detto: “Io sono pronta a perdonare tutti questi uomini”. Erano nella tenda dove avevano avuto rifugio dopo la loro sradicazione e questa bambina ha espresso davvero lo spirito dei cristiani. Noi, come Gesù che ha perdonato coloro che l’hanno messo sulla Croce, siamo sempre pronti a perdonare. D’altro canto, perdonare non vuol dire tacere, non dire la verità, dobbiamo dire la verità e non usare quel linguaggio cosiddetto politicamente corretto, noi dovremmo sempre dire la verità con carità. Siamo cittadini come gli altri, abbiamo il diritto di vivere nel nostro Paese con la dignità di veri cittadini. Non accettiamo la violenza da nessuno perché questo è contro il comandamento di Gesù. Quindi viviamo cercando, come capi di chiese, di accettare ciò che succede perché è permesso dal Signore, d’altro canto dovremmo essere sempre chiari e dire che ognuno ha il diritto di vivere la sua fede, ognuno ha il diritto di convivere con gli altri cittadini nella pace ma sempre invitare gli altri che non sono della nostra fede alla carità».




#NoiTestimoni: tra i monumenti di Roma, sulle sulle orme dei santi martiri di ieri e di oggi

La fotogallery completa della seconda mattinata di attività

 

La seconda giornata di pellegrinaggio dei ragazzi di fine mistagogia a Roma è iniziata con un momento di preghiera nella splendida cornice della Domus Aurea. Qui il gruppo ha riflettuto sulle figure dei martiri, attraverso parte di un discorso pronunciato da Papa Francesco in occasione della sua visita alla Basilica di San Bartolomeo all’Isola il 22 aprile 2017.

Prima tappa del pellegrinaggio il Colosseo, uno dei monumenti più rappresentativi della città di Roma che spesso si dimentica essere luogo in cui molti uomini e donne hanno perso la vita per divertimento altrui. Sono stati qui ricordati tutti coloro che sono stati perseguitati, perché cristiani, durante i primi tre secoli della nostra epoca.

 

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Seconda tappa della mattinata l’arco di Costantino, per ricordare che l’imperatore Costantino, dal quale prende il nome l’arco, ha posto fine alle persecuzioni dei cristiani da parte dell’Impero Romano, concedendo libertà di culto ai discepoli di Gesù. Un momento in cui tuttavia non è mancato un pensiero rivolto alle tante vittime delle persecuzioni dei cristiani che continuano e accompagnano la storia, anche oggi in molte parti del mondo.

È proprio con la terza tappa che i ragazzi, attraverso un momento di gioco sono venuti a conoscenza dei martiri del nostro tempo, leggendo delle “carte d’identità” di martiri provenienti da tutto il mondo e riflettendo sulle caratteristiche che accomunano uomini e donne che hanno testimoniato la loro fede fino al dono totale della loro vita.

Il gruppo si è poi diretto alla chiesa di San Bartolomeo dove è stata celebrata la messa concelebrata da tutti i sacerdoti presenti. Don Andrea Piana nell’omelia ha sottolineato: «Che bello vedere il signore nella nostra famiglia, nei nostri amici nei nostri oratori». E ha proseguito: «Ci sono persone che hanno donato la loro vita, non perché pagati, non perché obbligati, non perché erano dei pazzi, ma perché hanno capito che seguire Gesù ne vale davvero la gioia, che è bello essere suoi testimoni».

Dopo la celebrazione è stato possibile nella cripta all’interno della Chiesa di San Bartolomeo il memoriale dei nuovi martiri dal XX al XXI secolo.

Nel pomeriggio la visita a San Paolo Fuori le mura, una delle quattro basiliche papali a Roma, la più grande dopo quella di San Pietro in Vaticano.

 

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Dopo un momento di preghiera e il rinnovo della professione di fede, i diversi gruppi di oratori si sono riuniti nel parco presente a lato della basilica, sfruttando la bella giornata di sole, per cantare gli inni rap degli oratori realizzate dai singoli gruppi il primo giorno durante il viaggio in treno. Questo momento ha permesso ai ragazzi di conoscersi tra loro e stringere nuove amicizie anche tra gruppi di oratori diversi.

Domani, ultimo giorno di pellegrinaggio, l’udienza papale in piazza san Pietro e la visita della Basilica con un momento di preghiera all’altare della Cattedra prima della partenza per il viaggio di ritorno.




#NoiTestimoni, iniziato ufficialmente il pellegrinaggio con l’affidamento dei ragazzi a san Luigi Gonzaga e delle ragazze a sant’Agnese

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Si è aperto con l’affidamento dei ragazzi a san Luigi e delle ragazze a sant’Agnese il pellegrinaggio diocesano a Roma degli adolescenti promosso dalla Federazione Oratori Cremonesi e sul tema “Noi testimoni”. Raggiunta la Capitale, nel pomeriggio di lunedì 10 aprile il gruppo dei circa 140 preadolescenti, dopo la sistemazione dei bagagli nelle due strutture d’accoglienza, si è spostato nel centro della città. Prima presso la chiesa di S. Ignazio dove, dopo un inquadramento storico, ha avuto luogo l’affidamento dei ragazzi a san Luigi Gonzaga, sepolto proprio in questa chiesa e patrono dei ragazzi. Successiva tappa in piazza Navona, presso la chiesa di S. Agnese in Agone, dove secondo la tradizione sarebbe avvenuto, durante le persecuzioni di Diocleziano, il martirio della 12enne romana, cui sono state affidate le ragazze con un momento di preghiera.

«Abbiamo pensato di iniziare questo pellegrinaggio partendo dai ragazzi – ha sottolineato don Francesco Fontana, presidente della Federazione oratori cremonese –. Abbiamo pensato di scegliere due figure che potessero essere significative, come modelli da seguire».

Sono circa 140 i preadolescenti che hanno aderito alla proposta della Federazione Oratori Cremonesi, in rappresentanza di un po’ tutte le zone della diocesi: Brignano e Caravaggio nella Bergamasca, Soncino, Malagnino, San Giovanni in Croce e Casalmaggiore tra Cremonese e Casalasco, fino a raggiungere il Mantovano con Bozzolo e Viadana.

Alle 18.30 la celebrazione la Messa presso il Santuario Nostra Signora del Sacro Cuore, celebrata da don Fontana insieme agli altri sacerdoti presenti: don Gabriele Barbieri, don Arrigo Duranti, don Paolo Fusar Imperatore, don Enrico Ghisolfi, don Andrea Piana, don Nicola Premoli, don Umberto Zanaboni.

Nell’omelia il vicario di Casalmaggiore, don Arrigo Duranti, ha voluto sottolineare come «nelle chiese che abbiamo visitato poco fa è stato bello pregare gli uni per gli altri». Ha poi invitato a un momento di silenzio «per stare a tu per tu con il Signore presente nell’Eucarestia. Sicuramente possiamo digli grazie perché siamo qui e perché la nostra fede non è mai solo qualcosa per noi, ma che sentiamo di condividere. Riconoscenti anche per quello che vivremo in questi giorni e, soprattutto, per quello che porteremo a casa»

La conclusione del primo giorno di pellegrinaggio, contrassegnato dal bel tempo e la presenza di numerosi turisti, dopo la cena con un momento di gioco e divertimento tra piazza di Spagna e piazza del Popolo, alla scoperta della città che ospita i giovani in questi giorni.

La giornata di martedì 11 aprile avrà invece come filo conduttore il tema della testimonianza: i ragazzi, infatti, avranno modo di confrontarsi con la storia dei primi martiri, sino ad arrivare a chi dona la vita per il Vangelo oggi. Per questo partendo dal Colosseo, attraverso un percorso per la Capitale che porterà all’arco di Costantino sino ad arrivare al Circo Massimo, la mattinata si concluderà con la celebrazione eucaristica in San Bartolomeo all’Isola Tiberina e la visita al Memoriale dei nuovi martiri. Un percorso di fede e riflessione che nel pomeriggio porterà i preadolescenti cremonesi a San Paolo Fuori le Mura, lasciando poi spazio in serata per visitare alcuni dei luoghi più suggestivi di Roma.

 

 

#NoiTestimoni, 140 preadolescenti partiti per il pellegrinaggio a Roma




Gli oratori di Cremona riflettono sulle ferite del mondo per guardare alla speranza della Pasqua

Sabato 1° aprile tutti gli oratori della città di Cremona si sono riuniti, alle 18, presso la chiesa di S. Agata per un momento di preghiera quaresimale in  preparazione alla Pasqua dal tema: “Le ferite del mondo”.

«Questo momento, che è stato proposto dagli oratori a tutta la città, è nato da un incontro dei giovani, un incontro cittadino dello scorso febbraio», ha spiegato don Pierluigi Fontana, vicario di Cristo Re e referente della pastorale giovanile cittadina, introducendo l’incontro. E ha proseguito: «Ci siamo messi davanti ad alcune delle ferite del mondo e ci siamo interrogati su che cosa la parola di Dio ci dice, che cosa la Chiesa ha detto nel tempo, che cosa troviamo nel Vangelo. La terra grida, l’umanità urla, ma anche Dio parla, attraverso la sua Parola, attraverso la Chiesa che cammina nel mondo».

L’evento è iniziato con la lettura e la possibilità di riflessione personale dei partecipanti su dieci installazioni collocate all’interno della chiesa, rappresentanti le “ferite del mondo”. Tra queste s“Terremoto e calamità naturali”, “Ambiente. Cambiamenri climatici e consumismo”, “Violenza sulle Donne”, “Guerra e conflitti”.

Le installazioni erano composte da articoli di attualità sui temi proposti, accompagnati da citazioni tratte da Vangeli, esortazioni apostoliche ed encicliche. Presenti sui pannelli anche opere artistiche a supporto del messaggio.

Nella seconda parte del pomeriggio vi è stato un momento di preghiera nel quale si è riflettuto sulla Passione del Signore, facendo riferimento alle piaghe che stanno affliggendo il mondo.

L’iniziativa, pensata dalla Pastorale giovanile della città di Cremona, aperta a giovani e non solo, ha visto un’ampia partecipazione.