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Notte di note giovedì a Borgolieto

Dopo la riapertura, nel luglio scorso, della chiesetta settecentesca intitolata a San Benedetto, presso la frazione di Borgolieto, a Gussola, si sono susseguite in questi mesi iniziative a carattere religioso che ora lasciano spazio a quelle di natura culturale. Ad inaugurare una stagione di eventi sarà, giovedì 15 ottobre, l’iniziativa “Notte di note a Borgolieto”, concerto per violino e clavicembalo tenuto dai maestri Giacomo Invernizzi e Roberto Chiozza, che eseguiranno il seguente repertorio:

  • J.S.Bach, Adagio e fuga, dalla Sonata n.1 per violino solo
  • A. Vivaldi, Sonata in Sol maggiore, op.2, n.8 per v.no e basso continuo
  • Jean-Fery Rebel, Sonata ottava in re min.
  • Carlo Zuccari (violinista virtuoso e compositore nato a Casalmaggiore alla fine del ‘600), Adagio dalla Sonata in Re maggiore, op.1, n.1.

Il concerto avrà inizio dopo la Messa delle 20.45 e sarà l’occasione per celebrare la dimensione monastica in cui è immersa la chiesetta dedicata a San Benedetto, in occasione della ricorrenza di Santa Teresa D’Avila.

«È desiderio di tutta la comunità – dichiara don Roberto Rota, parroco di Gussola e Torricella del Pizzo – recuperare la chiesa di Borgolieto sia da un punto di vista religioso, e per questo abbiamo celebrato l’adorazione eucaristica giovedì 1° ottobre e celebreremo la Messa giovedì prossimo, sia da un punto di vista culturale e artistico. Questo concerto sarà solo il primo di una serie di eventi culturali».

A Borgolieto riaperta la chiesa di San Benedetto: si pensa ad attività culturali, come meta di turismo e pellegrinaggi




Acli, Bruno Tagliati è il nuovo presidente: priorità il lavoro, come portatori di idee

Bruno Alessio Tagliati è il nuovo Presidente delle ACLI Cremonesi, scelto dai segretari provinciali durante le elezioni che si sono svolte sabato 26 settembre, a seguito del XXX Congresso provinciale tenutosi il 12 settembre scorso.

Tagliati, pizzighettonese classe 1960, sposato e con due figlie, inaugura il suo mandato (il secondo, essendo già stato presidente provinciale dal 2012 al 2016) citando il fondatore delle ACLI Achille Grandi, deputato della Democrazia Cristiana che nel 1944 aveva creato, da una costola della CGIL che pure aveva contribuito a far nascere, le Associazioni dei Cristiani Lavoratori Italiani, affinché i lavoratori cattolici si sentissero rappresentati nella società di allora.

Lo stesso dicasi del mandato affidato a Tagliati che, nella sua dichiarazione di insediamento, dopo aver ringraziato la presidente uscente Carla Bellani e l’intero Esecutivo, afferma che «per i prossimi quattro anni dovremo concentrarci in primo luogo sul tema del lavoro, non solo per la tutela dei diritti dei lavoratori e pensionati o per eseguire pratiche amministrative, ma sempre di più come portatori di idee. Vedo la nostra associazione come parte attiva, insieme agli altri attori (la Chiesa, la cooperazione, il terzo settore, gli enti pubblici, i sindacati ecc…), delle politiche del lavoro e del welfare con l’azienda sociale del territorio cremonese».

«Le Acli – prosegue – sono da sempre le sentinelle del territorio, nonché sentinelle dei diritti che permettono a molti piccoli paesi di rimanere vivi con servizi di primaria importanza. E ancor oggi c’è bisogno di assistere le migliaia di utenti dei nostri servizi; di avviare gli studenti al lavoro attraverso la formazione professionale; di aiutare ed accompagnare i cittadini italiani e stranieri con gli strumenti a nostra disposizione per vivere una vita dignitosa».

E soffermandosi sulla realtà delle Acli cremonesi, Tagliati rinnova l’invito a lavorare ai principali servizi quali il Patronato e i Caf – che, dichiara, «hanno numeri che li collocano al vertice delle graduatorie nazionali» – e il più recente Enaip, che «con il nuovo plesso scolastico, intercetta le esigenze formative di tutte le fasce d’età».

Tagliato non dimentica di citare i successi ottenuti negli ultimi anni dalla FAP Acli (Federazione Anziani Pensionati), da cui è nato il circolo Acli turismo, e l’esperienza dell’USACLI (che si occupa di arti sportive e spettacolo), l’esperienza di AVAL (associazione di volontariato) e di IPSIA (organizzazione non governativa finalizzata a trasformare in iniziative di cooperazione internazionale esperienze e valori di associazionismo popolare).

«Da tempo ci diciamo che è necessario mettere a punto una proposta associativa molto snella e facilmente comprensibile che possa transitare anche attraverso i quotidiani contatti dei nostri servizi ed iniziative. Ed è quello che mi impegno a fare».

 

La Presidenza provinciale delle ACLI Cremonese è così composta:

Vicepresidente Roberto Oliva, amministratore responsabile dell’area economica; Marisa Rosa, segretario responsabile alla vita cristiana e formazione; Antonio Doldi, segretario responsabile allo sviluppo associativo; Carlotta Giannelli, segretaria organizzativa. Il Presidente Tagliati rivestirà anche il ruolo di responsabile delle comunicazioni.




Acli verso il convegno provinciale: intervista alla presidente uscente Carla Bellani

Il 12 settembre si terrà il congresso provinciale delle Acli cremonesi. Nel rispetto delle norme anticovid, l’evento, che si svolgerà dalle 14 alle 19 presso la sede in via cardinal Massaia 22, sarà aperto solo ai 108 delegati delle strutture di base, dei Servizi e delle Associazioni specifiche. Un congresso interno all’associazione che punterà soprattutto sui contenuti e sul dare spazio al confronto e alla discussione dei partecipanti.

Si farà il punto sulla vita e l’impegno dell’associazione in un momento sociale delicato e difficile per l’esplodere delle disuguaglianze, della povertà e della perdita diffusa del lavoro. Le Acli, presenti sul territorio provinciale da 75 anni a fianco dei lavoratori e delle loro famiglie, oggi, svolgono un’azione socio-politica e culturale e offrono servizi in materia di assistenza fiscale, patronato e di formazione professionale attraverso Enaip.

Il tema del lavoro, dell’uguaglianza e della giustizia sociale – temi fondamentali del movimento – saranno al centro della riflessione congressuale (dal titolo “Acli 2020: più eguali. Viviamo il presente costruiamo il futuro”) per declinare al presente e al futuro quelle politiche sociali che si rivolgono agli ultimi e ai penultimi, ad un ceto popolare sempre più schiacciato verso il basso a causa della globalizzazione, della scarsa attenzione della politica ed anche dalla crisi generata dal covid. La questione sociale sarà legata, inevitabilmente, a quella della sostenibilità economica sociale e ambientale come via da percorrere se si vuole costruire il futuro.

Il dibattito tra i delegati aprirà il confronto sulle linee programmatiche da mettere in atto per dare continuità al processo formativo e progettuale avviato in questi anni. I delegati saranno poi chiamati ad eleggere il nuovo consiglio provinciale che, in un momento successivo, nominerà il nuovo presidente.

Alle soglie del Congresso provinciale abbiamo intervistato Carla Bellani, cremonese e presidente uscente, in carica dal 2016 ad oggi.

Siamo alle soglie anche di un congresso nazionale che è stato più volte rimandato a causa della pandemia. Come si sono preparate le Acli Cremonesi ad affrontare questo importante momento nella vita dell’associazione ?

«C’è una preparazione remota perché un congresso è frutto del cammino fatto negli ultimi quattro anni e c’è, invece, una preparazione prossima all’evento. Questa ha compreso un’articolata attività svolta con i diversi settori Acli: una verifica del lavoro svolto durante il mandato, un laboratorio con i circoli per ragionare sul loro rilancio, un tavolo specifico su cosa significa essere e fare Acli in tempi di pandemia; una riflessione sulle tesi congressuali e una commissione per tradurle in linee operative da presentare nella mozione finale del congresso. Ripetuti momenti di preghiera hanno accompagnato questi passaggi. È stato fatto pure un lavoro di sintesi del nostro impegno sulla scia della Laudato si’ e dell’Economy of Francesco: argomento che prevedeva una serie di eventi proprio nei mesi del lockdown e perciò annullati».

Sappiamo che il titolo dato al congresso nazionale è stato “Acli 2020 Più eguali. Viviamo il presente, costruiamo il domani”. Qual è il futuro, secondo lei, per il mondo dell’associazionismo in generale e per le Acli in particolare?

«Le disuguaglianze, la crescita della povertà, il lavoro che manca o che non è dignitoso erano questioni pressanti già prima del Covid; ora, sono letteralmente “esplose”. Il presente riserva una serie di problemi sanitari, economici, sociali, che possono essere affrontati solo in una sinergia tra attori istituzionali, privati e associazioni del Terzo settore che stanno sul territorio. La situazione è tale che occorre muoversi insieme se si vuole rispondere in modo efficace ai bisogni, superando così l’autoreferenzialità delle singole associazioni. Il Terzo settore è stato in prima linea nel fronteggiare l’emergenza sanitaria e sociale della pandemia, e con la sua azione di prossimità è arrivato là dove né lo Stato né il Mercato potevano arrivare. Ha pertanto le credenziali per progettare con il pubblico e il privato le politiche economiche e sociali del territorio portando il suo specifico contributo per raggiungere obiettivi di bene comune e di sostenibilità. Le Acli nazionali sono su questa strada e quelle cremonesi hanno aperto cantieri ed iniziative in questa direzione».

Alla luce di quanto ha appena detto, qual è Il rapporto tra Acli nazionali, regionali e provinciali? Per quanto ha vissuto nella sua esperienza di questi ultimi quattro anni, c’è sempre stata collaborazione e unità di intenti tra le parti?

«Le Acli sono una realtà composita e strutturata a vasi comunicanti. Dal Nazionale in questi anni sono arrivati buoni spunti di analisi, prese di posizione politica su questioni sociali importanti, il lancio di campagne sui temi del welfare e di contrasto alla povertà (l’Alleanza contro la povertà) e varie iniziative per un lavoro decente e dignitoso. C’è stata attenzione costante al tema migratorio e alle politiche di accoglienza; alla famiglia e ad altre questioni. Il Regionale Acli si interfaccia direttamente con i livelli provinciali in uno scambio frequente tra i presidenti delle singole province. Un raccordo utile per pianificare percorsi formativi comuni, progetti e campagne specifiche come quella sul caregiver, per chiedere alla Regione Lombardia più sostegno alle persone che curano un familiare malato o non autosufficiente. Quanto all’unità d’intenti nell’associazione, credo che le Acli debbano sempre ricercare un equilibrio tra la dimensione d’impresa e quella della gratuità del movimento. La sfida è il riuscire a far convivere l’efficacia e l’efficienza aziendale coi valori di un movimento che, per statuto, è “educativo e sociale” e punta sulla formazione delle coscienze oltre che sul tutelare, accompagnare, difendere i diritti dei cittadini tramite i servizi di Patronato e Caf».

Veniamo al Congresso delle Acli Cremonesi, che si terrà il 12 settembre. Quali sono state le linee condivise che avete seguito, negli ultimi quattro anni? Quali le priorità che avete individuato e perseguito?

«Ci ha guidato in questi anni, soprattutto, l’enciclica Laudato si’ che abbiamo approfondito a lungo perché è la via maestra che conduce verso un altro paradigma economico, sociale e ambientale. Il Covid è l’ennesima prova che un pianeta super sfruttato e con gli ecosistemi al collasso fa male alla vita delle persone e le uccide. “Abbiamo creduto di poter restare sani in un mondo malato”, ha detto papa Francesco. Legare la questione sociale a quella ambientale non è un dato percepito da tutti come di importanza vitale. Tanti sono ancora i negazionisti dichiarati o silenziosi, gli indifferenti, e quanti decidono e operano a livello personale, di comunità o politico, ignorando il problema. Per questo abbiamo condotto un ampio sforzo divulgativo dentro e fuori l’associazione sui temi della Laudato si’ e abbiamo promosso progetti di economia sostenibile e di finanza etica: tasselli di un’economia che genera benessere per tanti, non per pochi, e che rispetta l’ambiente».

C’è un aspetto particolare della Laudato si’ che avete più sviluppato?

«La Laudato si’ chiede di combattere l’economia dello scarto. Ciò implica il chiedersi se il welfare che le Acli costruiscono attraverso i servizi, le imprese sociali, l’Enaip, e altro… è generativo di giustizia sociale e se redistribuisce opportunità di riscatto soprattutto per le persone più fragili ed ai margini. È una domanda che mette in atto un processo di revisione interna da portare avanti nel tempo come priorità e che pone in primo piano l’impegno dell’associazione nel contrastare le disuguaglianze e la povertà. “Primo i poveri” diceva don Mazzolari. È la regola d’oro e il valore centrale da custodire e vivere perché dà senso ad un’associazione di promozione sociale che si definisce solidale e popolare e che si ispira alla Dottrina sociale della Chiesa».

Alla luce del contesto sociale attuale, con quali preoccupazioni vi apprestate a costituire il prossimo Direttivo provinciale e quali ritenete saranno i bisogni a cui le Acli cremonesi dovranno dare risposte immediate e concrete?

«Le Acli cremonesi hanno 75 anni ed hanno resistito dentro le varie intemperie della storia cercando di rispondere ai bisogni dei lavoratori e delle loro famiglie. Oggi, il cammino prosegue nella consapevolezza di essere semplici ‘operai della vigna’ a cui è chiesto di restare vigili, agili nel pensare e nel cercare risposte adeguate ai bisogni del momento. Certo, di fronte al cambiamento d’epoca che stiamo vivendo, alle crisi lasciate dal Covid, è possibile sentirsi smarriti e rifugiarsi in un’idea di Acli del passato, ma tutto ciò è poco consono alla Speranza. Le Acli cremonesi hanno risorse ed energie capaci di decifrare i contesti, di progettare innovazione sociale e promuovere inclusione, di creare opportunità di occupazione nell’economia sociale, di formare al lavoro, di stare dalla parte della gente e delle comunità. Occorre dare spazio a queste risorse per lo più giovani, competenti e motivate. Il titolo del congresso dice: “vivere il presente, costruire il domani”. Costruisce il futuro chi nel presente guarda avanti e ha una visione, chi ha voglia di vivere, di giocare le proprie competenze e capacità per dei valori in cui crede e per il cambiamento. I 75 anni delle Acli cremonesi portano con sé tanti meriti, ma inevitabilmente, dei segni di stanchezza che vanno bypassati».

Un’ultima domanda. Lei è donna, moglie, madre, nonna. Come ha vissuto il suo essere anche donna “pubblica” e come ha saputo conciliare il tempo familiare con quello professionale ?

«Non vedrei alcuna separazione. La Costituzione chiede a ciascuno di noi di concorrere a costruire il bene comune conforme alle proprie possibilità e risorse. La fede chiede di giocare la vita non solo nei recinti familiari ma di spaziare con coraggio senza confini. L’ambito e l’orizzonte in cui spaziare dipende dalla sensibilità e dalla struttura personale, oltre che dalle situazioni contingenti di vita. Ho sempre cercato di non separare la cura degli spazi privati e professionali da quelli sociali/pubblici perché ci salviamo tutti insieme, e i due livelli di impegno si possono integrare a vicenda in uno scambio ricco e fecondo, nonostante qualche fatica».




Assunta a Casalmaggiore, le celebrazioni al Santuario della Fontana

Né il Covid né la calura estiva di questo inizio agosto hanno fermato l’organizzazione annuale delle celebrazioni per la Solennità dell’Assunta, il prossimo 15 agosto, presso il Santuario della Fontana di Casalmaggiore.

Luogo di devozione mariana dal 1320, i Frati Cappuccini che l’hanno in cura hanno previsto diverse messe (nella mattinata alle ore 7.30, 9.00, 10.30 celebrata da don Claudio Rubagotti parroco di Casalmaggiore, e nel pomeriggio alle ore 17.00) e una processione che partirà dalla Chiesa di San Francesco alle ore 21, per terminare al Santuario con la santa benedizione.

La festa celebra il dogma dell’Assunzione di Maria promulgato il 1 novembre 1950 da Papa Pio XII attraverso la Costituzione apostolica “Munificentissimus Deus”, a seguito di un forte sentimento popolare che già credeva nella glorificazione della Madre di Cristo, assunta al cielo “in anima e corpo”.




Da Casalmaggiore pellegrini in Normandia e a Mont Saint-Michel (FOTO)

Si è concluso, per una ventina di parrocchiani di Casalmaggiore, “Normandia e Mont Saint-Michel”, viaggio-pellegrinaggio attraverso il cuore della Francia svoltosi dal 18 al 25 luglio. Un viaggio nel viaggio per incontrare, da nord a sud, luoghi visitati ogni anno da milioni di turisti spirituali, in parte siti sul percorso di Santiago de Compostela, in parte rappresentativi per la presenza di reliquie o di tombe di santi.

«Avevo pensato questo viaggio lo scorso anno – dichiara don Claudio Rubagotti, parroco di Casalmaggiore, viaggiatore per vocazione – per sottolineare alcuni luoghi cari a Casalmaggiore: San Leonardo de Noblac, dove sono custodite le reliquie di San Leonardo titolare della chiesa del Borgo; Liseux, dove si venera santa Teresa del Bambin Gesù, le cui spoglie sono state ospitate nel maggio 2019 nella chiesa di S. Stefano, insieme a quelle dei genitori; Ars, perché a San Leonardo c’è un altare, caso raro nella nostra diocesi, dedicato al Santo Curato. Infine Mont Saint Michel in Normandia e la Sacra di San Michele in Val di Susa, dove l’arcangelo Michele stende le sue ali sull’Europa, additando agli uomini il cielo a cui tendere». Ma il Covid poteva fermare tutto e tutti. Invece molti hanno deciso di portare a termine l’intenzione che si erano prefissati, per scoprire le origini di molte delle attuali venerazioni.

Dopo una prima tappa a Liseux, si è proseguito attraverso la Cote de Nacre, parte di costa normanna divenuta famosa grazie allo storico sbarco delle truppe alleate il 6 giugno 1944, fino a raggiungere Mont Saint-Michel, isolotto collegato alla terraferma da uno stretto lembo di terra. Qui il gruppo di visitatori ha potuto effettuare, grazie alla bassa marea, 6 chilometri di “pellegrinaggio a piedi nudi” nella sua baia fino a raggiungere il monastero benedettino che lo sovrasta e che è considerato una meraviglia del mondo.

Anche l’arte sacra ha avuto la sua importanza: in particolar modo quando si è visitata la fortezza di Angers, che ospita “l’Arazzo dell’Apocalisse”, il più grande complesso di arazzi (più di 100 metri di lunghezza e 6 di altezza) esistente al mondo, realizzato nel XIV secolo.

Il viaggio è poi proceduto in direzione di Saint Leonard de Noblat, situato nel cuore della valle della Vienne, sul cammino verso Santiago de Compostela, per visitare la sua “Reale Collegiata” (patrimonio dell’umanità UNESCO dal 1998), sede della tomba di San Leonardo.

E se un’ultima sosta in territorio francese è stata possibile ad Ars, piccolo villaggio sul fiume Formans, conosciuto per il Santo Curato San Giovanni Maria Vianney, protettore dei sacerdoti, ormai oltralpe non è mancata una preghiera alla Sacra di San Michele, antichissima abbazia costruita tra il 983 e il 987 sulla cima del monte Pirchiriano, a 40 km da Torino. Dedicata al culto dell’Arcangelo Michele, difensore del popolo cristiano, la Sacra di San Michele s’inserisce all’interno di una via di pellegrinaggio lunga oltre 2000 km che va da Mont Saint-Michel a Monte Sant’Angelo, in Puglia.

«Poteva essere uno viaggio come un altro se non che è avvenuto proprio quest’anno, tempo attraversato dal Coronavirus – dichiara il il sacerdote -. Perché mantenere questo appuntamento? Per esprimere la vita, per osare, per incontrare angeli e santi proprio ora che abbiamo bisogno sì di sanificare ma soprattutto di santificare il tempo e la vita». Così don Rubagotti descrive la decisione di partire nonostante tutto e di fare di un semplice viaggio un vero e proprio pellegrinaggio. «Il pellegrino ha bene in mente la meta, rispetto al vagabondo che non la possiede, ed inizia il suo cammino nella precarietà e nel rischio. Il pellegrinaggio è la metafora della vita cristiana».

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I ragazzi di Bozzolo “Alla scoperta della città”

“Alla scoperta della città” è il titolo dato all’edizione 2020 del centro estivo di Bozzolo, organizzato dalla parrocchia di San Pietro Apostolo in collaborazione con l’Amministrazione comunale e destinato a bambini della scuola primaria e secondaria di primo grado. Una proposta del tutto particolare quella che avvolge e coinvolge l’intera cittadina, ove il tema scelto dagli organizzatori si rivela essere il trampolino di lancio verso una nuova forma di fare comunità dopo mesi di distanziamento.

Attraverso uscite ragionate e organizzate, coordinate da don Nicola Premoli e don Bruno Grassi, insieme a Emilia Gazzoni, operatrice del museo “Nonsolocose” di Bozzolo (una sorta di raccolta etnografica popolare), ogni mercoledì i 50 bambini iscritti vengono accolti presso monumenti, chiese o siti di interesse pubblico dove guide specializzate li conducono alla scoperta della loro storia collettiva.

Per non dimenticare la presenza di una radicata comunità ebraica del secolo scorso (messa in salvo dalle persecuzioni razziali dal parroco di paese don Primo Mazzolari) Giuseppe Valentini ne ha narrato la storia passeggiando tra il cimitero ebraico, l’antica Sinagoga e le abitazioni tuttora esistenti.

E per conoscere dall’interno le sale del Comune che ospitano gli amministratori locali, è stato proprio il primo cittadino Giuseppe Torchio, ad accogliere, per un saluto e una merenda condivisa, bambini e volontari accompagnatori a cui ha distribuito, come dono di benvenuto, il fumetto “Le parole di don Primo”, realizzato dal Centro Andrea Pazienza di Cremona ed edito in occasione del 130° anniversario della nascita di don Mazzolari grazie al contributo di Fondazione Mazzolari, Diocesi di Cremona e Comune di Bozzolo.

Ma non solamente su cultura e storia è incentrato il centro estivo di Bozzolo. Ogni giorno un’attività diversa, piscina compresa due volte alla settimana. Grazie alla collaborazione tra la parrocchia, che destina i locali e l’Amministrazione comunale, che fornisce due giovani del servizio civile volontario e una educatrice professionale, oltre al sostegno economico per l’acquisto dei necessari presidi sanitari, i bimbi possono vivere in sicurezza i loro giorni felici estivi.

«il punto di forza di questa proposta – dichiara don Nicola Premoli – è che i gruppi sono costituiti da bambini delle stesse fasce d’età, per permettere agli educatori di gestire numeri esigui in massima sicurezza. Questo fa sì che siano omogenei e i bambini lavorino di più. La presenza poi di adulti quali punti di riferimento aiuta gli adolescenti volontari – sono 12 i ragazzi presenti ed appositamente formati a svolgere il ruolo di animatore nel rispetto della normativa Covid – a sentirsi maggiormente spronati ad assolvere ai compiti a cui sono chiamati. Si tratta di una formula vincente che personalmente manterrei anche a fine emergenza».

Il centro estivo, che si svolge dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 12.30, ha preso inizio il 1 luglio e terminerà il 31 luglio. Una bella occasione per tornare a sentirsi comunità di una stessa storia.




Assunta, a Casalmaggiore la tradizionale processione al Santuario della Fontana

Si è conclusa con un cerchio di preghiera silenziosa di fronte all’ingresso del Santuario della Fontana, a Casalmaggiore, l’annuale processione, in occasione della festa dell’Assunta, dalla chiesa di San Francesco al luogo di culto mariano più amato dai casalaschi.

E si è conclusa con l’invocazione di padre Eugenio Perolini, rettore del Santuario, a chiedere a Maria di ascoltare l’intensa preghiera di tanti suoi figli accorsi anche quest’anno.

«Che il Rosario diventi nuova forma di evangelizzazione, che ci insegni ad ascoltare e a comprendere la Parola di tuo Figlio» la preghiera rivolta all’immagine di Maria trasportata al Fonte durante la recita del Rosario. «Donaci tuo Figlio perché dentro noi risplenda la volontà di vivere per il bene alla luce del suo progetto d’amore».

Alla processione ha partecipato anche il gruppo San padre Pio e Medjugorje e il gruppo dei Terziari Francescani, che padre Eugenio ha ringraziato per la cura nell’allestimento dell’evento, con le cautele dovute al periodo. Un sentito ringraziamento è andato anche alle forze dell’ordine, all’Amministrazione comunale rappresentata dal sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni e ai sacerdoti accorsi dalla Diocesi di Cremona, tra cui il vicario di Viadana don Luca Bosio, don Angelo Bravi della parrocchia di Santo Stefano e San Leonardo in Casalmaggiore e don Claudio Rubagotti, parroco di Casalmaggiore che in mattinata aveva celebrato la S. Messa nel Santuario.

La serata si è chiusa con il canto alla Regina di Casale e con una speciale benedizione impartita, per l’ultima volta, da padre Eugenio, in partenza per Milano dove è stato designato a proseguire il suo ministero.




A Bozzolo serate di cineforum per ragazzi e adulti

Iniziativa singolare e coraggiosa quella promossa da un gruppo di volontari della parrocchia di Bozzolo che, in collaborazione con il parroco don Luigi Pisani, promuovono per la prima volta due rassegne cinematografiche estive. Due rassegne perché due sono i destinatari. Un cineforum rivolto ai ragazzi delle scuole medie, ogni mercoledì sera dal 1° al 29 luglio alle ore 19.30 (preceduto da una cena comunitaria a base di pizza e patatine fritte preparate da uno staff di tutta eccezione, due papà) e uno rivolto a un pubblico adulto ogni giovedì sera dal 2 al 27 agosto alle ore 21.

In entrambi i casi, la volontà e la perseveranza di un laicato attento e competente, che ha messo a disposizione idee originali, capacità organizzata, tempo e studio, permette a professionisti di vari settori (tra cui quello della scuola), catechiste e sacerdoti di costruire una valida alternativa perché giovanissimi e giovani ritornino a vivere una piena socialità nel rispetto del distanziamento, ma negli spazi che la città può ancora offrire.

«L’obiettivo che, come docenti e catechiste ci siamo prefissate – raccontano Erika Maccarini e Claudia Maffezzoni, che seguono il gruppo dei ragazzi delle scuole medie insieme al vicario don Nicola Premoli – è quello di riabituare i ragazzi a stare insieme in sicurezza, dando loro la possibilità di uscire di casa e di raggiungere un luogo che possa offrire loro delle garanzie. E abbiamo ritenuto che l’oratorio fosse questo luogo».

La proposta del cineforum permette, infatti, di avvicinare i giovani attraverso i vari generi proposti che in maniera leggera danno loro comunque degli spunti che poi, alla ripresa delle attività didattiche, potrebbero venire approfonditi in classe dai docenti. Il filo conduttore tra i film proposti è l’adolescenza vista nel suo rapporto complesso con la famiglia, l’amicizia, la scuola, l’handicap, senza dimenticare l’adolescenza negata in quella parte di mondo in cui i bambini affrontano situazioni di disagio e povertà. Insomma, una rassegna cinematografica per «rendere i ragazzi partecipi della loro età – conclude la Maffezzoni – attraverso la proiezione di film che li aiutino a sentirsi meno soli».

Tema dominante del cineforum per adulti, invece, è la discriminazione. La prima serata è stata introdotta da una riflessione tenuta dallo storico Stefano Albertini, bozzolose di origine ma residente negli USA dove lavora per la New York University. Le proiezioni seguenti vengono   invece presentate da Elisa Protti, curatrice della rassegna. «Lo scopo di questa nostra iniziativa è portare la cittadinanza bozzolese a riflettere insieme attraverso lo stimolo fornito da diversi film, per superare varie forme di discriminazione». Anche se il motore della rassegna sono i fatti avvenuti in USA negli ultimi mesi (il cui slogan “Black Lives Matter”  è stato ripreso e adattato nel titolo “Tutte le vite contano. Al di là di ogni discriminazione”), la rassegna amplia il suo raggio di attenzione verso tutte le forme di discriminazione presenti nella società attuale. Discriminazioni di genere, discriminazioni dovute alla disabilità fisica o mentale, oppure alla propria corporeità così come al tema del bullismo, sono alla base della scelta fatta dal gruppo di organizzatori, vagliata e approvata dal parroco don Luigi Pisani.

«Iniziamo l’estate post-Covid con questa modalità, per portare in oratorio -dichiara don Luigi- un modo bello di divertirsi e stare insieme. Nulla osta che questo modello possa essere replicato anche nei mesi invernali».

Gli appuntamenti sono gratuiti e si tengono sotto il tendone all’aperto dell’oratorio di S. Pietro, quindi nel pieno rispetto del dovuto distanziamento. In caso di maltempo le serate verranno rinviate. Durante la visione dei film per adulti è attivo il servizio bar.

Programma cineforum ragazzi mercoledì                         Programma cineforum adulti giovedì




Riuscita la “prima” dei Madonnari a Vescovato

Si è conclusa nel pomeriggio di sabato 15 agosto la prima edizione di “Madonnari a Vescovato” che ha coinvolto, tra l’interesse generale di molte persone giunte anche da fuori provincia, le maestre madonnare Michela Vicini e Ornella Zaffanelli, oltre ai maestri Paturzo Menotti e Mariano Bottoli.

«Abbiamo pensato di esportare il modello del Santuario delle Grazie, che quest’anno non si è potuto svolgere nella sua forma tradizionale, e in pochi giorni abbiamo avuto una buona risposta da parte della gente», dichiara Michela Vicini, che da oltre dieci anni partecipa alla competizione delle Grazie e ad eventi internazionali tra l’Europa e gli USA, dove l’arte del madonnaro è entrata a far parte della street art a tema libero. Non così in Italia dove invece il tema religioso è sempre al centro del progetto grafico proposto dall’artista. Ma non a Vescovato, dove il pubblico presente ha potuto assistere alla creazione di opere dal valore fortemente simbolico ed evocativo, in grado di mantenere fede all’attualità in ogni loro tratto.

Dal disegno della Vicini, che rappresenta un trittico moderno dai colori della bandiera italiana (l’angelo verde speranza, la Madonna bianco fede e il rosso passione, con al centro il Bambino che tiene in mano un nastro nero a simboleggiare il lutto «per non dimenticare»), misto di religiosità e laicità, al “Coccovid” di Menotti, chiaro riferimento al coccodrillo del Santuario delle Grazie, icona del male che tiene a bada tutti i maligni come apprendiamo dall’opera “La Vergine e il drago. Lo strano caso dei coccodrilli nei santuari mariani” di Paolo Bertelli.

Non è mancato anche un viaggio nella Vescovato gonzaghesca, a cui è stata dedicata l’opera della Zaffanelli che, in onore al paese natìo, ha rappresentato un guerriero moderno dallo stemma dei Gonzaga.

E da ultimo, un viaggio nel viaggio ad opera del maestro madonnaro Mariano Bottoli, giunto per l’occasione da Toscolano Maderno, noto per aver progettato l’idea di rappresentare in un unico video dodici differenti tele per altrettanti artisti come ex voto per la Madonna delle Grazie.

Il suo soggetto è un’Assunta particolare, costituita da un percorso che permette allo spettatore di agire direttamente sul dipinto, cambiando prospettiva ed avvicinandosi sempre più alla testa di Maria. «Dopo un primo disorientamento, le persone hanno superato la titubanza dell’incontro con l’opera e hanno percorso la spirale che le ha condotte direttamente vicino alla Madonna». Un incontro nell’incontro, quindi. E un’occasione speciale per narrare un dogma di fede a cui l’arte può avvicinare anche attraverso strade non necessariamente canoniche.

Il pensiero ora va al prossimo anno. Chissà che non si possa immaginare un evento legato al territorio che dia spazio a sempre più artisti, magari non impegnati alle Grazie ma desiderosi anche loro di rivolgere, per un giorno almeno, un pensiero a Maria dai crocicchi delle strade.

Photogallery con le opere complete

 




A Borgolieto riaperta la chiesa di San Benedetto: si pensa ad attività culturali, come meta di turismo e pellegrinaggi

Ha ricevuto grande consenso la decisione del parroco di Gussola e Torricella del Pizzo, don Roberto Rota, di riaprire per una giornata, in occasione della festa di san Benedetto, la chiesetta settecentesca a intitolata al patrono d’Europa nella frazione di Borgolieto. Sabato 11 luglio, alle ore 18, è stata celebrata l’Eucaristia la Messa alla presenza di numerosi fedeli che hanno avuto accesso per la prima volta dopo la chiusura nel 2012 quando, a seguito del terremoto, la torre del campanile e alcune zone adiacenti sono state considerate insicure. I tecnici, chiamati a fare i dovuti sopralluoghi, hanno valutato che i problemi di staticità non interessano l’area del presbiterio e delle navate, permettendone così la riapertura.

«Ho invitato i fedeli a riversare il loro entusiasmo nell’impegno per sistemare la chiesetta che al momento è in stato di abbandono – dichiara il parroco -. Cambiare i vetri rotti e altre opere di manutenzione, oltre a un’accurata pulizia, ci permetteranno di riaprire verso la fine dell’estate per promuovere in questa sede varie attività culturali quali mostre, letture, concerti, dando spazio, occasionalmente, a celebrazioni eucaristiche».

Don Rota, anche incaricato diocesano per la Pastorale del turismo e dei pellegrinaggi, abbozza anche l’idea che la chiesetta di Borgolieto possa diventare meta turistica in un ideale pellegrinaggio tra le chiese minori che si trovano sul percorso VenTo, progetto di percorso ciclabile turistico per collegare Torino con Venezia, spezzone italiano dell’EuroVelo 8.

«L’idea dal punto di vista turistico – precisa don Rota – è quella di favorire la creazione di un itinerario per mettere in collegamento luoghi simbolici minori di cui la diocesi di Cremona è ricca». Per ora si tratta solo di un progetto, ma sognare non costa nulla.