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A Casalmaggiore nasce “Stelle sulla terra” per i bimbi affetti da autismo

Il circolo ACLI S. Agata di Cappella, frazione di Casalmaggiore, ha ospitato mercoledì 5 giugno la Festa di fine anno della Scuola dell’Infanzia del paese (I.C. Diotti di Casalmaggiore), alla quale, per volontà delle maestre e delle famiglie, è stato invitato il neonato comitato “Stelle sulla terra”.

Nato il 4 aprile 2019 “davanti ad un caffè” – come ha raccontato Gabriela Mangu, mamma di Gabriele, un bambino della Scuola dell’Infanzia di Cappella- “il comitato riunisce famiglie di bambini affetti da sindrome dello sviluppo cognitivo, la maggior parte dei quali da autismo”, che hanno deciso di superare l’isolamento in cui spesso le istituzioni li lasciano per condividere necessità, dubbi ed esperienze, nella certezza che insieme si può fare e fare meglio.

Ispirato ad “Accendi il buio”, associazione cremonese a sostegno delle famiglie con bimbi affetti da autismo, “Stelle sulla terra” vuole essere un tentativo di integrazione a tutti gli effetti nel tessuto cittadino, a partire dai luoghi maggiormente vissuti dai bambini quali sono le scuole. A partire dalla consapevolezza che la conoscenza permette di superare diffidenze e paure e di vivere a pieno titolo l’essere cittadini per tutti e non solo per alcuni, perché tutti i bambini hanno diritto a vivere la loro infanzia senza dover rinunciare all’educazione, al gioco e alla socializzazione.

Per questo Gabriela Mangu, Daniela Panico, Francesca Guerra, Daniela Zinelli, Elisa Marino, Rosalia Saimbene, con la loro portavoce Greta Visioli, hanno inaugurato il loro comitato pubblicamente il 9 maggio scorso presso la Biblioteca di Casalmaggiore e continuano ad essere presenti ad ogni occasione pubblica per poter raccogliere il maggior numero possibile di adesioni da parte di singoli e famiglie che vogliano interessarsi alla condizione dei bambini “stelle sulla terra” e con loro fare un percorso di condivisione e accoglienza.




Casalmaggiore, scuole in marcia per la pace

Per il terzo anno consecutivo il circolo ACLI di Casalmaggiore ha organizzato la “Marcia per la pace con le scuole”. L’appuntamento si è svolto nella mattinata di lunedì 3 giugno quando circa 2mila tra alunni, studenti e docenti hanno marciato per le vie cittadine al grido di “Salviamo la pace”, per poi trascorrere l’intera mattinata nella zona golenale tra musica ed esposizioni. Ad essere coinvolti tutti gli istituti cittadini: scuola dell’infanzia San Giuseppe; I.C. Marconi infanzia e primaria; I.C. Diotti con infanzia di Cappella, primaria di Vicobellignano e di Vicomoscano e secondaria di primo grado di Casalmaggiore; I.I.S. G. Romani e Fondazione Santa Chiara.

Tutte queste realtà hanno elaborato nel corso dell’anno scolastico dei percorsi di riflessione attorno al tema della pace e della convivenza civile tra i popoli, che sono confluiti in un momento di condivisione e di festa collettiva.

La mattinata è stata aperta dall’associazione di promozione sociale YoRido, che con la teacher Barbara Manenti e i bambini della scuola dell’infanzia di Cappella e della primaria di Vicomoscano ha proposto una serie di esercizi di risata collettiva unica nel suo genere per il coinvolgimento di così tante persone. A questo hanno fatto seguito canti e letture di ogni scuola, che sono stati conclusi dalla premiazione della sezione locale del Lyons dei poster realizzati sul tema della pace dai bambini della scuola media Diotti.

Diversi i temi su cui ha riflettuto anche l’Istituto di istruzione superiore Romani, che i ragazzi hanno esposto attraverso delle rielaborazioni grafiche: sfruttamento minorile e tratta, caporalato e lavoro irregolare, cambiamenti climatici, integrazione.  A supportare le loro analisi la mostra fotografica “Il caporalato nell’agro-pontino” di Andrea Sabbadini, fotografo professionista che ha gentilmente concesso le foto alla scuola; e la mostra “Operai- Rocco e la sua squadra” sul lavoro edile invisibile. Ad affiancare queste mostre, una serie di pannelli ideati dai bambini di una classe quinta dell’Istituto comprensivo Marconi, rappresentanti personaggi che hanno costruito percorsi di pace: Martin Luther King, Nelson Mandela, Patch Adams, Bebe Vio, Malala Yousafzai, Mahatma Gandhi, Rigoberta Menchù, Tu Youyou.

Da segnalare anche la distribuzione gratuita di acqua da parte di Padania Acque, il cui presidente Claudio Bodini ha ricordato l’importanza di rispettare l’ambiente per vivere in un mondo in armonia. Anche questo è costruire la pace.

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La vita di coppia alla luce del Vangelo con Elsa Belotti (AUDIO)

Si è svolto sabato 11 maggio l’ultimo incontro del ciclo “Testimoni” organizzato dall’oratorio di Vicomoscano, Quattrocase, Casalbellotto e Fossacaprara. Ospite della serata la terapeuta Elsa Belotti che ha condotto un intervento dal titolo “Pillole di vita per la coppia cristiana”.

Con il suo approccio scientifico basato sull’evidenza, la Belotti ha raccontato le difficoltà che gli sposi possono incontrare durante la loro vita coniugale e ha cercato di dare delle chiavi di lettura di quelli che sono i problemi più comuni, partendo, come è solita fare, dalla parola del Vangelo: “Vangelo e psicologia non sono mai in contraddizione in quanto la prima persona che ha studiato l’animo umano è Gesù Cristo”.

Ascolta l’audio della serata

Il discorso è ruotato attorno a tre parole-chiave, come piccoli petali di una sola margherita: perdono, volersi bene, consapevolezza.

“ Il tradimento – descritto dalla dott.ssa come una delle principali motivazioni di crisi coniugale – non è la causa di una separazione ma la conseguenza di una separazione già in atto”. Pertanto, di fronte a certi atteggiamenti che rompono e disuniscono, la soluzione può essere perdonare l’altro, apprezzando “quello che l’altro ci dà come ce lo sa dare”.

Anche in questo caso è il Vangelo che ci viene in soccorso: “Ama il prossimo tuo come te stesso” significa necessariamente in un rapporto coniugale amare il proprio sposo o la propria sposa come si è in grado di amare se stesso. Quindi imparare a volersi bene è la chiave per voler bene anche all’altro. Eppure, anche il bene non è sufficiente se non è accompagnato da una profonda dose di consapevolezza. “Se ci sposiamo per essere felici non lo saremo mai. Solo le persone sagge sono persone felici”.

E la saggezza nel matrimonio risiede nel riconoscere i limiti propri e dell’altro e nell’accettare i momenti in cui veniamo delusi e in cui soffriamo. Perché attraverso questa sofferenza possiamo raggiungere la saggezza, che ci rende felici. E la prima forma di saggezza, per la dott.ssa Belotti, prevede di lasciare il padre e la madre, che invece troppo spesso interferiscono, direttamente o indirettamente, nella vita di coppia. Ancora una volta, secondo la Parola: “Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola”.

 

 

 

 




Le reliquie dei S. Teresa di Lisieux e dei genitori a Casalmaggiore aprono la “Festa della famiglia”

Avrà inizio mercoledì 8 maggio la “Festa della famiglia” delle Parrocchie di Santo Stefano e San Leonardo in Casalmaggiore. Appuntamento importante nella vita della comunità, la festa venne introdotta da don Marco Tizzi negli anni ’80 e, dopo una pausa durata alcuni anni, venne reintrodotta con l’arrivo di don Marco Notarangelo, vicario parrocchiale responsabile anche del Gruppo famiglie.

Proprio al Gruppo famiglie don Marco ha affidato il compito di pensare, stilare e realizzare un programma fatto di momenti di riflessione, ma anche di svago, divertimento, cucina, spazi riservati ai bambini, cinema  e spettacoli per grandi e piccini. Il senso della festa è sperimentare il valore della famiglia quale luogo originario del privato e del pubblico, quale momento di nascita e crescita della prima micro-società con la quale ogni essere umano, a qualsiasi latitudine, si trova a dover fare i conti. Fondamento della società e della Chiesa stessa.

Interessanti gli spunti di riflessione sul tema della famiglia oggi, ma anche di apertura al territorio e alla Diocesi. In questo senso, da lunedì 6 a venerdì 10 maggio, saranno accolte nel Duomo di Santo Stefano in Casalmaggiore le reliquie di santa Teresa di Gesù Bambino e dei suoi genitori, i coniugi Luigi e Zelia Martin, anch’essi canonizzati dalla Chiesa.

Data la volontà degli organizzatori di far coincidere la festa con il loro arrivo in città, a significare che dall’esempio di questa Santa famiglia si può ancora imparare, la festa è stata anticipata al mese di maggio (quando da tradizione si tiene a giugno). L’inaugurazione è prevista mercoledì 8 alle ore 21 in Duomo con la Veglia di preghiera condotta dal parroco don Rubagotti e da padre Sangalli, dei Carmelitani Scalzi e postulatore della causa per la canonizzazione dei coniugi Martin. Lo stesso padre Sangalli terrà un incontro il 9 maggio alle ore 21 in Duomo.

È dovuta invece alla collaborazione con La città dei bambini iniziativa, alla sua quarta edizione, organizzata dal Comitato Slow Town e FIAB Oglio Po, la partecipazione a “In lupo fabula, chi ha paura del lupo”, spettacolo di fiabe con i Casalmattori che si terrà sabato 11 alle ore 16 in via Baldesio. Per i bambini spazio alla fantasia anche venerdì 10 alle ore 21 quando verrà proiettato un film adatto a loro (per poter lasciare i genitori alla visione di “Fire Proof”) e domenica pomeriggio alle ore 18.30 con lo spettacolo “Aladdin”. Tutte le iniziative per bambini vedranno la presenza di educatori per la dovuta assistenza.

Ogni sera cena e spettacoli sono previsti sul piazzale antistante il Duomo, per aprirsi alla cittadinanza e vivere ancora di più la dimensione della “Chiesa in uscita” tanto cara a papa Francesco.

 

Locandina con il programma completo




L’Europa al centro della relazione del prof. Filippo Pizzolato

Si tenuto martedì 30 aprile, presso l’auditorium Santa Croce di Casalmaggiore, l’incontro “Europa com’è, Europa che vogliamo” organizzato dal circolo ACLI locale. Relatore il prof. Filippo Pizzolato, docente di Diritto dello Stato preso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Milano, nonché uno dei maggiori esperti di questioni europee.

Presentato da Francesco Caffelli del circolo ACLI, il relatore ha avuto modo di analizzare le complesse questioni riguardanti il processo di unificazione europea, sottolineando l’inadeguatezza del dibattito pubblico, ridotto ad una disputa tra opposte fazioni Europa sì-Europa no, sovranisti contro federalisti.

Il prof. Pizzolato, stimolato dagli interventi dei presenti, ha invece sottolineato come la sfaccettata vicenda dell’integrazione europea possa essere risolta solamente accelerando i processi di armonizzazione delle varie istituzioni. «Se guardiamo in faccia i fallimenti dell’Unione Europea, dobbiamo ammettere che sono frutto di un’incompiutezza. Di Europa ce n’è troppo poca, non troppa!».

Eppure è inconfutabile che questa UE ha accumulato diversi fallimenti, soprattutto in settori che hanno rivelano le maggiori criticità quali le politiche di accoglienza, quelle economiche e la politica estera. Quest’ultima era, a ben vedere come è stato ricordato, già evidente nel dibattito sulla costituzione dell’allora Comunità Europea tra il segretario della Democrazia Cristiana e Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi e il grande intellettuale cattolico Giuseppe Dossetti. Dibattito che non è mai stato risolto fino in fondo.

Il futuro dell’Europa, quindi, si gioca perseguendo la strada di un’integrazione per livelli successivi, ovvero la cosiddetta “Europa a due velocità”. Con quali criteri andrebbero individuati gli Stati componenti il nucleo centrale attorno al quale costruire la nuova Europa? Il criterio fondamentale, secondo il relatore, risiederebbe nella convinzione espressa dall’opinione pubblica dei singoli Stati  rispetto al progetto di un’Europa più integrata.




Convivere insieme in pace ed armonia: a Casalmaggiore una serata di confronto tra religioni

Una serata di altissimo livello quella organizzata dall’Associazione culturale Arrahma (misericordia la traduzione in italiano) che si è svolta a Casalmaggiore sabato 27 aprile, intitolata “Convivere insieme in pace ed armonia”. A sedere al tavolo dei relatori i rappresentanti di diverse religioni presenti sul territorio casalasco, per condividere l’idea che la convivenza tra espressioni di fedi differenti sia non solo auspicabile, ma assolutamente possibile.

Per la cristiani Cattolici era presente il parroco di Santo Stefano e San Leonardo, don Claudio Rubagotti; per i cristiani Evangelici (comunità pentecostale) il pastore Antwith; per il Sikhismo, Gursharan Singh; e a rappresentare l’Islam, invitato da una moschea di Milano, l’imam Mahmoud Najib.

Nella sala preposta all’evento, l’auditorium Santa Croce di Casalmaggiore, nemmeno una sedia è rimasta libera. Fianco a fianco, occhi negli occhi, donne e uomini di diverse regioni del mondo hanno fatto risuonare un canto nuovo. Con la loro stessa presenza hanno seminato un germe di rinnovata vita comunitaria. Qualcuno ha detto che era dai tempi di don Paolo Antonini (colui che nel 1989 aprì proprio a Casalmaggiore la prima Casa dell’accoglienza) che non si respirava un’aria così intensa di dialogo interreligioso. E tutti, o quasi, ne hanno avuto la  concreta percezione.

L’incontro, che è stato moderato dai giornalisti Marco Bazzani de La Provincia e Nazzareno Condina di Ogliopo News, si è aperto con un intervento di quest’ultimo che ha dichiarato il senso di una serata come questa, facendo memoria che “Casalmaggiore è la terra di un prete che ha fatto dell’accoglienza la sua primaria necessità”. Evidente il riferimento alla storia della comunità casalasca che tra gli anni ’80 e ’90 è stata raggiunta dalle prime migrazioni e ha visto convivere pacificamente nella Casa dell’accoglienza “Don Bosco” una decina di nazionalità diverse. Notevole coincidenza che uno dei relatori (il pastore protestante Antwith) fosse stato tra gli ospiti del don Bosco: appena presa la parola, ha ricordando don Paolo e lo ha ringraziato a distanza di 20 anni, definendolo “grandissimo profeta”.

È seguito l’intervento introduttivo di Bazzani che, citando la Dichiarazione Nostra Aetate del Concilio Vaticano II (28 ottobre 1965) e gli incontri interreligiosi di Assisi indetti per la prima volta da Giovanni Paolo II nel 1986, ha dimostrato che il dialogo interreligioso è fondante tutta la dottrina del Magistero della Chiesa Cattolica da più di cinquant’anni a questa parte.

Tutti i relatori sono stati capaci, con un rispetto e un’eleganza a cui non siamo più abituati, di ragionare sul valore della conoscenza delle reciproche diversità, sfogliando le pagine dei propri libri sacri o dei documenti magisteriali alla ricerca di ciò che unifica, di ciò che crea senso di appartenenza alla medesima comunità, la si chiami famiglia umana o cittadinanza italiana. O perché no, cittadinanza casalasca. Perché anche di questo si è sentito parlare: di integrazione del migrante nel paese di accoglienza, pur mantenendo fede alle proprie origini anche nella diversità religiosa; e di convivenza pacifica tra chi, nella medesima condizione di ospite su questa terra, è chiamato a ricordare di essere fatto della stessa materia umana, che qualcuno direbbe è materia dei sogni.

Quale sintesi della serata alcuni concetti chiave espressi dai relatori.

Empatia. Con questo concetto ha aperto il suo intervento il rappresentante del Sikhismo invitato dalla Comunità Sikh di Casalmaggiore. Empatia come riconoscimento dell’altro a partire, come è tipico di questa religione monoteista che si fonda sul concetto di uguaglianza, dal più debole, dal povero, dall’ultimo. Nel tempio Sikh di Casalmaggiore il langar (la cucina) è aperta 24 ore su 24, notte e giorno, per chiunque (sikh e non, straniero e italiano) abbia necessità di mangiare un pasto caldo.

Ricordando il valore della gerarchia per la Chiesa Cattolica e del primato petrino, don Rubagotti si è soffermato sul dialogo interreligioso come qualcosa di indiscutibile. “Se il Papa ad Abu Dhabi ha incontrato il Grande Imam di Al-Azhar, succede qualcosa che non è opinabile: non si può camminare da soli. Tutti i raggi sono il nostro futuro, italiani e non. Se non siamo capaci di abbracciarci la nostra fede sarà sconfitta”. Il riferimento è a NA2: “La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni […] che non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini”.

L’imam Najib ha sottolineato, a partire dal Corano, come il dialogo sia tutto per sconfiggere le paure. E questo è dimostrato dal fatto che Dio stesso ha dialogato con le sue creature. “Noi dobbiamo essere come le dita della mano, diverse ma unite. Esse lavorano insieme in modo armonioso” perché “la nostra convivenza è una realtà, un destino. Sta a noi fare di questa realtà una punizione o un privilegio, un vantaggio”. E ha riportato l’esempio della città di Milano in cui si mette in pratica quanto detto grazie al lavoro svolto da don Giampiero Alberti: 10 imam incontrano mensilmente 10 preti cattolici per studiare insieme il documento Nostra Aetate e condividere le proprie religioni. E ha lanciato l’appello alla comunità islamica casalasca di pensare di aprire la moschea (che invero qui non è presente se non come luogo di incontro in un retro bottega) all’intera cittadinanza, perché conoscendosi si superino le diffidenze.

Il pastore pentecostale Antwith, rappresentante della comunità ghanese protestante, accompagnato al tavolo da una Abigail, giovane di seconda generazione. Entrambi hanno ricordato il valore dei giovani che sono ponte tra le famiglie e il territorio e che chiedono di mescolarsi (nel volontariato, nella scuola, nel lavoro) con i giovani italiani, per “elevarsi come esseri umani”.




A Casalmaggiore candidati sindaci a confronto sulla Dottrina Sociale della Chiesa

Un confronto tra candidati sindaci originale quello promosso dal circolo ACLI di Casalmaggiore mercoledì 24 aprile presso l’Auditorium Santa Croce della città. Tema della serata, infatti, la Dottrina Sociale della Chiesa, dipanata nei suoi numerosi ambiti attraverso una decina di domande inerenti a lavoro, ambiente, welfare. Sono intervenuti I candidati delle uniche due liste finora presentate, che concorreranno per il ruolo di primo cittadino alle elezioni amministrative del 26 maggio prossimo: il sindaco uscente Filippo Bongiovanni per Casalmaggiore al centro e Fabrizio Vappina per Il Listone e CNC Casalmaggiore la nostra casa.

L’organizzazione della serata ha previsto che ai candidati venissero proposte una decina di domande finalizzate a esprimersi sui temi della pastorale sociale (pochi minuti il tempo a disposizione per ciascuna risposta) e che poi dal pubblico, presente numerosissimo, venissero raccolti altri stimoli più legati al territorio e alla politica locale.

 

Qui i temi principali analizzati durante il dibattito:

Sul sociale e il lavoro

  1. Stimolare la partecipazione alla politica e alla vita della città – Offrire ai giovani e agli adulti spazi di incontro e di aggregazione
  2. Progettare un nuovo welfare efficace, sostenibile e partecipativo – Conoscere ed integrare le comunità immigrate – Aumentare l’attenzione verso i gruppi marginali e devianti
  3. Lo sviluppo del lavoro nei vari settori economici – Accompagnare i giovani in un percorso di scelta educativa e professionale

Sull’ambiente

  1. Stimolare una economia circolare e sostenibile (agricoltura e foreste – industria e artigianato – commercio e servizi)
  2. Beni comuni: acqua pubblica / privata, consumo di suolo, infrastrutture
  3. Migliorare la qualità del nostro paesaggio e territorio, urbano ed extraurbano

Domanda conclusiva

  1. Aprire la nostra comunità al territorio limitrofo

 

Molte le occasioni in cui i presenti hanno potuto riferirsi ai numerosi documenti del Magistero della Chiesa relativi ad accoglienza dei migranti, a dignità del lavoro, a salvaguardia dell’ambiente. Molti i pontefici citati, da Benedetto XVI con l’enciclica Caritas in veritate (per comprendere il valore dell’accoglienza e dell’integrazione delle popolazioni migranti) a Francesco con la Laudato sì’ (per un’ecologia integrale della persona nel rispetto del creato e di tutte le creature)  e con l’esortazione apostolica post-sinodale Christus vivit (dedicata ai giovani).

Perché, come dichiarato in apertura da Vappina, “occorre far riferimento alle encicliche della pastorale sociale per non limitarci a parlare di argomenti che sono i nostri senza averli filtrati attraverso i contenuti della Dottrina Sociale della Chiesa”.

Molti anche i momenti in cui, in quasi perfetto accordo tra loro, i candidati sindaci, strizzando l’occhio così alle numerose associazioni presenti sul territorio, hanno ricordato il valore del volontariato, in un’ottica di sussidiarietà, attribuendo alla Dottrina Sociale della Chiesa un’auspicata partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Vita del territorio a cui sono chiamati a partecipare anche e soprattutto le nuove generazioni, che – per citare Bongiovanni – “penso siano in difficoltà a trovare una collocazione all interno di questa società perché a volte ci sono adulti non più all’altezza del compito di educatori. In futuro il welfare andrà ripensato valorizzando e promuovendo quelle iniziative che vedano riportare al centro la persona e le sue relazioni, quelle vere, quelle reali”.

Il confronto si è concluso con una serie di domande dal pubblico relative ad ambiente (sottosuolo, diserbanti e biodiversità, riduzione della plastica) e turismo (attrattiva del fiume Po).

Il prossimo appuntamento promosso dal circolo ACLI di Casalmaggiore si terrà martedì 30 Aprile alle 20.45, sempre presso l’Auditorium Santa Croce, dal titolo “L’Europa che vogliamo”. Relatore sarà il professor Filippo Pizzolato, docente di diritto presso l’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano.? Locandina dell’evento




Le suore Francescane Missionarie di Assisi in visita a Casalmaggiore

Il lunedì dell’Angelo per la parrocchia di Santo Stefano in Casalmaggiore è stato segnato da un momento davvero speciale: hanno fatto visita alla città e ai luoghi sacri loro cari le suore Francescane Missionarie di Assisi. Fondatore dell’ordine nel 1702, infatti, padre Giuseppe Antonio Marcheselli, frate minore conventuale, nato a Casalmaggiore (dove pure gli sono dedicati un palazzo e una via) nel febbraio del 1676.

Qui venne battezzato il 21 febbraio nel fonte cinquecentesco tutt’ora custodito presso la chiesa di San Francesco, prima tappa delle religiose. Una mezz’ora per sostare in preghiera, dopo aver ricevuto una calorosa accoglienza dal parroco don Claudio Rubagotti, che ha fatto loro da cicerone. E poi subito pronte per raggiungere il Duomo, dove le sorelle hanno potuto ammirare i tesori e le tele ivi esposti.

Da ultimo, prima della partenza per Vicenza sui luoghi di madre Angela Maria del Giglio (co-fondatrice dell’ordine insieme a padre Marcheselli), le religiose hanno visitato il Santuario Madonna della Fontana, dove Marcheselli era solito pregare sin dall’infanzia, accompagnato dalla madre. Proprio qui si conservano i ritratti originali di padre Marcheselli e della sorella Chiara.

Una giornata di particolare significato per queste suore, provenienti da Paesi anche molto lontani (la maggioranza tra loro è di origine asiatica), ma tanto vicine alla città di Casalmaggiore.




Nel Duomo di Casalmaggiore lettura drammatizzata della Passione

Una celebrazione della Domenica delle Palme davvero speciale quella che si è tenuta il 14 aprile nel Duomo di Casalmaggiore. Dopo la benedizione dei rami di ulivo nel cortile interno all’oratorio Maffei, cuore dell’azione liturgica è stata la lettura drammatizzata della Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo il Vangelo di san Luca, affidata dal parroco Rubagotti a un gruppo tanto inusuale quanto motivato di speciali parrocchiani.

Se lo scorso anno era stata una sacra rappresentazione della Passione tenuta all’esterno della chiesa di san Francesco ad attirare i fedeli, per l’apertura della Settimana Santa 2019 la  Commissione Evangelizzazione del Consiglio pastorale ha deciso di proporre alla comunità una lettura animata del Vangelo delle Palme, che permettesse ai presenti di sentirsi maggiormente partecipi nell’ascolto e coinvolti nella riflessione personale.

Con la collaborazione alla regia del prof. Gian Carlo Roseghini e alla lettura di giovani e meno giovani tra cui un talentuoso Sebastiano Fortugno – che ha dato voce alle parole di Cristo – si sono alternate battute individuali e parti corali, che sono state possibili grazie alla disponibilità di un gruppo eterogeneo di parrocchiani convinto che “uniti in Gesù si fanno piccole e grandi cose”. Venti minuti di “alto livello” come li ha definiti il parroco don Claudio Rubagotti al temine della Messa.

Ha contribuito alla buona riuscita della celebrazione anche la presenza della Schola Cantorum del Duomo di Casalmaggiore diretta dal maestro Eugenio Negri.




A Vicomoscano la testimonianza di Fabrice, giovane seminarista togolese

Un racconto speciale quello che sabato 6 aprile ha echeggiato tra le pareti del salone dell’oratorio di Vicomoscano, penultimo appuntamento del ciclo di conferenze “Testimoni” organizzato dall’unità pastorale di Vicomoscano, Quattrocase, Casalbellotto e Fossacaprara. A testimoniare la sua formazione e la sua fede in Cristo un giovane togolese, Fabrice Sowou Kossi, ventinovenne arrivato in diocesi un anno fa direttamente dal Togo per affrontare 7 anni di formazione nel Seminario di Cremona e poi tornare in patria per svolgere il proprio ministero. Fabrice presta il suo servizio domenicale da seminarista proprio nella parrocchia di Vicomoscano.

I giovani seminaristi togolesi della Comunità di MiJeMa (Missionari di Gesù e di Maria), fondata da padre Emmanuel Amouzou-Dye, anch’egli seminarista negli anni ‘80 a Cremona, raggiungono il territorio cremonese e vivono, oltre agli anni di studio, anche la possibilità di entrare in contatto con la realtà delle parrocchie cui sono destinati. Così è stato per Fabrice, che ha voluto ricompensare Vicomoscano della bella accoglienza e presentare il suo Paese d’origine e la sua storia.

Dopo una breve descrizione per immagini del Togo, nazione dell’Africa occidentale che si affaccia sul Golfo di Guinea e che confina con Benin e Ghana (e condivide con quest’ultimo l’usanza di dare un secondo nome ai bambini in base al giorno della settimana in cui vedono la luce), Fabrice ha raccontato della sua vita, simile a molte altre vite di bambini togolesi, che restano orfani sin da piccoli o vengono abbandonati dai genitori, vessati da un’estrema povertà.

“Quando avevo 7 anni mio padre è morto di malattia in pochi giorni e a un anno di distanza dalla sua scomparsa mia madre ha lasciato me e mia sorella orfani di entrambi i genitori” racconta Fabrice tra la commozione dei presenti. La speranza di poter costruire un futuro migliore lo spinge ad abbandonare la sorella e ad attenderlo, dopo diverse peregrinazioni anche sofferenti, l’orfanotrofio fondato dallo stesso padre Emmanuel e gestito da una congregazione di suore. Lui che veniva dalla povertà – “un solo pasto al giorno” dice più volte – percepisce la vita in orfanotrofio come un paradiso.

“Avere un tetto, libri per studiare, mangiare tre volte al giorno, per me era il paradiso”. Davvero strana coincidenza che di lì a poco il ragazzo che intravedeva la salvezza nella prima opera fondata da padre Amouzou-Dye sarebbe poi entrato a far parte della sua stessa congregazione. Quando nel 2011 Fabrice viene accolto nella comunità dei Frati Missionari di Gesù e Maria la vita per lui cambia: i primi quattro anni di studio, i primi voti nel 2015, l’annuncio da parte di padre Emmanuel che sarebbe partito con altri due confratelli per l’Italia, destinazione diocesi di Cremona.

Quella stessa comunità da cui Fabrice proviene è da sempre legata a Cicognolo, da quando il suo padre fondatore vi prestò servizio. Qui è stata fondata, proprio per dare continuità all’amicizia coltivata negli anni con padre Emmanuel, l’onlus “Amici di Don Emanuele”, che ogni anno sostiene i diversi progetti portati avanti dai padri togolesi: un centro di formazione professionale per apprendere competenze meccaniche, idrauliche e di lavorazione dei metalli e del legno; un centro sanitario; un centro agricolo; un centro di accoglienza per bambini orfani. Ogni anno parte da Cicognolo un container ben stipato pieno di generi di prima necessità oltre che di materiali che possono migliorare la logistica dei centri professionali. Per questo ai presenti è stato sollecitato un aiuto, non solo necessariamente economico ma anche di partecipazione al viaggio poiché, per usare le parole di don Ottorino Baronio, parroco a Vicomoscano, “qui ci sono esperienze di vita e l’offerta va bene ma bisogna mettere al centro l’incontro con le persone”.

Il percorso per Fabrice è ancora lungo e probabilmente presenterà molte scelte. L’augurio è quello di vivere sempre con la stessa passione con cui in una sera qualunque ha raccontato il suo passato e ha gettato uno sguardo al futuro.