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«I cristiani di Viadana siano dono di luce, speranza, solidarietà»

Si è chiusa domenica mattina, con la celebrazione della Messa solenne nella chiesa di Castello, la visita pastorale del Vescovo alle comunità di Viadana e Buzzoletto. «Sono stati – ha assicurato monsignor Napolioni al momento dei saluti – tre giorni di incontri, fraternità, preghiera e accesso alle fonti della speranza. Giorni delicati e intensi, in cui siamo andati all’essenziale. E in cui ci siamo anche divertiti».


«Ora – ha notato nell’occasione il parroco don Antonio Censori – riceveremo una lettera di consegne, di cui dovremo fare tesoro». Un’indicazione di massima è già stata data: «Sta per iniziare – ha notato infatti il vescovo – l’anno incentrato sull’esortazione apostolica “Amoris laetitia”, che ci invita a mettere le famiglie al centro».
La visita era iniziata venerdì, con una giornata interamente dedicata alle situazioni di sofferenza e solitudine: in mattinata la visita e la benedizione alla casa di riposo Grassi e ad alcuni cittadini infermi con le loro famiglie; al pomeriggio, al cimitero, una preghiera solenne in ricordo di tutti i morti di Covid, alla presenza delle autorità civili e militari cittadine.

Il tema della pandemia è più volte riemerso: Viadana, infatti, è stata colpita con particolare virulenza. In un anno si sono contati oltre 1600 contagi (su circa 20mila residenti nel Comune) e almeno settanta vittime. Solo nell’istituto geriatrico Grassi, che occupa 99 posti letto, nel corso del 2020 si sono contati 34 ospiti positivi al Covid, dodici dei quali purtroppo non ce l’hanno fatta. Un anno difficile, dunque; ma, come hanno ribadito proprio gli amministratori e operatori della Rsa, si è sempre cercato di salvaguardare la qualità della vita, garantendo agli ospiti stimoli, gratificazioni e motivazioni. Segni di speranza, questi come altri, sui quali il Vescovo ha posto l’accento nella sua riflessione conclusiva.

Nel corso della visita, monsignor Napolioni ha avuto modo di incontrare tra gli altri i consigli parrocchiali, i volontari Caritas, il gruppo famiglie, la comunità Scout, i catechisti e collaboratori, i ragazzi del sesto anno.

Al sindaco Nicola Cavatorta è spettato il compito di fornire un inquadramento storico e sociale. Il primo cittadino, in particolare, ha sottolineato come le chiese cittadine costituiscano, nell’insieme, una vera e propria pinacoteca di arte sacra; come i pellegrinaggi e i commerci snodatisi anticamente lungo il Po abbiano arricchito il tessuto sociale e culturale locale; come un tempo fossero presenti in città quattro ordini religiosi, quattro collegi e numerose confraternite; e come questa lunga tradizione prosegua anche oggi attraverso realtà al passo dei tempi come i gruppi Caritas e Scout.

Alla celebrazione di chiusura, oltre a numerosi fedeli erano presenti lo stesso Cavatorta, i comandanti della Compagnia Carabinieri Gabriele Schiaffini e della stazione cittadina Maresciallo Burroni e la comandante della Polizia locale Doriana Rossi.

Nella sua omelia, il vescovo ha riflettuto sul tema delle tenebre e della luce, tracciando diversi parallelismi anche con la complessa situazione legata alla pandemia. «Stiamo vivendo – ha affermato il vescovo – un tramonto sanitario, ma anche culturale e spirituale. C’è tanto pessimismo, ma non è giusto: l’importante è che il risveglio venga preparato riconoscendo Gesù presente. La rrisurrezione inaugura l’era dei viventi: da credenti in Cristo, in questa Quaresima andiamo incontro alla notte con speranza. In questi tre giorni abbiamo riconosciuto le tracce di Dio vivente; e ci stiamo chiedendo, attraverso la curiosità dei bimbi, l’amore delle giovani coppie, le aspirazioni dei giovani e tanti altri segni di speranza, dove Dio ci stia portando».

Da qui, una prima indicazione alla comunità: «Osiamo venire alla luce gli uni per gli altri, al di là dei pregiudizi, dando credito al prossimo. I cristiani di Viadana siano dono: portino il contagio benefico della luce, della speranza, della solidarietà. Sappiano essere famiglia di famiglie in cammino. Rendano palpabile il passaggio di Gesù».




Visita pastorale, il vescovo da venerdì nel Viadanese

È in programma da venerdì 12 a domenica 14 marzo, la visita pastorale del vescovo Antonio Napolioni a Viadana-Buzzoletto, nel Mantovano. La precedente visita pastorale risale al 2007 (vescovo Dante Lafranconi). Tema della tregiorni sarà: “La parrocchia comunità educante: famiglia di famiglie”.

«Cercheremo di capire insieme e riceveremo indicazioni – anticipa il parroco don Antonio Censori – su come le famiglie e i nostri impegni pastorali possano sempre più contribuire alla costruzione di una vera comunità».

Nel tema generale dell’appuntamento si inserirà anche l’avvio di un progetto di cooperazione con le istituzioni locali, finalizzato alla costituzione di un gruppo di volontari e responsabili disposti a seguire e affiancare le famiglie in difficoltà del territorio.

Viadana e Buzzoletto, che contano assieme oltre 11.500 abitanti, costituiscono una delle unità pastorali più popolose del territorio diocesano. Con don Censori, la cura è affidata anche al vicario don Luca Bosio, ai collaboratori don Francesco Ferrari e don Andrea Paroli e al parroco emerito mons. Floriano Danini. La visita del vescovo fornirà naturalmente l’occasione per fare il punto sul cammino unitario, iniziato nell’agosto 2014 e ormai sempre più decisamente avviato verso una effettiva integrazione delle cinque parrocchie (Ss. Maria Assunta e Cristoforo, S. Maria Annunciata, Ss. Martino e Nicola e S. Pietro Apostolo nel capoluogo, Spirito Santo nella frazione di Buzzoletto).

Nutrito il programma degli appuntamenti. Al suo arrivo a Viadana, venerdì mattina, mons. Napolioni andrà subito a visitare alcuni malati. Al pomeriggio alle 15, al cimitero, preghiera solenne in ricordo di tutti i morti di Covid. Interverranno le autorità civili e militari, per un momento che sarà sicuramente molto sentito: Viadana sta infatti pagando un altissimo tributo all’emergenza sanitaria, con oltre 1500 contagi e almeno 70 vittime da inizio pandemia (in realtà molte di più, anche se tante non entreranno nelle statistiche ufficiali). Alle 16 confronto con le suore operative in città: le Figlie dell’oratorio e le Figlie della Madonna del Divino Amore. Alle 18 la messa in San Pietro, con adorazione eucaristica. Alle 20.45 incontro di ascolto della Parola, in videoconferenza sulla piattaforma Zoom.

Sabato 13: alle 9 nella chiesa di Castello, il vescovo incontrerà la comunità Scout e i ragazzi; alle 10.30 saluto ai volontari Caritas presso la “Casa dei talenti”; alle 10.45, ancora in Castello, incontro con i consigli parrocchiali pastorale e affari economici; alle 15.30 in S. Pietro incontro con catechisti e collaboratori, e a seguire coi ragazzi del sesto anno; alle 18 la messa prefestiva sempre in S. Pietro; alle 20.45 videoconferenza Zoom col gruppo famiglia “Crescere insieme” e coi genitori delle cinque parrocchie.

Conclusione domenica 14 marzo: alle 9 il vescovo presiederà la celebrazione festiva in S. Martino; alle 11 in Castello la Santa Messa di chiusura (con trasmissione in diretta tv su Cremona1, canale 80 del digitale terrestre, oltre che sui canali web diocesani).




A San Matteo delle Chiaviche la grotta di Betlemme segno d’unità tra le case

San Matteo delle Chiaviche diventa il paese dei presepi. La parrocchia ha predisposto numerose statuette di Gesù, Maria e Giuseppe; e in pochi giorni una cinquantina di famiglie del posto hanno aderito con entusiasmo alla loro distribuzione. Della preparazione degli stampi in gesso – bianchi, dell’altezza di circa 50 centimetri l’uno – si è incaricato il pensionato Dino Boni, mentre i parrocchiani hanno provveduto al tocco finale di colore e all’allestimento dei presepi lungo le vie, nei giardini e nei cortili delle abitazioni, sotto i portici e i porticati del paese. La consegna è stata completamente gratuita, anche se molti hanno lasciato un’offerta alla parrocchia per la copertura delle spese.

L’iniziativa era stata preceduta l’anno scorso dal recapito, casa per casa, di una lettera firmata niente meno che Papa Francesco: «Era un invito – ricorda il parroco don Angelo Maffioletti – a riscoprire il presepe: rappresentare la nascita di Gesù equivale infatti a un atto di evangelizzazione compiuto con semplicità e gioia». «Il presepe – scriveva il pontefice – suscita stupore e commuove perché manifesta la tenerezza di Dio, che si abbassa alla nostra piccolezza. Si fa povero, invitandoci a seguirlo sulla via dell’umiltà per incontrarlo e servirlo con misericordia nei fratelli e nelle sorelle più bisognosi».

Ogni anno la comunità di San Matteo allestiva un grande presepe vivente con una cinquantina di persone, in un cortile antico, che si concludeva con l’arrivo dei Magi davanti alla chiesa. «Quest’anno non potendolo fare – afferma don don Maffioletti – abbiamo voluto comunque dare un segno di vicinanza alla nostra gente. E la risposta è stata grande: oltre cinquanta famiglie hanno ricevuto la Sacra Famiglia in gesso, le maestre della scuola locale e il Comune le hanno richieste. Noi le abbiamo consegnate bianche perché ciascuno con la propria fantasia potesse completarle. Tanti genitori hanno coinvolto i figli, facendolo diventare un autentico momento di catechesi proprio come auspicato dal Papa».




A Viadana il conferimento dei sacramenti alla catecumena Viktoriya

Il vescovo Antonio Napolioni ha conferito i sacramenti dell’iniziazione cristiana (battesimo, prima comunione e confermazione) alla catecumena adulta Viktoriya Shevchenko. La liturgia si è svolta mercoledì 7 ottobre, nella chiesa di Castello, alla presenza dell’incaricato diocesano per il Catecumenato don Antonio Facchinetti, del parroco don Antonio Censori e del collaboratore parrocchiale don Francesco Ferrari, che ha seguito il percorso formativo della giovane donna. Viktoriya era affiancata dal marito Cosimo Marinò e dai padrini, i coniugi viadanesi Adelmo Carpi e Carolina Cavalli.

Originaria di Kramatorsk (Ucraina), Viktoriya – oggi 25enne – è a Viadana da dieci anni. Era arrivata per ricongiungersi alla madre, già da qualche tempo trasferitasi per motivi lavorativi. Appassionata di meccanica sin da bambina, ha conseguito il diploma da “Operatore alla riparazione veicoli a motore e sistemi del veicolo” presso il centro di formazione professionale Ial; quindi ha lavorato come aiuto cuoco in un ristorante della zona. Nel luglio 2019 si è sposata nella chiesa viadanese di San Martino e oggi è mamma a tempo pieno della piccola Arianna, quattro mesi di vita.

Viktorya non era battezzata: «La mamma aveva deciso così, per lasciarci liberi di scegliere quando saremmo stati grandi racconta -. Ma quello di battezzarmi, e di sposarmi in chiesa, era un mio grande desiderio». E così, due anni fa, è iniziato un cammino di conoscenza della fede cattolica e di preparazione ai sacramenti, seguito da don Ferrari sotto il coordinamento di don Facchinetti.

Essendo il percorso ben avviato, e avendo lei manifestato l’intenzione di battezzarsi, le nozze si sono potute celebrare in chiesa.

Mercoledì, comprensibilmente emozionata, la giovane ha professato per la prima volta davanti a tutti la sua fede, impegnandosi a lasciarsi guidare da essa nelle scelte della vita.

Viktoriya, come ha sottolineato monsignor Napolioni durante la celebrazione, avrebbe dovuto ricevere i sacramenti già durante la veglia pasquale, ma l’emergenza sanitaria ha imposto il rinvio. Essendo mercoledì il vescovo a Viadana per la previsita pastorale, si è approfittato dell’occasione per l’amministrazione dei sacramenti.

«I catecumeni adulti – spiega don Facchinetti – prendono parte a un cammino “robusto” di formazione, caratterizzato da diversi colloqui volti a comprendere le loro motivazioni, nella speranza che diventino cristiani convinti, magari capaci di assumersi qualche impegno nella comunità. L’ultimo di questi colloqui, in occasione della festività di Cristo Re, è gestito direttamente dal vescovo. Come nel caso di Viktoriya, il battesimo “sana in radice” alcune situazioni, come il matrimonio celebrato prima».

I catecumeni in diocesi sono al momento 5-7 per anno. Non solo extracomunitari (Africa, Est europeo), ma anche italiani.

 

Catecumenato/1, a Casalmaggiore l’iniziazione cristiana di Pietro

Catecumenato/2. A Bosco ex Parmigiano il battesimo di Sofje




A Viadana inaugurata la nuova sede del Centro di consulenza familiare Ucipem

È stata inaugura nel tardo pomeriggio di martedì 22 settembre, alla presenza del vescovo Antonio Napolioni, la nuova sede del Centro di consulenza familiare Ucipem di Viadana. L’ingresso è sempre da via Garibaldi 52, ma i nuovi studi sono stati allestiti al piano superiore, nel vecchio appartamento del custode di Palazzo Benozzi (ex storico convitto cittadino).

Il progetto ha visto la collaborazione della Parrocchia viadanese, che ha messo a disposizione gli spazi, del Seminario diocesano, che ha assegnato i mobili in comodato, e degli stessi operatori del Ccf (psichiatri, psicologi, assistenti sociali, consulente familiare), che si sono rimboccati le maniche per i lavori di pulizia, tinteggiatura e trasloco.

La nuova sede promette di migliorare sensibilmente la funzionalità del Centro, in quanto garantisce ambienti più ampi e luminosi (anche per riunioni, per attività residenziali aggiuntive, per l’attesa, per l’accoglienza di bambini) oltre a maggior privacy.

Al taglio del nastro sono intervenuti tra gli altri il direttore don Angelo Maffioletti e il parroco di Viadana don Antonio Censori. Nel salutare i presenti, mons. Napolioni (che tra l’altro è coordinatore della pastorale famigliare lombarda) ha ricordato il lavoro pastorale avviato dal suo predecessore, il vescovo emerito Dante Lafranconi, e ha riflettuto sulla centralità della famiglia nell’esperienza di vita umana e religiosa: «Tutti noi – ha sottolineato – siamo stati plasmati da una famiglia; e leggere la Sacra Scrittura è come sfogliare l’album di famiglia, rileggere il nostro rapporto col Padre». Il presule ha poi invitato gli operatori della struttura a porre sempre l’ascolto come parola-guida del loro lavoro.

Dopo la benedizione e la visita ai locali in piccoli gruppi, Giovanni Guerreschi ha eseguito in concerto per piano e voce “La buona novella” di Fabrizio De André.

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A San Matteo delle Chiaviche concluso il restauro del grande affresco dell’abside ispirato dal pensiero di don Mazzolari

Sono terminati nei giorni scorsi i lavori di restauro del grande affresco dell’abside della chiesa parrocchiale di San Matteo delle Chiaviche. L’intervento, avviato a luglio e affidato al restauratore Marco Sanguanini, si era reso necessario per eliminare i danni provocati dalle infiltrazioni di umidità. L’opera è stata finanziata da sei famiglie benefattrici del paese.

La chiesa di San Matteo ha celebrato pochi anni fa il centenario della ricostruzione: venne edificata infatti nel 1916. L’affresco dell’abside fu realizzato nel 1942 dall’artista di Rivarolo del Re Palmiro Vezzoni (1908-1997). Il dipinto fu con ogni probabilità direttamente ispirato dal pensiero di don Primo Mazzolari, con cui l’allora parroco don Adelmo Gozzi (ritratto tra i personaggi dell’affresco) coltivava rapporti di stima e amicizia. Si tratta di un’opera coraggiosa per l’epoca (piena era fascista), in considerazione delle tematiche sociali e della religiosità accogliente e concreta che la permeano. Lo stesso don Mazzolari era stato all’epoca invitato per presentare il dipinto ai parrocchiani e offrire le sue riflessioni.

L’affresco ritrae Cristo Redentore (con i piedi a terra e non sospesi, contrariamente alla tradizione, forse a significare la vicinanza di Dio all’umanità), circondato dalla Madonna, dal santo patrono e da un gruppo di popolani – lavoratori, provati ma dignitosi; un reduce di guerra; vecchi e bambini; un rappresentante del governo dallo sguardo freddo e distante – davanti al panorama degli impianti idrovori del consorzio di bonifica (le imponenti costruzioni, candidate come patrimonio dell’umanità Unesco, che ancora oggi caratterizzano il panorama rurale di San Matteo).

L’affresco rinnovato è stato inaugurato ufficialmente lunedì 21 settembre, festa patronale, in occasione della celebrazione eucaristica presieduta dal parroco don Angelo Maffioletti. Nei giorni precedenti si era svolta la festa dell’oratorio: sabato serata musicale con dj Mattia; domenica la Messa solenne, la benedizione del paese alla presenza di una delegazione dei pompieri, lo spettacolo teatrale offerto dalla sezione Avis (“Un sogno nel castello”: allegorie e buffi personaggi, di e con Max Fenaroli e Marcello Nicoli della compagnia Teatrodaccapo), la tombolata e la cena in amicizia.

Venerdì 30 ottobre, alle 18.30, il vescovo Antonio Napolioni sarà a San Matteo per la cerimonia di dedicazione dell’altare. «L’altare originale in marmo – spiega don Maffioletti – era stato rimosso nel primo post-concilio, e collocato al cimitero. Ora però l’abbiamo recuperato, nell’ambito del più ampio progetto di riqualificazione del presbiterio». La struttura è stata completamente rifatta nella parte in muratura, a cura della ditta Poli (architetti in Verona). Gli stessi Poli hanno disegnato le nuove vetrate, ispirate al tema della creazione con elementi in grado di dialogare con la liturgia (il sole simbolo di Cristo, e la luna che, come Maria e la Chiesa, ne riflette la luce).




A Viadana inaugurato il nuovo plesso scolastico all’ex Villaggio del Ragazzo

È stato inaugurato lunedì 14 settembre a Viadana, in concomitanza con l’inizio dell’anno scolastico, il nuovo plesso scolastico all’ex Villaggio del Ragazzo. L’opera è stata realizzata dalla Fondazione omonima: un investimento da 800mila euro, cui hanno contribuito le Fondazioni Cariplo e Comunità Mantovana con un bonifico da 100mila euro.

La struttura, assegnata in convenzione al Comune, è stata destinata all’istituto comprensivo di via Vanoni. Qui, in un nucleo chiuso e protetto, hanno trovato posto le cinque classi prime elementari (di cui due a tempo pieno per un progetto sperimentale su scienza e tecnologia).

Al taglio del nastro sono intervenuti i componenti del direttivo della Fondazione Villaggio del Ragazzo: il parroco don Antonio Censori, il presidente Augusto Chizzini (di nomina prefettizia), Alessandro Amadasi (scelto dalla Diocesi), Pietrangelo Gozzi (rappresentante del Comune) e Rossella Bacchi (in rappresentanza dell’Ufficio scolastico provinciale). Erano presenti inoltre il sindaco Alessandro Cavallari con l’assessore all’istruzione Ilaria Zucchini e il dirigente scolastico Simone Madonna.

Il Villaggio era nato nel secondo dopoguerra, grazie a un lascito della famiglia Dall’Argine, con l’obiettivo di provvedere all’accoglienza e formazione della gioventù. Ne facevano parte gli spazi ora occupati dall’istituto tecnico-professionale Sanfelice, una chiesetta (oggi a volte utilizzata per le celebrazioni cristiane di rito orientale), il palazzo gentilizio e il chiostro, nella cui ala nord è stato ricavato il nuovo plesso scolastico. La struttura mette a disposizione della comunità sei aule, la sala insegnanti, gli spazi comuni (tra cui una scalinata-auditorium) e un ampio cortile.

«È forse un segno della provvidenza – ha detto Chizzini in occasione dell’inaugurazione – che, proprio nei giorni del centenario della nascita di don Agostino Alberti (l’indimenticato direttore e anima del Villaggio), la Fondazione sia in grado di restituire alla collettività una parte significativa di questo grande complesso edilizio». Altro segno della provvidenza: gli spazi aggiuntivi permetteranno al comprensivo Vanoni di mettere in atto le misure di distanziamento sociale imposte dall’emergenza sanitaria in corso.

Grazie all’affitto versato dal Comune, la Fondazione potrà inoltre contare nei prossimi anni su risorse che potrebbero dare il via al recupero pure dell’ala sud del chiostro.

Chizzini ha ringraziato le Fondazioni per il contributo concesso e il Comune per avere creduto nel progetto. «Un ringraziamento anche al Gal, che ci ha assegnato 25mila euro per la dotazione informatica delle aule».

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Viadana, sette proposte per la custodia del Creato

La comunità “Laudato si’” di Viadana ha messo a punto un ciclo di sette incontri: sette “proposte per la custodia del Creato”.

Il calendario. Venerdì 4 settembre, alle 21, presso il centro servizi di Bellaguarda, il medico Gianni Tognoni (epidemiologo, rianimatore e presidente del comitato etico dell’università Milano Bicocca) interviene sul tema “Coronavirus e diritti umani. Per una ecologia integrale sanitaria”.

Il 17 settembre, presso la sala polivalente della cooperativa sociale Palm W&P di Buzzoletto, il ricercatore Giorgio Vacchiano riflette su “La resilienza del bosco. Racconti di foreste che cambiano il pianeta”.

Il 25 settembre, ancora in Palm, Johnny Dotti (imprenditore sociale, pedagogista e docente dell’università Cattolica di Milano) approfondisce il tema “Non c’è società senza comunità”.

Il 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi e Giornata per la custodia del Creato, l’appuntamento sarà alle 16 presso la cascina Corte Campo Chiesa di Marcaria (località dell’area Oglio-Po in diocesi di Mantova): l’esponente della “Laudato si’” viadanese don Paolo Tonghini guiderà un momento di riflessione e celebrazione sul tema “Vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà. Per nuovi stili di vita”.

Il 9 ottobre sarà a Bellaguarda il medico chirurgo Federico Balestreri per presentare gli effetti sulla salute della rete tecnologica 5G.

I successivi incontri di ottobre si terranno alle 20. Ospite speciale, Cinzia Scaffidi (docente dell’università di Scienze gastronomiche di Pollenzo): venerdì 16, nel Torrazzo di Commessaggio, la ricercatrice rifletterà sul tema “Il cibo disegna i territori, le comunità li colorano. La cura delle relazioni al centro dell’idea di futuro”.

Sabato 17, a Buzzoletto, si parlerà invece di “Homo Sapiens e Apis Mellifera. Una lunga storia di dedizione e ingratitudine”.

La comunità “Laudato si’” organizza inoltre un concorso fotografico sul tema “Obiettivo terra”, per analizzare il rapporto che lega l’uomo d’oggi al suo habitat. Le fotografie – in formato .jpg e corredate da una didascalia di 170 battute – dovranno essere inviate entro il 19 settembre all’indirizzo glurosa@katamail.com (cui possono essere richiesti il bando di concorso e la scheda di iscrizione). Trenta opere saranno selezionate ed esposte alla Festa del Creato del 4 ottobre. Per i migliori scatti, in palio prodotti biologici del Distretto agricolo casalasco-viadanese.

Il programma delle iniziative è stato messo a punto in collaborazione con un pool di associazioni del territorio. Agli incontri sono invitati i rappresentanti delle varie religioni insediate sul territorio.




Non solo whatsapp: a Viadana riparte l’oratorio

Dopo mesi di lontananza, i ragazzi delle scuole superiori sono tornati a frequentare l’oratorio, per molti abituale luogo di ritrovo prima dell’emergenza sanitaria. Sinora si sono svolti tre incontri serali, cui hanno preso parte oltre cinquanta giovanissimi; ma c’è tutta l’intenzione di promuovere ulteriori appuntamenti.

Gli oratori cittadini sono chiusi ormai da tempo, nel rispetto delle misure di prevenzione sanitaria. Da subito, per mantenere i contatti in particolare col gruppo del lunedì sera (catechesi adolescenti), gli educatori avevano istituito un gruppo whatsapp, utilizzato per la condivisione di riflessioni, materiali utili e contributi video. Sulla falsariga della didattica a distanza, si erano svolti inoltre alcuni incontri in videoconferenza, soprattutto allo scopo di tenere vivi i legami.

Ciò che però mancava era il contatto personale, oltre alla possibilità di fare un minimo di attività fisica; e così, quando il lockdown si è allentato e le autorità hanno consentito la ripresa della pratica sportiva, la parrocchia ha messo a punto un progetto di riapertura dell’oratorio.

Gli incontri si sono svolti al centro giovanile di San Pietro, nel rispetto delle indicazioni di Ats Valpadana: compilazione dei moduli (anche a cura dei genitori) e tenuta del registro presenze, triage all’ingresso con misurazione della temperatura corporea, utilizzo della mascherina, distanziamento sociale. Tra le attività proposte: musica, gioco e chiacchiere libere (di cui si sentiva una gran mancanza dopo mesi di ridotte frequentazioni sociali), tornei di basket e pallavolo, preghiera. E’ stato inoltre avviato un lavoro di riflessione e programmazione sull’oratorio che verrà, in quanto appare evidente che le attività e le modalità di apertura del centro giovanile dovranno essere ora completamente reinventate.

Agli incontri hanno preso parte il vicario don Luca Bosio, il collaboratore parrocchiale don Andrea Paroli e cinque catechisti tra adulti lavoratori e giovani universitari.

Alcuni dei ragazzi si sono nel frattempo resi disponibili anche come animatori dei bambini, in affiancamento agli educatori adulti nelle tre settimane del gruppo estivo Summerlife.




A Viadana la Caritas parrocchiale in prima linea per il sostegno alle famiglie in difficoltà

Durante il periodo più critico della pandemia, negli scorsi mesi di marzo e aprile, la Caritas viadanese ha assistito complessivamente 232 famiglie, in media di quattro componenti ciascuna: quasi 120 famiglie al mese, una trentina delle quali completamente sconosciute prima dell’emergenza sanitaria. Lavoratori che hanno perso ogni fonte di reddito a causa della sospensione del lavoro: oltre cento cittadini che da un momento all’altro si sono trovati in grave difficoltà.

«Molti – nota la coordinatrice Annamaria Margini – si facevano avanti direttamente col parroco o coi volontari, altri venivano segnalati da vicini e conoscenti. Abbiamo assistito a scene di vera e propria disperazione». A tutti la Caritas ha consegnato un pacco di generi alimentari al mese, oltre a prodotti per l’igiene e per la casa e altri beni in caso di particolari esigenze.

Si sarebbe voluto dare di più, ma non era possibile: «È mancato – si rammarica la Margini – quello che riteniamo l’aspetto qualificante del nostro servizio: la possibilità di dedicare tempo alle persone per ascoltarle, per sentire come andava, per abbracciarsi quando non c’erano risposte». Un effetto, ovviamente, delle regole di distanziamento sociale.

A causa della pandemia, la sede Caritas presso la Casa dei talenti era stata chiusa al pubblico a fine febbraio. «Nonostante l’età non più giovane (il grosso del gruppo è costituito da ultra 60enni; ndr), siamo comunque riusciti a restare operativi. L’abbiamo fatto per servire le persone, in silenzio, nello spirito Caritas». I volontari si sono impegnati soprattutto a raccogliere le richieste e a preparare pacchi e indirizzari, per poi consegnarli alla protezione civile Oglio-Po per il recapito.

In quei mesi non è stato possibile raccogliere prodotti alimentari grazie alle donazioni dei fedeli nelle chiese, essendo le messe sospese. «Abbiamo dato fondo alle nostre riserve. Ma dobbiamo pure ringraziare i tanti cittadini che ci hanno fatto offerte attraverso il conto corrente, o gli esercizi commerciali e le aziende agricole che hanno donato le eccedenze. Non è mai mancato chi chiedesse di cosa avevamo bisogno. Una rete di solidarietà commovente. Un grazie va dato anche al parroco don Antonio Censori, che ha coordinato richieste e disponibilità».

A fine maggio la Casa dei talenti è stata riaperta al pubblico: ora si riceve su appuntamento, per evitare assembramenti e favorire il rispetto delle distanze. È sospesa però l’attività di raccolta abiti usati: ne sono arrivati troppi e non c’è più spazio dove stoccarli.