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I due di Emmaus in scena il 28 aprile a San Matteo delle Chiaviche

Lo spettacolo teatrale “I due di Emmaus. Un incontro eccezionale” sarà rappresentato domenica 28 aprile, alle ore 21, nella chiesa parrocchiale di San Matteo delle Chiaviche. In scena Giampiero Bartolini e Andrea Maria Carabelli della Compagnia Bella. Il testo è di Giampiero Pizzol e Otello Cenci (anche regista). Racconta, in modo a tratti comico e a tratti commovente, ciò su cui il Vangelo non si sofferma: come cambiò la vita dei due viandanti di Emmaus, Simone e Cleofa nella finzione teatrale, dopo avere visto e riconosciuto il Cristo risorto.

Le domande dei due personaggi sono le nostre domande: quelle di chi fatica a seguire Gesù e magari sbaglia spesso, ma ciò nonostante non cessa di stupirsi davanti all’Amore

Lo spettacolo gira l’Italia dall’agosto 2017, sempre con grande successo di pubblico e di critica.

La serata di San Matteo è promossa dalla parrocchia in collaborazione con la fondazione culturale “Ponchiroli” di Viadana.

Con lo spettacolo del 28, si chiude l’esposizione nella chiesa parrocchiale del maestoso “Resurgit”, il dipinto-meditazione sul mistero della Resurrezione realizzato dall’Accademia Santa Giulia di Brescia.




Torna a splendere la chiesa di Pomponesco

I ponteggi sono stati rimossi nei giorni scorsi: la chiesa arcipretale di Pomponesco è finalmente tornata a mostrare l’aspetto e la bellezza originari, dopo ben diciassette anni di lavori di restauro. L’apparato decorativo interno – gli affreschi della cupola e delle vele della volta, i soffitti a cassettoni, le tinteggiature, la cassa dell’organo – sono stati completamente recuperati, a cura della ditta Tisato Massimo di Verona. Sistemati anche coro, altari e suppellettili.

Il restauro conservativo era stato avviato nel 2002 dal compianto don Romano Gardini: un lavoro imponente, portato avanti poi da altri due parroci e completato dall’attuale, don Davide Barili. Da anni, i fedeli convivevano con la presenza dei ponteggi in chiesa. L’opera è proseguita a lotti, ed è stata sostenuta economicamente da diverse famiglie e aziende (che hanno sponsorizzato il recupero di singole cappelle o altre porzioni di lavori). Dal punto di vista tecnico, l’intervento di restauro non è stato semplice: gli strati superficiali della pellicola pittorica erano infatti generalmente decoesi e presentavano numerosi sollevamenti, a causa dei fumi di candela, delle muffe e delle infiltrazioni di acqua piovana, oltre che per gli effetti del vecchio impianto di riscaldamento a gasolio e di un incendio del coro. Ogni superficie, a seconda della particolare composizione e problematica, è stata pulita con le idonee metodologie, individuate a seguito di appositi saggi di pulitura. Gli operatori, sempre in accordo con la Sovrintendenza, hanno provveduto inoltre a ritoccare le lacune e al riposizionamento degli stucchi mancanti.

Nel 2012 era stato necessario provvedere pure a lavori di messa in sicurezza e consolidamento strutturale, conseguenti ai danni provocati dal terremoto.

Nel complesso, il costo complessivo dei restauri supererà i 300mila euro, finanziati da offerte, mutui, contributi a fondo perduto e devoluzioni del 5 per mille Irpef.

La fondazione della chiesa di Santa Felicita e dei Santi Sette Fratelli Martiri risale al 1339. L’assetto odierno si deve a restauri ottocenteschi, mentre la facciata prospiciente la piazza del paese è del 1921.




“Che cos’è l’amor?”, a Viadana un ciclo di incontri e dialoghi su affettività e sessualità

Gli oratori di Viadana promuovono “Che cos’è l’amor?”, un ciclo di incontri e dialoghi su affettività e sessualità. L’iniziativa, rivolta in particolare ai ragazzi delle scuole superiori, vedrà come relatore Giuseppe Spimpolo, docente di religione ed educatore dell’Istituto per l’educazione alla sessualità e fertilità della diocesi di Verona.

Il programma dell’iniziativa: lunedì 29 aprile, serata di presentazione per i genitori; lunedì 6 maggio, incontro sul tema “Però, che differenza! Bellezza e potenza della differenza sessuale”; lunedì 12 “La castità non è castrazione, ossia la valorizzazione del maschile e del femminile”; lunedì 20 “Guardare ma non toccare! La pornografia, mortificazione della persona umana”. Appuntamento alle ore 21 all’oratorio di San Pietro.

L’obiettivo non è di promuovere nuove crociate contro i “malcostumi” dell’epoca, ma di aprire qualche spiraglio sugli orizzonti simbolici e spirituali della sessualità umana. La decisione di avvalersi di esperti esterni, oltre che il tentativo di coinvolgere i genitori, si inseriscono nel nuovo progetto educativo degli oratori cittadini, avviato con la loro recente unificazione.




“Il lavoro nobilita l’uomo?”: incontro per i giovani a Viadana

“Il lavoro nobilita l’uomo?”: una riflessione sul tema si è svolta venerdì 12 aprile all’oratorio viadanese di San Pietro. All’interrogativo della serata è possibile rispondere affermativamente, secondo il relatore Giuseppe Belluzzi: «La relazione con Gesù ci insegna infatti a “stare dentro” le cose della vita. Esse sono l’occasione per fare ogni giorno il nostro piccolo capolavoro».

L’incontro si inseriva nel ciclo “Chiedimi se sono felice”, promosso da Diocesi, Federazione oratori e Azione Cattolica per proseguire nella zona pastorale V il cammino post-sinodo dei giovani. Sono intervenuti una ventina di universitari e lavoratori del territorio, oltre al vicario di Viadana don Piergiorgio Tizzi.

A raccontare la sua esperienza, un giovane di Casalmaggiore: gli studi al liceo classico e nella facoltà di Lettere, durante i quali Belluzzi ha incontrato la spiritualità di Comunione e Liberazione con la sua visione dell’impegno quotidiano nutrito dalla fede; quindi la laurea e l’assunzione in una importante industria agro-alimentare di Bologna, per la quale opera nei settori marketing e commerciale. «Durante il mio cammino – ha spiegato Belluzzi – ho sempre cercato di capire dove avrei potuto trovare la mia felicità». È stato l’incontro con un sacerdote prof di religione, e con alcuni docenti e impegni universitari, a permettergli di affrontare questo percorso con maturità sino all’inserimento nel mondo del lavoro: «Il lavoro mi rende pieno, o mi ha incastrato? Sono consapevole che la felicità vale più dei soldi? Io penso di avere imparato che il lavoro davvero nobilita l’uomo: purché si abbia uno sguardo, si stia dentro il momento che si è chiamati a vivere, si punti in alto cercando le soluzioni belle, si abbia la consapevolezza che le cose migliori possono ancora arrivare, si voglia veramente servire il prossimo, fosse anche il cliente, e si cerchi sempre di interrogare il Signore per cercare di capire quale potrebbe essere il passo successivo. Nel lavoro l’uomo può davvero crescere, trovare la sua strada, capire cosa dà significato alla sua esistenza».

Il relatore ha offerto ai presenti un paragone incentrato sulla Settimana Santa: «La Passione di Gesù è il paradigma del lavoro: un giorno siamo osannati, quello dopo crocifissi. Ma in mezzo a quelle gioie e a quei dolori c’è il nostro rapporto con la resurrezione e la salvezza».

Stimolante e approfondito il dibattito. I giovani presenti hanno proposto interrogativi e offerto riflessioni personali. Sono emerse alcune obiezioni: «Come può il lavoro nobilitare le persone sfruttate e i nuovi schiavi?». Alcuni hanno sottolineato la dimensione pubblica e comunitaria del lavoro, suggerendo di non trascurare le occasioni di crescita e formazione socio-politica, e magari di approfondire l’impegno nei sindacati e nelle associazioni di categoria.

L’audio dell’intervento

Ultimo incontro, venerdì 10 maggio a Cicognara sul tema “Si impara solo dalla sofferenza”.




A Pomponesco la sacra rappresentazione sulla Passione di Cristo

È andata in scena domenica sera la sacra rappresentazione de “La passione di Cristo”. La manifestazione, organizzata da Pro Loco, Parrocchia e Comune di Pomponesco, è giunta alla 14esima edizione. Nonostante il meteo non particolarmente clemente, il pubblico è stato numeroso e partecipe.

La manifestazione è tornata dopo due anni di pausa, serviti per rilanciare l’entusiasmo, trovare nuove idee e mettere a punto un ricambio generazionale di figuranti e collaboratori: la Passione di Gesù continua evidentemente a commuovere la gente, al punto che in tanti – anche persone non particolarmente praticanti – si erano spesi per il ritorno di questa tradizione.


 

La rappresentazione ha visto scendere in pista oltre settanta figuranti, provenienti anche dai paesi limitrofi. La regia è stata curata dal 25enne Fabio Zanoni, cresciuto nello staff dapprima come comparsa e attore. A dargli una mano, Diana Grazzi. Il ruolo di Gesù Cristo è stato affidato a Weiner Dalai. In scena pure il parroco don Davide Barilli nelle vesti di Giuseppe d’Arimatea e il sindaco Pino Baruffaldi in quelle di Giuda. Il lavoro è stato coordinato da Francesco Brozzi (presidente Pro Loco). Tecnici luci e suono, Andrea Margini e Alessandro Tortella.

La manifestazione si è aperta sull’argine e si è svolta in modo itinerante tra le diverse stazioni allestite in piazza XXIII Aprile. Ogni stazione è stata accompagnata dalla lettura di testi spirituali e meditativi. Dopo la crocifissione e la deposizione, il Cristo morto è stato portato nella chiesa parrocchiale: qui la simbolica chiusura del portone per segnare la fine della rappresentazione.




Domenica sera a Pomponesco “torna” la sacra rappresentazione de “La passione di Cristo”

Torna a Pomponesco la sacra rappresentazione de “La passione di Cristo”. Appuntamento domenica 14 aprile alle 20.30 in piazza XXIII Aprile. La manifestazione – che giunge alla 14esima edizione – torna dopo due anni di assenza, serviti per rilanciare l’entusiasmo e anche per un rinnovo generazionale dei volontari. L’organizzazione è a cura di Pro Loco, Parrocchia e Comune.

Rispetto al passato, l’evento si terrà non più la sera del Venerdì Santo, ma la Domenica delle Palme. «In questo modo – spiega il parroco don Davide Barilli – potremo vivere i riti della Settimana Santa ponendo maggiormente l’accento sui loro contenuti celebrativi e comunitari, senza far prevalere quelli spettacolari ed esteriori». La sera del 19 aprile si terrà comunque la tradizionale processione del Venerdì Santo lungo le Fosse, in modo più raccolto e concentrato sul mistero liturgico. Spostando la sacra rappresentazione alle Palme, sarà possibile inoltre aggiungere alcune stazioni, come l’ingresso di Gesù a Gerusalemme in groppa all’asinello e l’ultima cena con la lavanda dei piedi.

La manifestazione si aprirà e chiuderà sull’argine. Dopo la crocifissione e la deposizione, il Cristo morto verrà portato nella chiesa parrocchiale: la chiusura del portone segnerà la fine della rappresentazione. Ogni stazione sarà accompagnata dalla lettura di testi spirituali e meditativi.

La serata sarà coordinata da Francesco Brozzi (presidente Pro Loco). Alla Passione prenderanno parte oltre settanta figuranti, provenienti anche dai paesi limitrofi. La regia sarà a cura del 25enne Fabio Zanoni, cresciuto nello staff dapprima come comparsa e attore, affiancato da Diana Grazzi. Il ruolo di Gesù Cristo sarà interpretato da Weiner Dalai. In scena anche don Davide nelle vesti di Giuseppe d’Arimatea e il sindaco Pino Baruffaldi in quelle di Giuda.

«Sono contento – sottolinea il parroco – per il ritorno di questa bella tradizione. La Via Crucis fa parte della cultura di un popolo: la fede religiosa è il lievito che si innesta nella pasta della vita comunitaria. Riprendere la rappresentazione era un’esigenza, sentita anche da persone non particolarmente praticanti: segno che la Passione di Gesù continua a commuovere e far riflettere la gente».




A San Matteo delle Chiaviche esposto il Resurgit

Dal 14 al 28 aprile nella chiesa di S. Matteo delle Chiaviche sarà esposto il “Resurgit” (“Risorge”) realizzato dai giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti di Brescia SantaGiulia. Si tratta di un dipinto di notevoli dimensioni (per il montaggio sono stati coinvolti i pompieri, ndr) e suggestivo realismo: il racconto di un itinerario spirituale di rivelazione, che il parroco don Angelo Maffioletti desidera proporre ai fedeli come ulteriore occasione di riflessione sul mistero pasquale.

Nella serata di domenica 14 aprile (alle 21) l’inaugurazione ufficiale con il concerto-meditazione “Stabat Mater”, basato su testi di Charles Peguy. Si esibiranno i fratelli Elena e Giovanni Guerreschi (soprano e organista). La mostra si chiuderà domenica 28 aprile, sempre alle ore 21con lo spettacolo teatrale “I due di Emmaus. Un incontro eccezionale”.

L’opera in esposizione, eseguita con conté carré sanguigna su carta da spolvero, si focalizza su un pannello centrale (200×500 centimetri) raffigurante il Cristo Risorto, sotto il quale, attorno al sepolcro vuoto, stanno quattro figure femminili. I due pannelli laterali, ciascuno di sei metri per tre, ritraggono invece una processione di giovani verso il Risorto: un movimento che intende ricordare come l’uomo sia un essere che “pro-cede”, fatto cioè per proiettare la sua vita verso l’eterno. La novità del Cristianesimo è il cammino dell’umanità oltre le catene del peccato verso la liberazione, oltre la morte verso la Vita: un percorso attualizzato attraverso la scelta degli artisti di ritrarre se stessi nei volti dei protagonisti del dipinto.

Al lavoro, coordinato dal professor Adriano Rossoni in collaborazione con la diocesi bresciana, hanno partecipato una trentina di studenti del triennio della Scuola di Pittura e Web e Comunicazione d’Impresa, insieme anche ad alcuni studenti della Scuola di Decorazione. La prima uscita del “Resurgit” è stata nel marzo-giugno 2018 nel Duomo Vecchio di Brescia. Punto di partenza di questa “meditazione dipinta” è la narrazione della Pasqua contenuta nel Vangelo di Giovanni (Gv 20, 1-18). Ogni pannello si articola su tre gruppi di figure, ciascuno di tre personaggi; e sviluppa l’idea di un riconoscimento graduale e progressivo del Risorto man mano che i soggetti si avvicinano al Cristo.




“Venticinque scatole per i suoi silenzi” vince il XV Premio Città di Bozzolo. IX Biennale Don Primo Mazzolari

È stata inaugurata sabato 21 settembre, a Palazzo dei Principi, a Bozzolo, la rassegna internazionale d’arte “XV Premio Città di Bozzolo. IX Biennale Don Primo Mazzolari”. Tema dell’esposizione 2019 una riflessione che l’indimenticato parroco affidò alle pagine di “Tempo di credere”: «I veri pellegrini sono coloro che partono per partire», a significare che, più ancora che la meta, ciò che conta è essere viaggiatori consapevoli, consci di ciò che si vuole cercare e aperti a scoperte e imprevisti.

Fu lo stesso don Mazzolari a ideare la rassegna, nella consapevolezza dell’importanza dell’arte, anche contemporanea e d’avanguardia, per l’elevazione spirituale.

La manifestazione è organizzata da Fondazione Mazzolari e Comune di Bozzolo in collaborazione con gli Amici del Premio e con il patrocinio di Regione Lombardia e associazione Postumia.

Dodici gli artisti ospiti, con trentacinque lavori selezionati. La giuria ha assegnato il premio alla 41enne Daniela Novello per l’opera “Venticinque scatole per i suoi silenzi” (realizzata nel 2011). Milanese, diplomata all’Accademia di Brera, Novello ha presentato venticinque scatole in piombo di diversa altezza, aperte a diverse interpretazioni ma posate su un telo «spesso come la vita dei vucumprà».

La giuria ha segnalato inoltre Massimiliano Galliani e Marco La Rosa, riconoscendo peraltro l’alto livello di tutti gli artisti partecipanti.

La rassegna potrà essere visitata a ingresso libero tutti i sabati e le domeniche sino al 27 ottobre. Sarà possibile ammirare anche la sezione “Immagini dello Spirito”: le opere grafiche di grandi artisti del ‘900 prestate dalla collezione “Paolo VI” di Concesio. In esposizione lavori di, tra gli altri, Matisse, Chagall, Kokoschka, Dalì, Guttuso, Paladino e Isgrò. Come ha sottolineato il sindaco Giuseppe Torchio, «Palazzo dei Principi sta diventando uno dei più significativi luoghi di incontro culturale del territorio». La struttura, al centro di diversi progetti di recupero, ospita già le opere vincitrici della precedenti edizioni della Biennale.