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A Dosolo, Summerlife è… l’isola del tesoro

È partito lunedì 6 luglio il centro estivo “Summerlife” di Dosolo. L’iniziativa è promossa e organizzata in collaborazione da Comune e unità pastorale Dosolo-Correggioverde-Villastrada-Cavallara, col supporto degli operatori professionali della cooperativa sociale Il Poliedro. Gli incontri si terranno sino al 31 luglio, tutti i giorni dal lunedì al venerdì (ore 7.30-12.30, con possibilità di proseguire sino alle 14 per chi si tratterrà a pranzo).

Le attività riservate ai bambini 6-11 anni si svolgeranno presso l’oratorio di Dosolo, mentre per i piccoli 3-5 anni l’appuntamento è nei locali della scuola dell’infanzia.
«Riconosciamo le difficoltà sopportate dalle famiglie nei mesi scorsi – sottolinea il sindaco Pietro Bortolotti – e siamo consci della necessità, per la ripartenza, di aiutarle nella gestione dei figli nel periodo estivo. Al centro dell’esperienza, peraltro, vi saranno un sano divertimento e la vita all’aria aperta, così da stimolare la crescita umana, la socializzazione e la creatività».

Il progetto è stato predisposto sulla base dei protocolli emanati da Regione Lombardia, al fine di garantire la sicurezza dei bambini e ragazzi che usufruiranno del servizio.
Le attività saranno ispirate al romanzo “L’isola del tesoro”, il famoso romanzo di Robert Louis Stevenson, nella versione di Geronimo Stilton. «Attraverso il gioco e i laboratori – spiegano gli educatori – affronteremo il tema del viaggio e dell’avventura, alla scoperta di luoghi lontani e misteriosi: un momento straordinario per favorire la relazione, l’integrazione e la cooperazione tra i bambini, ripartendo da dove eravamo rimasti qualche mese fa».




A Cicognara il centro estivo è fatto… in casa

È partito da lontano il cammino dell’estate dell’Unità pastorale di Cicognara, Cogozzo e Roncadello, da un’idea che ha iniziato a prendere forma in aprile, quando l’estate inedita e complicata si affacciava all’orizzonte.

Il gruppo estivo ragazzi dell’unità pastorale Beata Vergine delle Grazie (parrocchie di Cicognara, Cogozzo e Roncadello) si svolgerà quest’anno “in famiglia”. L’edizione 2020, dal primo al 31 luglio, si terrà secondo modalità sostanzialmente diverse, rispetto a quelle passate: a causa delle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, le attività non si svolgeranno infatti in oratorio, bensì in diverse case private. «Ognuna delle quali – spiegava nei giorni scorsi il parroco don Andrea Spreafico, nel lanciare l’iniziativa – accoglierà gruppetti di 6-7 bambini a partire dai 6 anni, omogenei per età e genere, ciascuno col suo assistente».

I gruppetti saranno fissi: in questo modo sarà facile mappare i raduni, e prendere facilmente i provvedimenti conseguenti in caso di malaugurati contagi. Le abitazioni di ritrovo saranno naturalmente spaziose, con cortile, senza anziani o persone fragili residenti, e non saranno necessariamente quelle dove abitano gli assistenti. La famiglia ospite si impegnerà inoltre a preparare il pranzo.

Lo stemma del centro estivo con i simboli delle “case”

Nelle case con gli animatori fanno i compiti, condividono i pranzi preparate dai genitori ospitanti, giocano e svolgono laboratori di vita quotidiana nell’orto o con gli animali, organizzano brevi biciclettate e in qualche caso anche un pigiama party. Le preghiere di inizio e fine giornata arrivano via whatsapp, le case hanno i colori delle squadre come le casate di Hoghwarts nella saga di Harry Potter, «ma anziché cercare i segni oscuri del signore oscuro – spiega don Andrea Spreafico, il parroco – noi cerchiamo i segni luminosi del Signore della luce».

L’estate diventa dunque occasione per ritrovarsi ma anche per attivare un percorso di catechismo. Seguendo infatti la simbologia sviluppata nella celebre serie letteraria e cinematografica dedicata al giovane mago, la parrocchia ha costruito un percorso di ricerca e condivisione: «I simboli delle quattro case, che diventeranno le squadre, sono quattro animali eucaristici: pellicano, pavone, agnello e cerva. E la nostra ricerca non partirà dai delitti del mago oscuro che voleva spezzare la sua anima, ma seguirà il modello di Gesù che ha sacrificato se stesso per salvare tutti noi».

In questo percorso che si basa sulla corresponsabilità e il coinvolgimento delle famiglie, il parroco vede anche una sorta di laboratorio per il futuro: per il catechismo e per i prossimi centri estivi, quando la modalità abituale dell’incontro in oratorio potrà essere integrata con quelle che le circostanze di quest’anno danno la possibilità di sperimentare.

Già quest’anno, d’altra parte, l’oratorio e i momenti di comunità continuano ad essere appuntamenti fissi: al pomeriggio a turno, infatti, le case trascorreranno alcuni pomeriggi nei tre cortili della parrocchia per i giochi d’acqua e al mercoledì tutti insieme allo spiaggione lungo il fiume. Dove le distanze non frenano il divertimento e il piacere di condividere.




Elaborare il lutto: un percorso dal Centro di consulenza famigliare Ucipem di Viadana

A seguito della pandemia da coronavirus, tante persone hanno sofferto la perdita di parenti e amici. Sovente il momento estremo è avvenuto nella più grande solitudine, nell’impossibilità di un qualsiasi tipo di commiato: una situazione che provoca in chi resta non solo grande dolore, ma a volte anche sentimenti di sconforto, colpa, frustrazione e rabbia. «È allora importante – notano gli esperti del Centro di consulenza familiare Ucipem di Viadana – trovare il modo per elaborare un lutto così straziante e cercare di trovare un senso che permetta di guardare al futuro con speranza».


Il Ccf intende organizzare incontri di gruppo proprio per permettere a familiari e amici di condividere il ricordo dei propri cari e dell’esperienza vissuta con altre persone che hanno vissuto situazioni analoghe: mettere in comune pensieri, emozioni e lacrime potrebbe infatti aiutare a trovare significati e prospettive prima inimmaginabili.

Il Centro Ucipem propone un percorso in tre incontri della durata di un’ora e mezzo circa. Ogni ritrovo prevede la partecipazione di un massimo di dieci persone, coordinate da uno psicoterapeuta.

L’iscrizione è gratuita. Per maggiori informazioni è possibile contattare il numero 0375 781436 (lunedì e giovedì dalle 15 alle 19, martedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12). Gli incontri si svolgeranno nella sede di via Garibaldi 52 a Viadana.
Il Centro di consulenza familiare è una onlus fondata anni fa su impulso delle parrocchie del territorio viadanese, con l’obiettivo di sostenere i singoli e le famiglie che stanno attraversando un momento di difficoltà. Lo staff si compone di volontari che dispongono di competenze professionali negli ambiti di riferimento: consulente famigliare, psicologo, psichiatra, assistente sociale, pedagogista, legale, educatore, ostetrica, assistente spirituale.




Cesti alimentari, bollette e tablet: a Cicognara cresce la solidarietà in parrocchia

Due fedeli dell’unità pastorale Beata Vergine delle Grazie (che riunisce le comunità di Cicognara, Cogozzo e Roncadello) hanno consegnato al parroco don Andrea Spreafico l’intero ammontare dei loro stipendi di marzo. «E altre buste sono arrivate nelle cassette delle offerte».

Ma non solo: nelle poche messe celebrate sinora, le offerte depositate nei cestini, se pure hanno fatto registrare un calo delle monetine, hanno fatto segnare un aumento delle banconote. Nonostante il momento difficile a causa dell’emergenza sanitaria e sociale, i parrocchiani si stanno insomma dimostrando più generosi che mai.
«In questo modo – nota don Spreafico nel ringraziare chi si fa carico dei bisogni altrui – le parrocchie potranno continuare ad affrontare spese, utenze, mutui e assicurazioni, e a tenere vivo il fondo Caritas».
Molti hanno voluto dimostrare la loro solidarietà donando generi di prima necessità: «Nei cesti per la raccolta Caritas – afferma il sacerdote – sono stati lasciati olio, cibo in scatola, biscotti per i bambini. Grazie a ciò, riusciremo ad aiutare altre cinque famiglie».
La ditta Barilla e la Caritas diocesana hanno tra l’altro messo a disposizione sette tablet, da consegnare a bambini privi di dispositivi tecnologici a casa e pertanto in difficoltà a seguire la didattica a distanza. Altre aziende hanno messo a disposizione mascherine, igienizzanti, prodotti per la pulizia della casa e cancelleria. La Caritas zonale ha invece erogato una cospicua offerta all’ospedale Oglio-Po, per sostenerlo nei giorni drammatici dell’emergenza, e pagato inoltre bollette e utenze a famiglie in difficoltà per quasi 2000 euro.
«È’ bello vedere – commenta il parroco – che accanto a un cristianesimo ampolloso e teorico, ce n’è uno molto pratico, che è poi quello che scalda davvero i cuori, compreso quello del Signore».




Per una ripartenza serena, il consultorio di Viadana in prima linea

«Ho paura, ma devo tornare al lavoro». «Riuscirò a stare concentrata?». «Posso fidarmi dei miei colleghi?». «I miei bambini sono al sicuro?». Sono solo alcune delle domande e preoccupazioni che tanti cittadini si fanno in questi giorni: la famosa “ripartenza”, con la possibilità di tornare finalmente a uscire di casa dopo il lockdown imposto dall’emergenza sanitaria, rischia insomma di diventare fonte di stress e malessere. Il Centro di consulenza familiare Ucipem di Viadana tende una mano con il progetto “Per una ripartenza serena. Sostegno psicologico per gestire incertezza, ansia e stress legati al Covid-19”.

«Vuol essere – spiegano i promotori – uno spazio di accoglienza e ascolto delle perone che, tornate al lavoro, rischiano di vivere situazioni di ansia e paura». Confrontarsi con esperti potrebbe aiutare a prevenire lo stress e ad attivare quelle risorse di resilienza che sono radicate in ciascuno di noi, «per cominciare così a guardare al futuro con coraggio e fiducia».

Le consulenze offerte dal centro Ucipem sono gratuite: per maggiori informazioni è possibile telefonare allo 0375 781436 (lunedì e giovedì ore 15-19, martedì, mercoledì e venerdì 9-12). Gli incontri si svolgeranno su appuntamento nella sede di via Garibaldi 52 a Viadana, ma sono possibili anche colloqui telefonici.

Il Centro di consulenza famigliare onlus è stato fondato anni fa su impulso delle parrocchie del territorio viadanese. Lo staff è composto da volontari che dispongono di competenze professionali negli ambiti di riferimento: consulente famigliare, psicologa, psichiatra, assistente sociale, pedagogista, legale, educatrice, ostetrica, assistente spirituale. In occasione dell’emergenza pandemica, gli operatori si sono messi a disposizione anche per fornire sostegno agli operatori sanitari, a chi ha affrontato l’esperienza del confinamento domestico e a chi ha perso un proprio caro a causa del contagio.

Locandina informativa




“Parlarne fa bene”, consulenze gratuite al Ccf di Viadana

Il Centro di consulenza familiare Ucipem lancia l’iniziativa “Parlarne fa bene”: un sostegno psicologico gratuito offerto alle persone e alle famiglie colpite da Covid-19.


Gli operatori, in queste settimane, hanno già avuto modo di raccogliere sentimenti, pensieri e preoccupazioni dei cittadini contagiati dal coronavirus: la paura di morire e di non rivedere più i propri cari, il pensiero fisso della famiglia distante, la solitudine imposta dal ricovero ospedaliero o dall’isolamento domiciliare, i postumi della malattia con la necessità di reimparare a respirare, a parlare, a camminare. «Questa esperienza – nota il Centro di consulenza – ha lasciato in molti tracce di dolore e ansia, e creato una frattura con la vita precedente». Se ne può uscire; ma l’aiuto di un esperto, in grado di leggere le dinamiche interiori, indirizzare gli sforzi e suggerire metodi di auto-aiuto, può risultare quanto mai prezioso.
Le consulenze offerte dal centro Ucipem sono gratuite: per maggiori informazioni le persone interessate possono contattare il numero 0375 781436 (lunedì e giovedì dalle 15 alle 19, martedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12). Gli incontri si svolgeranno su appuntamento nella sede di via Garibaldi 52 a Viadana, ma sono possibili anche colloqui telefonici.
Nel pieno dello tsunami che aveva investito gli ospedali, nelle settimane scorse il centro Ucipem si era già messo a disposizione della comunità per fornire sostegno psicologico a distanza agli operatori sanitari. Sono stati attivati inoltre gruppi di sostegno psicologico per chi ha perso un proprio caro a causa del Covid-19, e momenti di confronto per aiutare le persone ad affrontare il confinamento domestico.
Il Centro di consulenza famigliare è una onlus fondata anni fa su impulso delle parrocchie del territorio viadanese, con l’obiettivo di sostenere i singoli e le famiglie che stanno attraversando un momento di difficoltà. Lo staff si compone di volontari che dispongono di competenze professionali negli ambiti di riferimento: consulente famigliare, psicologi, psichiatra, assistente sociale, pedagogista, legale, educatrice, ostetrica, assistente spirituale.




«Caro Covid-19 ti supplichiamo: continua ad avere pietà di noi», la lettera di padre Facchetti dal Mozambico

«Una volta tanto qui in Mozambico non siamo tra i primi». Padre Andrea Facchetti, missionario saveriano originario di Viadana (uno dei Comuni mantovani più colpiti dalla pandemia), commenta con un po’ di disincanto la crisi sanitaria globale: «L’anno scorso – scrive il religioso su saveriani.it – il Mozambico è stato il quinto Paese al mondo per numero di morti per malaria e tubercolosi, e siamo tra i primi al mondo anche per incidenza dell’Hiv, tasso di corruzione, denutrizione cronica infantile e più basso indice di sviluppo umano (un indice che bilancia Pil, speranza di vita e tasso di alfabetizzazione)».

Almeno sino agli ultimi giorni, tuttavia, il Covid-19 non si è interessato del Paese africano, con solo 101 casi diagnosticati fino all’11 maggio, la maggior parte dei quali asintomatici o con sintomi lievi, e zero decessi. Ciò nonostante, anche in Mozambico il Governo ha prudenzialmente deciso di chiudere le scuole, proibire gli assembramenti e sospendere i visti.

«Ma come fermare un Paese – si domanda il missionario – dove il 60 per cento della popolazione è povera e l’88 per cento sopravvive lavorando nei settori dell’agricoltura di sussistenza e dell’economia informale? Tradotto: come tenere chiusa in casa mamma Sara che, se vuole preparare alla sera la cena per i suoi sette figli, deve trovare i soldi vendendo di giorno le banane al mercato?». Sono sempre i più poveri, insomma, a pagare il prezzo più alto.

«Caro Covid-19 – conclude il religioso – ti supplichiamo: continua ad avere pietà di noi». La lettera sta circolando tra gli amici viadanesi di padre Andrea: un contributo ulteriore di riflessione, in un momento drammatico a livello globale che potrà essere superato, fanno notare i più avveduti, solamente ricorrendo alle risorse della conoscenza e della solidarietà.




A Cicognara una sola Messa all’aperto per tutte le parrocchie dell’Unità

Per la ripresa delle messe festive alla presenza del popolo, l’unità pastorale Beata Vergine delle Grazie (parrocchie di Cicognara, Cogozzo e Roncadello) ha scelto di celebrare una liturgia unica. Il rito si è svolto all’aperto, nel campo dell’oratorio di Cicognara, nel tardo pomeriggio di domenica 24 maggio.


Gli obiettivi della celebrazione unitaria erano molteplici: rafforzare i legami tra i fedeli delle tre comunità, e al contempo riunirli in un luogo sicuro, evitando il rischio che qualcuno rimanesse fuori a causa del numero massimo di presenze disposto per le celebrazioni al chiuso. Nell’area verde erano state approntate circa cinquecento sedie, tra loro convenientemente distanziate; i posti coperti alla fine sono stati circa metà: un po’ ovunque, nelle parrocchie del Viadanese, si è in effetti registrata una ripartenza per certi versi timorosa, forse perché si tratta di ricreare delle abitudini, oltre che di mettersi definitivamente alle spalle i rischi sanitari.
La messa è stata celebrata dal parroco don Andrea Spreafico.

Tanti i parrocchiani che si sono messi a disposizione: venti giovani che si sono offerti di andare a prendere gli anziani a casa in auto, sette ministri straordinari dell’Eucaristia con tanto di visiere e mascherine, tre musicisti per l’animazione della celebrazione, nove volontari in pettorina blu. Gli incaricati parrocchiali erano divisi in “ostiari” e “cattivi” (termini mutuati dal latino), deputati rispettivamente a sorvegliare gli accessi e a porgere il gel disinfettante per le mani. Diverse le precauzioni messe in campo: termoscanner agli ingressi per la misurazione della temperatura, mascherine chirurgiche di scorta a disposizione, ostie consacrate distribuite con le pinzette in coppette alimentari.

Nei giorni precedenti, don Andrea aveva pubblicato sulla pagina facebook dell’unità pastorale un videomessaggio di istruzioni per partecipare all’Eucarestia in sicurezza. «C’è bisogno di cura e impegno – sottolineava il sacerdote nel video – perché il rischio contagio è ancora elevato. Ma non vogliamo rinunciare a vivere la domenica in bellezza e intorno alla mensa del Signore».




Un volume per ricordare padre Sandro Parmiggiani

I famigliari, gli amici e i confratelli hanno preparato un libretto in memoria di padre Sandro Parmiggiani, il missionario saveriano deceduto lo scorso 5 aprile nella casa madre dei Saveriani a Parma.

La pubblicazione raccoglie fotografie che raccontano la vita e l’operato del religioso viadanese e alcuni suoi scritti (tratti soprattutto dal mensile di collegamento “Missionari saveriani”, di cui lui stesso curava la pagina cremonese). Particolarmente commovente il racconto del suo “primo amore”, l’orfanotrofio di Satkhira, nell’attuale Bangladesh (all’epoca, 1963, nel Pakistan Orientale).
Padre Parmiggiani rimase pochi anni in missione, a causa di un grave problema di salute; ma dal suo rientro in Italia non smise mai di lavorare per la formazione dei futuri missionari e per l’animazione e sensibilizzazione delle comunità, ricoprendo vari incarichi all’interno della congregazione, dalla cura del ministero sacerdotale alle relazioni coi benefattori. La pubblicazione, che si compone di cinquanta pagine, raccoglie anche i ricordi e testimonianze di chi lo aveva conosciuto, e desidera che l’esempio e la testimonianza del religioso non vadano persi. In primo piano, una riflessione su “sorella morte” del saveriano viadanese padre Andrea Facchetti, oggi missionario in Mozambico: «Padre Sandro ci precede nella pace di Dio. Mi piace immaginare che, quando giungerà la mia ora, mi accoglierà nella casa del Padre, col suo vocione simpatico e allegro a darmi il benvenuto».
Una particolarità: il libretto è stato redatto in carattere “Ubuntu”, un’espressione che, in lingua bantu, indica “benevolenza verso il prossimo”. «L’ubuntu è una regola di vita basata su compassione, rispetto dell’altro, aiuto reciproco, presa di coscienza non solo dei propri diritti ma anche dei propri doveri: una spinta ideale verso l’umanità intera».
Il pdf può essere scaricato dalla pagina internet dell’unità pastorale Pomponesco-Salina-Casaletto-Buzzoletto: padre Sandro, nato a Casaletto di Viadana il 23 novembre 1935, è sempre rimasto infatti legato alla “sua” parrocchia di Salina, dove ancora oggi risiedono i parenti.




Casaletto, Salina, Bellaguarda e Pomponesco, programma unitario per il ritorno a Messa

«Finalmente la Santa Messa»: nel comunicare ai fedeli la ripresa delle celebrazioni liturgiche pubbliche con tutte le novità connesse, don Davide Barili (parroco dell’unità pastorale Casaletto-Salina-Bellaguarda-Pomponesco) ha significativamente ripreso il titolo con cui il quotidiano “Avvenire” ha dato notizia del protocollo sottoscritto il 7 maggio scorso tra Conferenza episcopale italiana e Governo.


Nell’ultimo numero de “Il sagrato”, il foglio di collegamento parrocchiale, don Barili riassume le prescrizioni sanitarie e le precauzioni che dovranno essere rispettate nell’accesso alle chiese. «Per ogni chiesa dell’unità pastorale – nota il sacerdote – è stata definita una capienza massima: Pomponesco e Salina 50, Casaletto 24 e Bellaguarda 60. Per dare la possibilità ai fedeli di distribuirsi nei vari orari, verrà inizialmente aumentato il numero delle Sante Messe festive». Verrà inoltre considerata la possibilità di tenere alcune celebrazioni in spazi aperti ma delimitati. «Il ritorno all’Eucaristia – sottolinea don Barili – è bene che avvenga in modo graduale e prudente. Piena comprensione per coloro che, a disagio per paura del contagio, decidessero di rimandare la ripresa della vita liturgica assembleare».
Gli orari delle messe nell’Ascensione del Signore: sabato 23 maggio alle 18.30 a Pomponesco, domenica 24 alle 8 a Pomponesco e Salina, alle 9.30 a Casaletto e Bellaguarda, alle 11 a Pomponesco e Salina e alle 18.30 a Pomponesco e Casaletto. Nove celebrazioni, al posto delle abituali cinque.
È stato stilato anche il calendario delle messe feriali: questa settimana appuntamento in chiesa (mercoledì 20 maggio alle 7 a Salina, giovedì 21 alle 7 a Pomponesco, venerdì 22 la preghiera del rosario in ognuna delle quattro chiese) e la settimana prossima appuntamento nei cimiteri (lunedì 25 alle 20.30 a Bellaguarda, martedì 26 a Casaletto, mercoledì 27 a Salina, giovedì 28 a Pomponesco e venerdì sera 29 maggio recita del rosario in ognuno dei quattro cimiteri).