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Rivolta d’Adda, alla festa dell’oratorio la testimonianza dell’infermiera Anna Manotti

Dopo un pomeriggio, quello di domenica 6 settembre, interamente dedicato ai bambini, a Rivolta d’Adda la seconda giornata della festa dell’oratorio Sant’Alberto 2020 è stata caratterizzata da un incontro-testimonianza, quello che nella serata di lunedì ha visto protagonisti un’infermiera dell’ospedale di Cremona, Anna Manotti, e due ragazzi rivoltani, Laura Pettenon e Mattia Lucchetti, volontari in un campo di migranti in Puglia.

Anna, cremonese, ha raccontato la sua esperienza lavorativa durante il periodo più caldo dell’emergenza sanitaria causata dal coronavirus. Addetta alla sala operatoria, la Manotti si è trovata catapultata da un giorno all’altro nella terapia intensiva del suo ospedale, diventato ospedale-Covid. Sono stati giorni molto difficili, di sacrificio e di fatica per tutti, anche per lei che ha saputo superarli grazie all’abnegazione, al supporto di colleghi e amici e anche della preghiera.

Ai numerosi rivoltani che sono venuti in oratorio ad ascoltarla Anna ha parlato per più di mezz’ora, rispondendo anche a delle domande. «Una cosa bella – ha detto – è che tutti si sono messi a disposizione, dalla donna delle pulizie ai primari, tutti noi cercando di fare del nostro meglio. Ci chiamavano eroi, ma io non mi sentivo affatto tale. Anzi, secondo me quello che facevo non era mai sufficiente».

Un’altra cosa che Anna ricorderà e che ha voluto raccontare, è stato il rapporto coi pazienti. «Erano soli – ha spiegato – senza i loro parenti. Quello che cercavo di fare io, finito il mio turno, era di portare loro i saluti dei famigliari».

Laura Pettenon e Mattia Lucchetti, 24 anni lei e 22 lui, entrambi rivoltani, hanno invece parlato della loro esperienza come volontari in un insediamento di migranti nella campagna di Borgo Mezzanone, frazione di Manfredonia (Foggia). Lì, in un ex pista d’atterraggio per aeroplani, vivono in baracche di legno e lamiera centinaia di migranti, molti dei quali impiegati come lavoratori stagionali nei campi, per la raccolta dei pomodori. Laura e Mattia, in qualità di volontari, coordinati dai padri Scalabriniani, hanno lavorato nella ciclofficina dell’ex pista, dove si riparano biciclette, e nella scuola d’italiano. Mattia ha sottolineato l’importanza dei momenti formativi dei volontari, ogni mattina: «Se si vuole davvero aiutare le persone –ha detto- bisogna conoscerle, altrimenti non si sa nemmeno il perché si va ad aiutarle». Laura ha evidenziato invece la dignità che caratterizza questa gente e per spiegarlo ha raccontato di alcuni piccoli, grandi gesti dei quali è stata testimone in prima persona: «Il volontariato in questo campo –ha raccontato- mi ha aperto gli occhi sulla realtà migratoria».




L’arcivescovo di Milano Mario Delpini ha presieduto la Messa di Sant’Alberto a Rivolta d’Adda – AUDIO

«Chiediamo al Santo che ci aiuti a comprendere i tratti della nostra stoltezza affinché possiamo diventare saggi, come lo è stato lui». Così monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano, durante la Messa solenne che ha presieduto sabato alle 18, nella basilica di Santa Maria e San Sigismondo, in occasione della festa patronale di Sant’Alberto Quadrelli, alla presenza del vescovo di Cremona Antonio Napolioni.

Un evento contenuto nei numeri, ma intenso nella fede e nella bellezza. Prima dell’inizio della celebrazione, allietata dai cantori della corale polifonica parrocchiale diretta da Dario Pettenon più alcuni elementi della banda musicale cittadina, i sacerdoti si sono fermati davanti alla reliquia di Sant’Alberto (che in questi giorni si trova in chiesa parrocchiale) per un breve omaggio. Fra i banchi, il sindaco Fabio Calvi e l’amministrazione comunale, i carabinieri della locale stazione guidati dal maresciallo Stefano Mazzarotto, i vertici della Bcc di Caravaggio, Adda e Cremasco ed una rappresentanza delle suore Adoratrici del Santissimo Sacramento con la madre generale Isabella Vecchio. Presenti anche gli alpini del gruppo rivoltano a coadiuvare la logistica, fra ingressi in basilica ed ingressi nella vicina chiesa di Santa Maria dove sono stati allestiti dei posti a sedere e dove la funzione è stata proiettata.
Per consentire a più fedeli possibile di assistervi, è stata attivata anche una diretta Facebook della messa sulla pagina dell’oratorio.


«Vedere qui la comunione dei vescovi lombardi – ha detto il parroco di Rivolta don Dennis Feudatari nel suo saluto iniziale ai vescovi – ci ricorda l’opera della CEI (la Conferenza Episcopale Italiana) che ha accompagnato le nostre comunità durante la pandemia sia nei momenti celebrativi che in quelli formativi. Grazie a monsignor Delpini per la sua presenza, perché non è usuale che il metropolita possa dare del suo tempo ad un comune alla periferia della diocesi di Cremona e grazie anche al nostro vescovo Antonio».
Nell’omelia monsignor Delpini ha sottolineato il concetto di stupidità contrapposto a quello di saggezza. Stupidità incarnata da persone come il presuntuoso, l’avido ed il vanitoso. Stupidità che però non è un obbligo. «Lo stupido, l’avido ed il vanitoso –ha detto – possono, se corretti, diventare saggi come lo è stato Sant’Alberto Quadrelli, un Santo che in un’epoca complicata e piena di tensioni si è interessato ai poveri e agli ultimi, dimostrando come non fosse obbligatorio essere stupidi. Uomo pieno dell’amore di Dio e di santo timore per Lui, Sant’Alberto diventa oggi per noi un simbolo di saggezza».
«Questa sera – ha concluso l’arcivescovo di Milano – Io mi accontento di una grazia più semplice e necessaria: capire quali sono i tratti della nostra stoltezza e  chiedere diventare saggi. Possiamo evitare la stoltezza del presuntuoso, dell’avido, del vanitoso. E imitare Sant’Alberto, uomo saggio, onesto, dedito alla preghiera, pieno di amore di Dio. Un Santo che in un’epoca complicata e in un contesto turbolento ha dimostrato che non è obbligatorio essere stupidi».

Ascolta l’omelia

Al termine della Messa i ringraziamenti del vescovo Napolioni: «Grazie all’arcivescovo Mario – ha detto – per la sua presenza fra di noi. Negli esercizi spirituali che noi vescovi andremo a fare fra poco, ci ricorderemo di voi parrocchiani, ma anche voi ricordateci nella preghiera perché questa fraternità sia sempre segno del regno di Dio in mezzo a noi».
Poi anche l’arcivescovo Delpini ha espresso la sua gratitudine per l’accoglienza, esprimendo apprezzamento per Rivolta: «Devo dire che un po’ stupido lo sono stato anch’io, essendomi fatto l’idea che i paesi belli fossero solo nella mia diocesi – ha sorriso con una battuta – In realtà Rivolta d’Adda è un paese molto bello, con un centro luminoso ed una splendida basilica».

 

 




“HELP – Non tutti gli eroi indossano una maschera”. L’estate all’oratorio di Pandino è sulle tracce dei santi del quotidiano

La santità nella vita quotidiana. È questo il tema di “HELP-Non tutti gli eroi indossano una maschera” il “Summerlife” della comunità cristiana di Pandino in corso di svolgimento da due settimane con circa 200 iscritti fra bambini e ragazzi dalla prima elementare alla terza media più i ragazzi delle scuole superiori che fungono da animatori.

La macchina organizzativa della proposta oratoriale di quest’estate è partita poche settimane dopo lo scoppio della pandemia da Covid-19, quando il Gruppo Giovani 19-30 anni dell’oratorio San Luigi ed il vicario don Andrea Lamperti Tornaghi si sono interrogati sul da farsi in merito al Grest 2020: i ragazzi, nella speranza che la situazione relativa al coronavirus potesse migliorare con il passare dei mesi, non hanno voluto rinunziare al percorso di formazione degli animatori che era già stato messo in calendario.

Tra gruppi Telegram e videochat su Zoom sotto la guida dei giovani che si sono suddivisi modalità e contenuti da affrontare nelle varie serate, gli aspiranti animatori hanno lavorato in gruppi: storia, laboratori, giochi, riflessione, ballo ed animazione, social media e comunicazione. Poi è stato cercato un tema ed uno dei giovani, parlandone con don Andrea e gli altri amici ha avuto l’intuizione giusta: «Perché – ha detto – non parliamo dei santi come supereroi nella vita ordinaria?». Poi è arrivato il titolo: “Non tutti gli eroi indossano una maschera!”. Bello, ma data la lunghezza più adatto come sottotitolo. Ecco allora comparire l’acronimo, più breve, che per un titolo calza a pennello: “HELP”, che sta per “Holyness is an Extraordinary Life for People” (la santità è una straordinaria forma di vita per le persone).

I partecipanti sono suddivisi in ventiquattro piccoli gruppi con un adulto di riferimento ed un animatore affiancato a lui. «C’è grande soddisfazione – afferma don Andrea – nel vedere tanti adulti che si sono messi a disposizione. Prima di presentare il progetto di centro estivo di quest’anno al Comune, l’abbiamo presentato al consiglio pastorale dicendo che c’era la necessità che gli adulti dessero una mano e gli adulti si sono fatti avanti, chi per la mensa, chi per il servizio al baretto per la merenda».

Ai frequentanti il centro estivo è stato dato un braccialetto speciale da portare. «Sono braccialetti – precisa il vicario – basati su un sistema BLE (Bluetooth Low Energy) sviluppati da un’azienda di Brescia per il tracking. Il braccialetto non suona, non s’illumina e tantomeno esplode. In silenzio, ogni 4 minuti, si mette in ascolto dei dispositivi che ha attorno a sé. A fine giornata si scaricano i dati su un device e in caso di contagio da coronavirus noi possiamo sapere con chi il soggetto in questione sia stato a contatto con lui per più di quattro minuti a meno di un metro di distanza. Questo non toglie nulla alle modalità di prevenzione che tutti conosciamo: indossare le mascherine, mantenere il distanziamento sociale, lavarsi le mani e sanificare superfici ed oggetti. Si poteva certo fare di più e meglio – conclude don Andrea – e tante cose sono ancora in via di definizione per seguire gli spiragli che gli adeguamenti normativi concedono di settimana in settimana. Tuttavia quel poco che siamo riusciti a mettere in piedi è frutto della disponibilità e della passione di molti che stanno offrendo un bellissimo esempio di quello che l’oratorio e la pastorale giovanile siano in una comunità parrocchiale: un grande gioco di squadra. A tutti va il mio grazie più sincero ma anche la stima e la riconoscenza della comunità pandinese».




A Paderno Ponchielli il “Digital Grest 20.20”

Organizzare il Grest questa estate non è possibile? Ecco allora quello multimediale. La proposta arriva dalla parrocchia di Paderno Ponchielli che ha ideato il “Digital Grest 20.20”, avvalendosi degli strumenti tecnologici, che tanto sono stati utilizzati nei mesi della pandemia.

«Dal momento che, per vari motivi conseguenti all’emergenza coronavirus non è stato possibile organizzare il canonico Grest – spiega il parroco don Claudio Rasoli – quest’anno per coinvolgere gli adolescenti ed offrire un servizio alla fascia d’età compresa fra le scuole elementari e le scuole medie, abbiamo pensato a quello che abbiamo denominato Digital Grest 20.20 che è iniziato il 17 giugno. Proponiamo ogni mattina, dalle 10 alle 11, giochi e intrattenimenti vari trasmettendo sul canale youtube della parrocchia di San Dalmazio, da noi molto utilizzato, su cui sono stati trasmessi i Rosari, dove vengono trasmesse le funzioni religiose e dove c’è, ad esempio, una sezione dedicata al catechismo, una agli eventi e una all’organo della nostra chiesa (che è piuttosto pregiato essendo un Inzoli del 1873)».

Il “Digital Grest 20.20” va in onda dal sagrato della parrocchiale e dura un’ora. Si può interagire con gli animatori grazie a whatsapp, al numero 339-3930312, che è il modo più veloce, oppure grazie alla pagina facebook della parrocchia o tramite e-mail all’indirizzo digitalgrest@gmail.com.

«Il nostro intendimento – prosegue don Rasoli – era soprattutto quello di coinvolgere gli adolescenti, che sono una dozzina e che presentano i giochi e le attività ma che soprattutto li preparano, lavoro non semplice. Una ventina i bambini ed i ragazzi che hanno aderito alla proposta. Per loro ci sono laboratori di vario genere, c’è, ad esempio, la rubrica Scopri il tuo paese con interviste a persone del luogo e c’è la preghiera. Andremo avanti questa settimana e anche la prossima».




Il Vescovo in visita alle Rsa di Casalmorano e San Bassano

Continua la serie di visite del vescovo Antonio Napolioni nelle case di riposo del territorio diocesano. Nel pomeriggio di lunedì 1° giugno è toccato alla Fondazione Istituto Vismara De Petri onlus di San Bassano (in foto) e alla Fondazione Villa Sacro Cuore-Coniugi Preyer di Casalmorano.Pressoché identica in entrambe le strutture la modalità della visita: accoglienza, preghiera nella chiesetta e saluto agli ospiti dal cortile.

A San Bassano il Vescovo, accompagnato dal suo segretario don Flavio Meani, è arrivato alle 15, accolto dal presidente don Mario Dellacorna, dal Consiglio d’amministrazione, dal direttore Maria Grazia Ventura e da parte del personale. Agli operatori il Vescovo ha ricordato anche la sua condizione di malato da coronavirus: “Quando fui mandato a Cremona come vescovo – ha detto – pensavo di condividere con questa terra un’alluvione. Mai avrei pensato di condividere una pandemia”. Dopo il ringraziamento agli operatori sanitari per quanto fatto e per quanto stanno facendo tuttora, il saluto agli ospiti, dal cortile.

Alle 16.30 Napolioni si è spostato alla Fondazione Villa Sacro Cuore di Casalmorano dove ha trovato ad accoglierlo un gruppo di persone formato fra gli altri dal parroco don Adriano Veluti con i collaboratori don Giuseppe Bernardi Pirini e don Giuliano Valiati, dal presidente del CdA Virgilio Galli e dalla direttrice Pinuccia Galli. Nel momento di preghiera in cappella, trasmesso nelle stanze degli ospiti, il Vescovo ha commentato il brano di vangelo che narra dell’incontro fra Gesù ed Anna e Simeone, esempio di anziani che trovano nell’incontro con il Signore una fonte di gioia. Poi, dal cortile, il saluto gli ospiti, portati nella sala ricreativa, ai quali ha augurato salute e salvezza.




Il Vescovo in visita alle case di riposo di Vailate e Calvenzano (FOTO)

Dare un segno di vicinanza, di speranza e di fiducia a due realtà messe a dura prova dalla pandemia, la Fondazione Ospedale Caimi Onlus di Vailate e la casa-albergo Maria Immacolata di Calvenzano: questo il senso della visita compiuta nel pomeriggio di domenica 24 maggio dal vescovo Antonio Napolioni nelle due strutture.

«Abbiamo avuto una strana primavera che ci ha tenuto lontani – ha detto il vescovo introducendo la preghiera tenuta nella cappellina del Caimi – ma adesso riprendiamo ad incontrarci, con prudenza ma anche con tanta gioia. Gioia che contiene, non cancella il dolore. Gioia che non è spensieratezza, ma consapevolezza che il Signore non ci ha abbandonato, che ognuno ha fatto la sua parte per aiutare gli altri e che dove non siamo riusciti a dare quel di più di salute e di longevità alle persone che amavamo e ci siamo dovuti arrendere, lì è arrivato il Signore, è arrivata la Madonna ed hanno continuato il nostro lavoro. Preghiamo –ha proseguito- perché anche i giorni futuri siano belli, non senza una difficoltà ma con la forza di saperla affrontare».

Rifacendosi al vangelo, letto da don Angelo Rossi, cappellano dell’ospedale di Treviglio e membro del CdA del Caimi, il Vescovo ha parlato dell’esempio dato dai due personaggi narrati nella sacra scrittura: Simeone ed Anna. Tre, a suo avviso, gli insegnamenti da trarre da queste figure: anche una casa è una Chiesa, un luogo di Dio e guai a noi a richiudere il nostro rapporto con Lui solo nelle ore della liturgia; Dio si nasconde dei più deboli, nei più poveri ed è lì che dobbiamo trovarlo; la vita è un abbraccio ed in questo abbraccio, come Simeone, dobbiamo trovare la pace.

A chiusura di questo momento, il saluto del presidente della Fondazione, Mario Berticelli: «È stato – ha affermato – un periodo difficilissimo, che ci ha stancato e frastornato ma nel quale non sono mai venuti meno la fiducia, la voglia di fare e il pensare positivo».

Dopo la preghiera, in cortile, il saluto agli ospiti e al personale affacciato dalle finestre dei reparti Cure Intermedie ed Rsa.

Photogallery della visita al Caimi

Subito dopo monsignor Napolioni, sempre accompagnato da don Flavio Meani, suo segretario, si è spostato alla casa-albergo Maria Immacolata di Calvenzano dove è stato accolto da Luca Viganò, direttore, e dai vertici della struttura di via Brassolino, presenti anche il sindaco Fabio Ferla, il parroco don Franco Sudati ed alcuni volontari. Anche alla Maria Immacolata il Vescovo ha pregato nella chiesetta ribadendo i tre messaggi che scaturiscono dalla lettura del brano di vangelo incentrato sulle figure di Simeone ed Anna. «Guardiamo avanti – ha detto rivolgendosi ai presenti e agli ospiti collegati dalle stanze – con la fiducia che Dio rigenera in noi e preghiamo per i vivi e per i morti, tutti stretti nel suo abbraccio».

Photogallery della visita alla casa-albergo Maria Immacolata




Un nuovo e unico sito internet per la comunità cristiana di Pandino

Nasce www.chiesapandino.it, il nuovo sito internet della comunità cristiana di Pandino, che prende il posto di parrocchiadipandino.it e di oratoriopandino.it. Il perché di questa novità è spiegato da don Andrea Lamperti Tornaghi, vicario parrocchiale. «Visto e considerato che la parrocchia e l’oratorio non sono due campanili ma sono parte della stessa comunità cristiana – dice don Andrea – si è avviato un processo di ripensamento degli strumenti della comunicazione, anche a seguito dell’utilizzo ovviamente intensivo fatto in questi mesi di emergenza dove il canale Youtube, la trasmissione della Messa in streaming vedevano il sito dell’oratorio San Luigi coinvolto in attività, diciamo così, che erano invece pastorali a 360 gradi».

«Quindi l’idea – continua il sacerdote – di rimettere mano alla comunicazione via Internet e renderla un po’ più agevole ha fatto sì che ci affidassimo ad un’agenzia di Crema, di proprietà di un parrocchiano, che ci ha curato la nuova grafica, resa più accattivante. Abbiamo integrato tutte le nostre piattaforme social, raggiungibili dal nuovo sito (che rimangono e che rimarranno in capo all’oratorio perché sono espressioni e canali già frequentati, così come rimane l’account @oratoriopandino su Facebok, Twitter, Youtube e Telegram)».

Don Andrea spiega anche il perché del nome chiesapandino.it e i contenuti del nuovo sito. «Vuole essere l’espressione della Chiesa intesa come comunità cristiana del paese. Nella grafica rinnovata trovano spazio il calendario appuntamenti, un’area in cui vengono raccolte tutte le news in generale e due aree distinte per foto e video, video che negli ultimi mesi hanno assunto una rilevanza molto forte».

«Altra cosa interessante – conclude il vicario – è che abbiamo messo online il nuovo sito nella giornata delle comunicazioni sociali seguendo l’invito di papa Francesco a produrre nuove narrazioni e narrazioni buone. Quella di una parrocchia che comunica al passo coi tempi e comunica insieme, senza contrapposizioni fra parrocchia ed oratorio, ci sembra una buona storia da raccontare».




Caravaggio, i fedeli tornano a Messa e il Santuario si prepara per la festa dell’Apparizione del 26 maggio

Da oggi, lunedì 18 maggio, anche la basilica di Santa Maria del Fonte di Caravaggio torna ad accogliere i fedeli per la celebrazione dell’Eucaristia. Il santuario si è preparato a dovere, anche e soprattutto in vista delle celebrazioni del 588° anniversario dell’Apparizione della Vergine a Giannetta.

«Le messe vengono celebrate secondo i soliti orari – spiega monsignor Amedeo Ferrari, rettore di Santa Maria del Fonte – e così anche il Santo Rosario mentre le confessioni sono state spostate nelle stanze del centro di Spiritualità. Ci sarà sempre qualcuno che disciplinerà gli ingressi facendo in modo che venga mantenuto il distanziamento fra le persone (è vietato spostare le sedie) e che vengano osservate tutte le disposizioni del governo in materia di prevenzione dei contagi da coronavirus prese in accordo con la CEI. In basilica la capienza è di 200 posti e c’è tutto quanto è stato indicato dal decreto del presidente del consiglio dei ministri. I fedeli hanno l’obbligo di accedere con mascherine e guanti».

Durante la novena dell’Apparizione, da oggi fino a sabato (23 maggio), le messe vengono celebrate alle 6.30 (con pensiero e supplica), alle 8,30, alle 10 e alle 16 mentre alle 17 è previsto il Santo Rosario con supplica. Domenica 24 le messe saranno sei: alle 7 (con pensiero e supplica), alle 8,30, alle 10, alle 11, alle 16 e alle 17,30. Quella delle 11 sarà celebrata dal vescovo Antonio Napolioni.

Alle 15, recita del Rosario. Lunedì 25, vigilia dell’Apparizione, messe alle 6,30 (con pensiero e supplica), alle 8,30, alle 10 e alle 16. Alle 17 recita del Rosario mentre alle 21 si terrà la veglia dell’Apparizione.

Il 26 maggio è dato per scontato che giungeranno al santuario più di 200 persone: «Ecco perché – precisa il rettore – in occasione della ricorrenza è già previsto che, sia con il sole che con la pioggia, le funzioni religiose saranno tenute nel piazzale esterno, che, ovviamente, permetterà la partecipazione di un maggior numero di fedeli potendo ospitare fino a 1.000 persone. La statua della Madonna sarà portata sotto il porticato della basilica di modo che non si debba entrare al suo interno per vederla».

Le messe sono in programma alle 6,30 alle 8,30 e alle 10 e nel pomeriggio verrà recitato il Rosario in maniera continuativa fino alle 17, ora in cui si farà memoria dell’Apparizione.

Monsignor Ferrari nei giorni scorsi si è relazionato con il sindaco di Caravaggio Claudio Bolandrini e con le forze dell’ordine. È stato approntato un piano organizzativo che prevede accessi presidiati da personale comunale e da quello del santuario, uscite ed entrate separate con percorsi a senso unico in modo che i flussi di gente non si incrocino. Ci si potrà sedere solo sulle sedie precedentemente disposte con le necessarie distanze di sicurezza e le persone non potranno liberamente circolare sul piazzale.





A Pandino il “bot” programmato dai ragazzi dell’oratorio per segnalare la propria presenza alla Messa

Da lunedì 18 maggio le chiese riaprono ai fedeli e la parrocchia di Pandino ha predisposto le linee guida per la partecipazione alle messe. Ne ha parlato, in un video postato sui canali social dell’oratorio, il vicario don Andrea Lamperti Tornaghi.

«Ci sono due importanti novità – spiega – per le messe festive e domenicali. La prima: le messe delle 18 del sabato e delle 8,30 e delle 10 della domenica saranno celebrate contemporaneamente in due luoghi, la chiesa parrocchiale ed il santuario della Beata Vergine del Riposo (il Tommasone) per consentire a più persone possibile di parteciparvi. La seconda novità – ha proseguito don Andrea – è stata pensata con alcuni giovani dell’oratorio, con i quali abbiamo ideato un sistema per segnalare la partecipazione dei fedeli alla messa. Non si tratta di prenotare il biglietto come al cinema ma è l’unica modalità che ci è venuta in mente per canalizzare i flussi, evitare inutili assembramenti ed evitare che qualcuno rimanga fuori perché le disposizioni diocesane chiedono a tutti i parroci di chiudere l’accesso alle chiese nel momento in cui venga raggiunta la capienza massima».

Due i modi. Sul sito www.oratoriopandino.it, nel menu in alto a destra, si clicca su “messe”: si apre una schermata contenente tutte le celebrazioni del sabato e della domenica, in parrocchia ed in santuario. Occorre individuare quella cui si vuole partecipare, cliccare su “ci sarò” ed indicare il numero dei partecipanti. Dopo aver premuto “invia” ed aver confermato, la prenotazione sarà stata registrata. Sul sistema di messaggistica Telegram invece, bisogna cercare “Messe Pandino”, un bot (un canale) che, grazie all’intelligenza artificiale, pone all’utente una serie di domande rispondendo alle quali il fedele prenoterà il suo posto in chiesa. Un messaggio finale gli comunicherà che la sua preferenza è andata a buon fine.

«Chiediamo a nipoti – conclude don Andrea – di aiutare i loro nonni con questi strumenti. Finalmente non più distanti ma vicini, continuiamo a rimanere connessi ed in comunione».




A Fiesco un sistema per partecipare alla Messa in sicurezza prenotando il proprio posto

Il posto a messa? Si prenota. Questa la decisione della parrocchia di San Procopio Martire per evitare – secondo le indicazioni del protocollo sottoscritto da Cei e governo – assembramenti alla riapertura delle messe ai fedeli, prevista a partire dal 18 maggio.

«Ogni venerdì – spiega il parroco don Marino Dalè – pubblico un bollettino settimanale, che si chiama Vox Dei, Vox Populi, nel quale do le indicazioni sulla vita della parrocchia. Sul prossimo bollettino pubblicherò la planimetria della nostra chiesa con le sedie numerate e darò le indicazioni per prenotare il proprio posto via whatsapp, telefono o facebook, oppure da me direttamente». Questo varrà per le messe domenicali e dei giorni festivi (che sono due, alle 8 e alle 10,30 ma don Marino sta valutando di aggiungerne una terza, pomeridiana) mentre per le messe dei giorni feriali, vista l’ipotetica affluenza, le prenotazioni non servono.

«Questo sistema è stato pensato per andare più che altro incontro agli anziani, per non rischiare che una volta arrivati in chiesa debbano tornare a casa per mancanza di posti».

Basterà indicare la messa cui si vuole partecipare ed il numero della sedia (ci sono 42 posti). «Praticamente funziona come al cinema ed è l’unico sistema per non far venire in chiesa la gente inutilmente e non creare assembramenti. Alcune celebrazioni – conclude don Marino – saranno invece al cimitero, e quindi libere e senza prenotazione».

Già collocati i numeri sulle sedie ed i dispositivi per disinfettare le mani. «Al posto dell’acqua benedetta –prosegue don Marino – abbiamo già messo i dispenser per l’erogazione del gel disinfettante. La Comunione sarà distribuita con delle pinzette ed io indosserò i guanti».