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A Fiesco un sistema per partecipare alla Messa in sicurezza prenotando il proprio posto

Il posto a messa? Si prenota. Questa la decisione della parrocchia di San Procopio Martire per evitare – secondo le indicazioni del protocollo sottoscritto da Cei e governo – assembramenti alla riapertura delle messe ai fedeli, prevista a partire dal 18 maggio.

«Ogni venerdì – spiega il parroco don Marino Dalè – pubblico un bollettino settimanale, che si chiama Vox Dei, Vox Populi, nel quale do le indicazioni sulla vita della parrocchia. Sul prossimo bollettino pubblicherò la planimetria della nostra chiesa con le sedie numerate e darò le indicazioni per prenotare il proprio posto via whatsapp, telefono o facebook, oppure da me direttamente». Questo varrà per le messe domenicali e dei giorni festivi (che sono due, alle 8 e alle 10,30 ma don Marino sta valutando di aggiungerne una terza, pomeridiana) mentre per le messe dei giorni feriali, vista l’ipotetica affluenza, le prenotazioni non servono.

«Questo sistema è stato pensato per andare più che altro incontro agli anziani, per non rischiare che una volta arrivati in chiesa debbano tornare a casa per mancanza di posti».

Basterà indicare la messa cui si vuole partecipare ed il numero della sedia (ci sono 42 posti). «Praticamente funziona come al cinema ed è l’unico sistema per non far venire in chiesa la gente inutilmente e non creare assembramenti. Alcune celebrazioni – conclude don Marino – saranno invece al cimitero, e quindi libere e senza prenotazione».

Già collocati i numeri sulle sedie ed i dispositivi per disinfettare le mani. «Al posto dell’acqua benedetta –prosegue don Marino – abbiamo già messo i dispenser per l’erogazione del gel disinfettante. La Comunione sarà distribuita con delle pinzette ed io indosserò i guanti».

 

 




“Ohana. Storie per ripartire” sul web dell’oratorio di Pandino

Esordio, nel pomeriggio di sabato 2 maggio, per “Ohana. Storie per ripartire”, evento via web pensato dall’oratorio San Luigi di Pandino per offrire ai ragazzi e ai loro genitori testimonianze di persone che hanno saputo ricominciare, anche dopo esperienze dolorose. Il primo ospite di Ohana (che in hawaiano significa “famiglia”, nel senso esteso del termine) è stato Pierdante Picccioni, classe 1959, nativo di Cremona, ex primario dei pronto soccorso degli ospedali di Codogno e di Lodi, oggi medico all’ospedale di Lodi ed autore (assieme a Pierangelo Sapegno) del libro “Meno dodici”, dal quale è stata tratta la serie tv di Raiuno “Doc-Nelle tue mani”, con Luca Argentero.

Entrato in coma per colpa di un incidente stradale avvenuto nell’autunno 2013 sulla tangenziale di Pavia, al suo risveglio Piccioni aveva dimenticato gli ultimi dodici anni della sua vita, che è riuscito a ricostruire con fatica e pazienza solo grazie a fotografie e ai racconti della moglie e degli amici.

Dimenticare un così lungo periodo della propria esistenza significa anche dimenticare tutto un percorso di vita professionale: ferma all’ottobre del 2001 la sua memoria, il dottore non ricordava neppure di essere stato insegnante di ecografia polmonare, una disciplina che al momento del suo incidente non esisteva. Così, si è pure dovuto rimettere a studiare per recuperare il tempo perso.

Al vicario don Andrea Lamperti Tornaghi, che lo ha intervistato, ha raccontato la sua storia. “Quando mi sono svegliato – ha detto Piccioni – ero convinto di essere nel 2001. In realtà, al posto dei miei bambini mi sono trovato davanti due giganti con la barba che giocavano uno a rugby e l’altro a pallanuoto ed una moglie che da promettente ricercatrice era diventata una docente universitaria. Ho anche scoperto che mia mamma era morta da qualche anno e che mio padre non aveva più quella salute che credevo io. Soprattutto, pensavo di avere 42 anni ed invece ne avevo 54”.

Per Piccioni la vita è cambiata radicalmente. È ripartito, ma farlo è stato per lui (come per chiunque) molto complicato. “Sul piano degli affetti – ha spiegato – ho perso tutti i no che aiutano un figlio a crescere. Rivolevo i miei bambini, non quei due universitari con la barba che mi stavano anche un po’ antipatici per come mi parlavano. Sul piano professionale ho scoperto che insegnavo ecografia polmonare, una disciplina che nel 2001 non c’era e quindi mi sono rimesso a studiare iscrivendomi ad un corso i cui docenti erano due di quelli che avevo formato io. Immaginatevi l’imbarazzo generale. Mi era stata anche proposta una pensione d’invalidità ma mi sono chiesto che cosa avrei voluto fare da grande e la risposta è stata il medico”.

“Si, ci sono stati tanti momenti difficili” ha chiuso rispondendo ad una delle domande poste dagli ascoltatori in diretta. Inevitabile quella di don Andrea sulla serie tv con Luca Argentero che nelle prime quattro puntate ha fato il pieno di ascolti. “Ci sono cose di fantasia ed altre no – ha detto il Doc cremonese – come ad esempio lo sparo al posto dell’incidente stradale: nessuno mi ha sparato. Di vero invece ci sono i 12 anni di perdita di memoria, lo spaesamento ed il cambiamento di personalità. Mi dicono, i miei collaboratori, che sul lavoro sono cambiato. Vi do –ha concluso- un gossip: mancano ancora delle giornate di riprese per le prime puntate ma siete i primi a sapere che ci sarà una seconda stagione di Doc-Nelle tue mani”.




Caravaggio, la telefonata del Papa per Andrea (VIDEO)

«Pronto, sono papa Francesco». Non capita tutti i giorni che squilli il cellulare e a chiamare sia nientemeno che il Papa. È successo nella mattinata di mercoledì 29 aprile a Caravaggio a Maria Teresa Baruffi Pirotta. Il Pontefice voleva parlare con suo figlio Andrea, un ragazzo diversamente abile con tratti autistici che il mese prossimo compirà 19 anni, con un grande amore per la religione e per le celebrazioni, cui partecipa con particolare attenzione. Tanto da spingerlo a scrivere al Papa per “rimproverarlo”.

Infatti la sua grande attenzione per le liturgie ha portato la scorsa settimana Andrea Pirotta a scrivere una lettera al Papa (con il metodo CAA, della comunicazione aumentativa alternativa) chiedendogli due cose: la prima, e più importante, di non pronunciare più, durante la celebrazione dell’Eucarestia, la frase “Scambiatevi il segno della pace”, perché in tempi di coronavirus si dovrebbe evitare la stretta di mano; la seconda avere in regalo una papalina.

https://www.facebook.com/DiocesiCremona/videos/943822319388716/

 

«Ero in fila al supermercato per fare la spesa – racconta Maria Teresa – quando, alle 10.55, mi è suonato il telefono. Sul display è apparsa la dicitura numero privato. Ho risposto. Era papa Francesco. Oddio, mi sono detta. Non ho pensato a uno scherzo perché mi sono ricordata che nella lettera avevo lasciato il mio numero di cellulare e che forse il Papa si era ricordato di noi. Ho riconosciuto la sua voce, inconfondibile. Inoltre, nella Messa di stamattina (mercoledì 29 aprile, ndr) delle 7, trasmessa in tv, lui aveva detto di aver ricevuto il giorno prima (martedì, ndr) una lettera da un ragazzo di Caravaggio, di nome Andrea, che gli raccomandava di non pronunciare la frase “la pace sia con voi” perché con la pandemia noi non possiamo toccarci».  Il riferimento del Santo Padre era alla concretezza delle lettere dei bambini e dei ragazzi alla libertà che loro hanno di dire le cose come sono, proprio come ciascuno dovrebbe fare noi con il Signore.

«Ovviamente ero emozionatissima e piuttosto agitata – prosegue la mamma di Andrea – l’hanno capito anche le persone che erano in fila con me. Con il Papa, cui ho detto dove mi trovavo, mi sono scusata perché mio figlio non era con me in quel momento. Lui mi ha risposto che non c’erano problemi e che mi avrebbe richiamato. Così, ho fatto la spesa in fretta e furia, sono tornata a casa e ho raccontato della telefonata ad Andrea e al resto della famiglia. Alle 12.15 è squillato il telefono: era di nuovo Papa Francesco».

A quell’ora tutta la famiglia Pirotta era in casa. La conversazione è durata pochi minuti che rimarranno indelebili nella memoria dei protagonisti di questo bel momento. Francesco ed un felicissimo Andrea, che dice solo poche parole, si sono salutati, con quest’ultimo che ha inviato un bacio al Papa, gesto che ha rifatto anche poco dopo.

«Ciao Andrea – ha esordito Francesco – sono contento della lettera che mi hai inviato. Tu vai avanti!». Poi la spiegazione sul segno della pace: «Io nella Messa dico alla gente che sia dia il segno della pace, ma non ci si tocca. Si salutano con la testa, un piccolo segno».

«Mi è piaciuto tanto quello che Andrea ha detto – ha proseguito papa Bergoglio rivolgendosi a Maria Teresa – perché si vede che lui è molto interessato a queste cose. Vi do la benedizione e vi invierò la papalina”.

La notizia della telefonata dal Vaticano sta facendo il giro di Caravaggio dove Andrea e sua mamma sono molto conosciuti. Maria Teresa Baruffi è infatti presidente della locale associazione Gloria, nata nel 2011 per gestire progetti per bambini diversamente abili che frequentano le scuole dell’obbligo caravaggine (nella fattispecie l’acquaticità presso la piscina di Caravaggio e l’ippoterapia al maneggio Candiana di Fornovo) e che di recente ha donato al Comune, per i bisognosi, i 5.000 euro inizialmente destinati a questi due progetti, interrotti dall’emergenza-Covid 19.




Distanti ma uniti, a Corte Madama “foto di gruppo” pasquale

Distanti ma uniti, tutti stretti in un grande abbraccio. È così che gli abitanti di Corte Madama, frazione di Castelleone, hanno voluto fare quest’anno gli di una buona Pasqua. Un abbraccio virtuale, realizzato con il collage delle fotografie di decine di persone del paese: giovani, adulti e bambini, con le braccia larghe, idealmente unite fra loro.

L’idea è stata del gruppo di ragazzi della parrocchia, I Fiui e le Fiúle de la Curt, lo stesso che ogni anno organizza la sagra di maggio, e nello stesso mese, la festa “Ricomponiamo Corte”.

“Sul nostro gruppo whatsapp – spiegano gli ideatori dell’abbraccio virtuale – abbiamo lanciato il passaparola, facendoci inviare le foto degli abitanti di Corte Madama che poi chi fra di noi è un po’ più esperto di multimedialità ha provveduto a mettere assieme e pubblicare sulle pagine Instagram e Facebook di Corte Madama. Un modo diverso ma crediamo simpatico di farci e di fare gli auguri di Pasqua ed un segno di unione della nostra comunità, anche in questo periodo di quarantena così difficile”.

Oltre al collage fotografico, I Fiui e le Fiúle de la Curt hanno realizzato anche un video in cui, a modo loro, molto scherzoso, hanno presentato gli ingredienti di una ricetta per una Pasqua in dolcezza: un minuto e mezzo di puro divertimento.




La “Canzone della speranza” nelle voci dell’oratorio di Agnadello

Si chiama “Canzone della speranza”, un canto piuttosto conosciuto in ambito ecclesiale, ed è lo strumento con cui, in occasione della Pasqua, l’oratorio San Giovanni Bosco e la parrocchia di San Vittore Martire di Agnadello hanno voluto fare gli auguri con un messaggio di fiducia in questo momento così critico: “Lontani ma vicini con i cuori, tutti assieme riusciremo a passare questo brutto momento” è il motto che ha guidato gli agnadellesi nella realizzazione di questo progetto.

Il video, condiviso sui social network, sta facendo il pieno di “Like”.

“Si tratta di un canto di pace e di speranza – spiega il vicario don Daniele Rossi – che un gruppo di giovani dell’oratorio Don Bosco ha avuto l’idea di eseguire, ognuno da casa propria ovviamente. Alcuni adulti, fra cui dei componenti del coro parrocchiale, l’hanno raccolta e, con l’aggiunta di qualche bambino e del sottoscritto è nato questo piccolo progetto corale”.

Complessivamente sono venticinque i cantori impegnati, anche nel fare le seconde voci.

A prestare la loro voce sono stati Andrea Bani, Brian Torri, Carlo Segale, Chiara Beghi, Davide Degradi, don Daniele, Elena Galbiati, Elisa Zoia, Emanuela Ercoli, Ernesto Polgati, Ester Braga, Federica Andreoli, Francesca Carioni, Francesca Scolari, Ginevra Braga, Irene Pavoni, Lorenza Bolzoni, Lorenzo Galbiati, Luigi Roppo, Maria Grazia Andrini, Matteo Assandri, Matteo Panozzo, Paola Dossena, Paola Pertusi e Stefano Viviani (alcuni di loro hanno rivestito un duplice ruolo). Eleonora Paolino ha creato le grafiche; Stefano Faiella, Luigi Roppo, Paolo Masa, Stefano Denti Tarzia e Dario Foschetti hanno inciso la base musicale; Diego Palmas ed Elena Galbiati si sono occupati del montaggio.

 




Scomparso padre Alessandro Baroni, salesiano originario di Rivolta d’Adda

L’annuncio è stato dato dai sacerdoti di Rivolta d’Adda sulla pagina facebook dell’oratorio Sant’Alberto: lunedì 23 marzo è morto, presso la comunità di San Tommaso D’Acquino di Nave, nel Bresciano, padre Alessandro Baroni, salesiano originario di Rivolta, dov’era nato il 29 novembre 1929.

Dei Baroni, una famiglia molto numerosa e molto religiosa, era il secondo sacerdote: don Giuseppe Baroni, suo zio, fu prete della diocesi di Cremona e per lunghi anni parroco di Misano Gera D’Adda.

Quella di padre Sandro è stata una “vocazione adulta”, coltivata presso la famiglia religiosa dei Salesiani. Partito da Rivolta nella prima metà degli anni Cinquanta, dopo la professione religiosa avvenuta nel 1956 e gli studi teologici, è stato ordinato sacerdote all’età di 36 anni. Ha svolto il suo primo incarico a Missaglia, come socio del maestro dei novizi, fino al 1969, anno in cui è stato trasferito nella comunità salesiana di Varese dove per sette anni è stato economo. Nel 1976 il trasferimento a Nave, dove ha ricoperto sia l’incarico di economo che quello di vicario (inteso come vicedirettore) dell’istituto salesiano locale. Dal 1982 al 1985 è stato a Chiari, in qualità di vicario, economo e assistente dell’istituto salesiano San Bernardino. Dal 1985 al 1989 è stato parroco e vicario dell’istituto salesiano di Montechiarugolo, in provincia di Parma, e dal 1989 al 2003 è stato parroco di Codigoro, in provincia di Ferrara, prima di tornare all’istituto di Nave.

Tornava spesso a Rivolta, specie nei mesi estivi, dove amava trascorrere dei periodi di vacanza accanto ai suoi fratelli, non tralasciando il ministero pastorale che prestava volentieri alla sua parrocchia d’origine. E proprio nel suo paese natale, nel maggio 2016, aveva festeggiato il 50° anniversario della sua ordinazione sacerdotale.




Da Pandino un corso di portoghese online per prepararsi alla missione

Boom di partecipanti per il corso online di lingua portoghese organizzato dall’oratorio di Pandino. Sono venti le persone che collegandosi attraverso la piattaforma Zoom, strumento di videoconferenza e didattica a distanza utilizzato anche da diverse università ed istituti scolastici italiani, hanno partecipato alla prima lezione, quella di lunedì 23 marzo.

Dopo una breve introduzione da parte del vicario parrocchiale don Andrea Lamperti Tornaghi, la docente Monica Maggioni, giovane tour-operator con una laurea magistrale in lingue, un semestre di Erasmus a Lisbona ed una passione per il portoghese, ha dato il via al corso. Ci si è addentrati subito nella presentazione della lingua, parlata non solo in Portogallo e Brasile ma in diversi altri paesi del mondo con la distinzione tra portoghese lusitano (quello parlato in Portogallo ed in tutti gli altri Paesi) e brasiliano, il corso ha preso una curvatura più improntata alla lingua della nazione verde-oro, prossima meta di quasi tutti i corsisti.

La classe è infatti composta prevalentemente da giovani (ma non mancano signore ultrasettantenni che si sono lanciate con entusiasmo in questa avventura) che la prossima estate partiranno con don Andrea alla volta di Salvador de Bahia per un’esperienza di vita e condivisione dal 3 al 16 agosto nella parrocchia di “Jesus Cristo Ressuscitado”, guidata dai sacerdoti fidei donum cremonesi don Emilio Bellani e don Davide Ferretti. Non solo pandinesi però fra gli iscritti a questo corso: anche tre giovani bresciani ed una cremonese che faranno parte del gruppo coordinato dall’Ufficio Missionario della Diocesi di Cremona nell’ambito del Progetto Bahia (che vedrà oltre trenta giovani alternarsi in Brasile durante tutta l’estate).

A questi si sono liberamente aggiunti giovani e meno giovani che hanno visto in questo corso una possibilità accessibile per imparare una nuova lingua, conoscere altre persone ed impegnare iltempo sospeso” che stiamo vivendo in un modo proficuo. Per ora solo alfabeto e regole di pronuncia ma presto inizieranno lezioni interattive con sessioni di conversazione in piccoli gruppi. Il calendario delle prossime lezioni ne prevede una per giovedì 26 dalle 16 alle 17 ed un’altra per lunedì 2 aprile alla stessa ora mentre quello del mese di aprile si strutturerà con insegnante e partecipanti. «L’alto numero di partecipanti – commenta don Andrea- è stata una bella sorpresa, così come bello è il fatto che ragazzi non solo di Pandino abbiano risposto bene, anche sulla spinta dell’ufficio missionario diocesano».


#restiamocomunità – #chiciseparerà




A Pandino sarà online la Messa per i defunti di cui non si sono celebrati i funerali in questo momento di emergenza sanitaria

Da decenni quello del martedì mattina in chiesa parrocchiale era un appuntamento fisso per i fedeli pandinesi che erano abituati a partecipare alla messa delle 9 per i parrocchiani defunti.


Un appuntamento semplice ma sentito, soprattutto per guarire le ferite che ogni morte porta inevitabilmente con sé. Un appuntamento che però a causa del drammatico momento che stiamo vivendo e delle disposizioni governative sulle funzioni religiose è stato anch’esso temporaneamente sospeso. Così la parrocchia ha pensato di servirsi degli strumenti multimediali per consentire ai pandinesi che lo vorranno di pregare domani sera, uniti anche se a distanza, per i propri defunti, soprattutto per le persone decedute in quest’ultimo periodo.

“La nostra comunità – spiega il parroco don Eugenio Trezzi – è stata ed è toccata duramente dal ricovero e dalla scomparsa improvvisa di diverse persone, che non hanno avuto la possibilità di aver vicino un parente, un amico. Non è stato neanche possibile compiere un ultimo omaggio al funerale, viste le disposizioni vigenti. Questo non può che creare angoscia: possiamo fare qualcosa per sentirci più uniti? Sappiamo che possiamo seguire in TV la celebrazione delle messe, che i nostri social (Facebook, Instagram ed il canale Telegram cliccando sui rispettivi link o ricercando l’account @oratoriopandino) offrono quotidianamente occasioni di riflessione e preghiera. Allora utilizziamoli. Ma proprio per dare rilievo alla celebrazione del martedì, con l’aiuto del vicario e dei ragazzi dell’oratorio, stiamo predisponendo un momento a suo modo comunitario”. Sarà così possibile collegarsi ogni martedì, alle 21, attraverso i canali digitali della parrocchia, per ritrovarsi, pur distanti fisicamente, spiritualmente  uniti per fare memoria soprattutto degli ultimi parrocchiani deceduti e ricordarli attraverso l’Eucarestia, che sarà celebrata dai sacerdoti a porte chiuse. “Che lo spirito di fede –prosegue don Trezzi- non si spenga in noi; non abbiamo paura ad interrogarci su cosa ci insegna una situazione del genere e per tutti ci sia la volontà di diventare più saggi, più coraggiosi, più rispettosi e più solidali”.


 #restiamocomunita – #chiciseparera




A Masano la preghiera rende “uniti anche se a distanza”

Pregare assieme, stando ognuno nella propria casa. È la proposta che il parroco don Antonio Trapattoni ed i catechisti fanno per domani pomeriggio (domenica 15 marzo) ai fedeli di Masano. “Uniti anche se a distanza” è lo slogan dell’iniziativa che sarà proposta in diretta streaming sulla pagina facebook dell’oratorio Pier Giorgio Frassati.

L’appuntamento è per le 16. Mentre nella chiesa parrocchiale di San Vitale verrà esposto il Santissimo, a porte chiuse, verrà recitato il rosario sotto la guida di don Antonio che poi, al suono delle campane, benedirà la comunità. «Quella di domenica pomeriggio – spiega il parroco – vuole semplicemente essere un modo per sentirci ancora comunità in un periodo difficile come questo. Vogliamo metterci in comunione attraverso la preghiera. Alle 16, inizierà la recita del rosario. Una prima parte sarà recitata da me, una seconda, con la voce guida di un’altra persona, dai fedeli che si collegheranno in streaming grazie a Facebook, proprio per dare questo senso di comunità. Nella preghiera ricorderemo anche i nostri concittadini che in questi giorni ci hanno lasciato. Al termine – prosegue don Antonio – uscirò sul portone della chiesa per impartire la benedizione al suono delle campane. Di solito siamo abituati ad andare in chiesa per riceverla. Stavolta, idealmente, è Dio che ci viene incontro. Un Dio che come nel vangelo va incontro al suo popolo». Sulla pagina facebook dell’oratorio PG Frassati è possibile inoltre scaricare i testi predisposti in diocesi per la Via Crucis.


#restiamocomunita – #chiciseparera




A Caravaggio telefoni e tv spente, nelle case si accendono le candele della preghiera

«Alla tua luce vediamo la luce». Tratto dal salmo 36, è lo slogan con cui la parrocchia dei Santi Fermo e Rustico e l’oratorio San Luigi invitano domenica sera (15 marzo) i fedeli, e specialmente i bambini del catechismo ed i loro papà e le loro mamme, ad una forma di preghiera in famiglia che diventi però simbolo di una preghiera collettiva a distanza.

«Per sentirci uniti – precisa la parrocchia -, anche a distanza; per non lasciarci impaurire dal buio; per vivere la Quaresima con la prospettiva pasquale».

È una strana Quaresima quella di quest’anno: non ci si può incontrare per vivere l’Eucaristia, non si può stare insieme per vivere momenti abituali come la catechesi o la Via Crucis o qualche altra espressione del nostro essere cristiani. Resta la forza della preghiera e a quella fanno appello i sacerdoti e gli educatori caravaggini proponendo che alle 21 di domenica le famiglie del paese spengano tutto ciò che possa distrarle ed accendano una candela sulla finestra della propria casa, segno chiaro che ci sono dei cristiani che stanno pregando, recitando una preghiera inviata loro via social in questi giorni.

Ecco lo schema per la preghiera in famiglia

Una preghiera che inizia con un’invocazione a Dio, prosegue con un brano della lettera di San Paolo ai Filippesi seguito da due riflessioni, una per i bambini ed una per gli adulti, e da altre invocazioni e si conclude con la recita del Padre Nostro. «Ci siamo chiesti – spiega il vicario don Matteo Pini – come poter raggiungere i ragazzi del catechismo. Oltre alla trasmissione in streaming della Messa ci è sembrata bella l’idea che di sera, nelle case, possano essere spenti cellulari, tablet, tv, pc, insomma tutto quello che ci informa ma ci distrae anche un po’ e possa essere acceso un lume che ci indica la presenza di una famiglia cristiana. Domenica sera io andrò in chiesa, da solo, esporrò il Santissimo, accenderò l’illuminazione e pregherò come pregherà ognuno nella propria abitazione. Le campane, che questa settimana hanno suonato a lutto molte volte, stavolta suoneranno a festa».

#restiamocomunita – #chiciseparera