1

We Climb Together sul Torrazzo, evento il 24 giugno

We Climb Together, il primo evento inclusivo della città di Cremona, avrà una location molto speciale con la salita al Torrazzo. L’evento è stato organizzato dall’organizzazione Inclusi-ON in collaborazione con il Museo Verticale del Torrazzo: punto di partenza in piazza del Comune alle ore 18 di giovedì 24 giugno dove sarà allestita la postazione di partenza: l’evento è stato pensato per sostenere le due realtà associative Fratelli Tutti Cooperativa sociale ed Accendi il Buio.

Dopo l’incontro in piazza ci sarà la salita inclusiva al Torrazzo,  in coppie formate da un soggetto con disabilità/fragilità e da un’altra persona. L’obiettivo dell’evento aperto a tutti, da 0 a 99 anni, è quello di far incontrare, conoscere, accogliere il mondo della fragilità e sarà anche l’occasione per conoscere meglio le associazioni con i loro progetti.

Fratelli Tutti è una cooperativa sociale, costituita da pochi mesi che sta iniziando a gettare le prime basi per grandi progetti di inclusione e opportunità di reinserimento sociale offrendo proposte occupazionali a persone con fragilità, con particolare attenzione al mondo della disabilità e del carcere, collaborando in rete con le realtà (associazioni e cooperative) che già operano nel settore.

Accendi il Buio è un’associazione di famiglie per le famiglie, che ha l’obiettivo di dar voce a bambini ed adulti autistici. Propone attività, progetti ed interventi d’integrazione sociale e lavorativa, rafforzando la rete di collaborazione con le istituzioni coinvolte e con tutte le terze parti che possono contribuire a garantire diritti ed un futuro a tutte le persone con autismo.

Scarica la locandina




Centri estivi e alleanza educativa: don Arienti auspica orizzonti di condivisione pedagogica nuovi andando oltre calendari e finanziamenti

«Piano scuola estate 2021 è parte della sinergia fra tutti gli attori cittadini che forniscono le loro proposte di formazione per i giovani cremonesi» queste le parole di don Paolo Arienti, responsabile dell’Ufficio per la Pastorale Giovanile e presidente della Federazione Oratori Cremonesi, a margine dell’incontro tenutosi nella mattinata di venerdì 18 giugno nella sala della Consulta di palazzo comunale per fare il punto sull’offerta formativa per il periodo estivo da parte del Comune di Cremona.

Il tavolo, coordinato dall’assessore all’Istruzione Maura Ruggeri, è infatti uno strumento utile per offrire alle famiglie una panoramica di tutte le realtà formative presenti, una forma di promozione del territorio con una panoramica su tutte le realtà.

Un primo aspetto che don Arienti ha voluto mettere in risalto è il valore del mutuo riconoscimento di tutti gli enti che contribuiscono a questo palinsesto che va in aiuto alle famiglie durante il periodo estivo.

«I Grest non sono immediatamente centri estivi e la differenza nei servizi offerti dalle parrocchie è nella natura di questo strumento che si configura come un’attività propria della parrocchia e che fa parte di un progetto educativo più ampio, di durata annuale e con uno stile proprio – ha aggiunto il sacerdote presidente della Federazione Oratori Cremonesi –. La catena educativa degli animatori minorenni, come pedagogia degli adolescenti, afferisce a tradizioni differenti: è una carità educativa, a trazione volontaristica. Nei Grest non c’è solo l’esperienza pedagogica di professionisti, ma c’è la freschezza dell’animazione grazie al contributo dei giovani volontari. L’obiettivo è che una comunità sia sempre più soggetto educante: esprima un mandato e si avvalga del servizio dei più giovani come valore aggiunto, come tirocinio di cura e prossimità».

L’auspicio e la proposta di don Arienti è di poter andare oltre a una condivisione delle proposte estive offerte dalle diverse realtà cittadine: «Ci siamo trovati in questi due anni intorno a una condivisione di calendari e una proposta concreta potrebbe esse quella di trasformare questo tavolo per le attività estive in un tavolo di condivisione pedagogica, ad esempio per quanto riguarda le povertà educative e i problemi delle famiglie». E ancora: «Si potrebbero portare avanti orizzonti di condivisione pedagogica nuova andando oltre i calendari e i finanziamenti per poter ragionare insieme del senso pedagogico delle proposte presenti in città: analizzare quali sono i bisogni e pensare allo scopo di queste attività estive in una logica economica diversa, di un’economia umana».

In tale prospettiva il ruolo già ricoperto dal Comune rimarrebbe di grande importanza ha spiegato don Arienti: «La regia del Comune potrebbe andare più in profondità: non solo per pensare dove collocare i bambini, ma avendo anche un’attenzione alle povertà e all’educazione. Le famiglie scelgono già oggi in base alle loro necessità: la socializzazione e l’incontro quest’anno sono fondamentali. L’esperienza di questi ultimi mesi ci ha messo davanti l’esigenza che certe attenzioni educative siano condivise, fare e proporre educazione è diverso rispetto a tre anni fa».

I centri estivi saranno attivi a Cremona da giugno sino alla fine di agosto e, in alcuni casi, anche la prima settimana di settembre. I posti disponibili sono 500 per i bambini da 3 ai 5 anni, 450 per bambini da 6 a 11 anni e 300 per i ragazzi da 12 a 17 anni. Numerose e variegate le offerte educative, in base anche della fascia di età. Vi saranno attività ad alto impatto educativo e sociale e con finalità di ricreazione, socializzazione e potenziamento delle conoscenze pregresse.

La proposta estiva dei Grest degli oratori cittadini torna quest’anno a essere più capillare e articolata. Il periodo di attivazione è quello consueto, tra giugno e luglio. Gli Oratori che si sono attivati per proposte indirizzate a ragazzi e bambini sono Cristo Re, S. Ambrogio, Beata Vergine, S. Giuseppe, Boschetto, Cavatigozzi, S. Ilario-S. Agata-S. Agostino, S. Michele, S. Abbondio, Cattedrale- S. Imerio-S. Pietro, S. Francesco-S. Bernardo-Borgo Loreto-Maristella, S. Antonio Maria Zaccaria. Le proposte coprono gran parte della giornata, da lunedì a venerdì, articolate per elementari e medie con l’ausilio di adulti e adolescenti come figure di coordinamento e animazione. Tutte sono accomunate da un tema condiviso: Hurrà, giocheranno sulle sue piazze, un’occasione preziosa per porre al centro la socialità dei ragazzi e la preziosità di esperienze (giochi, laboratori, visite, momenti di riflessione, teatro) secondo il metodo oratoriano dell’animazione.

Soprattutto dopo l’anno di pandemia, «È stato doveroso – ha sottolineato l’assessore Ruggeri – organizzare i centri estivi finalizzando le azioni e le attività alla ripresa della socializzazione e delle esperienze di gioco anche con scrupolosa attenzione alle misure di sicurezza previste: si tratta di una risposta che vogliamo dare alle famiglie che faticano a conciliare gli impegni lavorativi e quelli familiari, aiutandole concretamente affinché i loro figli riescano a frequentarli».

Quest’anno inoltre, grazie a contributi diretti del Ministero dell’Istruzione nell’ambito del Piano Scuola Estate 2021, anche alcune scuole del territorio hanno organizzato attività estive gratuite rivolte ai propri alunni, finalizzate soprattutto al potenziamento disciplinare e relazionale.

L’assessore Ruggeri è stata affiancata da Silvia Bardelli, responsabile del Servizio politiche educative del Comune, e dallo staff del servizio stesso: inoltre alla presentazione hanno partecipato anche l’assessore alle Politiche sociali Rosita Viola, la dirigente del settore Politiche Sociali Eugenia Grossi, Giusi Biaggi, Chiara Piovani e Alessandro Portesani per la Cooperativa il Sol.Co., Gianna Balestra dell’Azienda agricola Maghenzani, Pierluigi Poli, dirigente dell’Istituto comprensivo Cremona Uno, Daniela Marzani, dirigente dell’Istituto comprensivo Cremona Due, e Marcella Maffezzoni in rappresentanza dell’Istituto comprensivo Cremona Cinque.




Unità pastorale Sant’Omobono in festa per i patroni Imerio e Pietro

Due settimane di eventi nell’unità pastorale Sant’Omobono di Cremona, tra momenti di carattere liturgico, spirituale, culturale e ricreativo, per festeggiare due dei propri patroni: sant’Imerio e di san Pietro.

A dare il via al programma celebrativo dell’unità pastorale San’Omobono – formata dalle parrocchie della Cattedrale, Sant’Imerio e San Pietro al Po – sarà la Messa in Cattedrale (alle 18) nella memoria liturgica di sant’Imerio, patrono secondario della città e della diocesi di Cremona, le cui spoglie sono conservate nella cripta della Cattedrale e davanti al quale vi sarà un momento di preghiera.

Domenica 20 giugno la Messa delle 10.30 nella chiesa di San Pietro al Po sarà presieduta da don Francesco Tassi, sacerdote novello che proprio nell’unità pastorale Sant’Omobono ha svolto il proprio servizio diaconale.

Una giornata di spiritualità è stata organizzata per martedì 22 giugno presso la chiesa di Sant’Imerio con l’esposizione dell’Eucarestia e l’adorazione dalle 15.30 fino alla Messa delle 18.30. In serata, alle 21, si riprenderà con un momento comunitario di preghiera e meditazione nella stessa chiesa di via Aporti.

Giovedì 24 giugno, alle 21, è in programma un incontro formativo aperto a tutti presso l’oratorio di Sant’Imerio con intervento del vicerettore del Seminario di Cremona, don Francesco Cortellini, sul tema “Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia”.

Un momento sportivo è poi previsto sabato 26 giugno con il torneo di beach volley presso l’oratorio di San PIetro al Po in via Giordano, a partire dalle 21.

Domenica 27 giugno, nella Messa delle 10.30 nella chiesa di S. Pietro sarà quindi presentato il Consiglio pastorale unitario appena eletto.

Infine, in occasione della festa liturgica dei Ss. Pietro e Paolo, martedì 29 giugno, il vescovo Antonio Napolioni alle 21 nella chiesa di S. Pietro al Po presiederà la Messa durante la quale conferirà i sacramento a completamento dell’Iniziazione cristiana ad alcuni ragazzi e adulti della comunità.

Scarica la locandina con tutti gli eventi

 

 

18 GIUGNO – Sant’Imerio, vescovo (memoria)
Patrono secondario della città e della diocesi




A Cassano d’Adda benedetto dal Vescovo il market della solidarietà

Fare spesa senza pagare? Un sogno per tutti. Ma per molti anche una necessità. Con questa consapevolezza è nato a Cassano d’Adda, cittadina in provincia di Milano ma nel territorio della diocesi di Cremona, un supermercato della solidarietà. Da qui il nome: “Solidar-market”.

Un ambizioso progetto messo in piedi dalle realtà del volontariato locale che sarebbe dovuto partire nel marzo 2020. La pandemia ha rovinato i progetti, senza comunque riuscire a bloccare le solidarietà nei confronti della situazioni di fragilità, con tante famiglie che hanno potuto ottenere ascolto e aiuto anche nei mesi scorsi, grazie all’impegno di una novantina di volontari che hanno sostenuto, secondo diverse modalità, circa un centinaio di famiglie del territorio.

Con il “Solidar-market” i classici pacchi alimentari garantiti alle persone in stato di fragilità andranno in pensione per lasciare spazio alla possibilità di ottenere alimenti e generi di prima necessità servendosi tra gli scaffali proprio come in un supermercato.

L’innovativo market è stato realizzato nei locali concessi in convenzione dal Comune di Cassano all’interno del complesso della scuola elementare Guarnazzola, in via Pascoli.

La benedizione dei locali da parte del vescovo Antonio Napolioni ha avuto luogo nel pomeriggio di mercoledì 16 giugno dopo la Messa al termine della peregrinatio della statua della Madonna della medaglia. Presenti il sindaco di Cassano d’Adda, Roberto Maviglia, e il presidente del Forum associativo volontariato sociale, Giorgio Costa, insieme a diversi volontari.

«Oltre a contribuire a soddisfare i bisogni alimentari, l’obiettivo è quello di creare un contatto sociale e vivo con le famiglie», ha spiegato Costa. Il «Solidar-market» rappresenterà un importante punto cittadino che nel segno della solidarietà permetterà di passare dalla modalità del pacco a quella dello scaffale. Il tutto grazie alla preziosa collaborazione fra diverse realtà associative del territorio, ecclesiali e laiche insieme: Gruppi di volontariato vincenziano, Conferenza San Vincenzo de’ Paoli, Acli, Centro aiuto alla vita, S’apre e Ellepicappa.

Guarda la photogallery




Il Vescovo a Cassano: «Chiediamo il miracolo di farci sentire tutti fratelli nella stessa comunità cristiana»

«Il Signore ci parla in mille modi e il dono della Medaglia miracolosa è una di queste». Queste le parole del vescovo Antonio Napolioni nel pomeriggio di mercoledì 16 giugno a Cassano d’Adda in occasione della peregrinatio della statua della Madonna della Medaglia miracolosa. Una intensa duegiorni di spiritualità che – dopo l’accoglienza da parte dei ragazzi del Grest e un passaggio alla casa di riposo della cittadina milanese, si è conclusa nella parrocchiale di S. Maria Immacolata e S. Zeno.

Era il 1830 quando Caterina Labourè, giovane figlia della Carità di San Vincenzo, ebbe tre visioni della Santa Vergine che annunciava la necessità della preghiera per affrontare “tempi tristi e cupi”. Ebbe così origine la Medaglia della Vergine Immacolata – da cui prese il nome la festa liturgica approvata nel 1894 da Papa Leone – e una devozione popolare che, col tempo, è diventata sempre più sentita. In ricordo del 190° anniversario di queste apparizioni, la statua Madonna della Medaglia Miracolosa, ha iniziato un pellegrinaggio itinerante per l’Italia, partito lo scorso 11 novembre dal Vaticano con la benedizione di Papa Francesco. L’evento è stato promosso dai Missionari Vincenziani d’Italia in collaborazione con la Famiglia Vincenziana.

Photogallery della celebrazione

A concelebrare accanto al Vescovo il padre vincenziano Claudio Farroni, coordinatore della peregrinatio, e i sacerdoti di Cassano: mons. Giansante Fusar Imperatore e mons. Piergiuseppe Coita, parroco e collaboratore parrocchiale di S. Maria Immacolata e S. Zeno; don Vittore Bariselli, parroco di Cristo Risorto che da settembre assumerà l’incarico di parroco di tutte le parrocchie di Cassano; don Silvio Aboletti, parroco di S. Pietro Apostolo.

Presente anche il sindaco Roberto Maviglia e una rappresentanza delle associazioni locali. Ad animare la Messa il gruppo corale composto da membri della stessa parrocchia di S. Zeno e di Cristo Risorto.

Nella sua omelia mons. Napolioni ha anzitutto aiutato a riflettere sul significato della medaglia miracolosa: «Il Signore ci parla in mille modi, perché non vuole lasciarci soli nel buio e nella desolazione. La vicenda di santa Caterina Labouré, sullo sfondo dell’esperienza di S. Vincenzo de’ Paoli, e il dono della medaglia miracolosa è tra queste parole belle che il Signore, insieme a Maria, dice al mondo». «Questa medaglia dice l’appartenenza, l’identità e la missione – ha proseguito il Vescovo – indica per chi siamo, da chi siamo e chi siamo: siamo l’immagine della madre. Noi portiamo questa immagine non perché siamo mammoni, ma perché è l’unica madre che ci fa crescere e ci dona la libertà».

Prendendo spunto dal passo del Vangelo delle nozze di Cana il Vescovo ha poi sottolineato l’importanza della figura di Maria: «Nel suo rapporto con Gesù, Maria non lo vuole pilotare, ma vuole che si manifesti, che giunga l’ora della sua missione: è una madre che conosce la missione del Figlio e che non gliela impedisce. Maria accompagna il Figlio finché realizzi in pieno la sua missione. Dunque, anche noi abbiamo bisogno di essere accompagnati per affrontare le sfide del nostro tempo perché non ci risponderemo mai da soli allo specchio né tantomeno ascoltando voci suadenti che alimentano il nostro narcisismo e le smanie di carriera».

Il vescovo Antonio ha quindi voluto rivolgersi direttamente ai fedeli presenti parlando del periodo di grandi novità ecclesiali in terra cassanese, con la realizzazione dell’unità pastorale tra le quattro parrocchie cittadine, affidate a un unico parroco: «È la prima volta che ci incontriamo dopo che avete saputo le idee folli che questo vescovo ogni tanto tira fuori per le proprie comunità – ha scherzato monsignor Napolioni -. Non c’è alcuna rivoluzione! Avrei voluto parlarne di più con voi nella visita pastorale che avevamo in programma e che la pandemia ci ha costretto a rinviare. Ma non vi ho voluto strappare dei preti e modificare il territorio a capriccio: mi è sembrato di cogliere questa chiamata a ritrovare e rinsaldare la grande appartenenza. Infatti, tutti noi viviamo più appartenenze, si può essere cresciuti a S. Zeno e condividere la vita con tutta Cassano: come concretizzare tutto questo intorno a un parroco e a una comunione di sacerdoti di laici, di famiglie corresponsabili lo vedremo strada facendo. Lo cercheremo insieme, ma è una piccola scossa nella direzione di quell’unità di cui Maria è davvero madre».

Quindi l’augurio finale, affidando il percorso di unità in programma per i prossimi mesi proprio a Maria: «Maria è sempre felice quando osiamo il cammino del dialogo, dell’incontro della fraternità nella Chiesa e nel mondo: la Chiesa può parlare di unità al mondo se al suo interno osa superare le barriere e costruire ponti piuttosto che muri. Vogliamo chiedere anche questo miracolo alla Medaglia: faccia il miracolo di farci sentire tutti fratelli nella stessa comunità cristiana, la bella e ricca comunità cristiana di Cassano d’Adda».

Ascolta l’omelia del vescovo Napolioni

Al termine della celebrazione eucaristica la statua della Madonna della Medaglia miracolosa è stata portata fuori dalla chiesa in processione e ha ripreso il suo viaggio lombardo che in queste settimane la vede toccare diverse realtà di Milano, Vigevano, Como e Brescia.

Dopo la Messa il Vescovo si è recato presso i locali della scuola elementare Guarnazzola, in via Pascoli, per benedire i locali di un inusuale “Solidarmarket” che presto inizierà la propria attività (Leggi per saperne di più).




Cento anni dalla morte di don Luigi Merisio: a Rivarolo Mantovano mostra e Messa con il Vescovo

Nel ricordo del centenario della morte di don Luigi Merisio, parroco di Rivarolo Mantovano dal 1905 al 1921, mercoledì 23 giugno alle 17 il vescovo Antonio Napolioni presiederà la Messa di suffragio presso la chiesa di S. Maria Annunciata a Rivarolo Mantovano. Per ricordare il parroco rivarolese (Caravaggio 1858 – Rivarolo Mantovano 1921) sarà inoltre allestita nella chiesa parrocchiale una mostra con testimonianze documentali sulle attività di don Merisio, visitabile fino al 27 giugno.

Don Luigi Merisio, nato nel 1858 a Caravaggio e ordinato sacerdote nel 1879, fu professore di Studio biblico, Sacra Scrittura e Religione nei primi anni di sacerdozio e arrivò come parroco a Rivarolo nel 1905 rinnovando l’entusiasmo, l’interesse e la generosità nei confronti della parrocchia grazie alla sua instancabile attività. Grande il suo interesse per l’educazione dei giovani: nel 1911 diede vita al “ricreatorio per la gioventù maschile parrocchiale”, nel 1913 fu fondato il Circolo S. Sebastiano per la formazione cristiana dei giovani, nel 1919 fondò il Circolo femminile cattolico S. Giovanna d’Arco retto dalle suore di S. Vincenzo de’ Paoli e avviò la costruzione di un teatro. Anche il mondo economico, artigianale e agricolo del paese fu oggetto dell’attività di don Merisio con la fondazione, nel 1912, della Cassa Rurale Cattolica di Rivarolo Mantovano.

Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale don Luigi mise in atto una fitta rete di corrispondenza con i giovani che erano al fronte, come lo stesso vicario parrocchiale don Alceste Ruggeri che fu chiamato alle armi, con lo scopo di tenere salda l’amicizia e la vicinanza spirituale tra i giovani e con la Parrocchia.

Nonostante i tempi difficili, il parroco si preoccupò della ristrutturazione e di alcuni ampliamenti della chiesa di S. Maria Annunciata, della chiesa sussidiaria di S. Bartolomeo, dei campanili e delle strutture degli oratori. Lavori che furono il preludio alle decorazioni della navata centrale e nella cupola del presbiterio con il dipinto dell’Ascensione terminati nel 1923.

Don Merisio morì improvvisamente il 23 giugno 1921 a Rivarolo Mantovano, dove le sue spoglie riposano nella cappella centrale del cimitero.

Scarica la locandina




Don Bignami: «L’ecologia integrale è usare nuovi i modelli relazionali» (VIDEO)

«Ai problemi sociali si risponde con reti comunitarie». È questo il messaggio che don Bruno Bignami, sacerdote cremonese direttore dell’Ufficio nazionale della CEI per i Problemi sociali e il Lavoro, ha rivolto in occasione dell’incontro promosso dall’Ucid di Cremona (Unione cristiana imprenditori e dirigenti) sul tema “Ecologia integrale e sostenibilità economica alla luce dell’enciclica “Laudato si” di papa Francesco”.

Dopo una  lunga attesa legata alla situazione sanitaria, con l’arrivo dell’estate l’Ucid ha voluto riprendere gli incontri in presenza proponendo due momenti di formazione aperti non soltanto ai soci con temi di forte attualità che toccano aspetti particolarmente significativi in questo periodo storico per la vita della Chiesa.

Il primo appuntamento è stato nel pomeriggio di lunedì 14 giugno presso il Centro pastorale diocesano di Cremona. A introdurre i lavori Walter Montini, presidente dell’associazione cremonese, che ha sottolineato l’importanza di questi approfondimenti: «Riflettere su questi temi rientra nei compiti e negli scopi dell’Unione: l’enciclica Laudato si’ esprime l’idea di rinnovare il modo di ricostruire il pianeta attraverso un confronto che unisca tutti nella sfida ambientale che ci riguarda».

Nel suo intervento don Bruno ha spiegato come «la Laudato si’ non è stata solo un documento cardine sul tema dell’ambiente, ma anche il contributo che l’ambiente cattolico sta fornendo al mondo intero. Infatti noi come credenti non abbiamo una rivelazione in più riguardo il vivere nel mondo ed è importante un dialogo per fare le scelte più giuste». La riflessione ha evidenziato come questa enciclica sia ancora oggi attuale. «Anche la pandemia ha evidenziato il paradigma dell’ecologia integrale esplicato da papa Francesco – ha sottolineato il sacerdote cremonese – insieme al tema della sostenibilità che ha a che fare anche con quello delle relazioni. L’ecologia integrale non è usare i paradigmi del passato dipingendoli di verde, ma usare nuovi i modelli relazionali: ci scordiamo della fraternità con i più poveri e con Dio creatore, apporti fondamentali della nostra vita».

Un altro aspetto che può essere ricompreso in questa enciclica del Papa è il tema della transizione ecologica, ha spiegato il sacerdote cremonese: «La transizione ecologica ha a che fare con l’ecologia integrale nel momento in cui tiene insieme gli aspetti differenti perché tiene insieme diversi aspetti del vivere umano come l’importanza dell’interdipendenza dei territori e il ruolo fondamentale dei giovani che possono portare un rinnovamento nelle logiche di sviluppo dei territori. Purtroppo però, in territori come il nostro vediamo spesso come le opportunità siano molto scarse e i giovani lasciano questi luoghi per recarsi altrove impoverendo lo sviluppo futuro».

«È fondamentale un cambio di passo culturale che possa portare a un rinnovamento anche politico: deve passare l’idea che ogni problema è interconnesso con gli altri e che ai problemi sociali si risponde con reti comunitarie. Il progetto Economy of Francesco, ispirato alle idee del Santo di Assisi e con il contributo di giovani economisti e imprenditori, parla di una condivisione dei beni e non del loro possesso, come Francesco comprende che la società deve essere inclusiva per funzionare. Ai problemi sociali si risponde con reti comunitarie».

La relazione di don Bruno Bignami

Al termine della relazione è nato un interessante e appassionato confronto tra i presenti, prendendo spunto dai vari temi trattati dal sacerdote.

Il prossimo incontro sarà giovedì 8 luglio (sempre alle 18) e tratterà di comunicazione con l’intervento dal titolo La comunicazione della Santa Sede tra servizio ecclesiale e servizio pubblico di informazione”. Relatore sarà il cremonese Giacomo Ghisani, vicedirettore generale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede e presidente della società editoriale TeleRadio Cremona Cittanova, società editrice che cura i contenuti della comunicazione diocesana. L’invito alla partecipazione si estende, come per il primo incontro, a tutti gli interessati e in particolare ai rappresentanti del mondo imprenditoriale, economico e professionale locale.




A Sant’Agata la Prima Messa di don Francesco Tassi

Una mattina di grande festa nella parrocchia di S. Agata, a Cremona, domenica 13 giugno, per la Prima Messa di don Francesco Tassi, sacerdote novello originario della parrocchia del centro cittadino, con la quale ha mantenuto un forte legame durante gli anni di studio e formazione in Seminario.

Prima della celebrazione don Francesco è stato accompagnato da alcuni amici dalla casa familiare in via Palestro sino alla chiesa di S. Agata dove lo attendevano, insieme a tanti parenti e amici, i compagni di seminario e molti sacerdoti che hanno concelebrato l’Eucarestia, accompagnata dal coro dell’unità pastorale “Cittanova” delle parrocchie di S. Agata, S. Agostino e S. Ilario.

Dopo la proclamazione del Vangelo il saluto di don Irvano Maglia, parroco dell’unità pastorale, che ha voluto ricordare come le diverse persone e associazioni della parrocchia, proprie secondo i diversi carismi e vocazioni, negli anni hanno aiutato e sostenuto don Francesco nel proprio percorso vocazionale.

La riflessione sul testo evangelico è stata affidata, invece, allo zio del novello sacerdote: il monaco dom Alberto Viscardi, priore dell’Eremo di Camaldoli, che ha riflettuto sul Vangelo del giorno: «Nel vangelo di Giovanni Gesù ci dice: “senza di me non potete fare nulla”. E il Vangelo di oggi aggiunge: “più diventi piccolo più diventi grande”. C’è una forza segreta – ha poi proseguito il monaco – che agisce in noi, che ci trasforma e trasfigura nella stessa icona di Cristo. Avviene quasi senza che ce ne accorgiamo: il Regno di Dio è un regalo, un’eredità che non è tua, che viene messa nelle tue mani e puoi tenerlo solo se lo accogli a mani aperte e lo accogli come dono».

Al termine della celebrazione, prima della benedizione finale, le parole di ringraziamento di don Francesco per tutte le persone che lo hanno accompagnato in questi anni e chi ha contribuito a rendere queste giornate momenti di festa da ricordare con piacere.

La festa è poi proseguita con un gioioso rinfresco nell’oratorio di S. Ilario insieme a parenti e amici, nel rispetto delle normative vigenti dovute alla pandemia: è stata l’occasione, infatti, per congratularsi con il novello presbitero, augurandogli un ministero fruttuoso.

 

Guarda la photogallery

 

Profilo del novello sacerdote

Don Francesco Tassi, classe 1995, originario della parrocchia S. Agata in Cremona, è stato ordinato diacono il 3 ottobre 2020 e ha ricevuto l’ordinazione presbiterale sabato 12 giugno 2021. Nell’anno del diaconato ha prestato servizio nell’unità pastorale “Sant’Omobono”, costituita dalle parrocchie Ss. Clemente e Imerio, S. Giorgio in S. Pietro al Po e S. Maria Assunta in Cattedrale. A fine maggio è stato nominato vicario parrocchiale dell’unità pastorale “Madre Nostra”, formata dalle parrocchie Santa Maria Assunta in Cella Dati, San Giovanni Battista in Pugnolo, San Giorgio martire in Derovere, San Siro vescovo in Sospiro, Natività di San Giovanni Battista in Longardore, San Sisto papa in San Salvatore, San Marco evangelista in Tidolo.

 

 

Don Alberto Bigatti e don Francesco Tassi ordinati sacerdoti (VIDEO e FOTO)

Casirate d’Adda in festa per don Alberto Bigatti




Sabato 12 giugno l’ordinazione di due nuovi sacerdoti per la Chiesa Cremonese

Sabato 12 giugno, alle ore 10 nella Cattedrale di Cremona, il vescovo di Cremona mons. Antonio Napolioni ordinerà sacerdoti don Alberto Bigatti e don Francesco Tassi, diaconi del Seminario di Cremona.

Il rettore del Seminario, don Marco D’Agostino così ha voluto commentare: «il vescovo ordinerà due nuovi presbiteri a tutti gli effetti ma per avere due preti veri servirà l’aiuto anche delle comunità che li accompagneranno nel loro percorso di vita». I due sacerdoti novelli continueranno il loro servizio, iniziato nell’anno del diaconato, per poi trasferirsi nelle nuove parrocchie, secondo le recenti nomine volute dal vescovo.

Don Alberto Bigatti, classe 1988, è originario di Casirate d’Adda e laureato in Giurisprudenza: durante l’estate proseguirà la sua attività pastorale presso l’unità pastorale formata dalle parrocchie di Binanuova, Ca’ de Stefani, Gabbioneta, Vescovato, Pescarolo e Pieve Terzagni per poi iniziare il suo lavoro come vicario parrocchiale presso la parrocchia di San Siro a Soresina. Don Francesco Tassi, classe 1995, è originario della parrocchia S. Agata in Cremona e continuerà il suo servizio nell’ unità pastorale “Sant’Omobono”, costituita dalle parrocchie Ss. Clemente e Imerio, S. Giorgio in S. Pietro al Po e S. Maria Assunta in Cattedrale di Cremona per poi trasferirsi secondo quanto previsto dalla nomina del vescovo come vicario parrocchiale dell’Unità pastorale “Madre Nostra”, formata dalle parrocchie Santa Maria Assunta in Cella Dati, San Giovanni Battista in Pugnolo, San Giorgio martire in Derovere, San Siro vescovo in Sospiro, Natività di San Giovanni Battista in Longardore, San Sisto papa in San Salvatore, San Marco evangelista in Tidolo.

La celebrazione sarà trasmessa in diretta tv su Cremona1 (canale 80) e in streaming sul portale diocesano e sui canali social.




Giornata del Sacro Cuore in fraternità

Una giornata dedicata alla fraternità tra i presbiteri della Zona 5 organizzata dal vicario zonale don Davide Barili. L’intento è stato quello di unire il ritiro spirituale mensile con la ricorrenza della Solennità del Sacro Cuore di Gesù, nella quale si prega per la “santificazione del clero”.

Il gruppo di sacerdoti che ha aderito all’iniziativa, undici in tutto, è partito dalla piazza di Bozzolo nella mattina di giovedì 10 giugno alla volta del Santuario della Madonna del Frassino in provincia di Verona.

Prima dell’Eucarestia celebrata alle ore 11 nel Santuario, un caffè insieme in compagnia e un’ora di lavorio spirituale, con la possibilità di celebrare il Sacramento del Perdono. Dopo la celebrazione eucaristica, presieduta dal parroco di Casalmaggiore don Claudio Rubagotti che ha proposto la riflessione omiletica, il breve dialogo con il frate priore, qualche foto di rito e poi la partenza per Borghetto sul Mincio per il pranzo. Dopo il momento più spirituale, un momento di svago con la passeggiata per l’antico villaggio scaligero e il rientro in diocesi passando per Volta Mantovana.Nelle parole del vicario zonale don Davide il senso di questa iniziativa di fraternità: «il volerci bene secondo la misura mostrataci da Cristo, al centro della Festa del Sacro Cuore, non può ridursi ad altalenante sentimentalismo ma occorre che diventi ogni giorno scelta concreta e convinta, fatta di azioni e parole semplici ma vere a partire da quelle tra noi preti».