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Il Vescovo dal Santuario della Misericordia: «Impariamo da Maria. La Chiesa può guardare avanti solo con gli occhi delle donne»

Le immagini della processione

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Da oltre 500 anni, ogni 11 maggio, giorno anniversario delle apparizioni della Madonna a Domenica Zanenga, avvenute a Castelleone nel 1511, la comunità castelleonese si reca in pellegrinaggio al Santuario dedicato a Maria. Anche quest’anno, dopo un momento di preghiera in Chiesa parrocchiale, guidato dal vescovo emerito Dante Lafranconi, la processione dei fedeli è partita dal centro della città verso la chiesa mariana.

È la Fiera della Madonna della Misericordia, festa particolarmente sentita dai castelleonesi che, nonostante il mutare dei tempi e il rapido cambiamento dei costumi, non cessano di rinnovare la loro fiducia in Maria. L’atteggiamento di filiale devozione è confermato dalla numerosa partecipazione di fedeli alla processione, anche se un maggio poco primaverile non favoriva il pellegrinaggio. Dopo la processione, il vescovo Antonio Napolioni, con il vescovo emerito mons. Dante Lafranconi e la partecipazione di numerosi sacerdoti, ha presieduto la messa Solenne in Santuario. All’inizio della celebrazione il sindaco Pietro Fiori, a nome dell’intera comunità di Castelleone, ha offerto il cero alla Vergine della Misericordia. Le letture, il libro di Ester e le nozze di Cana del vangelo di Giovanni, hanno guidato l’omelia del vescovo.

 

Le immagini della Messa in Santuario

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Attraverso le figure di Maria e di Ester, accomunate alle donne di casa nostra «che sanno guardare, pregare e cantare» e sanno guardare con l’occhio «di chi ha a cuore alla realtà, l’occhio di una madre, di una donna», lo stesso di Maria che alle nozze di Cana si accorge che il vino è finito e chiede al Figlio di fare qualcosa. È questo lo sguardo che il vescovo invita non solo a cogliere e conoscere, ma anche a valorizzare, oltre quel «maschilismo che allora come oggi rischia di impedire alla Chiesa e al mondo di essere fecondi, attenti». Lo sguardo di una Madre di cui la Chiesa ha oggi particolare bisogno, in questi tempi di smarrimento e «di paure» che «abbiamo bisogno di consegnare a lei».

«In un tempo in cui – ha aggiunto monsignor Napolioni, senza voler dare parole di giudizi né condanne – anche essere maschi e femmine è confuso abbiamo bisogno di guardare non solo al maschile la Chiesa e il mondo». Parole che il vescovo pronuncia riconoscendo di parlare «da un presbiterio in cui non c’è una donna, ma in cui potrà esserci sempre di più qualche donna accanto a noi» sottolineando però che «non è tanto decisivo quante donne vestiranno con il camice o presteranno servizio all’altare», quanto piuttosto «quanto noi nella comunità ascoltiamo la sensibilità, l’intelligenza, l’esperienza di donne che fanno tanto per la Chiesa e la gente, ma che non possono solo “fare”… devono aiutarci a capire».

 

Il video-racconto della mattinata

 

Maria ed Ester, le donne sante, le donne di casa nostra – ha quindi proseguito nell’omelia – «possono aiutare a guardare la realtà  e a presentarla a Dio perché Lui ci aiuti ad affrontarla con coraggio e a ritrovare il canto del Magnificat». Il canto di una giovane madre simile alle tante che anche nella mattinata di questo 11 maggio hanno partecipato alla preghiera della comunità in cammino verso il Santuario della Madre della Misericordia, testimoniando – ha osservato monsignor Napolioni – «che la vita è più forte della morte e richiamare alla comunità cristiana il dovere di essere feconda, anche se invecchiamo».

Da Maria e dalle donne sante di ogni tempo la riflessione del vescovo rivolge da Castelleone un invito a tutta la comunità della Chiesa cremonese: «Anche per noi è possibile guardare avanti, ma solo se guardiamo anche con gli occhi delle donne. E chiedo alle donne di essere così, donne che sanno guardare, sanno pregare, sanno cantare. E una Chiesa così seguirà il suo Signore attraverso tutte le tempeste, tutti  i deserti che potranno presentarsi nel futuro. Come Maria, come Ester, madri di Miserircordia che insegnano anche alla Chiesa ad essere altrettanto attenta, orante e felice».

 

Prima della benedizione il parroco di Castelleone, don Giambattista Piacentini, ha ringraziato  tutti coloro che hanno voluto vivere il momento condiviso di preghiera, il vescovo Dante, il vescovo Antonio per la loro presenza, tutti i sacerdoti che hanno esercitato il loro ministero a Castelleone o ne sono originari, e quelli che fanno parte della zona pastorale, ma ha soprattutto sottolineato la partecipazione alla celebrazione eucaristica dei quattro diaconi, tra i quali anche don Alex Malfasi di Castelleone, che ai primi di giugno saranno ordinati presbiteri.  A tutti don Giambattista ha assicurato il sostegno della comunità con la preghiera.

 

Il video integrale della celebrazione presieduta dal Vescovo




#WMOF22, Zona 2: a Castelleone gli ingredienti della vita insieme

Una giornata ricca e significativa anche all’oratorio di Castelleone, iniziata nel tardo pomeriggio di sabato 25 giugno e costruita su una serie di stand dedicati alle famiglie della Zona pastorale 2. Ogni tappa, quattro in tutto, è stata occasione di riflessione su un aspetto della vita famigliare.

Uno stand è stato dedicato alla preghiera e alla riflessione personale, con il Santissimo Sacramento esposto per l’adorazione. Poi due stand a stampo artistico: il primo caratterizzato dalla recita di una poesia sul tema delle relazioni famigliari; il secondo incentrato sulla creazione di cartelloni, attraverso i quali le famiglie hanno potuto riflettere e condividere i propri pensieri sulle parole «meraviglioso» e «fragile», parole chiave del tema di questa Giornata. Infine, un caratteristico stand metaforico, in cui la vita della famiglia è stata paragonata a una pietanza. Un parallelismo che ha portato i presenti a creare un’ideale ricetta, in cui tutti gli elementi della vita quotidiana rappresentano un ingrediente di questo piatto. Le famiglie presenti, divise in base a quattro colori, hanno partecipato in momenti diversi alle attività e alle riflessioni proposte nei quattro stand.

L’idea di questo percorso dedicato alla Zona 2 per la Giornata mondiale per le famiglie è nata dall’équipe zonale, impegnata negli stand, per sottolineare l’importanza di questo evento, nato con l’idea di celebrare una «quotidianità in festa». A seguire la cena e un momento di svago tutti insieme, mentre alle 21.30, come atto conclusivo, l’ascolto delle  parole del Papa.

La festa proseguirà anche nella mattina di domenica 26 giugno con la Messa delle 9.45 in oratorio, a cui sono invitate in modo particolare le famiglie, mentre alle 12, in diretta televisiva da Piazza San Pietro, tutti si uniranno alla preghiera dell’Angelus, nel quale il Papa conferirà il mandato alle famiglie. Sarà in oratorio il cardinale Francesco Coccopalmerio che al termine dell’Angelus impartirà la benedizione sulle famiglie presenti.




Castelleone, tornata al proprio splendore la chiesa della Trinità riapre ai fedeli

Se era necessaria una conferma dell’attacamento e dell’affetto dei fedeli castelleonesi alle loro chiese e della riconoscenza verso coloro che ne sostengono il mantenimento e  i restauri, l’inaugurazione ufficiale a conclusione dei lavori di restauro della SS. Trinità, nel pomeriggio e nella serata di venerdì 20 maggio, questa è arrivata in modo convincente visto il gran numero di persone che ha riempito la chiesa.

Il programma dell’inaugurazione prevedeva, alle 18.30, la Messa in suffragio del dott. Bruno Melzi, prematuramente scomparso durante le prime fasi della pandemia, che è stato il primo sostenitore degli interventi di restauro all’interno della chiesa. Don Giambattista Piancentini, parroco di Castelleone, visibilmente emozionato perché dopo molti anni si tornava a celebrare la Messa nella Trinità, commentando il passo del Vangelo di Giovanni “dare la sua vita per i propri amici”, ha evidenziato che questa frase di Gesù ha un significato più ampio della morte fisica, ma si allarga alla disponibilità di condividere con gli altri, con la comunità, le proprie sostanze, le proprie capacità, i  propri talenti.

Nella serata il programma è stato introdotto da un canto della schola cantorum E. Rancati di Castelleone, poi è intervenuto don Giambattista Piacentini che ha ringraziato tutti i benefattori che a, vario titolo, hanno contribuito al ritrovato splendore della Trinità,  come recitava il titolo della serata, ringraziamenti a cui si  è unito anche il sindaco Pietro Fiori.

È seguito il contributo di Eugenio Clerici che, dopo aver ricordato brevemente l’iter dei restauri iniziati nel 2012, a seguito del terremoto, e arrivati a conclusione nei primi mesi dell’anno in corso, ha tracciato una rapida storia della chiesa della Trinità nella vita della comunità castelleonese trovando anche due costanti che sopravvivono nei secoli. La prima è l’accoglienza, come la confraternita delle origini assisteva i pellegrini di passaggio nella zona, così anche ora la chiesa locale accoglie e assiste i pellegrini contemporanei. La seconda è l’amore per le proprie chiese, il proprio patrimonio artistico religioso che si concretizza nella conservazione delle strutture murarie, perché questo significa l’adesione convinta a un progetto di vita che si ispira al messaggio evangelico.

Don Gianluca Gaiardi, responsabile dell’Ufficio diocesano per le Attività e i beni culturali ecclesiastici, ha sottolineato come il restauro della chiesa costituisca un importante contributo per la conservazione del patrimonio artistico diocesano, reso possibile dalla sinergia dei fondi raccolti dal ramo onlus della Parrocchia, dal contributo di alcuni benefattori e dalla fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona.

All’architetto Antonio Pandini e al restauratore Alberto Fontanini è spettato il compito di illustrare le diverse fasi degli interventi di restauro, davvero un paziente lavoro di recupero.

La serata è stata chiusa da tre canti dalla schola cantorum e il parroco, prima dei saluti, ha confermato che nelle prossime settimane si ritornerà a celebrare settimanalmente la Messa nella chiesa della Trinità.

 

L’iter dei lavori alla Trinità di Castelleone

Il terremoto del maggio 2012 aveva aggravato la situazione già non ottimale della struttura architettonica della chiesa, edificata nel 1644 su costruzioni precedenti,  rendendo urgente un intervento per mettere in sicurezza l’edificio sacro e per renderlo ancora utilizzabile dai fedeli.

Nell’estate del 2012, causa caduta di un calcinaccio sul marciapiede, è scaturita un’ordinanza del sindaco perché fosse garantita la sicurezza, così l’edificio  sacro è stato transennato ed è stato precluso l’ingresso ai fedeli.

Un primo intervento, nell’ottobre del 2012 ha fissato la  facciata ai muri portanti con otto chiavi, bisognava però fissare la parte più alta con un intervento anche sul tetto per avere un consolidamento definitivo. Dopo aver realizzato un progetto complessivo di intervento e dopo l’approvazione della  Sovrintendenza nel giugno 2014, nello stesso mese sono iniziati i lavori che si sono conclusi nel dicembre del 2015 e che hanno riguardato il rifacimento della copertura, la sostituzione delle travi del tetto, la sistemazione dell’interno con un anello di lastre d’acciao che imbragano tutte le pareti della chiesa. È  stata restaurata anche la facciata, dove sono tornati leggibili gli affreschi delle metope e delle nicchie inferiori.

Alla fine del 2020 si è intervenuti  sui paramenti interni della chiesa della Trinità con i restauri dell’abside, del presbiterio, della volta della chiesa e della zona dell’assemblea, lavori conclusi nel 2021.

Gli ultimi interventi hanno riguardato i quattro altari laterali, restauro reso possibile dalla sensibilità di quattro famiglie della parrocchia che hanno  adottato ciascuna un altare dedicandolo al ricordo dei propri cari defunti.




Castelleone, venerdì sera la presentazione dei restauri della Trinità

Dopo un iter progettuale e un programma di interventi iniziato dieci anni fa, la chiesa della Trinità di Castelleone può finalmente  ritornare al suo splendore, come recita l’invito rivolto a tutta la comunità per la presentazione, venerdì 20 maggio alle 21, della fine degli ultimi restauri e per ringraziare i benefattori che li hanno resi possibili.

Il terremoto del maggio 2012 aveva aggravato la situazione già non ottimale della struttura architettonica della chiesa, edificata nel 1644 su costruzioni precedenti,  rendendo urgente un intervento per mettere in sicurezza l’edificio sacro e per renderlo ancora utilizzabile dai fedeli.

Nell’estate del 2012, causa caduta di un calcinaccio sul marciapiede, è scaturita un’ordinanza del sindaco perché fosse garantita la sicurezza, così l’edificio  sacro è stato transennato ed è stato precluso l’ingresso ai fedeli.

Un primo intervento, nell’ottobre del 2012 ha fissato la  facciata ai muri portanti con otto chiavi, bisognava però fissare la parte più alta con un intervento anche sul tetto per avere un consolidamento definitivo. Dopo aver realizzato un progetto complessivo di intervento e dopo l’approvazione della  Sovrintendenza nel giugno 2014, nello stesso mese sono iniziati i lavori che si sono conclusi nel dicembre del 2015 e che hanno riguardato il rifacimento della copertura, la sostituzione delle travi del tetto, la sistemazione dell’interno con un anello di lastre d’acciao che imbragano tutte le pareti della chiesa. È  stata restaurata anche la facciata, dove sono tornati leggibili gli affreschi delle metope e delle nicchie inferiori.

Alla fine del 2020 si è intervenuti  sui paramenti interni della chiesa della Trinità con i restauri dell’abside, del presbiterio, della volta della chiesa e della zona dell’assemblea, lavori conclusi nel 2021.

Gli interventi dell’interno dell’edificio sacro sono stati resi possibili dall’interessamento e dalla generosità del dott. Bruno Melzi, prematuramente scomparso nei mesi drammatici della pandemia, e confermati dai suoi familiari.

Gli ultimi interventi hanno riguardato i quattro altari laterali, restauro reso possibile dalla sensibilità di quattro famiglie della parrocchia che hanno  adottato ciascuna un altare dedicandolo al ricordo dei propri cari defunti.

Il costo del restauro della chiesa della Trinità è stato  sostenuto con fondi
 raccolti dal ramo onlus della Parrocchia, con il contributo di alcuni benefattori e della fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona.

Dopo la presentazione del restauro definitivo della chiesa, la parrocchia ha deciso che durante i mesi estivi si celebrerà settimanalmente la Messa nella Trinità così che ritorni a essere una chiesa  viva.

 

Il programma della serata

La serata di presentazione è in programma venerdì 20 maggio alle 21 nella chiesa della SS. Trinità. Dopo l’introduzione da parte del parroco don Giambattista Piacentini, interverrà Eugenio Clerici per un excursus sulla storia dell’edificio sacro. Seguirà quindi il contributo di don Gianluca Gaiardi, incaricato diocesano per i Beni e le attività culturali ecclesiastici. Lasciando poi la parola agli architetti Antonio Pandini e Alberto Fontanini. Allieterà la sera – aperta a tutti con ingresso libero – la schola cantorum “E. Rancati”.

Nel pomeriggio, alle 18.30, sempre nella chiesa della Trinità, Messa in suffragio del dott. Bruno Melzi.

Locandina con il programma della serata di presentazione




Castelleone si prepara alla festa delle apparizioni al Santuario della Misericordia

Mercoledì 11 maggio si celebrerà a Castelleone il 511° anniversario delle apparizioni della Madonna della Misericordia alla veggente Domenica Zanenga, avvenute nei giorni 11,12, 13 e 14 maggio del 1511. La Madonna chiese che si digiunasse per alcuni giorni, che si facesse penitenza dei peccati, che si pregasse Dio, chiedendo perdono del male compiuto, che si rispettasse il riposo festivo e che si costruisse una chiesa chiamandola S.Maria della Misericordia.

Verso questa chiesa, da tutti chiamata semplicemente Santuario, risposta tangibile alle richieste di Maria e segno duraturo di affidamento  alla Vergine, si dirigerà nel mattino dell’11 maggio la processione che parte dalla Chiesa parrocchiale di Castelleone, guidata dal vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni che poi presiederà la Messa solenne delle ore 11 (che sarà trasmessa in diretta sui canali digitali della diocesi e in tv sull’emittente Cremona1 – canale 19); la Messa delle 19 sarà celebrata dal parroco di Castelleone, don Giambattista  Piacentini.

Nel frattempo il 2 maggio è iniziata la novena mattutina e serale con la celebrazione della Messa e con la recita quotidiana del Rosario alle 16.30, così come sono iniziati i pellegrinaggi delle comunità circostanti.

Le celebrazioni per l’anniversario delle apparizioni continueranno anche nei giorni successivi: giovedì 12 maggio, nel pomeriggio, alle 16.30, celebrazione per anziani e ammalati; venerdì 13 maggio, sempre alle 16.30, celebrazione per bambini e ragazzi a cui seguiranno giochi  e merenda; domenica 15 maggio, alle 17.30 Messa con anniversari di matrimonio. Per tutto il mese di maggio, inoltre, si reciterà il Rosario nei quartieri e nelle  frazioni di Castelleone.

 

 




A Trigolo l’ultimo saluto a Giuseppina Cattaneo, una vita in compagnia del Signore e in ascolto della sua Parola come i discepoli di Emmaus

Il gran numero di persone che ha partecipato al funerale di Giuseppina Cattaneo, per tutti semplicemente Giusi, nella chiesa parrocchiale di Trigolo nel pomeriggio di mercoledì 20 aprile, è stata la prova più autentica del bene da lei seminato in tutta la comunità, nei tanti anni di servizio presso la Casa delle Figlie di Sant’Angela Merici, istituto secolare di cui era superiora. Le esequie sono state presiedute dal vescovo emerito Dante Lafranconi, che ha portato la vicinanza della Diocesi e del vescovo Antonio Napolioni, assente in questi giorni.

La celebrazione è stata concelebrata dal parroco di Trigolo, don Marino Dalè, e alcuni altri sacerdoti, tra i quali il vicario episcopale don Gianpaolo Maccagni e il rettore del Seminario don Marco D’Agostino; ha prestato servizio all’altare il diacono permanente Raffaele Ferri.

Nella sua omelia monsignor Lafranconi ha ricordato come celebrando la memoria della morte e della risurrezione del Signore, la si celebri partecipando alla morte di Giusi, che già gode il volto del Signore in attesa della resurrezione finale. Una coincidenza che ricorda che il senso ultimo della vita è la risurrezione. Secondo Lafranconi attraverso la lettura del Vangelo dei discepoli di Emmaus si può leggere qualcosa che contrassegna la vita di tutti. I discepoli di Emmaus camminavano tristi e desolati, ma quando riconoscono il Signore scompare la tristezza, ritorna l’entusiasmo e vogliono ritrovare gli amici con cui hanno condiviso tanti momenti di vita con Gesù e annunciare che Gesù è veramente risorto. Da qui discende che la gioia e il senso della vita, che lo si trova solo in rapporto al Signore: senza di lui la vita è triste. Giusi ha vissuto la sua vita come i due discepoli di Emmaus – ha evidenziato il vescovo Lafranconi – in compagnia del Signore e in ascolto della sua Parola. Proprio da qui, secondo il Vescovo emerito, nasce la serenità del gusto di fare il bene in tutte le occasioni della vita con la parola, con il sorriso, con la carità. Dalla volontà di vivere in comunione con il Signore derivava per Giusi l’amore per la Chiesa, vissuta concretamente sul territorio della parrocchia, nell’ascolto delle persone, nella vicinanza alle situazioni difficili, nel senso dell’ospitalità, nella capacità della battuta di spirito per risollevare il morale di chi si sentiva abbattuto.

Prima della benedizione conclusiva, tre testimonianze hanno tracciato il senso del percorso di vita di Giusi, deceduta il Lunedì dell’Angelo presso la casa di riposo Brunenghi di Castelleone dove era stata trasferita alcuni giorni prima, dall’Ospedale di Cremona dove era stata ricoverata per un malore. La prima tenuta da una rappresentante delle Figlie di Sant’Angela Merici, che ha ricordato la sua attività e la sua fedeltà nella vita della Congregazione; la seconda del sindaco di Trigolo, Mariella Marcarini, che ha sottolineato il suo impegno verso l’intera comunità; la terza di una giovane, che ha messo in risalto il suo servizio come educatrice.

 

Profilo di Giuseppina Cattaneo

Nata a Valleve, in provincia di Bergamo, nel 1942, aveva lì conosciuto la Compagnia di S. Orsola e aveva deciso di aderirvi il 31 dicembre 1973 nella cappella della casa madre in via Geromini, a Cremona, davanti all’assistente spirituale mons. Folchini e alla direttrice Ida Balzacchi aveva emesso la professione perpetua. Presso la Casa delle Figlie di Sant’Angela Merici, istituto secolare che opera ininterrottamente a Trigolo dal 1863, era arrivata giovanissima, formandosi spiritualmente e culturalmente, diplomandosi come maestra dell’infanzia e prendendo i voti.

A Trigolo, dove risiedeva, ha profuso in tanti anni tutto il suo impegno generoso a servizio della parrocchia e della gioventù femminile, diventando un punto di riferimento per tanti situazioni di fragilità.

Sempre disponibile, aveva accettato di ricoprire il ruolo di superiora delle Figlie di Sant’Angela Merici per diversi mandati.

 

Le Figlie di Sant’Angela Merici

La Compagnia di Sant’Orsola, comunemente conosciuta come Compagnia di Sant’Angela, è stata fondata da Angela Merici il 25 novembre 1535 a Brescia. Dopo una prima diffusione in città l’esperienza della Compagnia si è dilatata in molte altre diocesi italiane e all’estero. Nel 1810 ha subito la soppressione decretata dalle leggi napoleoniche; nel 1866 è rinata a Brescia ad opera del vescovo Gerolamo Verzeri e delle Sorelle Elisabetta e Maddalena Girelli.

Il carisma è ben delineato dalle parole che Angela stessa propone nel proemio della Regola: le sue Figlie sono state “… elette ad essere vere e intatte spose del Figliol di Dio…” e lo spazio in cui vivono questa luminosa chiamata – che afferma il primato dell’amore – non è la solitudine di un chiostro ma il mondo, il luogo vasto e complesso del convivere umano nel quale sono chiamate a servire il regno di Dio con responsabilità propria, nella fedeltà alla santa madre Chiesa, in comunione con il vescovo diocesano.

Pur essendo nata senza dedicarsi ad opere specifiche, la Compagnia nel corso dei secoli ha orientato l’attività delle Figlie all’insegnamento della dottrina cristiana, alla educazione della gioventù femminile e all’apostolato parrocchiale in genere.

Anche oggi le Figlie di Sant’Angela (chiamate familiarmente Angeline) vivono nelle proprie famiglie, esercitano un lavoro con il quale si sostengono, partecipano alla vita sociale e civile, alle condizioni ordinarie della vita; non si distinguono esternamente dagli altri né accentuano questa distinzione in alcuna altra forma.

Sono presenti nelle realtà del mondo con l’intento di vivere all’interno di esso lo spirito evangelico, perché non prevalga la logica dell’uomo egoista, ma la logica di Dio e quindi dell’amore, della solidarietà, della pace, della giustizia.

Vivono intensamente la loro appartenenza alla Chiesa ed esprimono il loro amore ad essa ponendosi al servizio della chiesa locale, nella Parrocchia, all’interno della quale operano preferibilmente nei settori della catechesi, nell’animazione di iniziative e gruppi a favore della gioventù, particolarmente della gioventù femminile.




A Castelleone conferito l’Accolitato a Mario Pedrinazzi

Nel pomeriggio di sabato 26 marzo, durante la Messa delle 18 nella chiesa parrocchiale di Castelleone, Mario Pedrinazzi ha ricevuto il ministero dell’Accolitato, ultimo passaggio verso il diaconato permanente che riceverà il prossimo anno. Una scelta maturata dopo un percorso che ha visto il nuovo accolito coinvolto intensamente nella vita della comunità di Castelleone, di cui è originario e dove vive e lavora: dall’oratorio, all’animazione liturgica, a componente del consiglio pastorale.

La celebrazione è stata presieduta dal vicario episcopale per la Pastorale e il Clero, don Gianpaolo Maccagni, che ha espresso la vicinanza del vescovo Antonio Napolioni a Mario, alla sua famiglia e all’intera comunità.

Dopo la proclamazione del Vangelo Mario Pedrinazzi, invitato a presentarsi come candidato al ministero dell’Accolitato ha risposto con un pieno e convinto «Eccomi», ribadendo davanti all’assemblea la sua volontà di accogliere questo servizio e di voler proseguire sulla via del diaconato permanente.

Don Maccagni ha quindi sviluppato l’omelia nella logica della gioia, centrale nella quarta domenica di Quaresima: il popolo eletto festeggia perché finalmente potrà abbandonare la manna e mangiare i frutti della terra, toccare quella terra promessa che ha disperato tante volte di raggiungere. Così com’è grande la gioia del padre che ritrova un figlio che credeva perduto e senza perdere tempo organizza una festa per celebrare la relazione filiale ritrovata. Due festeggiamenti – quelli presentati dalle Letture – che ricordano la festa dell’Eucaristia. «Anche se nella situazione odierna, con la guerra e una pandemia che sembra non avere fine, scarseggia il desiderio di festeggiare – ha sottolineato don Maccagni – bisogna lodare Dio, perché il Signore è presente anche nei periodi più bui». Dalla mensa eucaristica deve partire una festa che possa toccare il cuore di tutti, sviluppando un contagio virtuoso che possa modificare lo sguardo sulla vita di ognuno e sull’intera umanità. Il vicario episcopale, ringraziando Mario per la sua disponibilità, gli ha augurato buon cammino, così da essere «ambasciatore del Padre presso la comunità».

Al termine dell’omelia don Giampaolo Maccagni ha ricordato al candidato  l’importanza del suo servizio, la partecipazione ancora più intensa al ministero della Chiesa e, dopo la preghiera di benedizione, il rito è proseguito con la consegna a Mario Pedrinazzi del vassoio del pane eucaristico simbolo del servizio all’altare, della distribuzione della Comunione come ministro straordinario dell’Eucaristia e di guida delle adorazioni eucaristiche.

Al termine della Messa il parroco di Castelleone, don Giambattista Piacentini, ha ringraziato Mario Pedrinazzi per la generosità nel servizio, unendosi all’augurio di buon cammino del vicario episcopale e di tutta la comunità diocesana.

La celebrazione, concelebrata dall’incaricato diocesano per il Diaconato permanente don Antonio Facchinetti, dal cerimoniere vescovile don Flavio Meani e da don Pierluigi Ferrari, è stata servita all’altare da alcuni dei diaconi permanenti della diocesi.




Castelleone, domenica 30 gennaio con l’AC una riflessione sulla pace

Dal 1° gennaio 1968, per iniziativa di Paolo VI, la Chiesa cattolica dedica il primo giorno dell’anno alla Giornata mondiale della pace e per questo il mese di gennaio è dedicato alla preghiera e alla riflessione per la pace. Da sempre l’Azione Cattolica la considera tra le tematiche più care e la approfondisce anche seguendo la traccia data dal messaggio annuale del pontefice, che per questo 2022 ha proposto tre vie come strumenti per edificare una pace duratura: il dialogo fra generazioni, l’educazione e il lavoro. Fedele a questo compito divenuto patrimonio dell’associazione, l’Azione cattolica di Castelleone, dietro impulso del suo presidente, Maria Chiara Carniti, si è presa a cuore questo tema, proponendo a tutta la comunità una riflessione, offrendo una serie di iniziative che potranno proseguire anche nel corso dell’anno.

A tal proposito, l’Ac di Castelleone ha ritenuto di concentrare l’attenzione sulla situazione molto critica che si vive nell’est dell’Europa, come la tensione tra Ucraina e Russia, i recenti disordini in Kazakistan e il problema dell’accoglienza dei profughi lungo il confine tra Polonia e Bielorussia. Si è così organizzato un incontro dal titolo significativo “I conflitti alle nostre porte…quale l’impegno dell’Europa per la pace? Muri da abbattere e non da erigere”.

L’evento si terrà domenica 30 gennaio, alle 17, presso l’Oratorio di Castelleone. Il relatore sarà Paolo Bergamaschi, testimone che ha lavorato per ventiquattro anni come consigliere politico presso la Commissione esteri del Parlamento europeo; originario di Viadana, dove ancora risiede, è impegnato nel movimento pacifista, collabora con giornali e riviste trattando di risoluzione e di prevenzione dei conflitti ed è tra i promotori del progetto di un corpo civile di pace europeo.

 




Lo stile di famiglia nel “motore” della comunità cristiana: si è svolto a Soresina l’incontro sinodale per gli operatori della Zona 2

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Con gli incontri svolti nella serata di venerdì 21 gennaio nelle parrocchie della Zona pastorale 2 e i laboratori che si sono tenuti a Soresina nella mattinata di sabato 22 si è avviata la seconda fase del cammino sinodale della Chiesa cremonese, che aveva visto il suo inizio nell’ottobre dello scorso anno.

Gli incontri di formazione zonale che si svolgeranno nei mesi di gennaio e febbraio anche nelle altre zone pastorali sono articolati in due momenti, per cercare di coinvolgere nel percorso di riflessione sul Sinodo un numero sempre più ampio di persone, soprattutto quelle che vivono la parrocchia nelle sue varie articolazioni. Lo scopo è quello di verificare e di arricchire l’idea di Chiesa come comunità cristiana confrontandosi con la realtà concreta e quotidiana della famiglia.

Nella serata di venerdì, dopo un momento di preghiera, è stata proposta la proiezione di un intervento registrato del vescovo di Modena – Nonantola, mons. Erio Castellucci, di una coppia di coniugi e di una coppia di fidanzati: tre contributi che hanno cercato di individuare le caratteristiche di quale Chiesa si vorrebbe essere. È seguito un rapido e concentrato scambio di opinioni sulle provocazioni fornite dal filmato, ma il lavoro di approfondimento e di proposta è stato rimandato ai laboratori di sabato mattina.

Gli incontri laboratoriali si sono tenuti a Soresina, divisi in due gruppi: uno all’oratorio Sirino, guidato da don Federico Celini, con gli operatori delle aree pastorali giovani e comunicazione e cultura, e l’altro presso la Scuola Immacolata, dove gli operatori delle aree pastorali famiglia e giovani hanno avuto la conduzione di don Francesco Fontana.

I due laboratori, dopo un momento di preghiera con letture che hanno focalizzato la riflessione sul senso della vita familiare nelle sue difficoltà, ma soprattutto sulle sue ricchezze, hanno lavorato divisi in gruppi di una dozzina di persone, unite da affinità ministeriali. I gruppi hanno dedicato un primo spazio a verificare su come lo stile di famiglia abbia ricadute positive sulla vita pastorale parrocchiale; a questo momento è seguito uno spazio di proposte concrete capaci di innervare la realtà ecclesiale.

I gruppi che si sono confrontati presso la Scuola Immacolata hanno individuato come obiettivo primario, sia pure con sfumature diverse, l’ascolto e l’accoglienza attenta di ogni persona, rivolgendo una particolare cura alla relazione anche attraverso percorsi di formazione specifici. Così, i partecipanti all’incontro all’oratorio Sirino hanno incentrato l’attenzione su diversi e approfonditi aspetti, sempre nell’intento di individuare in che cosa e come la famiglia – nella concretezza del suo vissuto, delle sue dinamiche, delle sue prospettive, delle sue potenzialità – possa rappresentare una realtà certa e dinamica a cui la Chiesa in cammino possa ispirarsi, anche e soprattutto alla luce della “Amoris Laetitia”.

Il frutto delle riflessioni sarà consegnato sia al vicario zonale sia al Vescovo: un ulteriore e prezioso contributo, anche questo, per il cammino sinodale che attende la Chiesa diocesana.




A Soresina un altro passo del cammino sinodale

Dal pomeriggio di venerdì 29 alla mattina di sabato 30 ottobre, la Scuola Immacolata di Soresina, in luogo dei giochi e delle attività dei bambini, ha lasciato spazio all’incontro della seconda tappa del cammino sinodale della diocesi di Cremona con i rappresentanti della Zona pastorale 2. Anche se il fine settimana presentava delle contingenze non favorevoli come il lungo ponte in concomitanza del ricordo dei defunti, occasioni per visite ai cimiteri e di impegni ecclesiali, un buon numero di laici e di sacerdoti ha risposto all’invito del vescovo, spinti dalla consapevolezza, forse non completamente chiara, della necessità di camminare insieme per un desiderio di cambiamento.

Un cambiamento che si è reso visibile anche nella modalità proposta per favorire la capacità di riflessione. Infatti, per preparare un clima di ascolto interiore è stata  proposta una meditazione musicale con brani della cantata sacra “Letizia d’amore, stelle e precipizio”, ispirata all’esortazione apostolica di papa Francesco Amoris Laetitia. Alla musica è seguita una preghiera silenziosa così da tentare di rispondere alla domanda cruciale: “Che cosa sta facendo vibrare la mia carne, la mia anima? In questo tempo? In questa Chiesa?”. Le risposte libere e spontanee dell’assemblea sono rimaste sospese per il tempo della cena, al termine della quale è seguito l’intervento del vescovo. Monsignor Napolioni non ha voluto offrire risposte, ma ha tracciato una sintesi del cammino sinodale che la Chiesa cremonese vuole percorrere insieme alla Chiesa universale, evidenziando dieci nuclei tematici attorno ai quali condurre la riflessione. Il Vescovo ha anche chiesto all’assemblea, divisa in gruppi, di produrre dei disegni che evidenziassero in modo intuitivo l’idea di Chiesa reale, non quella ideale e sognata, un modo per capire quale strada seguire.

A ogni unità pastorale o parrocchia si richiedono una o più riunioni sul documento preparatorio con l’aiuto della traccia proposta a livello diocesano e l’individuazione di una particolare frontiera sociale presente nel proprio territorio, come un ospedale o una casa di riposo, per ascoltare anche la voce di chi vive situazioni di difficoltà.

I lavori dell’assemblea sono proseguiti anche nella mattina di sabato, attraverso lavori di gruppo, riflettendo e discutendo quanto proposto dal Vescovo nella serata del venerdì, e con una prima rapida condivisione di quanto emerso nel confronto tra i laici e i presbiteri presenti.

Al termine della mattinata, il vicario episcopale per la Pastorale, don Gianpaolo Maccagni, ha ricordato che il questionario dovrà essere riconsegnato entro il 22 febbraio del prossimo anno alla Diocesi e sarà punto di partenza per i lavori successivi. Don Maccagni ha anche ricordato che i partecipanti ai lavori dell’assemblea sinodale hanno il mandato speciale di suscitare riflessioni e interrogativi sul cammino sinodale nelle loro comunità.

Il prossimo incontro zonale è in programma venerdì 19 novembre (dalle 18.30 alle 22) e sabato 20 (dalle 9 alle 12) presso l’oratorio Beata Vergine di Caravaggio, a Cremona, per la Zona pastorale 3. 

 

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