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Visita pastorale, il Vescovo incontra le comunità dei quartieri Zaist e al Maristella

È ormai alle porte, per le parrocchie di San Francesco d’Assisi e Maristella, la visita pastorale, che le vedrà coinvolte nel fine settimana dal 28 al 30 gennaio. Proseguendo il suo percorso nella Zona III, il Vescovo Napolioni incontrerà le due comunità dopo aver visitato le parrocchie di San Bernardo e Borgo Loreto, con le quali San Francesco e Maristella collaborano da alcuni anni in vista della formazione dell’Unità pastorale “Madre di speranza” che sarà formalizzata con la lettura del decreto di costituzione proprio durante la Messa di chiusura della visita pastorale.

«È estremamente significativo – racconta il parroco, don Gianni Cavagnoli – che il Vescovo abbia scelto di visitare le nostre parrocchie in settimane differenti, ma dando un senso di continuità: è il segno bello di quell’unione, quell’unità che tentiamo di costruire grazie al lavoro svolto in questi anni da sacerdoti e laici».

La preparazione di questo momento ha quindi coinvolto tutte e quattro le parrocchie di Borgo Loreto, Maristella, San Bernardo e San Francesco, benché la visita sia stata articolata nell’arco di due settimane.

In questa seconda parte della visita, giovedì 27 gennaio il Vescovo parteciperà alla scuola della Parola, in programma alle 21 a San Francesco, un momento di introduzione alla visita, «così da poter condividere con la nostra comunità – spiega don Cavagnoli – il consueto momento di formazione, crescita e discernimento che ci accompagna di settimana in settimana».

La serata di venerdì 28 gennaio, poi, sarà interamente dedicata agli incontri con adolescenti e giovani di tutte e quattro le parrocchie, dal momento che i percorsi di formazione sono ormai unificati. Si comincerà con i ragazzi più giovani, che avranno la loro occasione di confronto con il Vescovo a partire dalle 19.15 presso l’oratorio di San Francesco, ai quali si uniranno successivamente i più grandi, per vivere insieme un’esperienza formativa laboratoriale.

Nel corso degli anni, l’oratorio legato al quartiere Zaist è divenuto sempre più luogo di aggregazione e formazione, sia per i ragazzi già legati alle attività della parrocchia, sia per chi, proprio grazie all’esperienza oratoriana, vi si è avvicinato. «Per questo motivo è diventato – prosegue Cavagnoli – il polo trainante dell’attività di pastorale giovanile di tutta la comunità, sebbene non manchino proposte ed iniziative particolari in ciascuna delle parrocchie. In quest’ottica, la presenza di un unico vicario, don Piergiorgio Tizzi, ha contribuito alla costituzione di un grande gruppo di adolescenti e giovani impegnati nelle attività che, insieme a catechisti ed educatori, cerchiamo di proporre».

Nel pomeriggio di sabato 29, invece, sarà dato spazio alle famiglie ed ai genitori dei ragazzi dell’iniziazione cristiana, che mons. Napolioni incontrerà al Maristella a partire dalle 15.30.

Infine, domenica 30 gennaio, sarà la celebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo alle 11 a San Francesco e trasmessa in diretta tv, a concludere la visita pastorale e, come detto in precedenza, a formalizzare la costituzione dell’unità pastorale “Madre di Speranza”, che avrà come moderatore don Pietro Samarini, parroco di San Bernardo e Borgo Loreto, il quale si avvarrà anche della «preziosa collaborazione di don Vilmo Realini e don Antonio Agnelli – conclude don Gianni Cavagnoli – grazie ai quali è davvero possibile parlare di comunione e condivisione all’interno delle nostre parrocchie».

 




Visita pastorale, il Vescovo a Borgo Loreto: «Le nostre famiglie danno vita ad una sola grande famiglia»

«La Parola oggi ci ricorda che siamo un corpo solo, che le nostre famiglie, riunendosi, danno vita ad una sola grande famiglia». Così il vescovo Antonio Napolioni nella Messa di chiusura della visita pastorale nelle parrocchie San Bernardo e della Beata Vergine Lauretana e San Genesio, a Cremona, presieduta nella mattinata di domenica 23 gennaio a Borgo Loreto.A partire da giovedì 20 gennaio, infatti, le due comunità cittadine hanno accolto il vescovo che, insieme a ragazzi, famiglie e adulti, ha condiviso alcuni momenti di preghiera, formazione e confronto.

Ed è stato proprio monsignor Napolioni a prendere spunto dal dialogo avuto durante uno degli incontri in programma per aprire la propria riflessione durante l’omelia della celebrazione conclusiva, sottolineando come «la Parola del Signore è sorgente di verità e grazia, è portatrice di una pienezza che fa scoppiare il cuore di gioia».

Il Vescovo ha poi richiamato il valore unificante che il Vangelo porta con sé, sottolineando come il cammino di unione che coinvolge le parrocchie di San Bernardo e Borgo Loreto sia un sentiero da percorrere alla luce del Vangelo, «perché è in esso che troviamo la forza necessaria a guardare al futuro con speranza».

La celebrazione eucaristica – concelebrata dal parroco don Pietro Samarini insieme al vicario don Piergiorgio Tizzi e al collaboratore parrocchiale don Vilmo Realini, alla presenza di un nutrito gruppo di scout – ha formalmente concluso la visita pastorale a Borgo Loreto e San Bernardo, lasciando però una parte di cammino in sospeso.

«Abbiamo vissuto momenti particolari per le nostre parrocchie – racconta don Samarini – perché ci è stata offerta la possibilità di preparare e assaporare qualche momento di vera condivisione con il nostro vescovo. Tuttavia non è questo il momento per fermarci: davanti a noi ci attende un cammino di crescita nella comunione che dovremo percorrere insieme ai nostri fratelli di San Francesco e Immacolata Concezione».

Le quattro parrocchie, ormai da alcuni anni, stanno collaborando in vista della costituzione di una unità pastorale. Per questo motivo il vescovo visiterà proprio le comunità dei quartieri Zaist e Maristella nel prossimo fine settimana, tra il 27 ed il 30 gennaio.

«Non abbiamo paura a unire le nostre parrocchie – ha ricordato il Vescovo nell’omelia – perché sappiamo che il nostro cammino è sostenuto dalla presenza del Signore, che ci accompagna anche quando la condivisione diventa più difficoltosa».

Una condivisione che verrà formalizzata proprio domenica 30 gennaio, ma che già da alcuni anni viene vissuta dai fedeli di Borgo Loreto, San Bernardo, San Francesco d’Assisi e Maristella. A testimonianza di questo, la scelta di programmare incontri comuni, distribuiti nell’arco dei due fine settimana, «con i formatori e i collaboratori parrocchiali che hanno avuto modo di incontrare il vescovo tra venerdì 21 e sabato 22 gennaio, accogliendo la parola buona del nostro pastore», come ricorda don Samarini, e i giovani e le famiglie che si confronteranno con monsignor Napolioni nei pomeriggi di venerdì 28 e sabato 29 a San Francesco.

«Dare un volto alla nuova unità pastorale -– ha concluso il Vescovo – significa formare un solo corpo, un compito possibile grazie all’opera del Signore che si rende presente nei vostri sacerdoti e in ciascuno dei fratelli e delle sorelle che condividono questo cammino».




San Bernardo e Borgo Loreto si preparano alla visita pastorale del Vescovo: «Un momento di unità»

Sono ormai giunte alla definizione degli ultimi dettagli del programma disposto per le giornate della visita pastorale le parrocchie di San Bernardo e Borgo Loreto, in Cremona, che si preparano ad accogliere il vescovo Napolioni da giovedì 20 a domenica 23 gennaio.

«L’arrivo del Vescovo è sempre un momento speciale – racconta il parroco, don Pietro Samarini – perché è lui, a tutti gli effetti, la guida dell’intera Chiesa cremonese, di cui le nostre parrocchie fanno parte. La sua presenza comunica un’idea di unità».

Unità che si sta costruendo all’interno della comunità, perché «già da alcuni anni le nostre parrocchie, insieme a quelle di San Francesco e del Maristella, stanno costruendo percorsi condivisi». Per questo motivo, nonostante la visita pastorale si articoli su due fine settimana differenti – tra il 28 e il 30 gennaio a San Francesco e Maristella – ci saranno momenti comuni a tutte e quattro le parrocchie.

Il programma prevede l’inizio ufficiale con la veglia ecumenica per l’intera città, che si terrà giovedì 20 gennaio alle 21 nella chiesa di Borgo Loreto. «Ci sembra bello iniziare in questo modo la visita pastorale – continua don Samarini – con un segno di apertura e, allo stesso tempo, comunione, vista anche la presenza della chiesa ortodossa all’interno dei confini della parrocchia».

Nella giornata successiva, invece, mons. Napolioni visiterà operatori ed ospiti della Casa d’Oro durante la mattinata, mentre nel pomeriggio verrà dato spazio al gruppo “Incontro”, «formato da un discreto numero di anziani che si ritrovano per condividere momenti di formazione e di svago». In serata, di nuovo a Borgo Loreto alle 21, il Vescovo incontrerà poi catechisti, educatori, allenatori e capi scout di tutte e quattro le parrocchie, dal momento che «i percorsi di formazione che abbiamo strutturato per loro sono condivisi». Nel pomeriggio di sabato 22, alle 15 a San Bernardo, i volontari e gli operatori che, a vario titolo, collaborano con le quattro parrocchie avranno un momento di incontro e confronto con il Vescovo.

A concludere solennemente la visita pastorale sarà la Santa Messa di domenica 23 gennaio, che verrà celebrata alle 11 presso la chiesa parrocchiale di San Bernardo. Sarà l’occasione, per le due parrocchie, di condividere con il pastore della Chiesa cremonese un ultimo momento di preghiera e riflessione.

«Mantenere momenti dedicati alle singole parrocchie e introdurne altri condivisi con l’intera comunità – precisa don Samarini – è stato un desiderio condiviso tra noi sacerdoti e con il gruppo di accompagnamento che ci sta guidando verso la formazione di una nuova unità pastorale. Ci è parso infatti un ottimo modo per valorizzare le potenzialità del nostro tessuto di Chiesa, senza perdere l’identità di ogni parrocchia». Identità che è rappresentata dalla presenza di due diversi parroci – oltre a Samarini anche don Gianni Cavagnoli, parroco di San Francesco e Maristella – che però condividono il proprio ministero con un unico vicario per le quattro parrocchie, don Piergiorgio Tizzi, e con due collaboratori, don Vilmo Realini e don Antonio Agnelli.

«Crediamo che la collaborazione tra noi sacerdoti – conclude don Pietro Samarini – sia un punto focale decisivo per l’unità delle nostre parrocchie, per cui continueremo a confrontarci per crescere e camminare insieme, avvalendoci del prezioso aiuto di tutti i membri della comunità, così come avvenuto per la preparazione di questa visita pastorale».

 




Mons. Napolioni: «Come i Magi proviamo anche noi a costruire strade e città nuove»

“I Magi, che si sono messi in viaggio seguendo un profondo desiderio, sono divenuti a tutti gli effetti stelle che guidano e invitano ciascuno di noi ad essere pellegrini della fede alla ricerca della vera luce, che è il Signore”

Nella mattina di giovedì 6 gennaio, mons. Antonio Napolioni ha aperto in questo modo la celebrazione dell’Eucaristia – nella Cattedrale di Cremona – in occasione della solennità dell’Epifania.

“La festa che oggi celebriamo – ha ricordato il Vescovo nell’omelia – ci ricorda, ancora una volta, che il modo di essere re di Dio è in quel bambino. La regalità del nostro Signore non si manifesta con il potere, ma in modo più delicato”.

Ciò non significa però, secondo mons. Napolioni, che “l’Epifania di Dio sia meno visibile. La luce di Dio, infatti, riveste la città degli uomini, come raccontato dal profeta Isaia nella prima lettura, rendendoli orgogliosi, felici per la Sua presenza”. Un orgoglio che troppo spesso rischia di diventare presunzione, “e questo accade quando, invece di accogliere la Parola con docilità di cuore, si pretende di padroneggiarla e servirsene per affermare la propria superiorità”.

Il Vescovo ha invece insistito sulla discrezione con cui il Cristo, luce vera, si affaccia al mondo degli uomini. “Gesù, con la sua venuta, non porta lotte, o divisioni. Al contrario quel bambino regna nel cuore dei semplici, dei curiosi, degli affamati di verità e giustizia”.

Concludendo la propria riflessione, mons. Napolioni ha voluto rivolgere un’ultima volta lo sguardo ai Magi che, “avendo riconosciuto il luogo ed il mistero che la stella aveva svelato loro, decisero di non tornare per la città, sospettando che fosse distratta, divisa, deserta. Piuttosto inventarono una nuova strada”. Ed è questo il compito che ha voluto affidare a tutti i fedeli presenti: “Proviamo anche noi a costruire nuove strade e città, ovvero quel Regno di Dio che Gesù è venuto ad annunciare. È questa la rivoluzione cristiana a cui, ciascuno di noi, nella libertà, è quotidianamente chiamato”.

Quello di accogliere la luce portata dal Cristo è quindi un impegno costante per ogni cristiano, non soltanto legato al tempo di Natale. A ricordare come la vita cristiana non sia fatta semplicemente di momenti è stato il tradizionale annuncio del giorno di Pasqua, che ogni anno viene cantato durante la Messa dell’Epifania. Al termine del Vangelo è’ dunque stata proclamata la data della Pasqua – domenica 17 aprile – e dei principali momenti dell’anno liturgico, che da essa scaturiscono: mercoledì 2 marzo l’inizio della Quaresima e domenica 5 giugno la Pentecoste, mentre l’Avvento comincerà domenica 27 novembre. Il tradizionale rito vuole infatti ricordare come, per la Chiesa, la celebrazione della Pasqua sia, a tutti gli effetti, il centro del Mistero di salvezza di Dio.




Il vescovo nella notte di Natale: «Sono stato testimone del Nascente in una mappa di luoghi delicati ma traboccanti di speranza»

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«Festeggiamo un Natale di meraviglia per la riscoperta del bene nascosto che il Signore edifica, e che cresce nella notte». Questo il cuore dell’omelia del vescovo Antonio Napolioni che a mezzanotte di venerdì 24 dicembre ha presieduto in Cattedrale la Messa della notte di Natale. Dopo il “rito anticipato” dell’anno scorso – legato ai vincoli normativi allora in vigore – la solenne celebrazione del Natale del Signore è tornata ad essere cuore pulsante della Notte Santa.

«L’amore, la presenza di Dio – ha suggerito Napolioni – si celano nelle vie della nostra amata città. È lì che, a tutti gli effetti, è possibile trovare le tracce del Nascente, come tanti piccoli presepi che testimoniano la speranza e la salvezza che il Padre ha donato agli uomini».

Ed è allora ricco di significato il gesto compiuto dal Vescovo proprio all’inizio della Messa, durante la processione d’ingresso: l’incensazione del presepe racconta, a tutti gli effetti, la centralità che l’evento dell’Incarnazione ricopre per ogni cristiano.

Nella propria riflessione monsignor Napolioni ha tracciato una sorta di mappa in cui collocare luoghi e ragioni di speranza. «Alcune realtà particolarmente delicate, che coinvolgono giovani madri sole, persone emarginate, o gruppi di giovani e adolescenti che vivono in comunità, ci raccontano di come l’amore di Dio nasca e cresca in ogni piccolezza che viene abitata dalla Sua presenza».

L’attenzione del Vescovo si è poi spostata e focalizzata sulla vita di ciascun credente. «Il fatto che la nostra Cremona sia una città capace di carità mi rende profondamente orgoglioso, ma, allo stesso tempo, mi interroga: questo amore ha bisogno di essere accolto e custodito, con la consapevolezza che la nostra speranza ha un volto ben definito, quello di Gesù, da cui siamo invitati a lasciarci colmare di quell’amore che da sempre ci precede e al quale tendiamo».

Una mappa articolata, che il Vescovo ha invitato a conoscere più da vicino, e che si completa con i luoghi della grazia, come proprio la Cattedrale, ma anche tutte le chiese e i confessionali.

La Messa – concelebrata dal vescovo emerito di Cremona, Dante Lafranconi, con il Capitolo della Cattedrale e animata dal Coro della Cattedrale – è stata una vera occasione di condivisione anche per i numerosi fedeli che vi hanno partecipato e che, guidati da mons. Napolioni, hanno scelto di celebrare, insieme, il Santo Natale provando ad accogliere quel dono prezioso che è il Signore Gesù.

Mons. Napolioni ha concluso la propria riflessione affidando un compito particolare a tutti i presenti. «Poiché sono solo i salvati – ha ricordato – a poter salvare a propria volta, vi chiedo di provare ad aggiungere altre vie, altri indirizzi, alla nostra ideale mappa di Cremona, così che crescano i luoghi in cui è possibile cogliere e scoprire la presenza del Signore. Quello della salvezza è un desiderio, un bisogno universale: aiutiamoci gli uni gli altri a vivere nella speranza che, anche quest’anno, il Natale porta con sé».

A Cremona, dunque, la luce del Nascente è tornata a brillare nella notte del mondo, non solo con la celebrazione della Messa, ma anche «grazie alla testimonianza di fede di coloro che, quotidianamente, si spendono a servizio del Vangelo, dimostrando che Dio è effettivamente presente nella vita di ciascuno».

 




«Siate santi messaggi di speranza sull’esempio di Omobono»

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«Quest’anno sant’Omobono ci raggiunge con alcuni sms, ossia “santi messaggi di speranza”, che egli ha disseminato con paterna tenerezza lungo i passaggi più delicati del tempo che viviamo». Con queste parole il vescovo di Cremona Antonio Napolioni ha aperto l’omelia in occasione della celebrazione della solennità patronale di sant’Omobono presieduta la mattina di sabato 13 novembre in Cattedrale.

La Messa, concelebrata dal vescovo emerito Dante Lafranconi, insieme al Capitolo della Cattedrale e diversi presbiteri diocesani, è stata introdotta da un breve momento di preghiera davanti alla tomba del santo, nella cripta del Duomo, con il tradizionale omaggio dei ceri al patrono da parte del sindaco di Cremona a in rappresentanza della comunità cittadina. Accolta sul portone della Cattedrale dal rettore della Cattedrale, mons. Attilio Cibolini, la delegazione dell’Amministrazione comunale con i due agenti della polizia locale a reggere i ceri per il patrono, si è quindi recata in cripta per la preghiera al patrono. «Non una formalità, tanto meno un gesto scontato», ha ricordato il vescovo, sottolineando il «bisogno di luce per la città, per le famiglie, per il popolo, per il mondo». «La chiesa si fa serva di questa missione di luce, che è una scia di santità che sgorga dal Signore Gesù e da coloro che credono in lui», ha detto ancora prima di ringraziare «chi serve la comunità con lo stesso spirito». Quindi, dopo l’accensione dei tre ceri, che sono stati posti accanto all’urna del santo, la preghiera a Omobono. Accanto al vescovo c’erano l’emerito Dante Lafranconi, il rettore della Cattedrale e il presidente del Capitolo mons. Ruggero Zucchelli. Tra le autorità il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, il prefetto Vito Danilo Gagliardi, il presidente della Provincia Paolo Mirko Signoroni.

La celebrazione è poi proseguita seguendo il rito proprio della solennità. E ad un’assemblea numerosa e partecipe, specchio dell’intera città in festa, monsignor Napolioni ha proposto una riflessione articolata su tre punti fondamentali, tre messaggi idealmente consegnati dal patrono cremonese alla comunità locale. Citando alcuni passaggi delle letture proposte dalla liturgia del giorno, il Vescovo ha evidenziato alcuni atteggiamenti decisivi per la vita di ogni cristiano.

«Il primo sms – ha esordito il vescovo – diceva “Porgi l’orecchio al povero” (Sir 4,8). Omobono, mentre vedeva Cremona spaccarsi tra fazioni e interessi, scelse di andare incontro ai più deboli. Allo stesso modo anche noi siamo invitati a ricercare il silenzio, a fare attenzione ai segni e alle voci più flebili. Per questo abbiamo iniziato il cammino sinodale, come palestra di ascolto di tutti, anche del più piccolo e lontano, senza il quale non possiamo essere certi di seguire il Risorto».

Il secondo passaggio dell’omelia di monsignor Napolioni si è sviluppato a partire da un versetto del Vangelo: “Non state con l’animo in ansia” (Lc 12,29). «Questo messaggio è destinato a noi come comunità cristiana: nessuno è mediocre agli occhi di Dio, anzi, ognuno è un dono, una pietra viva, un candidato alla santità. E sono proprio questi i tesori in cielo su cui Omobono ha puntato gli occhi: Dio e i poveri».

Parlando di tesori non è mancato, da parte del vescovo, un riferimento al Museo diocesano inaugurato proprio alla vigilia della solennità patronale: «Spero – l’auspicio del vescovo – che lo scrigno di bellezza, artistica religiosa, donato ieri alla città, serva proprio a questo: a tenere lo sguardo alto verso Dio, Gesù e i Santi nostri intercessori».

Giungendo al terzo punto della propria riflessione, monsignor Napolioni ha citato un ultimo messaggio che sant’Omobono ha lasciato «rivolgendosi ai giovani: “Dio ama chi dona con gioia” (2 Cor 9,7). Ma, ancor di più, Dio ama chi si dona con gioia. Più dei beni materiali, dunque, è necessario e possibile scambiarsi il dono della personale disponibilità all’amicizia, alla condivisione e al servizio».

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In questo senso è stata significativa, al momento dell’offertorio, la donazione di stoffe, fatta da una rappresentanza dell’associazione artigiani cremonesi, insieme a un’offerta a favore della Caritas cremonese, proprio nel ricordo del “padre dei poveri” patrono dei sarti: nel giorno del patrono cittadino, da sempre ricordato per la sua generosità ed attenzione al povero, è stato un segno tangibile di vicinanza e sostegno ai più fragili.

Se dunque i tre versetti della Scrittura citati nell’omelia del Vescovo hanno voluto rappresentare il testo di tre sms rivolti dal patrono di Cremona alla comunità cristiana, l’esempio di vita di sant’Omobono ha svolto la funzione di collante tra gli spunti di riflessione offerti. «Le tue parole, bibliche ma vissute – ha sottolineato monsignor Napolioni – sono state per noi “santi messaggi di speranza” e ci hanno fatto scoprire che in realtà i santi come te sono vivi messaggeri di speranza che accompagnano la storia verso il suo compimento».

La festa del patrono è stata quindi per la Chiesa di Cremona un’occasione per fermarsi a riflettere, per rendere grazie e per ritrovare forza ed entusiasmo nel proprio cammino. «Davanti al tuo esempio – ha concluso il vescovo – facciamo un proposito tutti insieme: essere anche noi, con meno parole e più coerenza di vita, santi messaggeri di speranza».

Leggi l’omelia del vescovo Napolioni

Durante tutta la celebrazione – animata con il canto dal Coro della Cattedrale diretto da don Graziano Ghisolfi accompagnato all’organo dal maestro Fausto Caporali e alla tromba da Giovanni Grandi e servita all’altare dagli studenti del Seminario diocesano – incessante è stato l’afflusso di pellegrini sulla tomba del santo patrono con il servizio d’ordine garantito dall’Associazione nazionale carabinieri di Cremona.

Successivi appuntamenti saranno nel pomeriggio alle 17 il canto del Secondi Vespri ancora presieduti dal vescovo Napolioni che conferirà nell’occasione il mandato ai ministri straordinari della Comunione (diretta sui canali web diocesani) e a seguire alle 18 l’ultima Messa della giornata presieduta dal parroco della Cattedrale don Antonio Bandirali.

Nel fine settimana la Cattedrale sarà aperta con orario continuato dalle ore 7.30 alle 19.

 




«Come Omobono, accanto agli ultimi a servizio dell’Eucaristia»

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«Il rendimento di grazie è l’atteggiamento eucaristico tipico del cristiano, consapevole che il bene è più forte del male, sempre».

Questo il cuore della riflessione proposta da mons. Antonio Napolioni, vescovo di Cremona, durante la celebrazione dei Secondi Vespri di Sant’Omobono, nel pomeriggio di sabato 13 novembre in Cattedrale. Anche mons. Dante Lafranconi, vescovo emerito, e l’intero Capitolo – insieme ai seminaristi – hanno vissuto e condiviso questo momento di preghiera, a testimonianza del fatto che Omobono è patrono dell’intera comunità. Una comunità che, secondo le parole di Napolioni, «sta vivendo una grande giornata di fede, iniziata ieri con la celebrazione dei Primi Vespri, presieduti da mons. Delpini, vescovo di Milano, proseguita con la Messa solenne di questa mattina e che vede la propria conclusione ancora davanti al Signore, in ascolto della Parola e con atteggiamento di gratitudine».

La solennità di Sant’Omobono è stata anche occasione per il conferimento del mandato ad un gruppo di undici ministri straordinari della Comunione, che, davanti al Vescovo ed alla comunità, hanno offerto il proprio impegno a mettersi a disposizione della Chiesa e ricevuto la benedizione del Signore. Il servizio che saranno chiamati a vivere, distribuire l’Eucaristia durante le celebrazioni ed agli ammalati, sarà condiviso anche con tutti gli altri ministri che, insieme a loro, proprio in occasione della solennità patronale, hanno visto rinnovato e rinvigorito il loro mandato.

«Non vi chiediamo di essere semplici aiutanti dei preti – ha ricordato loro il Vescovo – bensì le mani di Cristo, capaci di raggiungere e nutrire coloro che hanno fame e sete della Sua presenza. Così sarete autentici testimoni della gioia donata dall’Eucaristia, il vero viatico che permette alla vita di vincere sulla morte».

A conclusione della propria omelia, mons. Napolioni ha poi sottolineato come «il servizio di coloro che, mettendosi a disposizione della comunità, entreranno con umiltà e delicatezza nelle case di chi attende e desidera accostarsi all’Eucaristia ricalca in modo fedele l’esempio del nostro patrono, che fu capace di attenzione per i bisogni e gli ultimi proprio grazie al suo stretto legame con il Signore».

Il canto dei Vespri – animato dal coro “Voci virili” di Cremona, con all’organo il maestro Fausto Caporali – ha dunque concluso solennemente le tradizionali celebrazioni per la festa di Sant’Omobono, un uomo che da laico, credente e fedele al Signore, ha messo la propria vita nelle mani di Dio ed a servizio dell’intera comunità.

 

«Siate santi messaggi di speranza sull’esempio di Omobono»




Al servizio della Parola e dell’Eucaristia: Lettorato e Accolitato per otto seminaristi

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Lettori e accoliti sono ministri che appartengono e servono la comunità. Proprio per questo motivo la Messa di conferimento dei ministeri del lettorato e dell’accolitato a otto seminaristi cremonesi – presieduta dal Vescovo Antonio Napolioni nel pomeriggio di domenica 24 ottobre – è stata una grande celebrazione comunitaria.

“Vedere tante persone gioiose ed entusiaste di essere qui – ha aperto così la celebrazione il Vescovo – è un bellissimo segno di quanto la nostra Chiesa tenga alla formazione di questi otto giovani”.

Insieme a mons. Napolioni hanno concelebrato don Francesco Cortellini e don Maurizio Lucini, vicerettore e direttore spirituale del Seminario, e numerosi sacerdoti delle comunità di origine e servizio dei seminaristi. Alla loro vicinanza si è unita quella di molti laici, che non hanno voluto perdere l’occasione di vivere un momento così speciale e significativo.

Commentando il brano di Vangelo del giorno – la guarigione del cieco Bartimeo – mons. Napolioni, rivolgendosi specialmente agli otto candidati ai ministeri, ha ricordato come “per essere guaritori, servi, è necessario riconoscere di essere stati, in primis, guariti, cioè chiamati, dal Signore”. Ed è proprio la dinamica vocazionale quella posta al centro della riflessione del Vescovo: “Il nostro ministero è quello del contagio, quello capace di dire a ciascuno, come con Bartimeo, ‘coraggio, il Signore ti chiama’”. Allo stesso tempo Napolioni ha invitato ciascuno ad affidarsi a Cristo, “che è sempre pronto ad offrirci una nuova occasione per ripartire, per metterci dietro di lui e riprendere il nostro cammino”.

Al termine dell’omelia di mons. Napolioni la celebrazione è entrata nel cuore della propria specificità. I tre candidati al lettorato – Alberto Fà, della parrocchia di S. Bassiano vescovo in Pizzighettone, Valerio Lazzari, della parrocchia di S. Pietro apostolo in Vicomoscano, e Giuseppe Valerio della parrocchia di S. Martino in Spinadesco – ed i cinque candidati all’accolitato – Andrea Bani, della parrocchia di S. Vittore martire in Agnadello, Claudio Mario Bressani, della parrocchia dei Ss. Fermo e Rustico martiri in Caravaggio, Alex Malfasi, della parrocchia di Ss. Filippo e Giacomo in Castelleone, Jacopo Mariotti, della parrocchia di Cristo Re in Cremona, e Paolo Zuppelli, della parrocchia di S. Benedetto abate in Trigolo – sono stati chiamati a presentarsi alla comunità. La chiamata rivolta dalla Chiesa cremonese unita alla loro risposta, “eccomi”, ha evidenziato dunque questo reciproco legame, ed impegno, tra ministro e comunità. Sui candidati lettori ed accoliti è stata invocata la benedizione del Signore ed a loro è stata chiesta la disponibilità a mettersi al servizio della Parola e dell’Eucaristia.

A rendere concreta e tangibile questa disponibilità è stato il gesto della consegna della Bibbia e della patena a coloro che hanno ricevuto rispettivamente il ministero del lettorato e dell’accolitato. La Parola, infatti, è per il lettore luogo di crescita e formazione, prima ancora che oggetto di annuncio. Allo stesso modo, all’accolito è chiesto di vivere la carità ed il proprio servizio alla luce della fonte viva che, per ogni cristiano, è l’Eucaristia. In questo senso è stato certamente significativo il gesto compiuto dai nuovi accoliti durante la liturgia eucaristica: sull’altare della Cattedrale hanno prima posto le patene appena ricevute, esprimendo in modo chiaro la loro disponibilità a servire la comunità; successivamente hanno incarnato per la prima volta il ministero a loro affidato, distribuendo l’Eucaristia ai fedeli.
Per questi otto seminaristi, dunque, la celebrazione per il conferimento dei ministeri è stata un’occasione speciale, ma, allo stesso tempo, “ci ha ricordato che il Signore è sempre all’opera e continua a chiamarci per nome”, ha concluso il Vescovo.

Gratitudine, gioia e disponibilità al sostegno reciproco: sono stati questi i tratti distintivi della celebrazione. Ancora di più, sono questi i passi che la comunità cristiana è chiamata quotidianamente a percorrere per potersi definire davvero Chiesa.

 

Il video integrale della celebrazione




“Adora on the road”, sabato giovani in cammino alla scoperta di don Mazzolari

 

Talita kum. Alzati e cammina. È questo il titolo scelto dalle Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento di Rivolta d’Adda per la proposta di pastorale giovanile e vocazionale di quest’anno.

«Quello della sinodalità – spiega suor Carla Zappulla, responsabile vocazionale – sarà un tema significativo per la Chiesa italiana. Anche noi, dunque, abbiamo voluto metterlo al centro delle nostre attività, proponendo un vero e proprio cammino».

Una delle iniziative, infatti, che ormai da alcuni anni contraddistinguono le proposte di accompagnamento vocazionale delle Adoratrici è “Adora on the road”, ovvero «una sorta di cammino a cui i giovani vengono invitati per avvicinarsi e scoprire luoghi e persone significative per la vita della Chiesa».

In particolare, per il nuovo anno pastorale, l’iniziativa vedrà un forte coinvolgimento della diocesi di Cremona, perché «il primo “amico santo” – prosegue suor Carla Zappulla – a cui faremo visita è proprio don Primo Mazzolari, una figura a noi molto nota e alla quale vogliamo avvicinarci ancora di più».

Sabato 9 ottobre, infatti, ai giovani sarà proposto di intraprendere un cammino che li condurrà da Calvatone fino a Bozzolo, dove la figura di don Mazzolari li accoglierà per farsi conoscere. «Abbiamo optato per una proposta non eccessivamente strutturata e impegnativa. Sarà, invece, un’iniziativa all’insegna della semplicità, durante la quale tutti i presenti potranno sperimentare la ricchezza che l’amicizia, il silenzio e l’ascolto della Parola possono offrire. In questo senso don Mazzolari sarà una guida speciale: avvicinandoci a lui vivremo un’esperienza di ascolto e condivisione ancor più significativa».

Chi fosse interessato a prendere parte all’iniziativa può contattare le Suore Adoratrici al 346-6525010. La partenza è prevista alle 7.45 da Rivolta d’Adda o da Modena alla volta di Calvatone. Nel pomeriggio è prevista anche una visita alla Fondazione “Don Primo Mazzolari” di Bozzolo, prima del rientro, previsto per le 19. Necessario portare Bibbia e quaderno, oltre a un abbigliamento adatto; da portare il pranzo al sacco (contributo spese richiesto 5 euro).

Il cammino di “Adora on the road” proseguirà il 26 marzo e nel weekend del 7-8 maggio alla scoperta di altre figure di «santi della porta accanto, che ci aiuteranno ad approfondire ulteriormente il nostro rapporto con la Parola e con l’Eucaristia» precisa suor Carla Zappulla.

Ed è proprio questa relazione a guidare le iniziative vocazionali delle Suore Adoratrici: «La fonte a cui la Chiesa attinge vita è proprio la liturgia, quindi ci sembra bello e significativo metterne in luce l’importanza attraverso proposte che si focalizzino su di essa».

Durante l’anno pastorale, dunque, verrà offerta ai giovani la possibilità di partecipare a tre ritiri spirituali – 28 novembre per l’Avvento, 19 dicembre in preparazione al Natale e 27 febbraio in vista della Quaresima -, ad una tre giorni di preghiera durante le mattinate del Triduo Pasquale e, infine, una settimana di esercizi spirituali, tra il 31 luglio ed il 6 agosto.

A queste proposte si aggiungono quelle a stampo caritativo, che i giovani potranno vivere nelle comunità in cui le Suore Adoratrici prestano il loro servizio.

«L’obiettivo delle nostre iniziative – conclude suor Carla Zappulla – non è certo quello di condurre i giovani ad una scelta di consacrazione. E’ piuttosto quello di aiutarli a riscoprire il loro legame con il Padre, alla luce del quale, poi, ciascuno sarà invitato a declinare in modo specifico il proprio stile di appartenenza alla comunità cristiana».




Il Vescovo ai volontari dell’Hub vaccinale: «È questa la rivoluzione di cui abbiamo bisogno, quella dei buoni samaritani» (FOTO E VIDEO)

Nel pomeriggio di giovedì 9 settembre, il vescovo Antonio Napolioni presso l’hub vaccinale di Cremona, in fiera, ha presieduto la Messa di ringraziamento agli operatori e i volontari impegnati nella campagna vaccinale. Dopo sei mesi di intensa attività, infatti, il polo di Ca’ de’ Somenzi venerdì 10 settembre chiuderà i battenti e la sede delle somministrazioni sarà spostata presso la Sapiens di Castelverde.

Il saluto di Rosario Canino, direttore sanitario di ASST Cremona, ha aperto la celebrazione, che ha rappresentato «una sorta di passaggio del testimone fra la prima fase della campagna vaccinale e quella che sta per iniziare». Oltre alle numerose associazioni di volontari, a medici, infermieri, operatori sanitari e forze dell’ordine, Canino ha voluto ringraziare ATS Valpadana e tutta la comunità cremonese, «perché solo grazie a uno sforzo unitario è stato possibile arrivare a vaccinare l’86% della popolazione, tra Cremona, Casalmaggiore e Soresina». Il direttore sanitario di ASST Cremona ha inoltre espresso la propria gratitudine al vescovo Napolioni «che in questi mesi non ha mai fatto mancare la propria vicinanza e preghiera, insieme a quella di tutta la Diocesi».

La Messa, trasmessa in diretta su Cremona 1 e sui media diocesani, non ha dunque voluto porsi come atto conclusivo a chiusura di un luogo, ma come «rendimento di grazie per la vicinanza di un Dio che ci tiene uniti nel momento della prova e ci rimette in piedi colmi di speranza», ha sottolineato il Vescovo nella propria omelia.

L’Eucaristia celebrata nel polo vaccinale, secondo Napolioni ha messo in luce come «tutto il bene che si compie ha a che fare con il dono di Dio, anche quando non ce ne accorgiamo. Ogni cosa che facciamo ha in Gesù il suo modello più perfetto, perché davvero Egli è in noi, anche nel momento della fragilità e della malattia».

Non è mancato, anche da parte del Vescovo, un sincero ringraziamento a tutti coloro che hanno offerto il loro contributo «facendo del bene, in modo volontario e gratuito.  È questa la rivoluzione di cui abbiamo bisogno – ha detto rivolto ai tanti “gilet gialli” -: quella dei buoni samaritani che si fermano lungo la strada per aiutare e servire i più deboli». Quello di medici, infermieri, operatori sanitari, forze dell’ordine e volontari, infatti, è stato uno sforzo che ha portato a numeri eccellenti nella provincia di Cremona. La nuova sfida sarà rendere queste statistiche «eccellenti anche per coloro che sono lontani dalle nostre realtà. Allo stesso modo vale per i fratelli, che spesso non ascoltiamo, che esprimono il loro no. Preghiamo, invece, perché aumentino i sì alla vita».

L’omelia del vescovo Napolioni

All’hub di CremonaFiere erano presenti le massime autorità civili e militari del territorio, i sindaci di Cremona, Castelverde e Soresina, i vertici di Ats Valpadana e Asst di Cremona, i rappresentanti di CremonaFiere e Sapiens Spa, che hanno messo a disposizione i propri spazi per le due fasi della campagna vaccinale, e le tante sigle del terzo settore che hanno prestato e continuano a garantire il loro impegno.

La Messa – concelebrata anche dal vicario zonale, don Pietro Samarini, e dai cappellani dell’ospedale di Cremona, don Marco Genzini e don Riccardo Vespertini – è stata anche una significativa occasione per ricordare tutte le vittime della pandemia, insieme a coloro che hanno dovuto affrontare situazioni di grande dolore e sofferenza. In questo contesto il pensiero del vescovo è andato a esattamente un anno fa, nei giorni del suo ricovero in ospedale a causa del Covid.

Al termine della celebrazione, animata da un coro composto dai volontari provenienti da diverse parrocchie del territorio, l’Amministrazione di Cremona ha voluto lasciare un segno di gratitudine per tutti coloro che hanno sostenuto l’attività di medici, infermieri e operatori sanitari. In particolare il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, si è rivolto direttamente ai volontari con affetto e gratitudine. «Ognuno di noi – ha ricordato il primo cittadino cremonese – ha nella mente, e nel cuore, i duri mesi della pandemia. Un periodo buio in cui, però, ha iniziato a muoversi il motore del volontariato, il desiderio di servire gli altri. Un anno esatto dopo l’inizio della pandemia ha preso vita, nella nostra città, un vero miracolo, questo hub, che grazie alla vostra collaborazione è diventato un faro per illuminare il nostro cammino di domani».

A ciascuna delle associazioni di volontariato è stata quindi consegnata una targa, segno di gratitudine e riconoscenza, per l’impegno profuso per la comunità cremonese e a sostegno dei più fragili. Questo l’elenco delle associazioni premiate: Associazione Siamo Noi, Auser Cremona, Croce Rossa Italiana – Comitato di Cremona, Croce Verde Cremona, Protezione Civile, Associazione Nazionale Alpini di Cremona, Gruppo Articolo 32, Associazione Città dell’uomo, Associazione Uniti per la provincia di Cremona, Anfass Cremona, Blu Life, Cooperativa Sociale Agropolis, Auser Provincia di Cremona, Associazione Accendi il buio.

Infine Paolo Bodini, a nome di tutte le associazioni di volontariato coinvolte, ha consegnato uno speciale premio al Vescovo Napolioni, ringraziandolo, ancora una volta, per il sostegno espresso durante tutto il periodo della pandemia.

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Il video integrale della celebrazione

 

La Chiesa che riparte, il vescovo Napolioni accoglie le indicazioni di Papa e Cei: «Credenti in prima linea nell’impegno per la salute»