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Figli adolescenti: aiutiamoli a spiccare il volo. Incontro al Maristella con il pedagogista Novara

Il rapporto fra gli adolescenti e i loro genitori è un tema complicato, spinoso, e per certi versi quasi contro intuitivo. Quando nel passato le strategie educative sembravano essere efficaci, oggi, con una società radicalmente mutata, queste tecniche risultano inutili, addirittura controproducenti. C’è bisogno di un nuovo metodo educativo, ma per trovarlo è necessario fare chiarezza sulla questione.

A fare luce sulle difficoltà che caratterizzano la convivenza con un figlio adolescente è stato il dottor Daniele Novara, intervenuto a riguardo nella serata di venerdì 10 gennaio presso la chiesa del quartiere Maristella a Cremona. L’iniziativa, voluta come da tradizione ormai da qualche anno dall’unità pastorale Madre di Speranza (formata dalle parrocchie di San Bernardo, Borgo Loreto, Zaist e Maristella), va ad inserirsi all’interno del contesto del mese dell’educazione.

Il dottor Novara, oltre ad essere counselor e formatore, dal 1989 è anche il direttore del Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti di Piacenza. Una carriera trascorsa nel mondo della pedagogia, che lo ha portato a scrivere numerosi libri proprio su questo tema.

«L’adolescenza è un’età critica per antonomasia, un età di rottura – ha raccontato il dottor Novara al folto pubblico nella chiesa del Maristella –. Allontanarsi dai genitori diventa assoluto, prioritario e intransigente, per cui il bambino non è più tale, c’è una trasformazione che porta all’età adulta, ma certamente una trasformazione ricca di problematiche».

I problemi che caratterizzano il periodo dell’adolescenza sono evidenti. In più di un’occasione il dottor Novara ha paragonato la crescita di un adolescente a un guscio d’uovo che si rompe cadendo. «Il rischio – spiega il pedagogista – è quello di prestare più attenzione al rumore che fa l’uovo cadendo piuttosto che soffermarsi ad osservare che cosa ne fuoriesce», una similitudine che deve suonare come un monito. Durante il periodo della crescita è necessario tenere a mente che quello è un momento passeggero, un lasso di tempo dedicato a far nascere un nuovo adulto, per questo non bisogna affrontarlo con negatività, ma al contrario è necessario avere un atteggiamento benevolo.

«Nessun tecnico si aspettava che venisse su una generazione di adolescenti dove una grande percentuale non fosse interessata a crearsi un gruppo, nemmeno io – sottolinea il dottor Novara –. Rinchiudersi nelle proprie camere, davanti ai social, è una conseguenza spietata del mondo del marketing, che aggancia il cervello dei ragazzi e ne fa una poltiglia davvero tragica. Dobbiamo mettere i ragazzi nelle condizione di vivere bene la propria età, anche nella trasgressione».

Ma come fare a contrastare un fenomeno sempre più diffuso, soprattutto le esasperazioni dello stesso, come nel caso dei cosiddetti Hikikomori? Il dottor Novara ha trovato la soluzione nel «regolamentare il mondo dei social, degli smartphone, almeno fino a una certa età. Oggi è meno evidente, quando ero giovane io non ci si metteva il casco e molti sono passati a miglior vita, e come ieri anche oggi il senso del pericolo è basso. Quando un ragazzino sta sui social di notte non si rende conto che compromette la propria salute».

Il compito di tutelare gli adolescenti è quindi nelle mani degli adulti: «Sempre con benevolenza, non bisogna mettere blocchi, né censure o rinchiuderli, ma bisogna imporre dei paletti che permetteranno loro di spiccare il volo, costruirsi la propria strada e vivere le sfide che li attendono».