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Un servizio diocesano per persone separate, divorziate e in nuova unione

È in fase di avviamento il nuovo servizio diocesano di ascolto e accompagnamento per persone separate, divorziate e in nuova unione. Nato dalla riflessione sull’esortazione apostolica Amoris Laetita di Papa Francesco, il servizio raccoglie le sollecitazioni della conferenza episcopale lombarda. E’ il vescovo Antonio Napolioni a spiegarne l’origine e a sottolinearne l’importanza pastorale.

«Sono passati più di due anni dalla pubblicazione dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia, con cui il Papa ha raccolto quanto emerso nei due Sinodi sulla famiglia e nelle iniziative collegate, offrendo alla Chiesa solidi e aggiornati orientamenti per un rilancio dell’evangelizzazione del dono del matrimonio e della pastorale familiare.

La nostra diocesi da tempo mette al centro della sua attenzione la vita delle coppie e delle famiglie, in diversi modi e momenti: dall’accompagnamento di innamorati e fidanzati alla cura delle giovani coppie, dal ruolo dei genitori nell’iniziazione cristiana dei figli all’attenzione a chi ha vissuto la prova di una separazione o di un divorzio, ecc.

Dopo aver approfondito attentamente quanto indicato da Amoris Laetitia e riflettuto sulle situazioni emergenti nelle nostre comunità, in comunione con gli altri Vescovi lombardi, diamo vita ad un Servizio specificamente rivolto alle persone separate/divorziate e in nuova unione.

I sussidi che oggi presentiamo ne spiegano compiti e modalità, che sono state illustrate negli incontri zonali dei sacerdoti, e che potranno essere meglio illuminate anche in futuro. Mi auguro che la proposta venga accolta da tutti con fiducia, contribuendo alla crescita in unità della nostra esperienza di fede, in modo da diventare casa accogliente anche per chi facesse più difficoltà a credere e vivere il Vangelo.

Verità e carità saranno sempre i fari che rischiarano il cammino, anche quello più irto di sfide e difficoltà. Chiedo a tutti di accompagnare con la preghiera questi passi che ora compiamo».

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In sintesi

  • Propone:
    • Percorsi di gruppo di riflessione e discernimento alla luce della Parola (vedi calendario)
    • Colloqui individuali e di coppia per un accompagnamento spirituale
    • Accompagnamento nel cammino personale di discernimento della propria situazione
  • Contatti:
    • Attraverso il proprio parroco o altro sacerdote.
    • Scrivendo direttamente all’indirizzo separatiedivorziati@diocesidicremona.it , chiedendo un incontro personale per una prima conoscenza della situazione
    • Tramite contatto telefonico 370 3677183

 

Gli incontri di preghiera e riflessione

Tutti gli incontri si terranno a Cremona presso il Centro Pastorale Diocesano e a Caravaggio presso il Centro di Spiritualità dalle ore 21 alle 22.30

  • 25 febbraio: “Dove sei?” (Gen 3, 1-15)
  • 18 marzo: “L’ozio di Davide e la bellezza di Betsabea” (1Sam 11, 1-15.26-27)
  • 8 aprile: “Beati! È ancora possibile oggi?” (Mt 5, 1-11)
  • 6 maggio: “L’amore estremo” (Mt 5, 43-48)
  • 10 giugno: “La preghiera dei figli” (Mt 6, 5-15)



Il Vescovo ai fidanzati: siete l’immagine da prima pagina contro il pessimismo (AUDIO e FOTO)

Una «panorama di amore, che risponde al disegno di Dio creatore; un panorama di entusiasmo, di trepidazione, di giovinezza e di fecondità». È con queste parole che il vescovo Antonio Napolioni ha voluto fotografare il salone del Seminario, gremito delle coppie che stanno per convolare a nozze. Alcuni giovanissimi, altri meno giovani; in molti casi già conviventi, alcuni anche con figli. «Questa foto – ha detto – dovrebbe essere la prima pagina del giornale di domani, a pagina intera, a combattere tanto pessimismo».

L’incontro tra il Vescovo e le coppie che quest’anno hanno preso parte agli itinerari di preparazione al matrimonio è stato promosso dall’Ufficio diocesano per la pastorale familiare. Proprio la coppia di sposi che ne è incaricata – Maria Grazia e Roberto Dainesi – hanno introdotto l’evento sottolineando la volontà di offrire una opportunità di riflessione e confronto tra coppie che stanno facendo la stessa esperienza, oltre che per dialogare con il Vescovo.

A salire sul palco da subito è stato l’amore, declinato secondo le forme della musica, della danza e della parola. I brani proposti da Anna Ruggeri, accompagnata dalla chitarra dal fratello Giacomo, hanno aperto la strada ai passi di Lerry e Laura, ballerini di tango sulle note di “Su ali d’aquila”.

Infine le riflessioni ad alta voce di un marito che si confrontava con la sua coscienza sul proprio rapporto coniugale. A proporlo Alberto e Monica Ferrari. Un racconto iniziato con il fastidio per l’assurdo modo di lei di spremere il tubetto del dentifricio e il pensiero che prima o poi lei avrebbe imparato a farlo come lui. Un tubetto che alla fine è guardato quasi con amore, nella consapevolezza che «quando smetti di sperare che sia solo l’altro a cambiare e capisci che c’è solo bisogno di un cambiamento del reciproco sguardo. Perché bisognerebbe essere capaci di guardarsi con l’indulgenza e la misericordia che ha un Dio che ci ama».

Alcuni stralci dell’esortazione apostolica sull’amore nella famiglia “Amoris laetitia” sono quindi stato lo spunto per un confronto che le coppie hanno svolto a piccoli gruppi, prima di ritrovarsi insieme per parlarne insieme al Vescovo, attraverso alcune domande che hanno voluto porgli.

 

Per sempre, tra fedeltà e tradimenti

Tra le prime tematiche sviluppate quella della fedeltà, legata alla libertà, ma nella consapevolezza che «anche la volontà può tradirci». «Fedeli alla nostra vocazione, al patto che abbiamo fatto – ha proseguito il Vescovo – davanti alla difficoltà, fosse anche il tradimento, possiamo essere migliori», diventando occasione per arrivare a un amore più profondo. Lo sguardo è andato alla «roccia sicura da cui sgorga una sorgente». E allora gli scossoni, che sicuramente non mancheranno, non riusciranno ad abbattere, quanto piuttosto «per distillare l’amore in termini umanamente sempre sempre più significativi, assomigliando all’amore di Dio».

Tra le questioni poste al Vescovo anche quelle del tradimento e del perdono (che non può essere un semplice lasciar passare). Con interrogativi che sono andati nel concreto, come ad esempio «quanto infinitamente buoni bisogna essere davanti a un tradimento». Ma il tema fedeltà – ha precisato mons. Napolioni – non va lasciato solo al momento estremo dell’adulterio: «deve essere un esercizio quotidiano». Poi il riferimento a Dio che «non dice dovete perdonare, ma anzitutto perdona lui».

Non è mancato un accenno al «per sempre» in particolare legato al rapporto genitori-figli, dove questi ultimi non possono però rappresentare l’unica colla del rapporto.

 

La famiglia nella società

I fidanzati hanno richiamato anche le difficoltà che la vita di oggi, tra tempi lavorativi e ritmi della società, non certo a formato famiglia. «Oggi si sta sgretolando qualcosa che era già fragile – ha affermato il Vescovo -. Bisogna svegliarsi, senza arrabbiarsi, per costruire reti di famiglie! Oggi far famiglia da soli, o solo con la protezione dei rispettivi genitori e suoceri, è difficile. È molto più promettente valorizzare l’amicizia tra coppie». Da qui l’invito a diventare protagonisti della comunità.

E ancora la necessità di difendere la domenica. Passando anche per alcuni consigli molto pratici, come il non farsi comandare le amicizie solo dai figli. Oppure svincolarsi dall’obbligo morale di «fare una domenica dai miei e una domenica dai tuoi: un ottimo sistema per fallire!». E ha proseguito: «Una dai miei ogni tre mesi, una dai tuoi ogni tre mesi. Il resto noi! Noi e le altre coppie, con cui scegliamo di condividere valori, stili di vita, progetti,  impegni, riposo, qualità del tempo». «Io sogno, e ho sperimentato è possibile – ha detto ancora il Vescovo – una parrocchia così. Andare a messa non deve essere un impegno in più, ma un guadagno. Perché lì trovo fratelli e sorelle, famiglie, amici e persone con cui si ricostruisce questa società. Non ignorando la complessità del mondo moderno, ma neppure rassegnandoci.

 

Ascolto e tempo guadagnato

Valorizzare e ascoltare l’altro sono stati altri due spunti di riflessione. «Non si finisce mai di imparare ad ascoltare», ha detto il Vescovo, richiamando però la necessità di ascoltare anche se stessi.

Mons. Napolioni ha voluto anche fornire «la dieta per farcela come cristiani»: 10 minuti al giorno per la preghiera di coppia, un’ora la settimana, mezza giornata al mese, una settimana all’anno. «Questo è il ritmo per fermarsi, ritrovare Dio, se stessi e la verità sui nostri rapporti. Altrimenti è un tritacarne».

 

Amore fino alla fine

Si è parlato anche di amare fino alla fine. Con tanta fatica, certo, ma l’alternativa per il vescovo è essere disumani. Ecco allora che l’amore indissolubile non deve essere visto come una gabbia: «dentro di voi c’è un nucleo incandescente che nessuno può spegnere, anzi può essere continuamente alimentato perché renda forti nel momento della prova che viene, in tutte le vocazioni». E infine: «Siete Gesù l’uno per l’altro, e insieme diventate segno di Gesù e della Chiesa nel mondo», di un amore che è misericordioso e fedele.

 

 

Il momento di preghiera ha concluso l’incontro, non prima però del particolare invito che il Vescovo ha rivolto a tutti i presenti: inviargli le partecipazioni alle nozze, magari accompagnate da qualche. «Mi scrivete come state – ha detto mons. Napolioni – e io vi rispondo, con la benedizione del Signore. Ci teniamo così in contatto, in amicizia e in preghiera in quel momento così importante della vostra vita». Poi a tutti un regalo: un paio di biro, magari da usare proprio per sottoscrivere i documenti del matrimonio.

Tutto si è concluso con un rinfresco – allestito come quasi un banchetto di nozze – che è stato ulteriore occasione di amicizia, insieme anche alle coppie di sposi che hanno accompagnato i fidanzati durante il cammino di preparazione.

 

Photogallery




A Folgaria il primo dei weekend per famiglie (Foto e Audio)

Da venerdì 8 a domenica 10 novembre si è svolto a a Folgaria il primo dei tre weekend proposti alle famiglie per l’anno pastorale 2019/2020 dall’Ufficio diocesano per la Pastorale familiare. Un primo appuntamento rivolto in particolare ai giovani sposi e alle coppie animatrici degli itinerari di preparazione al matrimonio.

I partecipanti, provenienti da tutta la diocesi, sono arrivati prevalentemente il venerdì sera e ciò ha favorito la creazione di un clima di grande condivisione sin dal primo momento. Vi erano una ventina di bambini, seguiti durante il soggiorno da un gruppo di educatori affiatato che ha consentito ai genitori di dedicarsi ai lavori e ai bambini di vivere intensi momenti di gioia.

Il vescovo Napolioni – che ha partecipato con simpatia e cordialità all’intera proposta – ha aperto i lavori sul tema “Dove due o tre sono riuniti: il vangelo della famiglia”: il vangelo della famiglia nasce dalla Pasqua, in un costante parallelismo fra la ricerca di Gesù da parte di Maria di Magdala nel giardino della risurrezione e la ricerca dell’amato nel Cantico dei Cantici (3,1-4) da parte della sposa , per sottolineare che l’esperienza d’amore di coppia è intrinsecamente vicina all’esperienza del discepolato e che la ricerca deve poi farsi incontro con Gesù fino ad arrivare alla missione.

Dopo pranzo, vi è stato un po’ di tempo per godere dello splendido panorama, fra i prati e le montagne appena imbiancati dalla nevicata del giorno prima. Successivamente sono partiti i due percorsi differenziati.

Le giovani coppie hanno partecipato a due incontri con la psicoterapeuta Giuliana Alquati: il sabato pomeriggio su “L’amore eterno è possibile o è solo un ideale?”. Molto coinvolgente l’approccio, che li ha aiutati a riflettere sui punti di forza che tengono viva una relazione, scoprendo il ruolo delle emozioni. Successivamente hanno analizzato il significato del patto matrimoniale e del tradimento, che può essere non semplicemente fisico ma più ampio e complesso e sull’importanza dell’empatia nella coppia. 

Nell’incontro di domenica mattina, sul tema “Come crescere nella relazione di coppia”, hanno avuto modo di riflettere sull’importanza dell’ascolto dell’altro, confrontandosi se l’immagine della coppia che ognuno si è fatto corrisponde a quella dell’altro. Si è trattato insomma di un cammino di scavo delle dinamiche di coppia che ha fatto molto bene a chi ha partecipato.

Le équipe che seguono gli itinerari in preparazione al matrimonio, invece, il sabato hanno seguito un incontro sulla “sessualità nella vita di coppia: come parlarne“ proposto dai coniugi Demaria, responsabili della pastorale famigliare della diocesi di Brescia. Occasione per affrontare temi rilevanti nei cammini di preparazione al matrimonio, caratterizzati quasi esclusivamente dalla presenza di coppie conviventi da parecchi anni, per i quali il tema della sessualità è argomento ovvio e persino scontato. L’affrontare queste tematiche con i fidanzati richiede un approccio competente, che tenga conto della realtà vissuta da queste coppie ormai adulte e meritano risposte ponderate.

Non meno rilevante, per gli stessi motivi, è il tema, complesso, della procreazione medicalmente assistita affrontato con grande chiarezza da don Enrico Trevisi (responsabile dell’area pastorale “Famiglia di famiglie”) e Maria Grazia Antonioli (incaricata diocesana dell’Ufficio famiglia oltre che direttrice del consultorio Ucipem di Cremona) che ci hanno aiutato  a capire la necessità di rapportarsi in modo competente con le coppie di fidanzati.

Una esperienza molto arricchente, una esperienza di Chiesa in cammino, uno spazio per respirare e ragionare insieme in un clima di fraternità.

Betti e Giuseppe Ruggeri

 

I successivi weekend

“Guariti dal perdono” è lo slogan del secondo incontro di Folgaria, in agenda dal 17 al 19 gennaio 2020. Il weekend è rivolto in particolare alle coppie che accompagnano i genitori nei percorsi di Iniziazione cristiana, dove si è chiamati ad annunciare la ricchezza del matrimonio sacramentale e, al tempo stesso, accogliere e accompagnare coppie ferite. Ma la proposta è estesa anche a tutte le altre famiglie per confrontarsi su come crescere nella capacità di essere perdonati e perdonare.

Ultimo fine settimana residenziale dal 27 a 29 marzo 2020: “Io sono in mezzo a loro”. Un incontro di spiritualità per famiglie, strutturato con momenti di silenzio e riflessione di coppia.

Brochure informativa                 Locandina




Corsi prematrimoniali: i calendari dei corsi nelle 5 zone

Sono stati definiti i calendari dei percorsi di preparazione al matrimonio nelle cinque zone pastorali: un’occasione importante per le coppie per verificare il loro cammino, la scelta di sposarsi e per scoprire il valore e la bellezza del sacramento del matrimonio.

Alle coppie partecipanti viene offerto uno spazio in cui essere protagoniste e poter “ esprimere ciò che ognuno si aspetta da un eventuale matrimonio, il proprio modo di intendere quello che è l’amore e l’impegno, ciò che si desidera dall’altro, il tipo di vita in comune che si vorrebbe progettare” (Amoris Laetitia 209).

L’invito di Papa Francesco ai fidanzati è quello di avere il coraggio di essere differenti, di non lasciarsi divorare dalla società del consumo e dell’apparenza ricordando che “Quello che importa è l’amore che vi unisce, fortificato e santificato dalla grazia” (212).

Di seguito il calendario dei percorsi nelle 5 zone pastorali, che sarà aggiornato con le indicazioni relative agli ulteriori itinerari in via di definizione:

Per ogni richiesta di chiarimento è possibile rivolgersi al proprio parroco o contattare l’Ufficio diocesano per la Pastorale familiare (e-mail famiglia@diocesidicremona.it; tel. 0372-495011).




Orientamenti per gli itinerari in preparazione al matrimonio: on-line il documento

«Solo un impegno accurato e creativo, condiviso con équipe di animatori entusiasti e fiduciosi, può sconfiggere il pessimismo che rischia di ammalare anche la pastorale, davanti alla complessità del presente». Così si esprime mons. Napolioni introducendo gli orientamenti sull’accompagnamento dei fidanzati alla celebrazione del matrimonio, predisposti dall’Ufficio diocesano per la Pastorale famigliare.

La convinzione che motiva l’intervento – a fronte di un’esperienza ormai consolidatasi nei decenni e alla luce delle raccomandazioni espresse dal documento di papa Francesco Amoris Laetitia – è che metodi e contenuti, linguaggio e atteggiamenti di questa prassi pastorale necessitino di un salutare aggiornamento.

Così gli orientamenti sottolineano alcune urgenti attenzioni: il coinvolgimento della comunità, e in particolare delle famiglie cristiane, nell’accompagnamento dei nubendi; la cura di una proposta che nelle varie Zone pastorali sia più omogenea e coerente, oltre che più attenta alle mutate condizioni della vita dei partecipanti; lo stile partecipativo e dialogico degli incontri, da trasformare in autentici laboratori di ascolto e di esperienza comunitaria evitando modelli di comunicazione di tipo scolastico; l’essenziale convergenza su alcune ineliminabili tematiche relative alla vita della fede e della coppia.

Senza trascurare quel tratto di accoglienza sincera che non può dimenticare che la preparazione al matrimonio accade oggi in un contesto religioso e culturale dei nubendi spesso assai lontano da autentica consapevolezza.

Alle diverse équipe di sacerdoti e famiglie che in diocesi si sono messe a servizio del «Vangelo del matrimonio» si raccomanda anche di non far mancare ai futuri sposi il sostegno spirituale della propria preghiera.

In diocesi di Cremona circa 400 coppie ogni anno si preparano a celebrare il matrimonio cristiano con itinerari di preparazione offerti da parrocchie e Zone.

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Corsi in preparazione al matrimonio: bilancio e prospettive

Le coppie e i sacerdoti che accompagnano gli itinerari in preparazione al matrimonio si sono incontrati sabato 30 settembre al Centro pastorale diocesano di Cremona per un pomeriggio di lavoro insieme.

L’incontro è iniziato con un momento di preghiera che si è così aperto: “Sia la Parola del Signore ad orientare i nostri pensieri e la nostra vita, chiamati ad un servizio, inviati per una missione”. A sottolineare la dimensione vocazionale del servizio di queste equipe e al tempo stesso a porlo nell’ottica missionaria di quest’anno pastorale. Sono stati quindi letti per la riflessione individuale alcuni brani tratti dalla catechesi di Papa Francesco dai quali emergeva il grande valore del fidanzamento come periodo di cammino per imparare ad amarsi in modo definitivo, cogliendo il significato ed il valore di una scelta che impegna e che chiede di essere fatta con calma e affiancati da persone che sappiano dare una testimonianza serena della vita matrimoniale.

Roberto Dainesi, incaricato diocesano per la Pastorale famigliare insieme alla moglie Maria Grazia, ha poi fatto una panoramica diocesana relativa agli itinerari per i fidanzati, sottolineando le prospettive legate alla nuova divisione in 5 zone pastorali e sintetizzando quanto raccolto dagli incontri avuti nelle zone con coppie e sacerdoti. È stata evidenziata la ricchezza di varietà di esperienze e la contemporanea necessità di sentirci parte di un cammino comune che ha alcuni tratti condivisi.

Il coinvolgimento di tutti è poi proseguito quando ciascuno è stato chiamato a contribuire al lavoro scrivendo su foglietti colorati la risposta ad alcune domande relative ai corsi seguiti in modo che il lavoro fatto dalle varie equipe, i loro desideri, i loro vissuti belli o faticosi, ma anche i loro piccoli fallimenti potessero diventare patrimonio utile a tutti.

Il pomeriggio è continuato con i lavori di gruppo in cui i partecipanti si sono confrontati su alcuni passi di Amoris Laetitia, perché ciascuno si appropriasse sempre di più dello stile che propone e condividesse con gli altri atteggiamenti e attività che hanno maggiormente aiutato nel rendere concrete le indicazioni contenute nella esortazione. Il confronto vivo, legato alla propria esperienza, è confluito nella assemblea in cui ogni gruppo ha condiviso parole chiave che sintetizzassero le caratteristiche che dovrebbero avere degli itinerari. Accoglienza, umiltà, relazioni, testimonianza, concretezza, gioia, sorpresa, stanza calda, porta aperta sono alcune delle parole emerse che evidenziano lo stile che si vorrebbe avere mentre fede, sacramento, grazia, scelta, perdono mettono in luce alcuni dei contenuti cui dare più risalto.

L’incontro si è concluso con la proiezione di alcune interviste a giovani che hanno frequentato nello scorso hanno gli itinerari: invito concreto ad essere attenti alla ricchezza della storia di ciascuno, alla sua specificità e anche a saperci fare interrogare da quanti incontriamo.




Per la prima volta una coppia alla guida dell’ufficio famiglia

Tra le principali novità del nuovo assetto della Curia voluto dal vescovo Napolioni spicca la scelta di affidare l’ufficio diocesano di pastorale familiare non a un sacerdote, ma a una coppia di sposi. Si tratta di Roberto Dainesi e Maria Grazia Antonioli, che opereranno in sinergia con don Enrico Trevisi, nominato responsabile del coordinamento del tavolo “Comunità educante, famiglia di famiglie”. Abbiamo incontrato i coniugi Dainesi per un’intervista.

Roberto ha 56 anni e Maria Grazia 52. Sono sposati dal 1990 e hanno due figlie: Marta di 25 anni e Maria Irene di 20. Roberto è agronomo e lavora come funzionario di Regione Lombardia. Maria Grazia è medico e dirige il Consultorio UCIPEM di Cremona. Vivono nella parrocchia cittadina di Cristo Re, dove collaborano nella pastorale familiare e catechistica. Sono, inoltre, coppia animatrice dei percorsi in preparazione al matrimonio.

Voi siete la prima coppia di sposi incaricata per la Pastorale familiare: come avete accolto questa nomina?
«Stupore e percezione di inadeguatezza è quello che subito abbiamo provato di fronte a questa responsabilità. Al di là del fatto che fosse stato chiesto a noi, eravamo però contenti che nella pastorale familiare venisse coinvolta in modo più esplicito anche l’esperienza laicale della coppia. Il Concilio ha orientato la Chiesa a percepirsi sempre più come popolo in cui il ruolo del laicato che si integra con le altre componenti ecclesiali è una ricchezza fondamentale: ci è sembrato un bel segno in questa direzione. Siamo poi molto fiduciosi perché non siamo soli, ma inseriti in una comunione più grande».

Secondo voi perché il Vescovo ha voluto proprio due sposi per svolgere questo incarico?
«I Padri Sinodali hanno sottolineato che le famiglie cristiane, per la grazia del sacramento nuziale, sono i principali soggetti della pastorale familiare e il Papa nella Amoris Laetitia ripetutamente sottolinea la ricchezza della vocazione matrimoniale per la società e per la Chiesa. Il Vescovo, quindi, si è posto in questa ottica ecclesiale, così come altre diocesi hanno fatto, e ci ha chiesto, in quanto sposi, di collaborare nell’annunciare la bellezza del matrimonio percorrendo le strade della quotidianità della vita familiare».

Quale credete possa essere il vostro contributo “specifico di famiglia” che potrete mettere a disposizione di questa nuova sfida?
«Forse proprio la normalità dell’essere famiglia, dello sperimentare la ricchezza e allo stesso tempo la fatica del vivere il matrimonio e tutte le sfide di cui parla la Amoris Laetitia. Pur riconoscendo le profonde capacità pastorali e di attenzione concreta alle famiglie di tanti sacerdoti conosciuti, riteniamo che una coppia possa condividere in modo più significativo il linguaggio di chi vive la stessa esperienza umana e di fede».

Il lavoro certo non mancherà. Potrete contare sul supporto del coordinatore del vostro Tavolo pastorale, don Enrico Trevisi, e dei collaboratori dell’Ufficio. Pensate anche ad altre figure che vi potranno aiutare?
«La famiglia è fondata su dinamiche relazionali, su una comunione: questo speriamo ci aiuti nel coltivare relazioni positive con quante più persone possibile. È abbastanza naturale che, oltre al rapporto con il Vescovo e con don Enrico, si lavori in collaborazione con gli altri Uffici di Curia. L’Iniziazione cristiana vede come fondamentale il coinvolgimento dei genitori, i giovani accompagnati dalla pastorale giovanile sono i nostri figli, molte famiglie hanno bisogno dell’attenzione caritativa della Chiesa… Questi sono solo alcuni esempi che mettono in luce quanto sia fondamentale vivere quella comunione ecclesiale a cui si è chiamati e, quindi, collaborare con le altre realtà diocesane. Poi strada facendo ci faremo senz’altro aiutare da operatori esperti nelle problematiche familiari e, soprattutto, da altre famiglie! Gli incontri che faremo da settembre nelle zone pastorali ci aiuteranno a conoscere coppie e sacerdoti con cui collaborare».

Guardiamo al nuovo anno pastorale: quali saranno gli aspetti prioritari su cui lavorare?
«Nelle linee pastorali della Diocesi è dato un significativo rilievo a vari ambiti in cui saremo coinvolti al fine di porre attenzione alla famiglia e di far diventare Parrocchie e Diocesi “famiglia di famiglie”: dai percorsi in preparazione al matrimonio, al sostegno ai gruppi di famiglie, all’accompagnamento a famiglie con situazioni particolari… Il primo obiettivo che ci diamo è quello di conoscere le realtà delle varie zone, di incontrare i sacerdoti e le coppie che hanno ruoli di coordinamento per cogliere la ricchezza di tutto quanto già c’è e per capire se ci sono esigenze particolari cui rispondere. Varie persone ci hanno già contattato per raccontarci esperienze che come famiglie stanno vivendo e già abbiamo l’impressione che ci sia tanto bene che sta crescendo».

C’è già in prospettiva qualche iniziativa concreta?
«Stiamo organizzando il percorso residenziale per coppie a Folgaria, che speriamo anche quest’anno possa essere occasione di crescita per un buon gruppo di sposi. La proposta ricalca quella degli scorsi anni con tre fine settimana e tematiche volte ad approfondire la vita matrimoniale dal punto di vista biblico sacramentale, psicologico, sociologico e pastorale. Ad ottobre si organizzerà un incontro formativo per tutte le coppie che in diocesi accompagnano i fidanzati e a fine marzo incontreremo tutte le coppie che in quest’anno parteciperanno ai percorsi verso il matrimonio. Sarà momento di riflessione, confronto, preghiera e festa. Ci si rende poi disponibili per organizzare incontri di presentazione della Amoris Laetitia nelle zone e nelle parrocchie. Si coordineranno le veglie per la Vita nei tre punti della diocesi. Altre iniziative nasceranno poi man mano in risposta ad esigenze che sorgeranno».

Sul territorio ci sono realtà che operano per la famiglia: pensiamo, solo per fare alcuni esempio, ai consultori di Cremona, Viadana e Caravaggio, l’associazione Famiglia Buona Novella, l’associazione Famiglie numerose, il Movimento per la vita, il Centro di aiuto alla vita, i centri d’ascolto parrocchiali … Come vi approccerete con queste realtà?
«Ogni realtà è portatrice di ricchezze importanti per le famiglie. Cercheremo dunque innanzitutto di conoscerci e di dialogare per collaborare in un modo sempre più concreto per il bene delle famiglie. L’idea è quella di proseguire con incontri periodici con tutti i rappresentanti di associazioni, movimenti e gruppi per approfondire temi e proporre iniziative in collaborazione con le zone pastorali. Vi sono anche realtà territoriali non diocesane che in vario modo si prendono cura della famiglia e con le quali sarà importante entrare in contatto: pensiamo ai Comuni, all’ASST, a realtà del terzo settore che attraverso la mia attività presso il Consultorio UCIPEM di Cremona ho già avuto modo di incontrare e quindi sarò un po’ facilitata».

Prendete il testimone da don Giuseppe Nevi che, dopo la licenza in Teologia del matrimonio e della famiglia, ha guidato l’Ufficio per 14 anni e con il suo lavoro ha avvicinato tante famiglie. Un’eredità importante…
«Senz’altro una preparazione e un impegno appassionato in questi anni. Speriamo di poter far crescere tutto quanto di bello ha iniziato».

Come volete salutare le famiglie e le parrocchie che nei prossimi mesi inizierete a incontrare?
«Riecheggiando la Amoris Laetitia potremmo dire a noi stessi e alle altre famiglie: “Camminiamo famiglie, continuiamo a camminare!”. Siamo chiamati a un amore sempre più grande e con la Grazia di Dio e insieme potremo farlo crescere e annunciarlo, pur consapevoli dei nostri limiti e delle nostre fragilità. Speriamo di incontrarci presto».




La famiglia tra promessa, fedeltà e perdono: il 22 maggio a Cremona la seconda Festa diocesana

Nel pomeriggio di domenica 22 maggio si terrà a Cremona la seconda “Festa diocesana della famiglia”. In piena continuità con la prima edizione, svoltasi il 24 maggio 2015 sul tema “La famiglia genera”, l’evento di quest’anno, con un legame naturale con il Giubileo delle Misericordia, avrà una triplice attenzione, come sottolineato nel titolo: “La famiglia tra promessa, fedeltà e perdono”. Il momento di festa sarà preceduto da una serata su “I volti della misericordia” che si terrà venerdì 20 maggio presso l’auditorium del Museo del Violino di Cremona.

La presentazione ufficiale della “Festa diocesana della famiglia” è avvenuta nel pomeriggio di giovedì 12 maggio presso la sala conferenze della Curia, alla presenza del vescovo Antonio Napolioni e di don Giuseppe Nevi, responsabile dell’Ufficio diocesano per la Pastorale famigliare. A moderare l’incontro con la stampa, a cura dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali, il giornalista Riccardo Mancabelli.

Gli eventi, che vedranno la presenza del vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, sono promossi dall’Ufficio diocesano per la Pastorale familiare in sinergia con diverse realtà ecclesiali che si occupano della cura delle coppie e della famiglia, così come dell’educazione delle nuove generazioni.

Si tratta di proposte rivolte all’intera Diocesi, ma in particolare a famiglie e fidanzati. L’idea è che possa essere davvero una festa di popolo, che coinvolga tutti: bambini, giovani, famiglie e, naturalmente, le comunità parrocchiali con i sacerdoti.

Locandina della Festa della famiglia 2016

 

Intervento del vescovo Antonio Napolioni

Intervento di don Giuseppe Nevi

 

L’invito del vescovo Antonio

L’invito alla seconda “Festa diocesana della famiglia” arriva direttamente dal vescovo Antonio Napolioni attraverso una lettera inviata all’intera Diocesi e che sarà presentata nelle parrocchie al termine delle celebrazioni della solennità di Pentecoste.

“La gioia dell’amore che si vive nelle famiglie è anche il giubilo della Chiesa”, esordisce il Vescovo citando l’esortazione apostolica Amoris Laetitia di Papa Francesco, che in questo documento raccoglie proprio il frutto degli orientamenti maturati nei due ultimi Sinodi sulla famiglia.

“La nostra Chiesa diocesana – prosegue mons. Napolioni – accoglie con grande fiducia questo nuovo impulso a un’attenzione che essa coltiva da tempo, e di cui il Vescovo Dante è stato maestro: il Signore ha fatto del matrimonio e della famiglia un luogo splendido in cui riconoscere la Sua presenza e in cui condividere la Sua fecondità. E non vogliamo tenere nascosta questa buona notizia”.

Da qui l’invito alla Festa del 22 maggio e al convegno “I volti della misericordia” di venerdì 20.

“Saranno occasioni concrete – continua il Vescovo richiamando ancora Amoris Laetitia – in cui sperimentare che il Vangelo della famiglia è gioia che riempie il cuore e la vita intera”.

“Spero – auspica mons. Napolioni a conclusione della sua lettera – che in tanti vogliate partecipare attivamente a questo momento di incontro e di festa, perché ogni famiglia manifesti il dono che è per il mondo, perché le parrocchie crescano come ‘famiglia di famiglie’, perché chi vive situazioni di difficoltà e disagio possa sentirsi comunque parte di un popolo che sa prendersi cura delle sue ferite, perché i giovani possano innamorarsi della vocazione al matrimonio e maturare la capacità di decidersi consapevolmente”.

La lettera del Vescovo

 

Il convegno del 20 maggio

La sera di venerdì 20 maggio, alle ore 21, presso l’auditorium Giovanni Arvedi del Museo del Violino di Cremona (piazza Marconi) si terrà il convegno diocesano “I volti della Misericordia”, con ingresso libero e gratuito.

L’incontro intende essere un momento di approfondimento sul tema della misericordia, declinato naturalmente rispetto alla realtà della famiglia.

Ad accompagnare nella riflessione sarà il biblista cremonese don Maurizio Compiani che, attraverso alcuni personaggi del Vecchio e Nuovo Testamento, presenterà diverse sfaccettature della misericordia.

I commenti biblici saranno quindi sviluppati attraverso l’arte, con il canto e la danza della compagnia teatrale Gard Art che si articolerà per l’intera serata, caratterizzata anche dalla testimonianza di da alcune famiglie che declineranno questi concetti nella esperienza di vita quotidiana.

Per consentire ai genitori la partecipazione sarà garantito un servizio di baby-sitter/animazione: i bambini saranno accolti dagli animatori direttamente al Museo del Violino, dove saranno riaccompagnati al termine del convegno. Le attività di animazione per i ragazzi sono previste all’oratorio di Sant’Imerio.

 

La Festa/1 – Laboratori negli oratori

A differenza dello scorso anno, quando tutta la festa era stata concentrata nei pressi del palco, la seconda “Festa diocesana della famiglia” avrà inizio alle 15.30 in tre oratori della città dove, attraverso alcuni laboratori che coinvolgeranno l’intera famiglia (genitori e figli insieme), si approfondiranno le tematiche portanti dell’edizione 2016. Filo conduttore le parole “perdono”, “promessa”, e “fedeltà”.

Le zone pastorali della Bergamasca, del Milanese e dell’alto Cremonese (zone 1, 2, 3, 4 e 5) si ritroveranno presso l’oratorio Don Bosco di via Giordano (parrocchia di S. Pietro al Po). Le altre parrocchie cremonesi (zone pastorali 6, 7 e 8) si daranno appuntamento, invece, presso l’oratorio di Sant’Imerio, in via Aporti. Mentre per le comunità del Casalasco e del Mantovano (zone 9, 10 e 11) il luogo di ritrovo sarà l’oratorio di San Michele, in via Tofane.

I laboratori, condotti in sinergia con le realtà ecclesiali che si occupano di famiglia, termineranno intorno alle 16.45 quando i tre gruppi, scortati dalla Polizia locale di Comune di Cremona, si incammineranno verso piazza del Comune.

 

La Festa/2 – In piazza con il Vescovo

Intorno alle 17 è previsto l’afflusso di tutti i partecipanti in piazza del Comune dove la Festa vivrà il proprio culmine.

A garantire l’accoglienza saranno alcuni canti del Coro Beato Vincenzo Grossi di Pizzighettone insieme all’esibizione del gruppo Clap con percussioni su materiali di riciclo.

Dopo il saluto del sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, intorno alle 17.30 l’incontro entrerà nel vivo con il concerto-testimonianza del gruppo rock The Sun, giovani con alle spalle un cammino di conversione, sia dal punto di vista umano che musicale. La band sarà intervistata dai coniugi Stefania e Valeriano Riva.

Alle 19 circa prenderà la parola il vescovo Antonio Napolioni che chiuderà la seconda “Festa diocesana della famiglia” con il mandato alle famiglie e la benedizione.

Per tutta la durata della festa in piazza del Comune saranno presenti alcuni stand per richiamare i temi della giornata e proporre materiale informativo delle realtà coinvolte. Anche il gruppo The Sun avrà un proprio spazio nel quale sarà possibile un incontro personale con i musicisti.

In caso di maltempo l’evento di piazza del Comune si svolgerà nella chiesa dei Ss. Marcellino e Pietro di via Ponchielli (con ingresso da via Cavallotti).

Scheda del gruppo The Sun




“Unisex – Cancellare l’identità sessuale?”. La sera del 29 aprile al Centro pastorale diocesano l’incontro con Gianluca Marletta

“Unisex – Cancellare l’identità sessuale?”. L’interrogativo fa da titolo dell’incontro che la sera di venerdì 29 aprile (ore 21) si terrà al Centro pastorale diocesano di Cremona. Ospite della serata Gianluca Marletta, autore – insieme a Enrica Perucchietti – del libro “Unisex – Cancellare l’identità sessuale: la nuova arma della manipolazione globale” (Arianna Editrice).

L’incontro, promosso dall’Ufficio diocesano per la pastorale familiare insieme al Circolo “La Croce” e al Movimento per la Vita di Cremona, intende offrire una opportunità informativa su un tema di grande attualità. «È necessario comprendere che cos’è l’ideologia gender, cosa si ripropone e quali siano i suoi obbiettivi – affermano gli organizzatori – per capire che tipo di mondo stanno preparando per noi e per i nostri figli».

In Germania, è stato abolito l’obbligo di definire il sesso alla nascita, mentre tutta l’Europa dibatte sulla nuova definizione familiare: “genitore 1” e “genitore 2”. La Svezia, uno dei paesi più all’avanguardia per quanto riguarda la rivoluzione dell’egualitarismo dei sessi, sta approvando a livello anagrafico l’utilizzo di nomi neutri per i nascituri, in modo che non si creino problemi qualora un domani questi volessero cambiare sesso. La politica si preoccupa dell’eliminazione delle toilette separate, mentre i marchi d’abbigliamento vogliono abolire la distinzione “bambino” e “bambina” a favore del capo unisex.

«Si profila un mondo – affermano i promotori del convegno – in cui la “persona” in quanto tale non esiste più, in cui ogni sorta di “identità” è abolita e l’individuo è perfettamente amorfo e “resettato”, naufrago solitario in un oceano di non-senso: un uomo a un’“unica dimensione”, come direbbe Herbert Marcuse, emancipato dalla propria natura e identità psicofisica. L’idea di umanità verso la quale ci stanno portando è quella di un uomo resettato, quanto più possibilmente privo di punti di riferimento e di sostegno che siano la religione, la famiglia, piuttosto che l’identità sessuale. Per questo motivo, un’ideologia come il “gender”, che propone l’annichilimento dell’identità, una sessualità fluida, ambigua e polimorfa, la negazione del dato oggettivo di natura, è così sostenuta in certi ambienti».

Il “gender” afferma che non esiste un’identità sessuale definita nell’essere umano, ma che i cosiddetti “generi” (maschio, femmina, gay, lesbo, transgender, etc.) sono solo altrettante manifestazioni di una sessualità “fluida” e naturalmente “polimorfa”.

«In Occidente – concludono gli organizzatori della serata – la mobilitazione a favore del “gender” è, al giorno d’oggi, imponente: si tratta di un’operazione di “manipolazione di massa” senza precedenti effettuata con tutti i mezzi messi a disposizione dai media, dalla propaganda e dalla politica. Capirne le origini e approfondirne le implicazioni sul piano antropologico, sociale e politico, è importante per capire le ragioni (quelle vere) che si nascondono dietro l’apparente difesa di presunti diritti».

Gianluca Marletta, co-autore insieme alla giornalista Enrica Perrucchietti, è nato a Roma nel 1971, è laureato in Storia Medievale presso l’università di RomaTre e in Scienze Religiose alla Pontificia Universitas Lateranensis. Insegnante di Religione, conferenziere e articolista, ha pubblicato vari saggi su tematiche storico-religiose e antropologiche.

La locandina




Al via gli itinerari zonali in preparazione al matrimonio: ecco i calendari

Anche quest’anno la Diocesi propone itinerari di preparazione al matrimonio cristiano per aiutare le coppie a scoprirne il valore e la bellezza. In tutte le Zone si sono quindi organizzati percorsi pensati per accompagnare i futuri sposi a verificare il loro cammino, approfondendo sia la ricchezza del Sacramento del Matrimonio che i diversi aspetti della vita familiare.

Come ricorda Papa Francesco in Amoris Laetitia “si tratta di una sorta di ‘iniziazione’ al sacramento del matrimonio che fornisca ai fidanzati gli elementi necessari per poterlo ricevere con le migliori disposizioni e iniziare con una certa solidità la vita familiare” (207) facendo in modo che lo sposarsi non sia visto come “il termine del cammino, ma…come una vocazione che li lancia in avanti, con la ferma e realistica decisione di attraversare insieme tutte le prove e i momenti difficili” (211).

Sempre Papa Francesco invita quindi i fidanzati ad avere il coraggio di essere differenti, di non lasciarsi divorare dalla società del consumo e dell’apparenza ricordando che “Quello che importa è l’amore che vi unisce, fortificato e santificato dalla grazia” (212).

Le comunità cristiane sono così provocate a riconoscere che accompagnare il cammino di amore dei fidanzati è un bene per la nostra Chiesa perché “impegnandosi con sincerità a crescere nell’amore e nel dono vicendevole, possono contribuire a rinnovare il tessuto stesso di tutto il corpo ecclesiale: la particolare forma di amicizia che essi vivono può diventare contagiosa, e far crescere nell’amicizia e nella fraternità la comunità cristiana di cui sono parte” (207).

Tra gli appuntamenti in agenda anche sabato 30 settembre, dalle 16 alle 19, presso il Centro pastorale diocesano si terrà un incontro per le coppie e i sacerdoti che accompagnano gli itinerari di preparazione al matrimonio per condividere sia la ricchezza di quanto vissuto negli scorsi mesi con i fidanzati che alcune prospettive pastorali per il 2017/18.

Di seguito il calendario dei percorsi nelle 5 zone pastorali, che sarà aggiornato con le indicazioni relative agli ulteriori itinerari in via di definizione.

Calendario corsi Zona 1

Calendario corsi Zona 2

Calendario corsi Zona 3   –  scheda di iscrizione

Calendario corsi Zona 4

Calendario corsi Zona 5

Programma per Vicomoscano   –    Locandina Spineda

Per ogni richiesta di chiarimento è possibile rivolgere al proprio parroco o contattando l’Ufficio diocesano per la Pastorale familiare (e-mail famiglia@diocesidicremona.it; tel. 0372-495011).