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Al consultorio Ucipem un percorso per mamme e figlie che stanno affrontando i cambiamenti della pubertà

Buongiorno in allegato locandina di una iniziativa del consultorio Ucipem di cui chiediamo cortesemente supporto nella diffusione attraverso i vostri canali.

Il consultorio Ucipem di Cremona propone “Piccole donne – Percorso per mamme e figlie che stanno affrontando i cambiamenti della pubertà”. Si tratta di 3 incontri a piccolo gruppo condotti da una psicologa e una ostetrica che intendono offrire un’occasione per parlare dell’arrivo prima mestruazione, che rappresenta sempre un profondo cambiamento sia fisico che emotivo per le ragazze. Parlarne insieme, infatti, può aiutare a rinsaldare il legame affettivo tra mamma e figlia tra il desiderio di crescere abbandonando il ruolo di bambine, e il timore di un futuro indefinito.

Gli incontri, gratuiti, si terranno mercoledì 16, 23 e 30 ottobre dalle ore 18.

Per info e prenotazioni contattare la segreteria del consultorio Ucipem ai numeri 0372-20751 o 0372-34402 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 e il lunedì martedì e mercoledì dalle 15 alle 18 oppure scrivere a segreteria@ucipemcremona.it.

Locandina




Le date degli itinerari di preparazione al matrimonio: online nuovi appuntamenti per la zona 1

Gli itinerari di preparazione al matrimonio sono una bella occasione offerta alle coppie per verificare il proprio cammino verso la scelta di celebrare il sacramento. Danno infatti la possibilità di approfondire la ricchezza del matrimonio cristiano e di confrontarsi con sposi, sacerdoti ed altri fidanzati su cosa significa vivere nella quotidianità della vita coniugale la proposta cristiana.

I percorsi offerti nelle diverse zone nel loro svolgersi vogliono rispondere alla sollecitazione di Papa Francesco che in Amoris Laetitia chiede “di dare spazio alle coppie partecipanti affinché possano esprimere ciò che ognuno si aspetta da un eventuale matrimonio, il proprio modo di intendere quello che è l’amore e l’impegno, ciò che si desidera dall’altro, il tipo di vita in comune che si vorrebbe progettare” (AL 209).

Si tratta sicuramente di una bella esperienza di Chiesa che è un bene per le nostre comunità perché “la forma di amicizia che essi vivono può diventare contagiosa e far crescere nell’amicizia e nella fraternità la comunità cristiana di cui sono parte” (AL207)

Da segnarsi in agenda per tutte le coppie partecipanti agli itinerari di preparazione al matrimonio è l’incontro con il Vescovo domenica 15 marzo 2020, dalle 16 alle 19 a Cremona, presso il Seminario di via Milano 5.

Di seguito il calendario dei percorsi nelle 5 zone pastorali, che sarà aggiornato con le indicazioni relative agli ulteriori itinerari in via di definizione:

Per ogni richiesta di chiarimento è possibile rivolgersi al proprio parroco o contattare l’Ufficio diocesano per la Pastorale familiare (e-mail famiglia@diocesidicremona.it; tel. 0372-495011).




La veglia per la vita con il vescovo Antonio nella palestra di Cavatigozzi

«La misericordia farà fiorire la vita: quella dei migranti respinti sui barconi o ai confini dell’Europa, la vita dei bimbi costretti a fare i soldati, la vita delle persone anziane escluse dal focolare domestico e abbandonate negli ospizi, la vita di chi viene sfruttato da padroni senza scrupoli, la vita di chi non vede riconosciuto il suo diritto a nascere». È questo uno dei passaggi fondamentali del messaggio dei Vescovi per la 38ª Giornata  per la vita che si celebrerà domenica 7 febbraio in tutte le parrocchie d’Italia. Queste stesse parole riecheggeranno sabato 6 febbraio, nella palestra comunale di Cavatigozzi, alle ore 21, durante la veglia per la vita presieduta dal nuovo vescovo, mons. Antonio Napolioni, e curata dall’ufficio diocesana di pastorale familiare in collaborazione con il Centro Aiuto alla Vita e il Movimento per la Vita di Cremona.

La serata, animata dal Joy Voices Youth Choir di Casalmaggiore diretto da Abeli Zani, sarà aperto da un gruppo di giovanissimi dell’unità pastorale di Vicomoscano-Casalbellotto-Quattrocase-Fossa Caprara che attraverso il gioco delle ombre cinesi illustreranno le varie tappe della vita. Poi saranno ripercorsi i quattro passaggi fondamentali del messaggio dei Vescovi  – la vita è cambiamento, la vita è  crescita, la vita è dialogo, la vita è misericordia – attraverso diverse modalità: l’ascolto della Parola di Dio, la preghiera corale, la presentazione delle diverse iniziative a favore della vita presenti in diocesi, ma anche la lettura di testi poetici da parte di alcuni artisti locali. Centrale sarà naturalmente la riflessione di mons. Napolioni. Non mancherà anche un momento di interazione con l’assemblea che diventerà “protagonista” e direttamente coinvolta. Da non dimenticare un momento riservato all’invocazione della Vergine che è Madre e soffre per tutte le vite soppresse nel grembo materno e un altro dedicato al discorso che S. Giovanni Paolo II pronunciò a Washington il 7 ottobre 1979, in cui, invitava ad alzarsi in piedi, a reagire per ogni offesa contra la vita.

Durante la serata sarà anche consegnato il premio “Mariolina Garini” istituito dal Movimento per la Vita insieme alla famiglia Garini. Quest’anno sarà assegnato al Centro Aiuto della Vita di Casalmaggiore.

Scarica il messaggio dei vescovi per la Giornata per la Vita

Locandina della veglia diocesana




Il Vescovo agli accompagnatori dei corsi pre-matrimoniali: «Siate apprendisti della Parola e testimoni di gioia»

Nel pomeriggio di sabato 20 ottobre, al Centro pastorale diocesano di Cremona, si sono incontrati con il Vescovo i sacerdoti e i coniugi che accompagnano gli itinerari di preparazione al matrimonio: circa 60 persone che si sono messe in ascolto del Vangelo delle nozze di Cana per essere provocati dalla Parola di Dio.

Commentando il brano evangelico, mons. Napolioni ha sottolineato che gli operatori pastorali sono come i servi che alle nozze di Cana ascoltano Maria, immagine della Chiesa, che dice loro “Fate quello che vi dirà!”. E il programma deve essere proprio quello di ascoltare quello che Gesù dice per portare l’annuncio di gioia a chi si prepara al matrimonio.

Coppie e sacerdoti non devono, quindi, essere preoccupati tanto di spiegare norme morali o principi catechistici, ma di far risuonare la bellezza del Vangelo del matrimonio. Lo stupore degli invitati alle nozze che si accorgono del vino buono che salva la festa dal fallimento deve essere l’atteggiamento che continuamente caratterizza chi accompagna i fidanzati, nella consapevolezza che non è mai troppo tardi per gustare la grazia, la letizia dell’Amore di Dio che si incarna in storie di coppie e di famiglia. Questo atteggiamento di meraviglia deve far nascere uno sguardo contemplativo che il Vescovo ha ricordato non deve essere rivolto solo verso le altre storie di coppia, ma in primo luogo verso quella di ciascuna coppia animatrice. In questa prospettiva  è stato proposto a ogni sacerdote e a ogni coppia presente un momento di silenzio o di dialogo di coppia in cui ripensare con gratitudine alla propria storia e confrontarsi con la Parola ascoltata.

I presenti si sono poi divisi in gruppi per conoscersi e condividere quanto vivono negli itinerari di preparazione al matrimonio. Con riferimento alle linee pastorali dell’anno, “Un sogno un cantiere”, ciascuno ha espresso il sogno che vive quando incontra i futuri sposi: sogni legati a una riscoperta della propria vocazione di sposi, a un desiderio di riavvicinamento alla comunità ecclesiale per i giovani, alla prospettiva che si riescano ad accompagnare anche dopo il matrimonio, alla speranza che vivano un incontro significativo con Cristo. Condiviso è pure il desiderio che scoprano la ricchezza della vita matrimoniale e in questa crescano con fedeltà, gioia e impegno in un cammino di continua conoscenza.

Tornati in assemblea, Roberto Dainesi – incaricato diocesano per l’Ufficio famiglia insieme alla moglie Maria Grazia – ha sintetizzato quanto emerso dagli incontri con gli operatori di pastorale familiare nelle quattro interzone della diocesi: una grande ricchezza e varietà di esperienze che trova nei percorsi di preparazione al matrimonio una delle maggiori attenzioni. In diocesi nel 2015 si sono incontrate più di 400 coppie di fidanzati che sono seguite da più di 40 coppie e numerosi sacerdoti. Dati significativi per il contesto attuale e che richiedono una continua attenzione e il coinvolgimento di altre coppie accompagnatrici.

Maria Grazia ha presentato alcune parole chiave della esortazione Amoris Laetitia e del documento CEI del 2012 Orientamenti pastorali sulla preparazione al matrimonio e alla famiglia sottolineando l’importanza del coinvolgimento dell’intera comunità ecclesiale nei percorsi e la necessità che tali itinerari siano preceduti da un’educazione affettiva delle giovani generazioni e che siano seguiti da un inserimento delle giovani coppie di sposi in percorsi di accompagnamento, come richiamato nella Amoris Laetitia: ”Tanto la preparazione prossima quanto  l’accompagnamento più prolungato devono fare in modo che i fidanzati non vedano lo sposarsi come il termine del cammino, ma che assumano il matrimonio come una vocazione che li lancia in avanti“ (AL 211).

Il Vescovo , facendo con passione riferimento a quanto vissuto con i fidanzati e gli sposi nella diocesi di Camerino, ha ricordato che chi accompagna i fidanzati deve essere un apprendista, che impara continuamente dall’ascolto della Parola e dalle relazioni con gli altri, e un testimone di gioia . Ha quindi auspicato che si allarghi sempre più la famiglia di chi accompagna i futuri sposi, coinvolgendo anche  persone con vocazioni differenti, affinché si crei intorno a loro una rete di rapporti di amicizia, di affetto e di preghiera che non li faccia sentir soli e li aiuti a crescere nell’amore. Ha sottolineato che più che di esperti c’è bisogno di persone che facciano percepire, attraverso la loro vita, la bellezza del matrimonio. Facendo poi eco alle parole di Amoris Laetitia ha proseguito: “Non si tratta di dare loro tutto il Catechismo, né di saturarli con troppi argomenti” (AL 207). Mons. Napolioni ha infine ricordato che nei giovani sposi, di fronte alla conoscenza delle verità del matrimonio, si deve lasciare l’appetito, e non la nausea, perché desiderino approfondire e continuare volentieri il loro cammino.

Dando appuntamento a tutti all’incontro che il 26 marzo coinvolgerà tutti i futuri sposi, l’incontro di è concluso con un affidamento a Maria.




Il Vescovo a Folgaria a colloquio con gli sposi sull’Amoris Laetitia

Si è svolto dal 25 a al 27 novembre a Folgaria il primo dei tre fine settimana del percorso per famiglie proposto da vari anni dall’Ufficio diocesano per la Pastorale familiare: occasione di approfondimento della vita matrimoniale e familiare, vissuto in clima di serena fraternità nel bel panorama montano. Nella sera di venerdì le ventiquattro famiglie presenti sono state raggiunte dal vescovo Antonio che ha così vissuto momenti di preghiera e di vita comunitaria con il gruppo e si è poi intrattenuto per tutta la mattina di sabato con gli adulti presenti sulla “Amoris Laetitia”, esortazione apostolica postsinodale sull’amore nella famiglia.

Mons. Napolioni ha innanzitutto ampliato gli orizzonti dell’intervento sottolineando che mentre si parla di famiglia bisogna pensare al cammino di fede che ciascuno fa come persona nella Chiesa, popolo che è in ascolto di Dio che parla di sé e che rivela alla Chiesa il suo vero volto. Anche parlare di “Amoris Laetitia” è possibile, quindi, solo se si fa riferimento ad una ottica ecclesiale, alla chiamata ad essere Chiesa. Questo porta ad una azione pastorale che deve essere unitaria e deve avere come centro e riferimento Gesù Cristo che chiama a una storia di salvezza e di amore aperto a tutti.

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Ai presenti è stato ricordato che ciascuno è sacramentalmente il corpo di Cristo, perché Cristo è presente nel pane eucaristico che mangiamo, e che questo porta ad essere soggetti di pastorale, parte attiva della vita comunitaria e chiamati ad evangelizzare. L’evangelizzazione – ha sottolineato il Vescovo – non deve essere enunciazione di contenuti o imposizione, ma irradiazione di una vita gioiosa, racconto di una esperienza bella, testimonianza, talvolta silenziosa, dell’incontro con Cristo che accende il desiderio di capire da dove viene la ”amoris laetitia”.

Il Vescovo si è quindi soffermato particolarmente sui punti 35, 36 e 37 dell’esortazione apostolica, strettamente connessi a questa logica di annuncio e proposta della vita matrimoniale, ricordando l’importanza fondamentale della fiducia nella grazia di Dio.

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I presenti sono poi stati invitati a riflettere a coppie su alcuni paragrafi della “Amoris Laetitia” e hanno condiviso con il Vescovo riflessioni e dubbi in un sereno e appassionato dibattito. Alcune parole chiave della esortazione come “accogliere”, “accompagnare”, “discernimento”, ”coscienza” sono ripetutamente emerse dalle parole delle famiglie e di mons. Napolioni a sottolineare il dinamismo di crescita cui le famiglie sono chiamate.

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Il percorso del fine settimana è poi proseguito con la usuale divisione nei tre gruppi per anni di frequenza per l’approfondimento di tematiche differenti. Le coppie del primo anno hanno riflettuto insieme a don Enrico Trevisi sul testo della Genesi “Maschio e femmina li creò”, quelle del secondo anno hanno lavorato sulle dinamiche di coppia insieme allo psicoterapeuta Sivelli, mentre quelle del terzo anno si sono confrontate con i coniugi Dainesi sulla generatività nella vita famigliare.

L’arrivederci è stato al successivo fine settimana formativo, il 27 gennaio prossimo: appuntamento che adulti e ragazzi aspettano con gioia, piccolo esempio di come la Chiesa è chiamata ad essere: famiglia di famiglie.

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Il vescovo Antonio a Mozzanica con le famiglie

Nel contesto della Settimana dedicata alla famiglia, che ricorre in questi giorni a Mozzanica, la sera di giovedì 26 gennaio c’è stata l’Eucaristia presieduta dal vescovo Antonio Napolioni insieme al parroco don Giuseppe Bernardi Pirini e al vicario don Gabriele Mainardi.

La settimana è stata inaugurata, domenica 22 gennaio, con la presenza di Maria Grazia Antonioli e Roberto Dainesi, la coppia di sposi scelta dal Vescovo come responsabile dell’Ufficio diocesano per la Pastorale famigliare. Il tema centrale attorno al quale gli sposi hanno portato la loro testimonianza è stato la contestualizzazione dell’esortazione post sinodale “Amoris Laetitia”.

Nel grande momento celebrativo di giovedì, il Vescovo ha sottolineato l’importanza di vivere la comunità come una grande famiglia che si riunisce intorno all’altare per portare davanti al Signore le gioie e le fatiche. “Una cosa che mi manca molto di quando ero parroco – ha spiegato il Presule – è la Messa della domenica con la comunità, perché è proprio nella Messa domenicale che ci si sente famiglia”.

Il Vescovo si è soffermato poi sulla liturgia del giorno, memoria dei santi Tito e Timoteo. Richiamando l’esortazione di Paolo a Timoteo per la schiettezza della sua fede, ha sottolineato come ciascuna famiglia può essere grembo di vocazioni se ogni suo componente vive il proprio essere padre, madre, figlio, figlia come una chiamata.

Al termine della Messa il Vescovo ha condiviso un momento di fraternità con le famiglie che hanno accolto con grande gioia la sua presenza in mezzo a loro.

A caratterizzare la Settimana altri due importanti momenti: il primo di carattere culturale con lo spettacolo “In nome della madre” sabato 28 gennaio sera in oratorio e il secondo, di carattere celebrativo, con l’Eucaristia celebrata in parrocchia domenica 29 gennaio, alle 11, durante la quale le coppie di sposi rinnoveranno le loro promesse matrimoniali.

 

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Giornata per la vita nel ricordo di Madre Teresa

«Donne e uomini per la vita, nel solco di santa Teresa di Calcutta». È questo il tema che il Consiglio episcopale permanente della CEI ha scelto per la 39a Giornata nazionale per la vita che si celebrerà il prossimo 5 febbraio. Una ricorrenza che, come sempre, in diocesi di Cremona sarà vissuta con momenti di riflessione, preghiera e approfondimento. In particolare attraverso tre veglie interzonali venerdì 3 e sabato 4 febbraio, e un incontro pubblico promosso a Cremona dal Movimento per la vita nel pomeriggio di domenica 5.

Il messaggio per la Giornata 2017

Locandina delle tre veglie per la vita

 

La veglia a Fornovo

Per le zone pastorali della Bergamasca e del Milanese l’appuntamento è per la sera di venerdì 3 febbraio, alle 21, presso la chiesa parrocchiale di Fornovo San Giovanni.

Il tema della Giornata sarà approfondito con alcune testimonianze. Anzitutto con il racconto in video di una delle Suore Missionarie della Carità, la congregazione di santa Teresa di Calcutta, che testimonierà l’impegno della Madre e del suo Istituto religioso a favore della vita.

Prenderà quindi la parola Giusy Brignoli, responsabile del Settore agricoltura sociale della Coop. Nazareth di Cremona, che racconterà di come è possibile uscire dalle dipendenze o da situazioni di marginalità a partire dal progetto “I buoni di Ca’ del Ferro” attivato presso il carcere di Cremona attraverso un laboratorio di trasformazione agroalimentare.

E non mancherà neppure un intervento da parte dei volontari del Centro di aiuto alla vita di Cassano d’Adda, relazionando sulle attività svolte. Proprio alla realtà cassanese saranno devolute le offerte raccolte durante la serata.

La veglia, che sarà presieduta da don Gianpaolo Maccagni, vicario episcopale per la Pastorale e il Clero, sarà animata con il canto dal coro giovanile della parrocchia di Arzago d’Adda diretto dalla maestra Barbara De Fusco .

 

La veglia a Viadana

Anche per le comunità del Casalasco-Mantovano l’appuntamento sarà nella serata di venerdì 3 febbraio, alle 21, presso l’auditorium «Gardinazzi» di Piazzetta Orefici a Viadana.

Anche in questo caso lo spunto arriva da madre Teresa, attraverso la proposta di un video, insieme alla testimonianza della famiglia Busnelli dell’associazione “La quercia millenaria”, realtà che dal dal 2005 si occupa di sostenere le coppie in gravidanze complicate da diagnosi malformative, in particolare se ad esito infausto.

La veglia, che sarà presieduta da don Alessandro Capelletti, vicario della zona undicesima, è organizzata in sinergia con il Consultorio familiare Ucipem di Viadana che ne curerà l’animazione, anche grazie al supporto della corale di Correggioverde.

 

La veglia a Cremona col vescovo Antonio

A presiedere la veglia organizzata sabato 4 febbraio (ore 21) in Seminario a Cremona sarà, invece, il vescovo Antonio Napolioni. Lo spunto arriverà sempre dalla figura di santa Teresa di Calcutta, in particolare attraverso un estratto del discorso pronunciato dalla religiosa alla consegna del Nobel per la pace e la proposta della sua poesia “Vivi la vita”.

Spazio quindi alle testimonianze di un nonno – Cesare Ghezzi di Cremona – e di una famiglia di Casalbuttano – Annunciata e Primo Aglio – che ha accolto un figlio affetto dalla sindrome di Down.

Ad accompagnare la veglia con il canto ci saranno i bambini della scuola elementare di Castelverde. Le offerte raccolte durante la serata saranno destinate al Progetto Gemma per l’adozione di una mamma in gravidanza.

Dopo la veglia, presso la cascina Moreni di Cremona di via Pennelli (lato tangenziale, in zona Po) si svolgerà l’adorazione eucaristica notturna. L’organizzazione è a cura dell’Associazione Famiglia Buona Novella. L’adorazione avrà inizio alle 23 e proseguirà, con 8 turni di un’ora, sino al mattino seguente. Chi volesse garantire la propria presenza può scrivere una e-mail a info@famigliabuonanovella.it. Solo l’inizio di un’esperienza che proseguirà con cadenza mensile: da lunedì 6 marzo, infatti, tutti i primi lunedì di ogni mese, dalle ore 21 alle 22, presso la cappella di Cascina Moreni, si terrà un’adorazione eucaristica pro-vita.

 

L’incontro al Cittanova

A Cremona, inoltre, nel pomeriggio di domenica 5 febbraio, alle 16.30 a Palazzo Cittanova, si svolgerà il consueto incontro pubblico promosso dal Movimento per la Vita insieme al Centro di Aiuto alla Vita e al Comitato Difendiamo i nostri figli con Circolo La Croce, con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Cremona.

“Misericordia et miseria. Quando il più povero tra i poveri non viene accolto” è il tema scelto per quest’anno, a partire dalla lettera apostolica di Papa Francesco (“Misericordia et miseria”) e dagli interventi di santa Teresa di Calcutta raccolti nel libro di Carlo Casini “Il più povero tra i poveri è uno di noi non ancora nato”.

Saranno protagonisti donne e uomini per la Vita: figure che attraverso la propria esperienza e la propria storia testimoniano la verità e l’attualità della commovente affermazione di santa Teresa.

Nell’occasione sarà assegnato anche il Premio “Mariolina Garini”, come sempre finalizzato a sostenere associazioni, movimenti o famiglie che si prodigano nell’accoglienza specificatamente di bambini, prima e dopo la nascita.

Locandina dell’evento al Cittanova




Veglia per la vita/1. A Viadana la testimonianza dei coniugi Busnelli

Anche la vita più breve e indifesa può essere dono d’amore e fonte di speranza. Lo testimonia l’esperienza vissuta dagli sposi Eleonora e Mauro Busnelli, ospiti della veglia per la Vita tenutasi la sera di venerdì 3 gennaio a Viadana. L’appuntamento, in auditorium “Gardinazzi”, è stato promosso dalle Zone pastorali dell’Oglio-Po, in collaborazione con il Centro di consulenza familiare Ucipem di Viadana e il Centro di aiuto alla vita di Casalmaggiore.

Il momento di preghiera è stato presieduto da don Alessandro Cappelletti, vicario della Zona pastorale XI, e animato dalla corale di Correggioverde.

La riflessione è stata introdotta da un video: un discorso di santa Teresa di Calcutta ai “grandi” della Terra, nel quale la piccola suora indiana ricordava come la vita fosse «un’opportunità da cogliere, bellezza da ammirare, beatitudine da assaporare».

«Nel messaggio in occasione della 39esima Giornata nazionale per la vita – ha aggiunto don Cappelletti – i vescovi ci hanno ricordato l’importanza del “sogno”: non come evasione e fuga, ma come disponibilità a vivere sino in fondo il nostro sì, a gustare la viva, a osare le cose grandi cui lo Spirito ci chiama, perché lì c’è la gioia».

Ha confermato tale intuizione la preziosa e commovente testimonianza della coppia monzese. «Una decina d’anni fa, due dopo il matrimonio – hanno raccontato Eleonora e Mauro – abbiamo saputo di essere in attesa della nostra prima figlia». Una notizia accolta come segno di speranza e di nuovo inizio, visto che in famiglia c’erano appena stati dei lutti. «Alla visita morfologica, al quarto mese e mezzo, i medici ci hanno però gelato il sangue nelle vene: il “feto” non era compatibile con la vita, non avendo sviluppato i reni. Una gravidanza terminale, che si sarebbe conclusa nel giro di due settimane. Come scelta più ragionevole ci hanno consigliato di interromperla». Una batosta del destino, che ha obbligato i due giovani ad interrogarsi: «Un’amica suora ci ha detto “Lasciate fare a Dio”; ma, in quel momento, la certezza che Dio ci fosse non era in noi nitida».

La preghiera e l’incontro con altre persone e associazioni hanno donato ai genitori una nuova consapevolezza: «Se a un tuo caro danno due settimane di vita, tu cosa fai: lo sopprimi subito? Perché dovevamo essere noi, mamma e papà, a decidere quando interrompere la vita di nostra figlia? E se i medici si fossero sbagliati? Alla fine, abbiamo deciso di restare al nostro posto e di darle tutte le possibilità, come ogni genitore fa per i suoi figli, anche quando non sono perfetti come li avevano immaginati».

Grazie al sì di Eleonora e Mauro, la piccola Letizia Maria è sopravvissuta oltre le due settimane preventivate dai sanitari; ed è venuta al mondo, viva, alla 38esima settimana: «Ha pianto quando ha sentito l’acqua santa del battesimo, ed è salita al Cielo mezz’ora dopo: minuti in cui abbiamo condensato gli abbracci e le carezze di tutta una vita. L’abbiamo accompagnata lungo il tragitto in cui avevamo il dovere di custodirla, e poi l’abbiamo riaffidata al Padre».

Il no chiude, il sì apre un sacco di porte: «Non siamo tornati a casa a mani vuote. In tanti ci hanno detto grazie, perché l’amore di Dio aveva operato attraverso lei e noi». Nel nome di Letizia Maria si è pregato, si sono rinsaldati rapporti, ed è sorto in ospedale un gruppo di auto-aiuto per mamme che hanno perso un figlio (anche a seguito di aborto). I coniugi Busnelli sono ora referenti per la Lombardia dell’associazione “La quercia millenaria”, attiva nel sostegno alle coppie alle prese con gravidanze complicate da diagnosi infauste. E Letizia Maria ha avuto tre fratellini, nonostante i medici sospettassero che la malformazione genetica fosse ereditaria.

In chiusura di serata, la psicologa del Centro di consulenza familiare Ucipem, Leda Bastoni, ha sottolineato l’importanza di scegliere in coerenza con il proprio credo, più che sulla base di convenienze e opportunità; mentre Anton Luca Porpora, del Gruppo famiglie Viadana, ha invitato i presenti a informarsi sui temi della vita, parlarne e testimoniare il bene, «perché il bene e la vita sono contagiosi».

Riccardo Negri

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Veglia per la vita/2. A Fornovo San Giovanni un bulbo come segno dell’impegno a coltivare e proteggere la vita

«Donne e uomini per la vita, nel solco di santa Teresa di Calcutta». È questo il tema che il Consiglio episcopale permanente della CEI ha scelto per la 39a Giornata nazionale per la vita che si celebra domenica 5 febbraio. Un appuntamento che, come sempre, in diocesi di Cremona è vissuto con momenti di riflessione, preghiera e approfondimento.  Nella serata di venerdì 3 febbraio, per le zone pastorali della Bergamasca e del Milanese, presso la chiesa parrocchiale di Fornovo San Giovanni si è tenuta la veglia della Vita, in concomitanza con quella a Viadana.

La celebrazione, presieduta da don Gianpaolo Maccagni, vicario episcopale per la pastorale e il clero, e animata con il canto dal coro giovanile della parrocchia di Arzago d’Adda diretto dalla maestra Barbara De Fusco, ha avuto come tema la particolare attenzione di santa Teresa di Calcutta verso le persone più fragili.

Una serata per ringraziare Dio per tutti i suoi doni, approfondita con alcune testimonianze. Anzitutto con il racconto in video di una delle Suore Missionarie della Carità, la congregazione fondata dalla piccola santa albanese, che ha testimoniato l’impegno della Madre e del suo Istituto religioso a favore della vita.

Ha preso poi la parola Giusy Brignoli, responsabile del Settore agricoltura sociale della Coop. Nazareth di Cremona, che ha raccontato come è possibile uscire dalle dipendenze o da situazioni di marginalità a partire dal progetto “I buoni di Ca’ del Ferro”, attivato presso il carcere di Cremona attraverso un laboratorio di trasformazione agroalimentare.

La testimonianza ha avuto inizio con una frase significativa: «Il dono, la passione per la vita, la ricerca di una vita buona mi sono state sempre indicate come sentieri da percorrere». «Si può fare qualità con gli scarti», ha continuato Giusy spiegando che esistono quattro verbi importanti nella vita di tutti: desiderare, mettere al mondo, far crescere e lasciar andar.

Subito dopo la proclamazione del Vangelo da parte del parroco di Fornovo, don Angelo Storari, ha preso la parola don Maccagni, che ha subito tramesso i saluti e la vicinanza del vescovo Antonio.

Don Gianpaolo ha iniziato la sua riflessione con la parola «nonostante», affermando che tutti i presenti si sono riuniti nonostante tutto per rendere grazie a Dio per i suoi doni e per pregare insieme per il dono della vita. «Se abbiamo la certezza che la nostra vita si trasformi in segni e gesti concreti, noi saremo impegnati a costruire un mondo che i nostri occhi vedranno. Che la carità e l’amore ci sostengano sempre nel cammino della nostra esistenza», ha terminato don Maccagni.

Uno dei volontari del Centro di aiuto alla vita di Cassano d’Adda ha relazionato sulle attività svolte: «Nel 2016 abbiamo accolto 251 mamme di cui 89 nuove, sono nati 93 bambini: 47 da mamme venute in gravidanza, 46 da mamme venute dopo la nascita del bambino. Rispetto al 2015 abbiamo registrato un calo del numero delle mamme straniere che si sono rivolte a noi. Invariato invece il numero di mamme italiane. Tra i problemi segnalati, il più frequente è il reddito insufficiente, dovuto a disoccupazione o lavoro saltuario o precario».

«Alle mamme – ha proseguito il volontario – non abbiamo fornito solo aiuti materiali, ma ci siamo presi cura di loro incentivandole per esempio all’allattamento al seno con una campagna dedicata nella quale abbiamo fatto informazione utilizzando opuscoli tradotti in diverse lingue e donando formaggio grana. L’ultimo incontro prima del parto nel quale consegniamo il corredino è tenuto dalla nostra ostetrica, che può dare qualche consiglio in particolare alle mamme al loro primo figlio».

Dopo la benedizione, un giovane, una coppia di sposi e un’anziana hanno distribuito dei bulbi come segno di impegno a coltivare la vita e proteggerla allegando il messaggio dei Vescovi.

Il denaro raccolto è stato devoluto al Centro Aiuto alla Vita di Cassano d’Adda.

La serata si è conclusa con i ringraziamenti, da parte di don Luigi Mantia, al parroco di Fornovo per l’ospitalità, ai giovani fornovesi che hanno aiutato alla realizzazione della serata, a don Gianpaolo Maccagni e al coro giovanile di Arzago che ha animato la veglia.

Nicolas Tonoli

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Il «popolo della vita» in preghiera col vescovo Antonio

«Un popolo che non sa prendersi cura dei bambini e dei nonni è un popolo senza futuro, perché non ha la forza e non ha la memoria per andare avanti». Questo grido accorato dei vescovi italiani per la Giornata per la Vita 2017 è risuonato più di una volta nel grande salone del Seminario, la sera di sabato 4 febbraio, durante la veglia per la vita presieduta dal vescovo Napolioni. Oltre trecento persone hanno ribadito che «avere cura dei nonni e avere cura dei bambini è la prova di amore più promettente della famiglia, perché promette il futuro» e si sono ripromessi di difendere, promuovere e amare la vita, sull’esempio di Santa Teresa di Calcutta.

Il tradizionale appuntamento di preghiera e di riflessione per le zone cremonesi, promosso dall’ufficio diocesano di pastorale familiare, quest’anno è stato allietato dai canti dei bambini della scuola elementare di Castelverde diretti dal maestro Fabio Amadini. Tra un brano e l’altro sono stati proposti all’attenzione brani del messaggio dei vescovi per la giornata dal titolo: «Donne e uomini per la vita, nel solco di santa Teresa di Calcutta» e da pensieri dalla piccola suora albanese, in modo particolare il suo storico discorso tenuto a Oslo, l’11 dicembre 1979, al conferimento del Nobel per la Pace. In quell’occasione ella affermò con coraggio: «il più grande distruttore della pace oggi è l’aborto, perché è una guerra diretta, un’uccisione diretta, un omicidio commesso dalla madre stessa».

Cesare Ghezzi, attivo nella comunità di Cristo Re, nonno di sette nipoti da 18 anni, ha raccontato con semplicità il rapporto con i suoi nonni e il suo impegno di nonno. «I miei nonni erano di poche parole, ma di tanto esempio: laboriosità, spirito di sacrificio, religiosità popolare, ma di sostanza; contenti anche del poco, che però non impediva loro di aiutare qualsiasi poverello bussasse alla porta». Dal loro vivere quotidiano Ghezzi ha imparato il valore della carità, della preghiera, della vita intessuta con la fede. Dopo quasi settant’anni egli si ritrova dall’altra parte, nonno di una schiera di nipoti: «Con mia moglie ci siamo detti subito disponibili ad aiutare i genitori, ma senza invasioni di campo». Facile il compito educativo quando i bambini sono piccoli, più arduo nel momento adolescenziale: «Alla base di un rapporto positivo – ha spiegato – io penso ci stia la confidenza, frutto di un clima sereno e di una stima reciproca che va costruita e alimentata continuamente». Guai a chiudere il dialogo con la pretesa di avere sempre ragione, guia ad essere sempre negativi e nostalgici di un tempo passato: «È sempre bene mettere in luce tanti valori ed esperienza positive che anche oggi sono presenti nella nostra società. Occorre, cioè, guardare al futuro con speranza e fiducia sapendo che c’è sempre Qualcuno che non ci lascia mai soli».

Ascolta l’intervento di Cesare Ghezzi

Particolarmente toccante la testimonianza di Primetto e Annunciata, genitori di Francesco nato il 30 aprile 1984 e affetto dalla sindrome di Down e da precarie condizioni di salute. Dopo i primi momenti di disperazione i due genitori, grazie ad una fede forte e all’incontro con una famiglia che aveva passato lo stesso loro calvario, si sono tirati su le maniche e attraverso un metodo americano di riabilitazione neurologica – ben cinque volte sono stati negli Stati Uniti – sono riusciti a crescere Francesco che giorno dopo giorno, non senza fatica, è migliorato sia fisicamente sia intellettivamente tanto che nel 2006 ha conseguito la laurea in Economia Aziendale alla Cattolica di Cremona. «Francesco – hanno concluso – ci è stato donato da Dio per dare una svolta significativa alla nostra esistenza che rischiava di scivolare nella tranquilla monotonia della normalità». E infine: «La forza della fede e l’amore per la vita di Francesco ci hanno convinti che la sua venuta al mondo non è stata una disgrazia, ma una benedizione che ci ha dato modo di incontrare persone amiche, di rafforzare la nostra vita coniugale e di infondere in tante famiglie un seme di speranza».

Ascolta l’intervento dei genitori di Francesco

Il microfono è quindi passato al dottor Paolo Reggiani, presidente da quattro anni del Centro Aiuto alla Vita di Cremona. A lui il compito di presentare il progetto Gemma, l’adozione a distanza di una mamma in gravidanza, che comporta il versamento di 160 euro al mese per 18 mesi. Una iniziativa solidale che in questi anni ha permesso in tutta Italia di salvare decine di vite. Reggiani ha poi invitati a non abbassare la guardia di fronte ai tanti attentanti contro la vita, anche in campo legislativo: «I cristiani su questo fronte devono essere tutti uniti».

Ascolta l’intervento del dottor Paolo Reggiani

La veglia si è conclusa con la preghiera e la riflessione del Vescovo Antonio che ha esortato tutti ad essere davvero «Popolo della Vita» che non si contrappone ad un «Popolo della morte», ma che lotta ogni giorno perché chi è caduto nell’abisso della morte possa essere ripescato dalla mano misericordiosa di Dio.

«Innanzitutto – ha detto il presule – ringrazio chi ogni giorno veglia sulla vita, difende la vita, lavora per la vita, lotta per la vita, ma non solo per la sua, ma per quella di tutti, dei deboli e poveri».

«Tutti i peccati – ha proseguito – sono contro la vita, alcuni sono più abominevoli, perché colpiscono gli inermi, ma la vita stessa è medicina e guarigione dei peccati, è più forte di ogni male, perché risorge! Quanta misericordia ci serve ancora, da assaporare e diffondere. Cristo è venuto a dare la vita, la sua, perché ci fosse vita in abbondanza per noi: si percepisce da come viviamo la nostra fede?».

E infine: «Abbiamo bisogno di vere generazioni di adulti, che si assumano serenamente le proprie responsabilità, senza cullarsi in una finta eterna giovinezza, che improvvisamente ti fa ritrovare in casa di riposo solo con i tuoi rammarichi. Cercansi padri e madri, ma chiediamoci perché anche la nostra cultura, i nostri modelli di vita, la nostra stessa vicenda di Chiesa non riesce a far innamorare di questa meravigliosa vocazione?».

Ascolta la riflessione di mons. Napolioni

Durante la serata sono state raccolte offerte a favore del Centro Aiuto alla Vita di Cremona, in modo particolare a favore del Progetto Gemma che nel 2016 ha permesso ha ben 7 donne di portare a termine la loro gravidanza.

Dopo la veglia, presso la cascina Moreni di Cremona si è tenuta l’adorazione eucaristica notturna promossa dall’Associazione Famiglia Buona Novella. L’adorazione ha avuto inizio alle 23 ed è proseguita, con 8 turni di un’ora, sino al mattino seguente. Solo l’inizio di un’esperienza che proseguirà con cadenza mensile: da lunedì 6 marzo, infatti, tutti i primi lunedì di ogni mese, dalle ore 21 alle 22, presso la cappella di Cascina Moreni, si terrà un’adorazione eucaristica pro-vita.

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