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Un servizio diocesano per persone separate, divorziate e in nuova unione

È in fase di avviamento il nuovo servizio diocesano di ascolto e accompagnamento per persone separate, divorziate e in nuova unione. Nato dalla riflessione sull’esortazione apostolica Amoris Laetita di Papa Francesco, il servizio raccoglie le sollecitazioni della conferenza episcopale lombarda. E’ il vescovo Antonio Napolioni a spiegarne l’origine e a sottolinearne l’importanza pastorale.

«Sono passati più di due anni dalla pubblicazione dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia, con cui il Papa ha raccolto quanto emerso nei due Sinodi sulla famiglia e nelle iniziative collegate, offrendo alla Chiesa solidi e aggiornati orientamenti per un rilancio dell’evangelizzazione del dono del matrimonio e della pastorale familiare.

La nostra diocesi da tempo mette al centro della sua attenzione la vita delle coppie e delle famiglie, in diversi modi e momenti: dall’accompagnamento di innamorati e fidanzati alla cura delle giovani coppie, dal ruolo dei genitori nell’iniziazione cristiana dei figli all’attenzione a chi ha vissuto la prova di una separazione o di un divorzio, ecc.

Dopo aver approfondito attentamente quanto indicato da Amoris Laetitia e riflettuto sulle situazioni emergenti nelle nostre comunità, in comunione con gli altri Vescovi lombardi, diamo vita ad un Servizio specificamente rivolto alle persone separate/divorziate e in nuova unione.

I sussidi che oggi presentiamo ne spiegano compiti e modalità, che sono state illustrate negli incontri zonali dei sacerdoti, e che potranno essere meglio illuminate anche in futuro. Mi auguro che la proposta venga accolta da tutti con fiducia, contribuendo alla crescita in unità della nostra esperienza di fede, in modo da diventare casa accogliente anche per chi facesse più difficoltà a credere e vivere il Vangelo.

Verità e carità saranno sempre i fari che rischiarano il cammino, anche quello più irto di sfide e difficoltà. Chiedo a tutti di accompagnare con la preghiera questi passi che ora compiamo».

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In sintesi

  • Propone:
    • Percorsi di gruppo di riflessione e discernimento alla luce della Parola (vedi calendario)
    • Colloqui individuali e di coppia per un accompagnamento spirituale
    • Accompagnamento nel cammino personale di discernimento della propria situazione
  • Contatti:
    • Attraverso il proprio parroco o altro sacerdote.
    • Scrivendo direttamente all’indirizzo separatiedivorziati@diocesidicremona.it , chiedendo un incontro personale per una prima conoscenza della situazione
    • Tramite contatto telefonico 370 3677183

 

Gli incontri di preghiera e riflessione

Tutti gli incontri si terranno a Cremona presso il Centro Pastorale Diocesano e a Caravaggio presso il Centro di Spiritualità dalle ore 21 alle 22.30

  • 25 febbraio: “Dove sei?” (Gen 3, 1-15)
  • 18 marzo: “L’ozio di Davide e la bellezza di Betsabea” (1Sam 11, 1-15.26-27)
  • 8 aprile: “Beati! È ancora possibile oggi?” (Mt 5, 1-11)
  • 6 maggio: “L’amore estremo” (Mt 5, 43-48)
  • 10 giugno: “La preghiera dei figli” (Mt 6, 5-15)



La cura della coppia nello stile delle «parabole viventi» (AUDIO e VIDEO)

Dirsi un grazie, piccolo o grande, purché non abbia più di 24 ore. O qualcosa che io potrei regalare alla nostra coppia. O ancora una ferita che ultimamente ci siamo fasciati… Le coppie di coniugi in sala si avvicinano, le mogli sussurrano all’orecchio del marito che sorride, mariti che baciano la mano della moglie. I coniugi Oreglia, Davide e Nicoletta, vent’anni di matrimonio, cinque figli e due ore di viaggio – da Mondovì – per guidare la riflessione alla giornata diocesana delle famiglie che si è svolta domenica 24 febbraio in Seminario a Cremona, portano la parabola del buon samaritano nella vita reale delle coppie. Gli sposi ascoltano e si lasciano coinvolgere. In clima nella sala è insieme intimo e di condivisione.

Ascolta qui l’audio dell’intervento 

Dopo la preghiera iniziale, introdotta dai coniugi Dainesi, incaricati della pastorale familiare, e conclusa dalla benedizione del Vescovo Antonio, i tanti bimbi presenti all’incontro lasciano la sala, per partecipare allo spettacolo preparato per loro dalla Compagnia dei Piccoli (“Bandiera” una narrazione danzante ispirata al testo di Mario Lodi). Per mamme e papà, arrivati da tutta la diocesi, c’è il tempo prezioso da dedicare alla coppia.

#Bandiera, Lo spettacolo della natura…23 feb. 2019 ore 10.Il Laboratorio Compagnia Dei PiccoliSeminario Vescovile di CremonaDiocesi Di Cremona

Pubblicato da Compagnia Dei Piccoli su Domenica 24 febbraio 2019

 

La photogallery completa della giornata

Il tema della giornata per le famiglie riprende il titolo delle linee per l’anno pastorale: “Famiglie parabole viventi” e la riflessione proposta dai coniugi Oreglia parte proprio da una parabola, quella del buon samaritano, riportata nella vita delle famiglie attraverso un linguaggio vicino alla vita delle coppie ed un metodo coinvolgente, con l’utilizzo di canzoni e di piccoli “giochi” di coppia.

Al centro dell’intervento dei due coniugi piemontesi soprattutto la cura della “persona coniugale”, nella complessità e nella bellezza di una relazione “che è più della somma di due individui, ma è qualcosa che si costruisce insieme”. Un cammino che passa attraverso difficoltà, ferite, bisogni, sorprese e meraviglia. “Siamo come due persone schiena contro schiena – dice Nicoletta con un’immagine efficace – in una stanza. Per sapere com’è fatta tutta la stanza dobbiamo affidarci all’ascolto di chi è appoggiato alle nostre spalle”.

Dunque l’accento è posto sulla qualità del dialogo, sui gesti di tenerezza, sulla fedeltà, passando attraverso la quotidianità delle scelte: “Io voglio che lui/lei stia volentieri accanto a me, che torni da me facilmente”; oltre le ferite che dobbiamo fasciare, ricordando la preziosità della nostra coppia, la strada che abbiamo percorso e quanto di bello abbiamo costruito insieme”.

L’ultimo momento di condivisione è un abbraccio. Tutti in piedi, ogni coppia stretta in un abbraccio. Pochi minuti per ricordare che “il tempo non è illimitato, che la coppia ha bisogno che investiamo il nostro tempo nella sua cura”.

Un lungo applauso è il ringraziamento delle famiglie cremonesi che, dopo alcune altre riflessioni suscitate dalle domande inviate dai presenti durante la mattinata, si ritrovano nella chiesa del Seminario per la messa presieduta dal Vescovo Antonio che subito avverte: “Non è la Messa del Mulino Bianco, non siete qui perché siete le famiglie più belle della diocesi, ma perché il Signore vi ha portati qui”.

Ascolta qui l’audio dell’omelia 

Nella sua omelia monsignor Napolioni porta come esempio e come modello lo stile della famiglia per la costruzione “della Chiesa e di un mondo migliore”, grazie a quella “manutenzione quotidiana della relazione” e a quella autenticità che permette di ricominciare da “gesti di tenerezza, di misericordia, di ascolto” degli altri.

“Quello che accade oggi – conclude poi il vescovo prima della benedizione – non è un momento di passaggio ma è un programma di rinnovamento della Chiesa e della società»

Le offerte raccolte durante la Messa saranno destinate alle attività della casa famiglia Sant’Omobono di Cremona che accoglie mamme con bimbi e per la comunità di Marzalengo delle suore Adoratrici di Rivolta d’Adda che accoglie ragazze tossicodipendenti e spesso i loro bimbi.

Nel pomeriggio poi la conclusione della giornata con il pranzo insieme e i laboratori di coppia sulla Parola dedicati ad altre quattro parabole: “La perla preziosa”, “Il seminatore”, “Il banchetto di nozze” e “Vino. Nuovo in otri vecchi”, per continuare a prendersi cura della famiglia alla luce della Parola.




Vanna, Barbara, Elisa: storie di donne testimoni dell’amore per la Vita

“Vivere la vita è l’avventura più stupenda dell’amore”. Cantano, con lo sguardo all’insu rivolto allo schermo, i partecipanti alla Veglia per la vita, nel salone Bonomelli del Seminario di Cremona.

Convocati dalla Zona pastorale 3 e introdotti alla preghiera dal Vicario zonale don Pier Codazzi, nella serata di sabato 2 febbraio si sono ritrovati volti noti, quelli del Centro Aiuto alla vita di Cremona e del Movimento per la Vita, e quelli meno noti di giovani coppie e piccoli gruppi provenienti da parrocchie della città e della periferia.

Ascolta l’audio della serata

Una veglia dai toni domestici, nella sua semplicità, ma dal vissuto intenso: sosta di ascolto della vita e della Parola che, per i credenti, illumina i tratti più indecifrabili ed impegnativi.

Nel segno dell’alleanza tra generazioni la Zona 3 ha scelto di affidare a Mattia Cabrini, educatore professionale, la conduzione di un dialogo tra tre donne, condividendo passaggi e consapevolezze che l’esistenza e la storia personale hanno fatto emergere.

Vanna Rossetti, mamma e nonna, conosciuta anche per il lungo impegno in campo ecumenico accanto al marito Mario Gnocchi, ha offerto i ricordi di famiglia proponendo una sua riflessione sulla dimensione del dono inscritta nella vita, in ogni istante e accadimento, compresi quelli apparentemente meno significativi o gratificanti che si comprendono solo nello scorrere del tempo.

Barbara Guarneri, logopedista neolaureata di 24 anni ha invece testimoniato, non senza commozione, la fatica di accogliere la fragilità che la vita rivela nelle stagioni della malattia e della debolezza. Quei giorni i cui la domanda di senso non accetta scorciatoie ideologiche o religiose e si confronta con la verità cruda del dolore che chiede condivisione, prossimità, forza di ricostruire la vita in altra prospettiva.

Elisa Favalli, mamma e segretaria in una scuola, ha invece portato i volti e i nomi raccolti in un album di fotografie cariche di emozioni, la ferialità della casa e della famiglia condite dagli immancabili imprevisti. Una dimensione concreta del vivere che solo la speranza è capace di sostenere.

Nell’intreccio delle storie e delle riflessioni, l’eco della Parola di Dio ha ricondotto i frammenti all’unità. “Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi, tutto era scritto nel tuo libro” (Salmo 138) dice il credente al Dio in cui confida. E la parola di Isaia proclama che il progetto di Dio fa germogliare continuamente “una cosa nuova” tra le briciole del vissuto.

Molto efficace, nella conduzione della Veglia, la scelta di circondare la personale risonanza della Parola all’armonia della musica, con la partecipazione di un gruppo di 9 giovani musicisti, parte della “Mauro Moruzzi Junion Band” legata alla Scuola “Sacra Famiglia” di Cremona. Le esecuzioni del gruppo di fiati, molto apprezzate e applaudite, si sono inserite con delicatezza nel clima raccolto della serata, conclusasi con il saluto del dott. Paolo Emiliani , Presidente del Movimento per la Vita di Cremona e la proposta di un gesto solidarietà a favore del “Progetto Gemma”, da tanti anni sostegno concreto della maternità.

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A Vailate la veglia per la Vita con il vescovo Antonio

Canti, preghiere, la riflessione del vescovo e la testimonianza di vita di una coppia di sposi. Si è svolta sabato sera (2 febbraio), nella chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, la veglia di preghiera della zona pastorale 1 in occasione della 41^ giornata per la vita, presieduta dal vescovo Antonio con il vicario zonale don Marco Leggio, parroco di Antegnate, a scandirne i vari momenti.

Il primo è stato incentrato sul tema del dono. “La vita è un’opportunità, coglila”, “La vita è bellezza, ammirala” e ancora “La vita è vita, difendila”, frasi di un dialogo fra lettore ed assemblea per sottolineare quanto sia preziosa la vita.

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Seconda parte: l’accoglienza. Accoglienza cui siamo chiamati prima e dopo la nascita, in ogni condizione e circostanza in cui essa è debole. È qui che si è inserita la testimonianza di Dulio e Greta, due coniugi della comunità Giovanni XXIII di don Oreste Benzi di Crema. Ad esordire è stato Duilio. “Io sono cresciuto a Como, in un oratorio molto attivo –ha raccontato- ma quelle attività non mi bastavano più. Con il mio parroco andavamo a Milano ad incontrare i senza dimora e in quei frangenti ho incontrato il Signore. Tornando a casa però mi sentivo a disagio nel caldo del mio letto. Così ho deciso di andare a vivere a contatto cogli ultimi in una casa di accoglienza, dove sarei dovuto rimanere tre mesi ma in realtà sono passati quasi sei anni nei quali si sono creati forti legami coi tanti senza dimora che ho conosciuto. Molti di loro sono stati invitati al nostro matrimonio”. Greta in una casa-famiglia, per scelta dei suoi genitori, ci è nata e cresciuta, assieme ad Alessio, un diversamente abile che quando arrivò in comunità sembrava avere pochi giorni di vita ma che martedì scorso ha festeggiato i 27 anni, che lei chiama “fratello” e che per lei ha significato, e significa tuttora moltissimo. In comunità Greta fa la terapista, ma segue anche i casi di maternità difficile “Con la preghiera –ha precisato- ma anche con un sostegno fisico”. “Il giorno del matrimonio fra me e Greta –ha spiegato Duilio riprendendo la parola- il nostro responsabile ci ha proposto di prenderci cura di Michele, un ragazzo di 18 anni ferito dalla vita. Una proposta che ci ha spiazzati ma Dio ci ha sostenuti. La convivenza con Michele non è facile ma ci rende pieni e ricchi”. Non finisce qui, perché i due coniugi accolgono anche una ragazza marocchina. E da poco è arrivato il loro primo figlio, Giona. “Don Oreste–ha concluso Duilio- diceva sempre che le membra più deboli della società sono le più necessarie ma sono anche le protagoniste della storia della chiesa”.

L’ultima parte della veglia, dedicata al concetto di speranza, ha introdotto la riflessione del vescovo Antonio che si è aperta con un omaggio a don Oreste Benzi (“Ce ne vorrebero di preti così”). “Signore, tutto appartiene a te –ha proseguito monsignor Napolioni-, ogni essere vivente, ogni creatura umana, tutte le cose sono tue, Signore amante della vita. Siamo abituati a considerare quelli che si possono permettere una bella vita ma è un tranello. Dio, invece, nel suo Figlio crocifisso ci mostra un paradosso: un Dio che ama la vita sempre e comunque, al punto da farla risorgere sempre dal peccato. Ancora oggi –ha proseguito- questo è possibile: tocca a noi vegliare per la vita, scegliere di allearci con il Signore per la vita. È necessario avere nuovi bambini, genitori, nonni, famiglie, amori: la vita che scorre all’infinito e non si inceppa. Per fare ciò dobbiamo impegnarci a seminare parole e sguardi per la vita”.

La benedizione ed il canto finale hanno concluso la veglia, allietata dalla musica del flauto di Giorgia Radavelli e della chitarra di Marta Trapattoni, entrambe di Antegnate. Le offerte raccolte dai presenti in chiesa a fine celebrazione saranno devolute alla comunità Giovanni XXIII. 

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