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Estate da vivere tra spiritualità e servizio con le Suore Adoratrici

Estate come sempre ricca di proposte con il Servizio di pastorale giovanile e vocazionale delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento di Rivolta d’Adda, che propongono occasioni di spiritualità e servizio in diocesi e all’estero.

Il primo appuntamento in agenda è anche quello geograficamente più lontano: porta, infatti, in Camerun dove quattro giovani ragazze spenderanno la seconda metà di luglio uscendo dai soliti schemi per investire una parte delle proprie vacanze in dono per gli altri. Una esperienza che le coinvolgerà completamenti: mani, pensieri e, soprattutto, cuore. Sarà un’estate che davvero può cambiare la vita.

La attese di questo Campo in missione nelle parole di laura.

 

A fine luglio, invece sono in programma gli esercizi ignaziani di prima settimana. L’appuntamento è presso la casa di spiritualità che le Adoratrici hanno a Lenno, sul lago di Como. Gli esercizi inizieranno domenica 30 luglio alle 19 con la cena e terminano sabato 5 agosto con il pranzo. A guidarli don Gianbattista Rizzi. Una proposta per aiutare a vivere l’estate “Con lo spirito giusto!”. informazioni contattando suor Veronica (cel. 338-8734402, e-mail suorveronica@suoreadoratrici.it) o suor Luisa (cel. 346-8228492, e-mail suorluisaciceri@suoreadoratrici.it).

Ultimi per ordine di tempo è, quindi, il Campo servizio che dal 27 agosto al 2 settembre si potrà vivere presso Casa Famiglia “Spinelli”, a Rivolta d’Adda. Si tratta di un’esperienza residenziale rivolta ai giovani (dai 18 anni) che desiderano condividere una settimana di fraternità, di servizio con gli ospiti disabili e anziani della casa e cogliere l’occasione per crescere umanamente e spiritualmente attraverso la proposta di un cammino formativo e di preghiera.

I posti sono limitati e le adesioni devono essere confermate entro il 30 luglio contattando suor Stefania (cel. 324-0464625, e-mail suorstefania@suoreadoratrici.it) o suor Mariagrazia (tel. 0363-77022, e-mail suormariagrazia@suoreadoratrici.it).

Tre modalità concrete per poter dare un senso alle vacanze che “sono, o almeno potrebbero essere, – ha affermato Enzo Bianchi, già priore di Bose – un periodo in cui riscoprire la propria umanità e perseguire la pace e la serenità interiori, un tempo per lo spirito, un’occasione per rispondere al desiderio autentico di trovare altrove un senso a ciò che si vive qui e ora, per comportarsi altrimenti in modo da tornare a condurre con consapevolezza un’esistenza divenuta stanca routine. Le vacanze possono essere davvero un’occasione di alterità positiva grazie alla quale gettiamo uno sguardo nuovo sulle abitudini – buone e cattive – assunte nei rapporti con gli altri e con la realtà circostante, uno sguardo non miope ma lungimirante, distaccato e insieme appassionato, uno sguardo che tende a diventare lo sguardo stesso di Dio”.

“Perché, allora, – le parole ancora di Enzo Bianchi – non approfittare delle vacanze per ridare alla nostra giornata un ritmo e un clima più naturale, più umano, libero dai condizionamenti che subiamo dall’esterno? Si potrebbe allora riscoprire il gusto della preghiera nel silenzio di una chiesetta di campagna o di fronte alle meraviglie del creato, sedendosi a guardare e ascoltare: ascoltare prima di guardare, perché la bellezza si ascolta ancor prima di guardarla… allora le cose, le persone diventano una presenza e si accende la possibilità della comunione; riscoprire che la bellezza non è un’idea ma un evento, un divenire da cui può nascere la comunicazione e quindi la comunione. E ancora, se durante le vacanze cercassimo di tralasciare le troppe parole di cui riempiamo le nostre giornate e ci riaccostassimo alla sempre nuova Parola che Dio ci rivolge attraverso la Bibbia, saremmo capaci di una nuova lettura di noi stessi, di chi ci sta accanto e degli eventi che segnano la nostra vita”.

“È possibile usare le vacanze – sottolineava quindi Bianchi – per accrescere la propria libertà, imparando a discernere di cosa e di chi siamo schiavi; è possibile fare delle vacanze il tempo privilegiato per la nostra umanizzazione, tralasciando costumi che ci abbrutiscono; è possibile far tesoro delle vacanze per riscoprire l’autenticità di rapporti umani che avevamo condannato alla triste banalità di chi dall’altro non attende più nulla. È possibile, e dipende solo da noi”.