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«Epifania e nascondimento», a San Sigismondo i Vespri presieduti dal Vescovo ricordando i 15 anni di clausura

 

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Nel pomeriggio di venerdì 6 gennaio il vescovo Napolioni ha presieduto i secondi vespri della solennità dell’Epifania nella chiesa di Sigismondo, a Cremona, insieme alla comunità claustrale domenica che proprio il giorno dell’Epifania hanno ricordato i 15 anni dalla posa della clausura sul monastero. L’occasione anche per ammirare la parziale nuova illuminazione della chiesa.

La preghiera dei salmi è stata accompagnata dal canto dalle monache di clausura, che dedicando la loro vita alla preghiera e alla meditazione della Parola, offrono un prezioso servizio anche nella diocesi di Cremona. Accanto al vescovo don Daniele Piazzi, cappellano del monastero, e don Giulio Brambilla, vicario episcopale per la Vita consacrata e parroco della Beata Vergine.

A caratterizzare la preghiera anche un momento di adorazione eucaristica, durante il quale il vescovo ha portato la sua riflessione: «Epifania e clausura potrebbero sembrare due realtà agli antipodi: manifestazione, visibilità e incontro universale contro nascondimento e solitudine. In realtà queste due parole, che noi qui coniughiamo da quindici anni, custodiscono una sfida e una grazia che corrisponde al nostro bisogno più profondo».

La riflessione di mons. Napolioni è quindi proseguita con il commento dei passi biblici letti durante la preghiera: «L’Apocalisse è scritta per dare uno sguardo limpido alle prime Chiese nascenti delle origini: anche il nostro tempo, come allora, ci costringe a uscire dalle sicurezze esteriori che nel tempo la Chiesa ha saputo darsi e godere, come la comunità è costretta guardarsi allo specchio per guardare al futuro, non come fa il mondo che si annichilisce nel presente e si deresponsabilizza, perché le cose che dovranno accadere tra breve saranno dono di Dio, ma saranno anche compito degli uomini».

«Il rischio è quello di essersi “sistemati” in questa buona abitudine cristiana, si può essere cristiani fedeli e anche monache fedeli a tutti gli impegni della regola – ha quindi proseguito il vescovo rivolgendosi ai presenti – ma può capitare di aver abbandonato il primo vero amore e non riconoscere che ci è riservata la gioia di Simeone e Anna».

La riflessione del vescovo è infine terminata con uno sguardo di apertura e di fede: «Che cosa c’è di sicuro nel nostro futuro? Certamente che lui verrà alla fine della storia e nelle mille circostanze dell’anno che è appena iniziato. Stasera è sera di gratitudine: guardiamo con fiducia i giorni che verranno e allora la clausura ci aiuterà ad essere tutti Epifania umile, ma bella del Signore che è presente in mezzo a noi».

 

 

La celebrazione è stata anche occasione per poter ammirare la prima parte della nuova illuminazione della chiesa di San Sigismondo che è stata installata nello scorso trimestre. Infatti, grazie alla copertura finanziaria dell’Associazione degli amici di San Sigismondo, la Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona Onlus e il contributo della Diocesi è stata completata la prima parte con l’illuminazione del coro, del presbiterio e di tutta la parte della clausura su progetto dell’architetta Eva Balestrieri, lavori realizzati dalla ditta Biazzi. Seguiranno gli ulteriori onerosi interventi di illuminazione alla navata centrale e alle cappelle laterali, oggi totalmente al buio, per poter permettere di ammirare la bellezza degli affreschi della chiesa in tutto il loro splendore.

 

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