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Entrare nella vita, dirle il nostro “sì” e averne cura: i verbi dell’amore nella Veglia per la vita della Zona 3

Preghiera, ascolto della Parola, meditazione e testimonianza. La Veglia per la Vita di sabato 1 febbraio, che per la Zona 3 si è svolta nella chiesa dell’Immacolata Concezione del quartiere Maristella a Cremona, ha messo al centro della riflessione il valore della vita secondo lo sguardo cristiano.

Dopo la preghiera introduttiva guidata dal vicario zonale don Pietro Samarini, il medico Paolo Emiliani, presidente del Movimento per la Vita di Cremona, ha ricordato la necessità di «non rassegnarsi al pensiero relativista della cultura dello scarto» e di impegnarsi attivamente a favore della vita. Un esempio è offerto dal progetto Gemma promosso dal Centro Aiuto alla Vita, che in 25 anni ha reso possibile un grande miracolo: la nascita di 24mila bambini.

L’intervento del dottor Paolo Emiliani

La benedizione delle candele, segno di luce e vita, e la processione, terminata con la deposizione dei lumini ai piedi della statua della Madonna, hanno preceduto il momento centrale della Veglia di preghiera: “entrare nella vita”, “dire sì alla vita” e “avere cura della vita”. Questi tre temi, che mettono al centro la testimonianza di Gesù Cristo, della Vergine Maria e di San Giuseppe, sono stati approfonditi mediante la lettura di brani del Vangelo, il commento di una celebre opera d’arte, un canto eseguito dal coro di Cremona “don Cesare Zaffanella”, e alcuni passaggi tratti dal Messaggio del Consiglio Episcopale Permanente della Cei  per la 42^ Giornata Nazionale per la Vita e, infine, dalla recita di una decina del Rosario.

Il brano di Vangelo del “giovane ricco” (Mt 19, 16-22) con la domanda “che cosa devo fare per avere la vita eterna?” ha interrogato l’assemblea sulla modalità di “accesso” alla vera vita. Il passo dell’”Annunciazione” (Lc 1, 26-38) ha ricordato cosa significa accettare la vita, come Maria che, con il suo “sì”, ha accolto il disegno di Dio e ha fatto la Sua volontà. La “fuga in Egitto” (Mt 2, 13-23), infine, attraverso la figura di Giuseppe, ha richiamato il desiderio di proteggere la vita.

La Veglia è proseguita con il video-racconto della storia della giovane mamma Chiara Corbella Petrillo, morta nel 2015 a soli 28 anni, la quale malata di tumore ha deciso di portare a termine la gravidanza rimandando le cure. Un esempio straordinario di amore per la vita, nonostante tutto e a dispetto della sua tragicità. Chiara ha operato una scelta coraggiosa e di fede, di accettazione della croce e del progetto di Dio.

Anche la testimonianza offerta dai coniugi Elena e Gianfranco Cottarelli (in foto con il vicario zonale), a conclusione della Veglia, è stata un inno alla vita. Dopo due anni di matrimonio, nel 2000 e nel 2001, sono diventati genitori di Irene e Pietro, maturando già il forte desiderio di diventare anche genitori adottivi. Un percorso lento e difficile, durante il quale è seguito l’arrivo di altri due figli: Elia, nato nel 2004, e Caterina nel 2007. «Dopo quattro figli – ha detto Gianfranco – abbiamo realizzato la fortuna di avere una casa, un lavoro, una famiglia e di aver vissuto sempre serenamente, allora abbiamo pensato che il modo migliore per ringraziare fosse quello di condividere, perché noi siamo in sei mentre qualcuno non ha una famiglia». Nel 2013, tramite una associazione operante in Etiopia, la famiglia si è allargata con l’adozione di Rebcca.

La testimonianza di Gianfranco Cottarelli

 

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