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Emiliani (MpV): «La grande forma di educazione su tutte le frontiere della fragilità umana è la compassione»

«La grande forma di educazione su tutte le frontiere della fragilità umana è la compassione». Così il dottor Paolo Emiliani, medico chirurgo e presidente del Movimento per la vita di Cremona, ha sintetizzato il suo pensiero sullo stile educativo utile ad accompagnare l’esistenza di ciascuno. Intervenuto durante l’ultima puntata del talk di approfondimento pastorale Chiesa di casa, insieme a don Maurizio Lucini, incaricato per la Pastorale della salute della diocesi e cappellano all’Ospedale di Cremona, Emiliani ha sottolineato come il compatire nasca «da uno sguardo contemplativo che unisce ragione e mistero».

Punto focale della puntata è stata infatti la 45ª Giornata per la vita che si celebra in Italia domenica 5 febbraio. «La Chiesa attraverso il Vangelo non può non parlare del senso della vita — ha spiegato don Lucini — dal suo concepimento alla sua fine naturale. Lo stesso Gesù Cristo si è incarnato in un uomo che è nato come chiunque altro ed è morto in croce». Questo è il motivo per cui la comunità cristiana, ancora oggi, sente il desiderio e il bisogno di inserirsi in questa riflessione.

«Va comunque detto che il dibattito sul diritto alla vita è meramente laico — ha specificato Emiliani — ma se la fede aiuta ad allargare la ragione, ben venga». Il medico cremonese si è spinto anche oltre, evidenziando l’aspetto biologico della questione. «Il diritto alla vita è però fondamentale anche al di fuori dell’ambito cristiano. Ogni tentativo di forzare la vita dell’individuo, all’inizio o alla fine, è un pregiudizio ideologico che non è riscontrabile da una ragione che sostenga la realtà».

La riflessione si è poi spostata sull’accompagnamento di chi, nella vita, sperimenta il dolore e la malattia. Secondo Lucini, infatti, «il contributo che la Chiesa, insieme a molte altre realtà, può dare è la presenza, la vicinanza. Si tratta di una vera e propria luce portata a chi vive la sofferenza».

Un pensiero condiviso anche dal dottor Emiliani che, da medico, ha ricordato come «non si elimina il malato per lenire la fatica, ma gli si propone un cammino di accompagnamento per non lasciarlo solo».

L’attenzione per la vita, dunque, non si focalizza semplicemente sui momenti del suo inizio e della sua fine, ma richiede un atteggiamento più pervasivo. E, di conseguenza, coinvolge l’intera comunità. «Come ha ricordato più volte anche Papa Francesco — ha concluso don Lucini — nessuno di noi può salvarsi da solo. L’idea del singolo individuo che risolve il dramma dell’esistenza è distorta».

Le celebrazioni per la Giornata della Vita, che dal 1978 è parte del calendario della Chiesa italiana come risposta alla legge sull’aborto del ‘72, si svolgeranno nel segno della preghiera e dell’educazione.

 

Giornata della vita, dal 3 al 6 febbraio eventi di riflessione e preghiera a Cremona e Casalmaggiore