Donne e arte a Casa di Nostra Signora per la festa dell’8 marzo
Nel pomeriggio di mercoledì 8 marzo in molti hanno voluto essere presenti al primo evento ufficiale della rinnovata Casa di Nostra Signora, a Cremona. Un momento promosso in occasione della festa della donna e che, attraverso l’arte, ha aiuto a guardare alla bellezza del mondo femminile.
Ad aprire l’incontro don Gianpaolo Maccagni, vicario episcopale per la Pastorale, che ha portato il saluto del Vescovo e ricordato il senso di questa Casa, concretizzazione dell’attenzione della Chiesa cremonese alla condizione femminile. Soprattutto nei suoi aspetti più fragili, ma non solo, come ha dimostrato proprio l’evento dell’8 marzo. Un progetto a 360 gradi reso possibile grazie alla generosità dell’Istituto secolare delle Oblate, che ha donato alla Diocesi la sua storica sede di via Ettore Sacchi 15.
Presenti davvero in tanti, soprattutto donne – giovanissime accanto a meno giovani – che hanno gremito la sala in cui è stata allestita la mostra “Essere donna un’arte”. A curarla la prof. Paola Bignardi, membro del “Tavolo Rosa”, che ha introdotto la presentazione guardando alle difficili situazioni che molte donne devono affrontare quotidianamente, anche a rischio della propria vita. Quasi in opposizione a questa cruda realtà la volontà di guardare a un’immagine di bellezza, legata ai temi della gratuità e dell’armonia, citando anche Papa Francesco.
L’incontro, moderato da don Davide Ferretti, presidente del Consiglio direttivo della nuova Casa di Nostra Signora, ha quindi lasciato spazio all’intervento del prof. Stefano Macconi, che ha illustrato i sei quadri esposti. Opere di artisti italiani fra Ottocento e Novecento, concesse dalla Fondazione Cariplo, con protagoniste proprio le donne, in particolare sul tema della maternità e dell’educazione. Si tratta per lo più di oli su tela. Gli autori sono Attilio Alfieri (Lunga attesa di una Valtellinese; L’attesa; Maternità), Mario Bettinelli (Maternità), Adolfo Feragutti Visconti (Ricordati della mamma), Anacleto Margotti (Raccolta dei covoni), Renato Vernizzi (Fanciulla che legge) e Ottavio Grolla (Nelle ore tranquille).
La mostra, realizzata con il contributo della Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona, sarà visitabile su prenotazione sino al 23 giugno (info telefonando al 334-1062553 o scrivendo a caritas@diocesidicremona.it).
Ha quindi preso la parola la giovane storica dell’arte Elena Poli, con una relazione su “Donne e arte”. Donne non solo soggetto delle opere d’arte. Ritratte nel passato come bellezza e divinità, sino a giungere alla sacralità mariana, ma senza tralasciare l’aspetto più umano della maternità. Ma donne anche in veste di artiste.
Il pomeriggio è proseguito con un momento musicale a cura di due docenti dell’Istituto Stradivari – all’arpa Eddi De Rossi, al violino Angela Alessi – inframezzato dalle lettura di alcune poesie di donne.
L’evento è stato promosso dal “Tavolo Rosa”, realtà sorta proprio in vista della realizzazione della Casa e che già da tre anni vede collaborare tutte le associazioni che sul territorio si occupano, in vario modo, delle donne. Presenti, oltre ai membri del Comitato direttivo della Casa, anche le rappresentanze istituzionali, con il presidente delle Provincia, Davide Viola, e le assessori del Comune di Cremona Barbara Manfredini e Rosita Viola.
Quello dell’8 marzo è stato solo il primo evento di carattere educativo e culturale. Altri ne seguiranno tra aprile e maggio.
Casa di Nostra Signora
Presentata ufficialmente il 12 novembre scorso, la Casa di Nostra Signora di via Ettore Sacchi, a Cremona, sta per entrare in funzione a tutti gli effetti con una triplice attenzione: quella dell’accoglienza abilitativa e del lavoro, passando attraverso un percorso di autonomia, senza dimenticare neppure l’aspetto educativo, con una sensibilizzazione rivolta all’intero territorio sui temi e i problemi “in rosa”.
Il progetto affonda le proprie radici nella donazione, effettuata nel 2014, dall’Istituto secolare delle Oblate di Nostra Signora del S. Cuore di Gesù, che ha donato lo stabile di via Ettore Sacchi 15, sua storica sede, alla Diocesi di Cremona perché continuasse a rispondere alle esigenze delle donne in difficoltà e a una funzione di aggregazione e collaborazione tra tutte le associazioni che, a vario titolo, operano sul territorio diocesano nel settore della formazione e promozione morale, civile e culturale della donna.
Gli obiettivi che la rinnovata Casa si propone sono:
- presa in carico di donne in situazioni di fragilità: donne sole senza lavoro, donne e madri che escono da percorsi di comunità e che devono essere accompagnate verso l’autonomia;
- sostegno a madri bisognose di aiuto, anche in vista della conciliazione tra i tempi di lavoro e quelli della cura dei figli;
- offerta di riferimento a donne che sono in condizione temporanea di fragilità: badanti, donne straniere bisognose di orientamento in un contesto sociale estraneo;
- formazione (per le nuove generazioni, educatori e operatori sociali, genitori) a un nuovo modo di pensare la condizione femminile;
- offerta culturale alla città su temi attinenti la condizione femminile;
- offerta di sostegno relazionale a donne sole, soprattutto anziane.
A presiedere il Comitato direttivo della rinnovata Casa di Nostra Signore è il sacerdote cremonese don Davide Ferretti, parroco di Motta Baluffi, Solarolo Monasterolo, Scandolara Ravara e Castelponzone, recentemente nominato anche amministratore parrocchiale di S. Martino del Lago e Ca’ de’ Soresini.
Ad affiancarlo in veste di amministratore il dott. Cristiano Beltrami, vicedirettore di Caritas Cremonese. Il ruolo di coordinamento della struttura è stato affidato, invece, alla dott.ssa Nicoletta D’Oria Colonna, operatrice di Caritas Cremonese già referente per il Pronto intervento donna.
Accanto a due rappresentanti del “Tavolo rosa” – Maria Paola Negri ed Elena Poli – compongono il Comitato direttivo anche suor Maria Regina (al secolo Banassan Assana) dell’Istituto Nostra Signora di Nazareth, congregazione che presterà servizio nella Casa, e Lucia Galimberti, in rappresentanza delle Oblate, grazie alle quali questo progetto di accoglienza e accompagnamento al femminile si è potuto realizzare.