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Don Vincenzo Grossi è santo

Alle 10.32 di domenica 18 ottobre la Chiesa ha festeggiato quattro nuovi santi. Tra loro il parroco cremonese don Vincenzo Grossi (Pizzighettone 1845 – Vicobellignano 1917), fondatore dell’Istituto delle Figlie dell’Oratorio, che il 1° novembre 1975 Papa Paolo VI aveva proclamato beato. La solenne Messa di canonizzazione è stata presieduta in pizza S. Pietro da Papa Francesco. Presente una folta delegazione cremonese, guidata dal vescovo Dante Lafranconi. Non mancava naturalmente la famiglia Berettini di Pizzighettone, protagonista del miracolo che ha portato alla canonizzazione. Lunedì mattina nella basilica di S. Giovanni Battista dei Fiorentini la Messa di ringraziamento; la celebrazione di carattere diocesano sarà presieduta dal vescovo Lafranconi in Cattedrale domenica 25 ottobre alle ore 11.

Poco dopo le 10 di domenica 18 ottobre il Santo Padre Francesco ha presieduto, sul sagrato della Basilica Vaticana, la solenne Messa con il rito di Canonizzazione di don Vincenzo Grossi e altri tre beati: Maria dell’Immacolata Concezione (1926-1998), superiora generale della Congregazione delle Sorelle della Compagnia della Croce e i coniugi Ludovico Martin (1823-1894) e Maria Azelia Guérin (1831-1877), genitori di santa Teresa di Lisieux.

Folta la schiera di concelebranti, a cominciare dai partecipanti alla XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi; ma non mancava naturalmente neppure il vescovo di Cremona, mons. Dante Lafranconi. Una quindicina i sacerdoti diocesani presenti: il parroco e il vicario di Pizzighettone, don Enrico Maggi e don Andrea Lamperti Tornaghi; don Bruno Bignami, don Matteo Pini e don Franco Regonaschi (rispettivamente originari ed ex parroco di Regona di Pizzighettone); il parroco di Vicobellignano don Gabriele Bonoldi con don Franco Vecchini; il parroco di Viadana don Antonio Censori e il predecessore don Virginio Morselli; il parroco di Sesto cremonese Angelo Staffieri; il parroco di Gombito don Marino Dalè; il collaboratore parrocchiale di S. Giovanni in Croce don Andrea Paroli; l’ex parroco di Annicco don Franco Zangrandi; il segretario episcopale don Flavio Meani. Tra le comunità più rappresentate Pizzighettone, Vicobellignano, Sesto Cremonese e Viadana.

In piazza San Pietro anche la comunità del Seminario diocesano, con il rettore don Enrico Trevisi, il vice don Marco d’Agostino e il direttore spirituale don Primo Margini. Presente anche il diacono, prossimo al presbiterato, don Francesco Gandioli, che ha servito Messa proprio alla destra del Papa. Incarico di prestigio anche per il seminarista Alberto Bigatti, che ha retto il microfono al Pontefice.

All’inizio della celebrazione il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, accompagnato dai postulatori dei quattro beati, di fronte al Santo Padre ha formulato in latino la domanda a procedere alla canonizzazione. Quindi, dopo il canto delle Litanie, Papa Francesco ha pronunciato la formula di canonizzazione. Alle 10.32 la Chiesa universale poteva finalmente gioire per i suoi nuovi quattro santi.

Il rito di canonizzazione è proseguito con il posizionamento delle reliquie dei nuovi santi: prima fra tutte è stata portata, da una suora delle Figlie dell’Oratorio, la teca con la reliquia di san Vincenzo Grossi.

Poste tutte le reliquie e adornate di fiori, il card. Amato, sempre in latino, ha ringraziato il Santo Padre chiedendo che fosse redatta la lettera apostolica circa la canonizzazione avvenuta. Richiesta al quale il Papa ha replicato: «Lo ordiniamo».

Quindi il canto del Gloria e la Messa che è continuata con la liturgia della Parola, sino al Vangelo, proclamato prima in latino e poi in greco. Ha quindi preso la parola il Pontefice per l’omelia. Rifacendosi alle letture, il Papa ha focalizzando l’attenzione sul tema del servire. Quindi il riferimento ai quattro canonizzati: «Coloro che oggi sono stati proclamati Santi – ha detto – hanno costantemente servito con umiltà e carità straordinarie i fratelli, imitando così il divino Maestro».

Poi alcuni riferimenti specifici guardando a ciascuno di loro, iniziando proprio dal sacerdote cremonese. «San Vincenzo Grossi – ha sottolineato il Pontefice – fu parroco zelante, sempre attento ai bisogni della sua gente, specialmente alle fragilità dei giovani. Per tutti spezzò con ardore il pane della Parola e divenne buon samaritano per i più bisognosi».

«La testimonianza luminosa di questi nuovi Santi – ha quindi affermato concludendo l’omelia – ci sprona a perseverare sulla strada del servizio gioioso ai fratelli, confidando nell’aiuto di Dio e nella materna protezione di Maria. Dal cielo ora veglino su di noi e ci sostengano con la loro potente intercessione».

Quindi la preghiera dei fedeli, con una delle intenzioni letta da una suora delle Figlie dell’Oratorio. E la processione offertoriale: con il pane per il sacrificio eucaristico portato dalla famiglia Berettini.

Al termine della Messa la recita dell’Angelus, preceduta da un breve intervento del Papa ,che ha anzitutto espresso grande preoccupazione per «la situazione di forte tensione e di violenza che affligge la Terra Santa», invocando Dio perché «rafforzi in tutti, governanti e cittadini, il coraggio di opporsi alla violenza e di fare passi concreti di distensione. Nell’attuale contesto medio-orientale è più che mai decisivo che si faccia la pace nella Terra Santa: questo ci chiedono Dio e il bene dell’umanità».

Poi il riferimento ai nuovi canonizzati. «Al termine di questa celebrazione – ha proseguito il Papa – desidero salutare tutti voi che siete venuti a rendere omaggio ai nuovi Santi, in modo particolare le delegazioni ufficiali di Italia, Spagna e Francia. Saluto i fedeli delle diocesi di Lodi e di Cremona, come pure le Figlie dell’Oratorio. L’esempio di san Vincenzo Grossi sostenga l’impegno per l’educazione cristiana delle nuove generazioni». Un pensiero è poi andato anche a tutti i sacerdoti, le persone consacrate, le famiglie e i gruppi parrocchiali che hanno preso parte a questa importante giornata.

Per alcuni dei pellegrini cremonesi il pomeriggio è stato il momento del rientro a casa (come nel caso dei giovani e delle famiglie di Pizzighettone, in foto sotto) o per proseguire il pellegrinaggio romano con ulteriori tappe (come il gruppo di Vicobellignano).

Per chi rimane nella Capitale, invece, l’appuntamento è per le 9.30 di lunedì 19 ottobre nella basilica di S. Giovanni dei Fiorentini dove sarà celebrata la Messa di ringraziamento per la canonizzazione di don Grossi. Un luogo scelto non a caso: qui, infatti, per dieci anni fu parroco san Filippo Neri, fondatore della Congregazione dell’Oratorio, cui don Grossi si ispirò dando vita all’Istituto delle Figlie dell’Oratorio. Al termine della Messa il gruppo cremonese si sposterà nella vicina parrocchia di S. Maria in Vallicella per la visita alle Camere di san Filippo Neri.

Altra Messa di ringraziamento per la canonizzazione di don Vincenzo Grossi sarà celebrata dal vescovo Lafranconi a Cremona, in Cattedrale, domenica 25 ottobre (ore 11).

Nei giorni della memoria liturgia del nuovo santo (7 novembre) giungeranno in diocesi di Cremona le reliquie del corpo: l’urna farà tappa a Regona di Pizzighettone, Vicobellignano e Gombito.