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Don Oldoni nuovo parroco di Pumenengo: una missione nella tenerezza di Maria

È stata una genuina festa in famiglia quella che a Pumenengo, nel primo pomeriggio di domenica 6 ottobre, ha caratterizzato l’insediamento di don Andrea Oldoni quale nuovo parroco della parrocchia dei Santi Pietro e Paolo.

«Sono trascorse solo due settimane dal saluto a don Angelo Ferrari – sono state le parole di benvenuto del Sindaco  Mauro Barelli –: un saluto che è stato intriso di tristezza, ma che oggi sa invece trasformarsi in gioia». «Mi sono spesso interrogato sui motivi della strana immigrazione di sacerdoti da una parrocchia all’altra – ha proseguito il primo cittadino –. La verità è che il prete non appartiene alla sua gente se non per la fede. Egli appartiene a Dio e in lui conosce e ama gli uomini». «Tuttavia il Signore non si risentirà – è stato il simpatico augurio del Sindaco – se auspichiamo per don Andrea la più lunga permanenza possibile tra di noi, permettendoci di apprezzare la sua missione e anche la sua passione per i presepi, caratteristica quest’ultima che denota una persona di grande fede».

Un canto composto dallo stesso don Andrea Oldani, particolarmente apprezzato in diocesi anche per le sue capacità artistiche, ha aperto la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Antonio Napolioni. Dopo la lettura del decreto di nomina, l’aspersione dei fedeli e l’incensazione dell’altare, il nuovo parroco ha ricevuto il saluto di un rappresentante parrocchiale.

«A che serve un prete? – ha esordito il Vescovo – Serve a parlarci di Dio, della sua grazia del suo perdono».  «Un prete – è stata la simpatica metafora di Mons. Napolioni – è come un pezzo di acquedotto un tubo non incrostato che va a raccogliere acqua alla sorgente per diffonderla alla comunità». «I cambiamenti – ha proseguito nell’omelia – fanno male anche bene a ciascuno di noi e nella comunità avviene la stessa cosa. Sono meravigliato della vostra fede: la vita di un prete si arricchisce sempre di più così come quella dei fedeli e tutti insieme, come tante briciole, possiamo spostare le montagne, certi di  una fede che va al di la delle difficoltà e delle simpatie». «Un oggi dopo l’altro non so cosa faremo ma andremo in braccio a Dio – ha concluso –. Il Signore, fa sempre la differenza”.

Breve ma denso di spunti di riflessione, il saluto rivolto da don Andrea alla sua nuova comunità: «Siamo servi inutili, non nel senso di incapaci ma nella prospettiva di non attenderci alcun utile – ha esordito il nuovo parroco di Pumenengo –. Siamo servi motivati solamente  dall’amore». «Accetto questo nuovo servizio con serenità perché un segno profondo mi lega a questa nuova comunità – ha rivelato don Oldoni -. Sono partito nella mia vocazione dal Santuario di Caravaggio e ora riprendo il nuovo cammino partendo  dal Santuario della Rotonda: la tenerezza della Madonna mi accompagna». «Camminiamo insieme concordi; l’uomo deve essere in cammino e il cuore ci invita a raggiungere una meta – è stata la esortazione finale -. Fermarsi  blocca la novità dello Spirito Santo, mentre camminare con umiltà, sapendo ritornare sui propri passi quando è necessario, è la soluzione migliore. Lasciamoci guidare dall’umiltà, dalla qualità delle relazioni, dalla gratuità».

Photogallery (di Federico Conti)

 

 

Biografia di don Andrea Oldoni

Classe 1958, originario di Misano Gera d’Adda, è stato ordinato il 19 giugno 1982. Ha iniziato il proprio ministero come vicario a Soresina. Nel 1996 è stato nominato parroco di Crotta d’Adda. Dal 2006 era parroco di Barbata, incarico che ora lascia per assumere la guida della comunità di Pumenengo in sostituzione di don Angelo Ferrari.